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Necroshine - Diabolicunt
( 2246 letture )
È una vicenda piuttosto tormentata quella pertinente ai milanesi Necroshine che, in esattamente dieci anni di attività, hanno più di una volta mutato pelle, in ambito sia di line-up che di stile. In ogni caso, nonostante la tortuosità dei sentieri percorsi, i nostri sono riusciti a non barcollare più di tanto, ma, al contrario, tenendo ben salda la presa sulla loro irriducibile creatura, ricompaiono agli inizi del 2011 con Diabolicunt, il nuovo Ep che, ancora una volta autoprodotto, si pone a testimonianza dell’ultima metamorfosi targata Necroshine.

Sono ormai lontani i tempi del gothic/doom degli esordi, così come quelli del black di stampo melodico che, dal demo Through Fear and Madness al primo album From the Deepest Hate, hanno caratterizzato la marca costitutiva della band. Già nel sound del secondo full-lenght New Era of Chaos, infatti, è evidentemente leggibile il passaggio ad una proposta maggiormente estrema ed aggressiva, il cui impeto musicale si fa, ora, tanto più rapido quanto più violento.

Quali, invece, le novità di Diabolicunt? Senza dubbio, tralasciando gli sprazzi di colore che, per la prima volta, sembrerebbero essersi impossessati di una cover-art dei nostri (la cui estetica, per inciso, se paragonata alle scelte di classe di alcuni tra i precedenti art-work, si rivela non poco discutibile), è il massiccio impasto di black primitivo misto a puro death old-school a farla da padrone. Quattro pezzi vecchio stile che ben esplicano l’ennesima dichiarazione d’intenti del combo lombardo. Il primo impatto è affidato alla furia rabbiosa di Where Is Your God Now, il cui titolo non manca di fare chiaro manifesto del contenuto anti-religioso riscontrabile nelle lyrics dell’intero Ep. Lo screaming profondo e graffiante del singer è, dunque, un urlo furibondo che si scaglia con prevedibile ferocia contro le più classiche ipocrisie da sempre rimproverate al Dio dei cristiani da certuni contesti di genere. E che dire della musica? Il martellamento sonoro della sezione ritmica unito al riffing potente e malato non risulta concedere respiro di sorta, nonostante un apprezzabile rallentamento dei tempi nella fase intermedia del pezzo, poco più che un semplice preludio al continuo procedere del massacro. Consuete lodi a Satana e presunti riti in onore del Maligno costituiscono, invece, l’essenza carnale della tiratissima title-track, anch’essa impreziosita da alcune parti maggiormente oscure e strascicate: dovrà essere, senz’altro, questo il novello regno della potenza luciferina in terra…A seguire, le inquiete deflagrazioni di Horned God che, impostate su una serie di veloci cambi e variazioni ritmiche, rendono omaggio alla ben nota (e ormai anche alquanto abusata) massima miltoniana tratta dal Paradise Lost:

Better to reign in Hell
than serve in Heaven


Siamo, probabilmente, dinanzi al brano meglio riuscito della release nostrana. Ma ecco che s’appressano le veementi note dell’ultima song, The Martyrdom To Proclaim The New Faith: anche qui la commistione tra black e death mantiene un ben studiato equilibrio che, tra classicismo e sobrietà, appare, ancora una volta, essenzialmente proteso al supporto della già precedentemente auspicata ribellione nei confronti dell’odiata fede.

La produzione, talmente misurata da apparire quasi scolastica, oserei dire (l’Ep è stato registrato, mixato e masterizzato presso gli Octopussy Studios di Milano), è indubitabilmente curata e calibrata al punto giusto.

Eppure, sebbene i Necroshine abbiano svolto un compito apparentemente privo di errori, duole constatare il fatto che qualcosa non torni…se, infatti, da un lato, non mancano le potenzialità a livello tecnico, dall’altro, ciò che è carente è la stessa autenticità della proposta. Vuoi per gli schemi sin troppo convenzionali spesso seguiti tanto dalle parti strumentali quanto dalla voce, vuoi per la banalità quasi anacronistica dei testi, l’anima pulsante della band, purtroppo, fatica ancora ad uscire allo scoperto. Il superamento formale di taluni cliché, le cui strutture trite e ritrite cominciano davvero ad oltrepassare il limite di qualunque noia immaginabile, senza considerare, tra l’altro, l’irrimediabile scadimento nella più ridicola delle miserie, potrebbe, a questo punto, costituire un salutare passo in avanti per l’intera evoluzione musicale del gruppo. D’altronde, credo che lo stesso satanismo, più volte tirato in ballo nelle lyrics del quartetto milanese, meriti un approccio più filosofico rispetto alle ormai scontate, oltre che riduttive, descrizioni dei soliti rituali a base di vergini, sangue e sperma, la cui leggenda non fa che arricchire il più becero tra gli immaginari comuni…

Nonostante quanto appena dichiarato, però, Diabolicunt rimane, comunque, una prova ben eseguita, seppur insufficiente a livello di originalità, ragion per cui, volgendo lo sguardo all’immediato futuro della band, non si può non pretendere dai Necroshine un ulteriore cambiamento di rotta, stavolta rivolto nella direzione di chi, svincolandosi finalmente da ogni tipo di stereotipo, non manchi di quell’adeguato coraggio di osare che, sin dall’inizio dei giorni, ha imprescindibilmente sostanziato la natura e lo spirito di qualsivoglia ribellione di sorta.

- Ad maiora -



VOTO RECENSORE
55
VOTO LETTORI
44.92 su 25 voti [ VOTA]
BILLOROCK fci.
Venerdì 12 Agosto 2011, 10.31.46
2
tse.. ne hanno da pedalare ancora.. uff uff...
total satan
Venerdì 12 Agosto 2011, 9.13.15
1
lo zecchino d'oro del satanismo...
INFORMAZIONI
2011
Autoprodotto
Death / Black
Tracklist
1. Where Is Your God Now
2. Diabolicunt
3. Horned God
4. The Martyrdom To Proclaim The New Faith
Line Up
Matteo NecroMancer – Vocals
Marco NecroSixStrings – Guitars
Mirco NecroFourHellStrings – Bass
Daniele NecroTerrorBasher – Drums
 
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