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29/03/24
ENUFF Z’NUFF
BORDERLINE CLUB, VIA GIUSEPPE VERNACCINI 7 - PISA
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Tank - Power of the Hunter
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( 4653 letture )
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Tradizionalmente associati alla NWOBHM ma per lo più affini a sonorità rock'n'roll alla Motorhead, gli inglesi Tank, sorti in quel di Londra nel remoto 1980, si affacciarono sugli anni ottanta con il debut Filth Hounds of Hades, datato 1982, e cercarono di affinare il proprio stile personale già col successivo full length, il qui presente Power of the Hunter, rilasciato dalla Kamaflage nella stessa annata. Il risultato fu un album di rock schietto e senza grandi pretese, dal sound energico ma molto semplice, tipicamente incentrato attorno a temi non propriamente connessi (guerra, donne e birra) che non prevedeva nient'altro oltre all'attitudine al divertimento fine a sé stesso: fottuto rock'n'roll e basta. Il che implica composizioni elementari e sonorità non propriamente definibili "pesanti", trainate da linee vocali vagamente canticchiabili e buoni assoli di chitarra, brevi ma piacevoli (Walking Barefoot Over Glass). Contrariamente a quanto si possa pensare, vista anche la definizione di "Motorhead on speed" della quale godrà la band di lì a poco, non sono i ritmi veloci a farla da padrone, o per lo meno questo è quanto emerge nella prima metà dell'album. Dinamica e spessore sembrano limitati, con la chitarra a dettare le linee guida senza mai farsi granitica (ma anzi prediligendo la musicalità) e lasciando alla sezione ritmica il ruolo di sottofondo; la voce di Algy Ward, una sorta di Lemmy appena più edulcorato, interpreta strofe e refrain discreti ma quasi mai memorabili (eccezion fatta per la piacevolissima Crazy Horses, che però, guarda caso, è solo una cover degli Osmonds), a fronte di un rifferrama che vive qualche buon momento (Pure Hatred). La rozzezza di uno stile generalmente interpretato con molta foga e aggressvità emerge solo in un secondo momento, lasciando inizialmente la scena al buon gusto compositivo di Peter Brabbs in chiave solistica (pur senza che si tocchino apici qualitativi sopra la media). Questo ritmo sonnolento, da saloon, tenderà ad annoiare l'ascoltatore meno rodato a sonorità poco martellanti e compatte: solo con la quinta traccia, che però è una breve strumentale (T.A.N.K.) si giunge a ritmi più avvincenti e tirati come una corda, ma anche la successiva Used Leather (Hanging Loose) riporta ad ambientazioni seventies, poco movimentate e caratterizzate da chorus ripetitivi e banalotti anche se catchy, immediati nello stamparsi in testa e scritti appositamente per essere canticchiati. Rock sudaticcio e soft ma a tratti gradevole (Set Your Back on Fire) costituito da una manciata di riffs non tropo abbondante: ogni canzone poggia su un unico riff anziché su intersezioni complesse, con la velocità che torna finalmente a far muovere la testa nelle conclusive Red Skull Rock e Power of the Hunter, passaggi più coinvolgenti e caciaroni che, ovviamente, mantengono le comuni linee guida essenzialiste. Almeno, l'energia di cui sono permeati permette al platter di risollevarsi e guadagnare qualche punto agli occhi dei rocker più sporchi ed alcolemici. Inutile dire di più: sta tutto lì, nell'indole scarna e nell'attitudine gradassa, chi ama il genere apprezzerà questo prodotto, mentre chi preferisce suoni complessi figli di una più marcata heaviness potrebbe trovarlo impalpabile.
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7
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Il voto 65 è paragonabile ad un "garbato" insulto. |
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6
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Diciamo che questo album è nel solco 'tipico' dei tank, imho. Certo filth hounds of hades gli è forse superiore, ma lamentarsi di un album come questo c'è ne vuole, imho. Se vi piacciono i tank, provate a cercare il live of attrition del 1981, ci sono brani che andranno a finire poi su primo disco. Solo un' avvertenza, se siete abituati a suoni tecnologici e super perfetti, bene, girategli alla larga! Grezzi, veloci (per l' epoca) e tremendamente tank !! Il voto recensione e lettori neanche li commento, lasciamo perdere che è meglio .... |
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5
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@Thor of Valhalla: anche a distanza di anni, voglio esprimere il mio parere, che però, molto modestamente, credo sia abbastanza oggettivo. Il miglior disco dei Tank, insieme a "Filthy houns of hades" è "Honour and blood" del 1984,per me addirittura il migliore in assoluto del gruppo britannico. "Power of the hunter"è un buon disco, ma non regge il confronto nè con "Filthy ..." né tantomeno con "Honour and blood". |
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4
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Quanto e' generoso questo 65 eheheh |
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3
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Voto lettori scandaloso come al solito sono i troll mentecatti a votare e anche il recensore è stato molto basso secondo me merita un 83,il migliore disco dei Tank dopo l'inarrivabile Filth hounds of hades,la canzone Power of the night è grandiosa!! |
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2
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Concordo con Maurizio: non esiste miglior biglietto da visita per i Tank se non il debutto Filth Hounds Of Hades. |
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1
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Ho sempre avuto l'impressione che abbiano battuto il ferro molto caldo del micidiale Filth Hounds, con un pò di fretta. Discreto ma se vi capita il debut Filth Hounds of hades non fatevelo scappare. I Sodom hanno inciso due cover dei Tank notevoli su Agent Orange e Better of dead. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Walking Barefoot Over Glass 2. Pure Hatred 3. Biting and Scratching 4. Some Came Running 5. T.A.N.K. 6. Used Leather (Hanging Loose) 7. Crazy Horses (Osmonds cover) 8. Set Your Back on Fire 9. Red Skull Rock 10. Power of the Hunter
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Line Up
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Algy Ward (Voce, Basso) Peter Brabbs (Chitarra) Mark Brabbs (Batteria)
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