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25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
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Saracen - Heroes, Saints and Fools
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( 4432 letture )
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Non sempre a tutti vengono tributati i giusti onori, questo vale sia nella vita di tutti i giorni che nella musica e, in 30 anni di heavy metal, ne abbiamo persa di gente per strada. Tantissime band hanno proposto la loro personalissima interpretazione della corrente innovativa che travolse la scena musicale negli anni '80, ma solo pochissime vengono oggi ricordate come meritano: è questo il triste caso dei Saracen, band inglese che propone un sound originale: una miscela di hard rock e progressive rock, decisamente all'avanguardia per il suo periodo, le cui caratteristiche sono facilmente riconoscibili anche ad un ascolto superficiale. Cambi di tempo, ampio uso di tastiere e di effetti vocali e strutture delle canzoni articolate fanno fin da subito capolino in scena, accompagnandoci per tutta la durata dell'album e si può dire che questo Heroes, Saints And Fools sia un precursore per moltissimi aspetti: è infatti una delle primissime esperienze musicali in cui si amalgamano alle sonorità più dure tipiche della NWOBHM quelle del rock progressivo tipicamente anni '70. Se si unisce a questa vena ispiratrice una prestazione sopra le righe di tutta la band, il risultato è un platter che ha sicuramente influenzato le generazioni a venire e merita a tutti gli effetti di essere riconosciuto come una delle basi del metal moderno.
Impossibile non emozionarsi durante l'intro dell'opener Crusader, uno dei pezzi più epici che avrete mai il piacere di ascoltare, che presenta una grande varietà di episodi, tutti validissimi e amalgama sapientemente sezioni lente e cadenzate con aperture veloci e intense, le quali mantengono vivissimo l'interesse dell'ascoltatore per l'intera durata del pezzo. Come non segnalare il lavoro eccellente di John Thorne alla batteria, che nel finale si concede anche un breve solo. Si abbandonano i campi di guerra con la breve Rock Of Ages, altra canzone di indubbio valore, che presenta stop and go e suoni di tastiera addirittura vicini al synth (strumento che era ancora ben lungi dal fare la sua prepotente apparizione in ambito HM), mentre No More Lonely Nights è molto più vicina all'hard rock ma, nonostante soffra di una leggera banalità di fondo per via delle tematiche non esattamente impegnate proposte, risulta un pezzo godibilissimo e divertente. Con la successiva Horsemen Of The Apocalypse si torna sui ritmi lenti ed epici che caratterizzavano la stupenda opener e, anche in questo caso, il risultato è assolutamente ottimo, in particolare la sezione in chitarra acustica e l'accelerazione seguente, la quale ci guida verso una sezione strumentale che presenta un lunghissimo solo di chitarra. Arriviamo quindi all'autentico capolavoro dei Saracen, la title track Heroes, Saints And Fools, un pezzo lungo e articolato che si divide in numerosi episodi: l'intro lenta ricca di pathos, che si basa quasi esclusivamente sul suono delle tastiere, ci guida verso il cuore della canzone, la sezione centrale, dove le figure dell'eroe, del santo e del buffone diventano metafora delle scelte di vita che ognuno di noi è chiamato a fare e ci vengono presentate una alla volta.
Wake up, our freedom is calling, Fight for the right and you might set us free Wake up, wake up, wake up and a hero you'll be
Stand up, creatures of mercy, Reach for the Bible and march with the Lord Stand up, stand up, stand up and the saints will applaud
Look out, don't let 'em fool ya, You'll never score if you stick to the rules Look out, look out, look out for the ones they call fools
Nella parte finale, in cui infine il protagonista professa di non volersi conformare a nessuna delle strade già tracciate per lui, si riprende il tema dell'intro per poi essere colti di sorpresa da un ennesimo cambio di tempo e un altro meraviglioso solo che chiude uno dei pezzi più belli che mi sia mai capitato di ascoltare. Mentre si avvicina la fine del platter, troviamo lo strumentale Dolphin Ride(poi rimasterizzata in tempi più recenti), che pone anch'esso l'accento più su toni lenti ed emozionanti, con i soliti (ma mai noiosi) innesti di tastiera, mentre la conclusiva Ready To Fly, un altro pezzo lungo più tendente all'hard rock, presenta la stessa formula che i nostri propongono per tutto il lavoro, con un gran numero di cambi di tempo e episodi differenti durante il pezzo.
Va sottolineato che per tutta la lunghezza della tracklist ci accompagnano le prestazioni da capogiro di Bettney, alla voce e Bendelow, alla chitarra, mentre spaziamo dalle possenti cavalcate di Crusader e Horsemen Of The Apocalipse fino alle dissertazioni prog della title track e di Ready to Fly e tutto, dalla qualità dei testi a quella dei riff, non fa altro che confermare lo stato di grazia dei Saracen, uno dei gruppi forse più sottovalutati della passata scena rock. Indubbio, infatti, che prima dei vari Queensryche e Fates Warning, gli inglesi abbiano saputo fondere insieme la potenza della New Wave con il pathos del prog anni '70 in maniera unica e personale, in un album che ogni amante della musica in generale dovrebbe avere nella propria collezione. In ultima analisi, appare sempre più triste il destino dei nostri, che sono stati probabilmente esclusi dalla popolarità proprio per aver voluto perseguire la loro ispirazione musicale, proponendo una versione unica di quella che era la musica del loro periodo.
Never be a loser from the start Take all your chances and follow your heart I know I ain't a hero, a saint or a fool, I just want to win like they taught me at school
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10
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Appena finito di ascoltarlo. Disco avantissimo, praticamente anticipa i Royal Hunt di 10 anni. Voce che ricorda vagamente Rob Halford, riff a metà strada fra hard rock e classic heavy metal con alcune divagazioni un po' Rush e tastiere AOR prog rock. Ho cercato di sentirlo con lo spirito del tempo. Sarebbe dovuto essere un classicone stracelebrato. |
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8
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Sono anni che aspetto una ristampa a prezzi umani di questo disco. |
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7
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complimenti alla recensione, conosco la band solo di nome.. ora provvedo all'ascolto di questo disco e poi vedro' se inserirlo nella mia collezione |
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5
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Album fantastico, il migliore della cantina di Bettney e compagni! voto: 95 |
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4
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Uh! Grazie Nightcomer, non sapevo dell'esistenza del cd del 2006. Vedrò di recuperarlo. Concordo con Nightcomer su quanto scritto; infatti anche ai White Spirit ( con Janick Gers ) toccò la stessa sorte |
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3
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E' davvero centrata questa recensione, sia per quanto riguarda l'analisi dell'album che le considerazioni sul tipo di musica ed il periodo storico. Purtroppo è vero che questa band, unica nel suo genere, ha raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato, ma con una struttura delle composizioni così ricercata (di stampo seventies) in quel periodo in cui moltii gruppi andavano "semplificando" (vedasi la N.W.O.B.H.M.) era difficile emergere... Anche l'utilizzo delle tastiere, a mio giudizio eccellente (se usate così sono solo un valore aggiunto) non deve aver giovato... Di positivo resta questo Heroes, Saints, and Fool, un disco genuino ed immadiato, che ha il pregio di coinvolgere immediatamente l'ascoltatore, specie se sensibile a queste sonorità. A me è piaciuto molto anche Vox in excelso, uscito nel 2006: l'atmosfera, tutto sommato, non è dissimile da quella di questo esordio. |
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2
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Il capolavoro dei saracen! Voto 90/100 |
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1
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Old metallers, wake up our freedom is calling, come cantavano i Saracen. Poche letture e nussen commento per questo must. Peccato |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Crusader 2. Rock of Ages 3. No More Lonely Nights 4. Horsemen of the Apocalypse 5. Heroes, Saints & Fools 6. Dolphin Ride 7. Ready to Fly
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Line Up
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Steve Bettney (Voce) Robert Bendelow (Chitarra) Richard Lowe (Tastiere) Barry Yates (Basso) John Thorne (Batteria)
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RECENSIONI |
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