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Black Sabbath - Cross Purposes
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Tony Iommi non è un uomo che si arrende facilmente. Questo ormai si era capito. Narrava il compianto Ray Gillen che, nel breve periodo in cui aveva collaborato con lui, il baffuto chitarrista fosse capace di uscirsene con una nuova canzone ogni giorno, lasciandolo esterrefatto. D’altra parte il rinnovato sodalizio col compagno Geezer Butler, ha dato nuova linfa e motivazione all’ispirazione di Iommi. Così, i due tentarono il rilancio in grande con l’album Dehumanizer e la ritrovata unione con il grande Ronnie James Dio. Unione che, purtroppo, finì subito dopo, nonostante la partecipazione trionfale al carrozzone del Monsters of Rock del 1992. L’ennesima delusione e l’ennesimo tentativo di rientrare nel giro che conta che andava a farsi benedire. Ce n’era abbastanza per mollare il colpo. Invece, ancora una volta, il testardo chitarrista si prese carico della situazione e la sua inesausta vena compositiva lo aiutò nuovamente ad uscire da uno stallo che poteva essere definitivo. Richiamato il talentuoso singer Tony Martin, messo frettolosamente alla porta per favorire il ritorno del figliol prodigo Ronnie James e reclutato il favoloso batterista Bobby Rondinelli (proveniente dagli amici/rivali Blue Oyster Cult), qui alla sua unica prova con i Black Sabbath, il Nostro è pronto per tirare fuori l’ennesimo album della leggenda inglese. Siamo di fronte ad un album stanco e manierista, frutto di un momento difficile? Assolutamente no. Cross Purposes, a conti fatti, si rivela un disco assolutamente inaspettato e di ottimo livello, probabilmente uno dei migliori usciti col nome dei Sabbath in copertina dopo l’epoca d’oro degli anni ’70.
Uscito piuttosto in sordina nel Gennaio del 1994, Cross Purposes non incontrò davvero un’accoglienza trionfale da parte dei fans del gruppo, né in generale nelle classifiche di vendita. Stessa sorte che capiterà al video del singolo The Hand That Rocks The Cradle, che girerà stancamente per qualche settimana, per poi sparire nel silenzio. In realtà, superato lo shock di una copertina davvero insignificante, il contenuto dell’album è non solo piacevole, ma decisamente buono e in parte sorprendente. Questo avverbio appare quanto di più lontano ci si potrebbe aspettare dal diciassettesimo album in studio dei Black Sabbath, ma appare ben motivato. Sin dall’opener I Witness, infatti, si ha come l’impressione che, finalmente, il gruppo inglese si sia tolto di dosso diversi paludamenti e vada incontro ad una modernità inattesa ma per niente disdicevole. Non arriviamo alle sperimentazioni industrial dei G/Z/R, band solista del buon Butler, ma nemmeno all’ennesima stanca variante di Heaven And Hell. Il brano corre –per i canoni dei Sabs ovviamente- ed ha una struttura a scomparti piacevole e non scontata, ottimamente valorizzata da Martin e da un Rondinelli dinamico e potente. Non che si tratti di una rivoluzione: il marchio di Iommi è impresso a fuoco sul riff portante, che rimanda casomai alla Digital Bitch immortalata dall’ugola di Ian Gillan su Born Again, ma l’effetto complessivo è decisamente moderno. Come non ricordare inoltre che questo brano occupa una gustosissima scenetta tratta dal film Viaggi di Nozze del nostro Carlo Verdone? Avreste mai pensato di vedere il nome di Verdone e quello dei Black Sabbath nella stessa frase? Ebbene, mai tributo più esplicito alla loro musica è stato rilasciato negli ultimi anni di quello offerto dal regista romano. Alla virulenta opener segue una delle ballad più belle uscite dalla penna del signor Iommi, l’ottima Cross of Thorns: ancora una volta è Martin a imprimere un’interpretazione da urlo, ennesimo contributo dato alla causa da questo grande singer, mai celebrato e mai premiato dallo stesso Iommi come avrebbe meritato. Psychophobia, come da titolo, è schizofrenica ed instabile, ancora valorizzata dall’ottimo lavoro dell’incontenibile Rondinelli e dal selvaggio riffing di Iommi, mentre Virtual Death è la massima espressione della svolta “moderna” operata dalla band in Cross Purposes. Il giro di Butler è Sabbath al cento per cento, eppure siamo mille avanti alle classiche atmosfere gotiche ed horror della band. La canzone riesce ad apparire sepolcrale e sideralmente fredda, come una litania liturgica cantata dall’ugola di un cyborg: un must del gruppo, senza dubbio. Ad Immaculate Deception con la sua alternanza tra atmosfere sacrali e sferzate metalliche, tocca chiudere una prima parte di album entusiasmante per ogni fan dei Sabbath che si rispetti. Proseguiamo con Dying For Love, altra bellissima ballad magistralmente interpretata da Martin, forse un po’ atipica per i canoni della band inglese dato che ci avviciniamo pericolosamente all’AOR dell’album Seventh Star, ma davvero ben costruita e resa. Back To Eden e la citata The Hands That Rocks The Cradle sono due piacevoli brani hard rock senza eccessive pretese ma di buon livello, mentre Cardinal Sin si riallaccia alla prima parte del disco, confermando l’alternanza tra le atmosfere quasi liturgiche tessute dalle tastiere di Geoff Nicholls e le sfuriate metalliche della chitarra di Iommi. Chiude l’ottima Evil Eye, che si regge tutta sul vorticoso lavoro del basso di Geezer Butler, in grande spolvero ed è portatrice di un aneddoto: il riff principale, così come il primo assolo, sono in realtà opera del leggendario Eddie Van Halen, non accreditato come autore ed ospite per problemi con il contratto di esclusiva che il chitarrista ha stipulato con la Warner Music.
Cross Purposes si rivela insomma un disco inaspettato: non un capolavoro, ma un ottimo second best. Cioè, uno degli album più riusciti tra quelli di non primario livello. Era difficile attendersi una tale resa dopo il tonfo di Dehumanizer, disco che aveva ben altre ambizioni e pretese che non era però riuscito a far brillare nuovamente la stella nera dei Black Sabbath, nonostante l’indubbia qualità intrinseca. Sicuramente poter disporre di due “comprimari” di lusso come Martin e Rondinelli fa di questo album una alternativa più che degna ai capolavori del primo periodo della band, fermo restando l’assoluto livello di alcune delle composizioni qua ospitate. Merito indubbio di Tony Iommi e della sua testardaggine, quello di non aver quasi mai rilasciato dischi non all’altezza del blasonato nome della band. Se non avete questo disco nella vostra collezione, fateci più di un pensiero: sarà come ricevere un regalo che non vi aspettate. Merce rara oggigiorno.
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Altro giro, altro mezzo masterpiece dell\'era Martin! Lo metto al di sotto, ma giusto di qualche gradino, ai primi tre con lui alla voce (eh be\' quelli sono davvero un qualcosa di monumentale), ma \"Cross Purposes\" è praticamente un altro centro assoluto. Un disco dotato di una classe immensa, un songwriting da favola, pezzi incredibili come \"I Witness\", l\'epica \"Cross Of Thorns\" (da lacrime agli occhi), \"Immaculate Deception\" (brividi lungo la schiena), \"Dying For Love\" (pathos a non finire), \"The Hand That Rocks The Cradle\", \"Evil Eye\", tutti brani che mi lasciano esterrefatto. L\'unica che forse ritengo un pochino inferiore è \"Virtual Death\"! Ma signori, qui ci troviamo di fronte all\'ennesima perla del genio di Iommi... l\'era Martin ha sfornato disconi che sono uno meglio dell\'altro! Fino a questo sono emozioni a non finire, poi magari col successivo ci sarà un leggero calo! |
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Bello ma inferiore a dehumanizer, il capolavoro sottovalutato dei BS |
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Un album che ho apprezzato sempre di più con il tempo e uno dei lavori più sottovalutati (come tutto il periodo con tony martin). 80 |
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Tutti i testi sono stati scritti da: Geezer Butler, Tony Iommi & Tony Martin ad eccezione di "Evil Eye" dove c'è anche la mano di Eddie Van Halen (seppur non menzionato tra i crediti). |
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ho sempre una domanda per chi dovesse avere la risposta: chi ha scritto i testi in quest'album? tony martin o gezzer butler? Geezer era l'autore dei testi quando c'era ozzy. Quando c'era dio era dio salvo eccezioni mi pare. Con Gillan era Gillan a scrivere. Quando è entrato tony martin ha cominciato a scrivere i testi da headless cross, ma qui, con il ritorno di geezer come andò? |
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forse non un capolavoro, ma poco importa...queste sonorità mi riportano indietro, mi fanno rivivere ricordi ed emozioni, la musica serve anche a questo.. voto 99 |
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Album al quale sono molto affezionato, come a tanti altri dei Sabbath dopotutto.
I lavori con Martin li trovo freschi, moderni e potenti (escludo solo forbidden che non mi ha mai preso tanto anche se lo reputo un discreto platter).
Ogni membro di questa line up è ispiratissimo e da sfogo a tutta la sua creatività. Ottimi gli arrangiamenti, i riff e i solos e ancora una volta una prestazione da urlo di Martin.
Dying for love, per me, rappresenta il punto più alto del disco, poco sopra alla bellissima chross of thorns.
Buon ascolto!
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Disco eccellente, al livello dell’altrettanto grandissimo predecessore, e per me un filo sotto ai da me adorati tre precedenti album con Martin (a cui comunque Cross Purposes non somiglia molto). Ovviamente per i miei gusti... se ne potrebbe discutere all’infinito. Pezzi come I Witness, Cross of Thorns o l’incredibile Virtual Death ne fanno l’ultimo capolavoro dei Sabs. Poi per me, in studio, potevano tranquillamente finirla qui. Voto 89 |
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Quando si parla del Sabba Nero devo per forza partecipare perché è la mia religione.... Non ho mai amato una band più di loro.... Mai!
Questo è un ottimo disco e fu il primo che acquistai proprio il giorno dell'uscita e lo ascoltai circa per un mese di fila tutti i giorni.....era tornato Martin dopo l'ottimo Dehumanizer e Rondinelli alle pelli.....è un lavoro molto più drammatico e oscuro del precedente il tutto suonato ovviamente con classe immensa....inferiore di poco a Tyr ma un capolavoro rispetto al successore.... Un 82 ci sta tutto per me... Ossequi! |
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Io aggiungerei anche qualche punticino al voto della recensione, forse. Dei 5 album con Tony Martin l'unico che non mi convince è Forbidden, questo lo trovo di ottimo livello, con qualche influenza dei Sabbath "classici" in più (forse per la presenza di Geezer Butler o forse perchè in quegli anni certe sonorità stavano tornando).
Speriamo che Iommi torni a registrare qualcosa con Tony Martin... |
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@Luka2112:in effetti hai ragione..io adoro in maniera fanatica il periodo dei Sabbath con Dio alla voce,ma è indubbio che dalla dipartita di Ozzy dalla band,quest'ultima ha perso-complice anche il periodo diverso e quindi sonorita' aggiornate-la vena sperimentale dei primi album,risultando una band dal suono piu' massiccio e "heavy" ma meno personale e appunto sperimentale ma cio' non toglie che album come questo,sono piu' che dignitosi e di buon livello.Sostanzialmente,credo che nessun album della band sia una schifezza inascoltabile,si tratta solo di album piu' o meno riusciti(in never Say die,ci sono due o tre pezzi che sono dei veri capolavori,e il resto buon riempitivo). |
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Il problema di questi Black Sabbath forse risiede in sound che rispecchiava i tempi in cui tali dischi uscirono , oltre al fatto che il sig. Iommi forse le aveva provate gia’ tutte o quasi durante la sua lunga carriera. Non sono brutti dischi intendiamoci, ma sono prevedibili mentre in passato Master Of reality aveva un ‘identità stilistica diversa da Paranoid è diversissima da Sabbath Bloody Sabbath. Tempi diversi esperienze diverse a fronte di tanti dischi prodotti. I gusti personali non si discutono ma io non sono troppo affezionato a questi dischi ne alla voce di Martin che comunque è un valido cantante. Tendo a preferire l’attitudine sperimentale dei primi Sabbath forse i più geniali esponenti dell’ allora nascente movimento heavy rock. |
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Ma Tony Iommi ha mai sbagliato un colpo? Direi di no! Anche questo disco è bellissimo, purtroppo poco conosciuto. Cross of thorns e Dying for Love da brividi....le altre davvero ottime. Tony Martin grandissimo cantante! |
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CARDINAL SIN E PAZZESCA |
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Album Fantastico.. quanti ricordi di Gioventù.. Cross of thorns colonna sonora di mille uscite..di mille Sabati sera e mille albe domenicali...Album come questo sono ormai una rarità!..anche per me ill miglior lavoro con Tony Martin alla voce!!! |
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Amo questo CD che ho dal lontano1994....visti dal vivo a Brescia nel 1996...durante il forbidden tour....di spalla c'erano i tiamat...il miglior albulm martin era...canzoni azzeccate ....suoni ricercati...voto 90 |
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Per me è il miglior album con Martin. I witness, Cross purposes, le "moderne" Back to eden e Psychofobia e la semiballad The hand that...sono brani eccellenti. Oggi è introvabile. Spero in una ristampa a breve |
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Bellissimo lavoro, chiusura in grande stile di una band epocale (13 lo ritengo esclusivamente una astuta mossa commerciale).80/100 |
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Ottimo album,forse non un capolavoro ma si tratta di un disco che è pieno di buoni spunti..e tanto per ribadire quanto i Black sabbath siano influenti,un pezzo come virtual death,sembra uscito da un album dei Soundgarden,o alice in chains...poco da fare,la band di Iommi rimane un punto di riferimento per ogni band hard rock o metal..i padri sono i padri,e non si possono snobbare..hanno sempre da insegnare qualcosa,specie alle nuove leve. |
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bellissimo come sempre con tony iommi non si sbaglia peccato dopo fecero forbidden grandissimo martin cantante sottovalutatissimo |
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Cross Purposes è uno dei capolavori dei Black Sabbath e non deve invidiare niente a nessun altro disco della discografia. I veri sabbath sono quelli con Ozzy?? Cazzate!!!! Quelli sono solo i primi Sabbath a livello cronologico. I Sabbath sono Tony Iommi che fabbrica capolavori e lo ha sempre fatto anche grazie alla capacità di trovare cantanti incredibili e renderli ancora più incredibili di come fossero |
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Voto: 85...Ottimo questo album, proprio perchè fu inespettatamente bello. E comunque Dehumanizer non fu un tonfo, fu un altro ennesimo grande ALBUM dei baffoni |
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lo comprai xche e un disco con scritto black sabbath.che dire ce qualcosa di buono ma xme questi sono solo un gruppo che potrebbe aprire i concerti dei veri black sabbath...meglio di tanti altri poco x essere i black sabbath.toni martin bravo che sia manca totalmente di carisma e se pensiamo che prima di lui ci sono stati ozzy dio e gillan.... |
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mah chissà ?! magari ai tempi, non li avrei considerati molto o forse ancor di più... chi può dirlo ?! ciao Fabio ll |
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Ok Billo eseguo: sto comprando del plutonio dai libici, la Delorean è qui fuori che ci aspetta. Data impostata:1970 |
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Rivoglio i veri Sabbath, non ste ciofegate di collaorazioni !! Sabbath sabbath... |
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Alice In Chains evidentissimi in Virtual Death... Non sei l'unico |
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@painkiller: già, la cosa fa pensare! De gustibus non disputandum est quindi. Solo a me alcuni passaggi, sono 2 canzoni per la precisione ma non ricordo in che punto dell'album, ricordano prima i Queen e poi gli Alice In Chains? |
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@Edo: davvero il mondo è bello perchè è vario...tutto quello che scrivi sui primi dischi con Martin è quello che penso di Dehumanizer, risenetendolo mi sembra vecchio e fuori moda... . Lo ascolto volentieri per la prova di Dio ma mi ricorda molto i suoi dischi solisti più che un album dei sabbath, e trovo sicuramente migliore Cross Purposes. Senza offesa eh? E poi comunque stiamo cercando il pelo nell'uovo, visto che probabilmente siamo in ogni caso molto al di sopra del livello di tante altre bands... |
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Sì è vero, bisogna dargliene atto, pur essendo a tutti gli effetti lui "i Black Sabbath" o la loro anima, vedetela come volete, non ha mai imposto un sound preciso al resto della band di turno. Quello che dico però è che con Martin non aveva avuto grande successo con i primi 3 album che secondo me avevano un sound che troppo si discostava dalle cupe sonorità dei primi sabbbath, quando vedi che un altro approccio rende meglio (Dehumanizer) perchè non provare a cambiare? Martin aveva troppo poco carisma per dare qualcosa in più ai dischi, doveva pensarci Iommi a fargli cantare la roba giusta, infatti il suono dell'era Martin è assolutamente senza personalità, amalgamato al metal stanco dell'epoca, mai incisivo e sono i sabbath invecchiati peggio, risentendo uno di quei 5 album sento qualcosa di vecchio e fuori moda, tutto ciò che i Sabbath della gloria non diventeranno mai (a parte Never say die! e le poche robette venute peggio). Cioè, sembra più vecchio un Headless Cross che un Vol.4 pur essendo stato scritto decadi dopo, capite cosa intendo? |
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Concordo anch'io con Radamanthis e aggiungo che si tratta di una grandissima prova di sensibilità artistica da parte di Iommi. |
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ozzy the only one !!! inarrivabile !! |
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STRAquoto Radamanthis!!! |
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Invece a mio parere Iommi (mica lo scemo del villaggio) ha creato i Sabas a immagine del singer di turno...nessun album con Ozzy suona minimamente come uno con Dio o con Martin o Gillan o Hughes. La grandezza dei Sabs è proprio questa x me!!! |
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Il problema dei Sabbath con Martin è che non suonavano da Sabbath, è proprio un altra cosa e per quanto tutto sia di altissima qualità voce compresa tutti gli album con Martin sembrano dischi di qualcun'altro. La cosa assurda è che tra Tyr e Cross Purposes c'è quel capolavoro immenso che è Dehumanizer, una cosa totalmente diversa. Ora mi domando: perchè Iommi non si è imposto un pò di più per continuare il percorso intrapreso con Dio anche con Martin? Credo che con una voce del genere non avrebbe avuto problemi e i Sabbath sarebbero potuti tornare ad un buon livello di vendite e di consensi |
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virtual death la mia preferita. ma la voce di martin proprio non mi piace... |
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A mio parere il problema di Tony Martin è che ha cantato nei Sabs dopo Ozzy e RJD, ovvero due vere e proprie LEGGENDE!!! Anche a me piace molto il suo stile e i dischi da lui cantati sono validissimi (su tutti Headless cross, disco favoloso). |
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Lizard hai pertfettamente ragione sulla fiigura artistica del front man Tony Martin, ottimo interprete, con assolute memorabili ottime performance canore...è anche vero che il carisma, la leadership...non nascono dal nulla...e non sono comunemente acquistabili. Jimi TG |
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Grazie Jimi ho sempre apprezzato la capacità di Iommi di reinventarsi e non arrendersi mai... La musica scorre dentro di lui e pur non possedendo una tecnica sopraffina è senza dubbio uno dei più grandi chitarristi rock di tutti i tempi... Spendo ancora una parola per Tony Martin: è allucinante che un cantante come lui non abbia ricevuto ancora una briciola a fronte di prestazioni clamorose su disco. Non avrà il carisma dei più grandi, ma resta un interprete grandioso ed i dischi che ha realizzato con i Sabbath sono tra i miei preferiti di sempre. |
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Deve lasciare un commento....è più forte di me...Bella, recensione. Mi soffermo in particolare per Tony Iommi. Definito su di un magazine USA il "not many guitarists" per le sue proverbiali capacità di sound e setup tonali. Qui, in questo cd, si improvvisa "salva linea musicale". Lo ricordo così rapidamente in "War Pigs", in "Sweet Leaf" ed anche in "Iron Man"......Whoa!....Bravo Lizard. Jimi TG. |
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@Billorock: normale, i gusti sono gusti. Io ad esempio adoro il debut e non lo potrei immaginare cantato da altri se non da ozzy, così come sabbath bloody sabbath, ma per il resto non ho mai amato alla follia ozzy e gli ho sempre preferito Dio e Martin... |
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so che molti non saranno d accordo, ma per me i Sabbath senza ozzy è come mangiare la pasta senza sugo... nonononoooo.... |
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E' l'unico che mi manca della loro discografia... RImedierò! |
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Anche io concordo in pieno col recensore, il disco è forse il piu' attuale della band, è come se i Sabs lo avessero pensato per il futuro! |
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Concordo in pieno con la recensione di Lizard. Cross Purposess è uno degli album che preferisco dei sabs proprio perchè non si trattò di uno stanco trascinarsi ma di una svolta nel sound, tanto da risultare moderno ed apprezzabile anche oggi, pur rimanendo 100% B.S. - Uscì anche l'introvabile cross purposes live (vhs+CD come per il Maiden England), prova così così dovuta alla raucedine di Martin ma comunque unico testamento live di quel tour ed in generale con Martin stesso. Ne gira una (pessima) versione dvd bootleg con scaletta tagliata ma i fans devono solo avere un po' di pazienza perchè nel programma delle ristampe c'è tutta la discografia con Martin, xpurposes live compreso... |
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Per non parlare di "maledetto il giorno che ti ho incontrato" che gira tutto attorno alla figura di Hendrix grazie Furio! |
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Che il Verdone nazionale sia un metallaro è noto da tempo, nello stesso film la canzone sui titoli di coda è di Diamanda Galas, nome conosciuto solo in certi ambienti... in ogni caso complimenti per la splendida recensione! |
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Anch'io penso sia un grande album, di un pelo superiore allo stesso Cross Purposes, infatti parlo di "indubbia qualità intrinseca", a fronte di un mancato riscontro commerciale, che è raramente correlato al valore di un disco |
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Perdonatemi se non la penso come il recensore riguardo a Dehumanizer, che secondo me è un grande album. Cross Purposes mi manca quindi non mi posso esprimere. |
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Grande Album... Iommi, IMMENSO come sempre..!! |
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Un proposito contrario o involontariamente conflittuale. O ancora, un fraintendimento di un proposito altrui |
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...infatti, ma il titolo del disco come si potrebbe tradurre? |
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