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19/04/24
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Vintersorg - Ödemarkens Son
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( 4491 letture )
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Ci troviamo nel lontano 1999 e l’album in questione, Ödemarkens Son, rappresenta la definiva consacrazione di un uomo e soprattutto di un musicista. È bene chiarire, per chi non conoscesse Andreas Hedlund “Vintersorg”, che trattasi di un artista con l’iniziale maiuscola, date le innumerevoli doti e capacità che lo rendono particolarmente versatile. Egli è infatti in possesso di una voce semplicemente fantastica (anche se la simpatica allusione alla timbrica del nostrano Piero Pelù non è da considerarsi una completa eresia) ed è in grado di arrangiare da sé ogni strumento gli sia necessario tanto che, fino a Cosmic Genesis incluso, il suo progetto personale - Vintersorg per l’appunto - è da considerarsi una one-man band (al più aiutata da specialisti). Durante il 1999, Andreas vive uno dei momenti migliori della sua carriera. Il merito va attribuito soprattutto a tre avvenimenti: il grande successo del debut Till Fjälls, album fondamentale per una nuova concezione di musica estrema; gli Otyg, che dopo lo splendido Älvefärd si preparano per il loro secondo album; l’ingresso, di li a poco, nella super band Borknagar.
Oramai il fenomeno viking vive un periodo di continua espansione: molte band cominciano a fondere generi estremi, come il black metal, con sonorità più epiche e fantasiose conferendo un grande slancio di vitalità alla scena musicale scandinava. La posizione geografica è poi sicuramente d’aiuto: il fascino delle antiche tradizioni nordiche e della mitologia norrena costituiscono una tematica unica ed affascinante verso cui è impossibile non riporre il proprio interesse. Ci tengo a puntualizzare un piccolo (ma importantissimo) aspetto del folk/viking metal targato Vintersorg: questo non ha nulla a che vedere con le composizioni allegre e beone tipiche dei Korpiklaani o Folkstone (giusto per schiarirvi le idee), dato che il tutto è ragionato e pensato per conferire un particolare carattere all’opera e generare un’atmosfera incredibilmente introspettiva. Il termine “folk” usato per descrivere la musica dei Vintersorg non corrisponde tanto agli strumenti utilizzati, quanto invece alla sensazione di “natività” e “tradizione” che si assapora ascoltandone nota dopo nota.
Come dicevo in precedenza, Ödemarkens Son rappresenta la consacrazione del Vintersorg artista: le linee vocali si ri-affermano (come in Till Fjälls) assolutamente perfette, essendo davvero notevole l’abilità di spaziare tra almeno due diversi tipi di cantato pulito, uno maggiormente epico rispetto all’altro, adatto per i ritornelli ma non solo; e capace di usufruire di uno screaming potente e allo stesso tempo “glaciale”. Altre caratteristiche sono il riffing rapido e “freddo”, le chitarre accurate e precise in ogni brano e la drum machine molto ben bilanciata: essa “collabora” perfettamente con il sound dei cordofoni senza permettere che gli strumenti si ostacolino o interferiscano tra di loro. Insomma… Vintersorg crea ancora una volta un amalgama ai confini con la perfezione.
Ed ora parliamo del contenuto vero e proprio. Apre le danze När Alver Sina Runor Sjungit, definibile con una sola parola: travolgente. La melodia, dai toni alti, è scandita dalla chitarra e da un cantato pregno di epicità. Il tutto poi progredisce in un veloce blast beat ed in vari cambiamenti di tempo, con qualche accenno di tastiera. Note acustiche combinate ad un accompagnamento sinfonico introducono Svältvinter. A migliorare la composizione appare una voce femminile, particolarmente soave e delicata, che risulta molto adatta per duettare con Andreas durante le parti più calme e rilassanti, prima che quest’ultimo si esibisca in uno scream acido ma non esageratamente grezzo. La successiva Under Norrskenets Fallande Ljusspel è decisamente più veloce rispetto alle precedenti: ancora compaiono momenti più pacati dati da riff in palm-mute, con un intrigante sottofondo di tastiere. La quarta canzone, Månskensmän, presenta il classico schema/riffing che verrà utilizzato negli anni a seguire da decine, forse centinaia, di band viking dalle influenze estreme (e non solo): le parti più epiche e lente, con tanto di cori, susseguono a parti leggermente più veloci, dove spesso il vocalism è in screaming, o, come in questo caso, anche in pulito. La title-track racchiude al suo interno una doppia anima: si passa dai gelidi up-tempos e screaming al calore dato da riff avvolgenti e dal baritono di Vintersorg, impeccabile in ogni singolo frangente; Ödemarkens Son possiede uno di quei classici ritornelli che vi martelleranno in testa per giorni e giorni. La strumentale Trollbunden è essenziale per staccare dalla concitazione e concedersi un paio di minuti di pausa: la chitarra acustica si adagia tra note di piano e gli accompagnamenti sinfonici: il risultato finale è di notevole effetto. Ne segue Offerbäcken, canzone poco incisiva, ma comunque ben fatta. Molto bella l’ottava I Den Trolska Dalens Hjärta: il brano comincia con un intro sinfonico che permane in sottofondo, lasciando i ruoli primari a chitarre, drum machine e vocals. Il motivetto della sei corde e l’assolo successivo donano ulteriore pathos alla traccia; questo è l’esempio più lampante di come poche e semplici note possano ugualmente fare la differenza, senza il bisogno di virtuosismi o ultra tecnicismi. Chiude l’opera På Landet, dove la ritmica prende ispirazione dal thrash più classico; lo screaming viene lasciato in disparte e la canzone incede con un’andatura più lineare del consueto. Spiazzante l’assolo finale, decisamente aggressivo, prima che il disco giunga al termine tra gli accordi acustici e un lento e morente riff sfumato.
In sostanza Ödemarkens Sonè un gioiello per la musica in generale, in grado di andare al di là di qualsiasi genere ed etichettatura: la mia opinione è che sia leggermente migliore rispetto al debutto, ma parliamo di piccolezze. Il consiglio è quello di dedicare quaranta minuti della vostra giornata, almeno una volta nella vita, ad un prodotto davvero meritevole. Ciò a prescindere di quale siano le vostre attitudini e le vostre preferenze. Capolavoro!
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11
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Infatti,dal momento che vi è un ampio uso di cori per enfatizzare il sound,la struttura finalizzata alla melodia risulta un passo quasi inevitabile.Altrimenti si punta su un viking più rude di stampo black. |
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10
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Ecco, secondo Me il Viking pecca di troppa Melodia, o meglio di troppe melodie che ripetute per minuti nel corso di un Album, tendono, dopo qualche ascolto, ad annoiare l\'Ascoltatore.. |
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9
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Bel disco ma fin troppo melodico.Un ibrido tra l\'epica del viking e le tentazioni folk quasi ballabili in rapida ascesa in quegli anni.La titletrack ha un bel tiro..Disco furbo.70 |
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8
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Quest\' Album, al primo ascolto mi aveva preso molto, poi l\'entusiasmo si è un po\' affievolito.. Secondo Me dovevano essere più bilanciate le Parti in Cantato \"pulito\" con quelle in Scream.. La Title track per esempio, ha un Ritornello fin troppo martellante e di conseguenza ti entra subito in testa, ma velocemente ti/mi stufa.. Mi sembra un po\' di sentire Marco Borsato che canta Het Donker.. A proposito della Voce del Cantante/Leader del Progetto: E\' vero; soprattutto nel Primo brano si sente il Timbro di Piero Pelù, ma poi diventa un miscuglio fra il Cantante degli Heroes del Silencio ed Alberto Morselli, primo Vocalist dei Modena City Ramblers. |
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6
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Ma davvero, a gennaio 2024, il voto dei lettori per questo disco è fermo a 69? Scandaloso! |
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5
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I primi cd folk viking sono galattici, e questo insieme al 1 deve stare per forza sul mio cellulare perché ha voce pulita perfetta e voce scream divina |
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4
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Grande disco! Fondamentale per un amante di pagan-viking! Penso di non esagerare votando un 98!! |
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2
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un bel disco con alcune grandi songs, ma personalmente preferisco il precedente con la sue sonorità meno perfettine |
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1
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Bella rece per quello che per me è il miglior disco di Vintersorg; epico, trascinante e senza songs da osteria-metal che vanno tanto di moda negli ultimi anni. Grande disco. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. När Alver Sina Runor Sjungit 2. Svältvinter 3. Under Norrskenets Fallande Ljusspel 4. Månskensmän 5. Ödemarkens Son 6. Trollbunden 7. Offerbäcken 8. I Den Trolska Dalens Hjärta 9. På Landet
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Line Up
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Vintersorg – Voce, Chitarre, Basso, Tastiere Marcus “Vargher” E. Norman – Tastiere, Drum Programming Cia Hedmark – Violino Voce (tracce 2, 4) Andreas Frank – Chitarra Ritmica (tracce 1, 5, 8, 9)
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