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TRAFFIC CLUB, VIA PRENESTINA 738 - ROMA

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Septicflesh - The Great Symphonic Mass
( 4293 letture )
L'album coevo dei Septicflesh The Great Mass è stato magistralmente paragonato ad una messa in onore di divinità pagane; un assaggio di death metal talmente elaborato da riuscire realmente a sembrare un rito intenso, solenne e completamente malato. Cosa succederebbe allora se questo "rito" (che si basava su un incastonarsi di litanie liriche, growl cupi e senza pietà, simbologie cristiane rovesciate e velocità orchestrali create in studio) venisse ulteriormente epurato dalla componente canora? Innanzitutto si creerebbe un cambiamento di percezione.
La sfera "reale", costituita dal legame indissolubile con l'elemento canoro (cioè la concretezza di parole e voci, anche imponenti) verrebbe sostituita da qualcosa di più “spirituale” e di difficile comprensione, dove il death metal da "genere" diventa "atmosfera".
Di conseguenza, tutto diverrebbe più rarefatto; ci si troverebbe a contatto con un rituale nuovo: altrettanto solenne, poiché le voci utilizzate non sono più quelle dei componenti della band (come Spiros Antoniou che canta in growl) ma cori di angeli lontani dal paradiso; sarebbe altrettanto simbolico ma anche etereo ed impalpabile, capace di lasciare l'inquietudine nelle orecchie di chi ascolta (questo perché il "non-cantato" è come un "non finito" e da sempre l'indefinito suscita sempre più timore rispetto ad un qualunque "finito").
Il titolo in questione è The Great Symphonic Mass.

Il gruppo greco, nato nel 1990, si è sempre basato su sonorità tra il black e il death metal, cercando una commistione con il gothic determinata dall’ausilio di orchestrazioni molto invasive; ma una loro peculiarità è stata spesso quella di cercare di sperimentare la forza del suono brutale con altri che potessero elevarlo. I risultati sono non solo degli album intriganti e misteriosi ma proprio dei compact dalla grande forza narrativa, simbolica ed artistica come Communion del 2008 o lo stesso The Great Mass.
Riguardo a questo dischetto, reperibile acquistando l’edizione limitata dell’ultimo full-lenght, si cominci a dire che non si tratta di un superamento di The Great Mass, ma proprio di un prodotto diverso (il titolo parla chiaro, l'aggiunta della parola "Symphonic" traccia il carattere della nuova creatura che si basa sugli arrangiamenti orchestrali); si può quindi definire ufficialmente passaggio da un "rito" concreto con tanto di immagini e simboli chiaramente nominati, a una sorta di viaggio onirico nel cuore del demoniaco, le cui immagini sono tracciate dal suono classico.
Le tracce, riprese in maniera puntuale, determinano un modo intelligente per stabilire un contatto fra i due album (e in un certo senso tra le due dimensioni) e per avere una piena consapevolezza del passaggio che si è verificato -ascoltandoli entrambi ovviamente-.

Ogni brano possiede una dimensione intellettuale e narrativa propria: ci si concentri ad esempio sulla seguente frase, presa dal video ufficiale di presentazione:

È l'umano un essere parassita sul corpo della Terra?

Se la si va a confrontare con la copertina del singolo The Vampire From Nazareth (in cui un feto mostruoso traspare da una pancia in gravidanza), ecco che già avviene il rovesciamento di un'icona per un'altra: nella versione inclusa in The Great Symphonic Mass le voci angeliche appaiono dal fondo di un silenzio spettrale, per essere raggiunte da una melodia subito alta e ritmata (ricordando che la struttura melodica così eccelsa la si deve alla Prague Philharmonic Orchestra). È la presentazione "teatrale" del profeta trasformato in parassita nel nuovo rituale onirico sublimato infine con parole solenni che descrivono un rituale pagano: l'offerta del sole e il mascheramento del male con la pelle del bene. Il tutto viene ulteriormente enfatizzato da un violoncello e rintocchi di campana in lontananza (il cui numero è dodici, come quello degli apostoli).
La solennità prosegue con A Great Mass of Death: la voce soprano appartiene a Iliana Tsakiraki, che guida un coro sostenuto da ottoni e grancassa ; l'effetto è una moltitudine di linee che emergono da una profondità silenziosa verso la superficie, per poi raggiungere il culmine negli ultimi trenta secondi. La struttura sonora ricorda lo Stravinskij della Sacre du Printemps, in cui tutto sale per poi restare fermo, come dominato da qualcosa (nel nostro caso potrebbe essere il profeta della traccia precedente). Il titolo Mad Architect è un altro rovesciamento: l'"Architetto" era il nome con cui veniva definito Dio dai massoni, come entità creatrice perfetta; l’aggiunta del termine "matto" ne attesta la nuova identità demoniaca che la musica descrive con passaggi molto veloci posti su due piani sonori (cercando di descrivere una doppia faccia). La duplicità viene poi nuovamente rimpiazzata dagli ottoni che corrono e salgono - al tempo stesso - per aumentare la gravità del suono, mostrando la natura reale del protagonista della traccia. Si tratta di uno dei brani più articolati ed anche per questo si accorda bene con il concetto della creatività manuale e complessa. Pyramid God è un capolavoro di inquietudine e profondità, molto più lenta della versione cantata; si alterna un tema principale saettante alla voce soprano e a suoni pesanti e incombenti. L'idea simbolica della piramide è un altro riferimento al misticismo religioso, in cui la forma evoca il tre e la Trinità; la simbologia specifica di ogni titolo si concretizza nel suo contenuto musicale in cui spiccano le abilità del gruppo, che non si accontenta di accennare, ma mostra e descrive. Oceans Of Grey rappresenta appunto l'arrivo di qualcosa; la voce femminile mista ad alcuni passaggi leggeri ma incisivi riesce a creare uno stato di raffinata paura. Un brano difficile da carpire interamente, arioso e misterioso nello stesso tempo. La dimensione onirica di cui vive l'album è confermata da The Undead Keep Dreaming, brano in cui sembra esistere un sogno che si tramuta in incubo a partire dal min. 0.45: si passa dalla voce ammaliante del soprano a una discesa in quello che sembra un baratro di mistero (viene riusato quasi identico il tema centrale già sentito in Pyramid God). In tutto l'album ritorna spesso l'idea melodica dell'emersione e ascensione, un passaggio continuo dove il paradiso non esiste e anche il salire porta l'immaginazione a contatto con demoni interiori. Apocalypse sembra andare contro il suo titolo per far posto ad un brano pesante di percussioni ma che poi si apre ad una melodia ancor più ariosa. Five Pointed Star è la punta massima della simbologia mistica: l'immagine del pentagramma appare lentamente su una base di sole percussioni che restano per tutto il brano, interrotti da un'unica, incomprensibile, parola. L'ultima traccia è un punto di arrivo, il nome di una città Persepolis una delle capitali dell'impero persiano e la scelta non è ovviamente casuale: se Gerusalemme era il simbolo biblico di Cristo, Persepoli (così come Babilonia) è l'immagine del paganesimo, dell'oscurantismo e delle pratiche magico-alchemiche. Anche qui la musica è un crescendo talmente soffuso che sembra quasi fumo, che però si mischia ad un tema solenne e mistico e ad una voce che in lingua francese preannuncia la devastazione della capitale sotto gli occhi di una "luna moribonda che rivela la verità".
La melodia di quest'ultima si chiude in maniera indefinita, lasciando l’ascoltatore in un dubbio amletico: l'inquietante bellezza e il virtuosismo oscuro dell’album si è davvero concretizzato o trattasi solo di un sogno?



VOTO RECENSORE
79
VOTO LETTORI
50.61 su 26 voti [ VOTA]
piggod
Lunedì 8 Agosto 2011, 22.01.10
8
The Great mass è un gran bel disco, vedrò di procurarmi anche quest'uscita.
Giasse
Lunedì 8 Agosto 2011, 10.46.29
7
In genere queste operazioni non mi dicono nulla, ma devo ammettere che i Speticfleh mi hanno stupito più con questa declinazione sinfonica che con il loro album (di notevolissima fattura, tuttavia atteso). La completezza degli arrangiamenti e delle parti vocali ne fanno un prodotto godibilissimo e con una dimesione tutta propria. Da avere a mio parere.
Salvo
Sabato 6 Agosto 2011, 12.20.40
6
purtroppo non ho questa versione dell'album, comunque una recensione magistrale, una delle migliori che abbia mai letto. i miei complimenti a Francesca Basso,
Marco
Sabato 6 Agosto 2011, 11.37.08
5
quoto totalmente nocturnal pulse
nocturnal pulse
Venerdì 5 Agosto 2011, 19.00.37
4
I Septic Flesh riescono a trasportarmi in una splendida atmosfera da incubo, alla Silent Hill tanto per intenderci....Gruppo fondamentale del panorama metal moderno a mio parere.
andrea
Giovedì 4 Agosto 2011, 21.26.07
3
concordo con alex ve, davvero una coltissima e superba recensione! infatti, come ho commentato nell'articolo su The Great Mass, me lo sto ascoltando proprio grazie ad essa! umpf, ora dovrò procurarmi pure questo...
Alex Ve
Mercoledì 3 Agosto 2011, 22.08.12
2
Questo disco ha avuto una recensione degna del proprio livello. Complimenti!
Marco
Mercoledì 3 Agosto 2011, 15.20.48
1
Possiedo la versione speciale con l'artbook e il DVD 5.1,fantastico. Bella rece,grande album,una delle migliori band in circolazione
INFORMAZIONI
2011
Season Of Mist
Classica
Tracklist
1. The Vampire From Nazareth
2. A Great Mass of Death
3. Mad Architect
4. Pyramid God
5. Oceans of Grey
6. The Undead Keep Dreaming
7. Apocalypse
8. Five-Pointed Star
9. Persepolis
Line Up
Iliana Tsakiraki - vocals
Prague Philharmonic Orchestra - intrumental
 
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