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20/04/24
THE OSSUARY
CENTRO STORICO, VIA VITTORIO VENETO - LEVERANO (LE)
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The Rolling Stones - Emotional Rescue
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( 8066 letture )
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La copertina dell'album, disegnata da Peter Corriston (già in Some Girls e poi in Tattoo You) colpisce da subito. Presenta una selezione di foto fatte con una termo camera, un dispositivo che immortala le emissioni di calore di ogni singolo componente. Quasi a dire, sono ancora vivi. In effetti, un disco degli Stones editato nel pieno del boom della disco-music, servì a dare un’iniezione di virilità in mezzo a tanti lustrini e paillettes. Oddio questa “stampella emozionale” non è un disco roboante di rock con composizioni eccezionali, ma è comunque un segno.
Come per tutte le rock band in quel periodo, le influenze esterne si fanno sentire e le radici vennero mischiate come da moda del momento. Ecco allora una stesura che, a parte le due intromissioni disco come Dance (co autore Ronnie Wood) e la title track Emotional Rescue, spazia ancora in bilico tra soul, blues e qualche schizzo reggae (Send It To Me). Proprio la title track, con quel basso pulsante da discoteca e il falsetto di Mick, venne trasmessa parecchio dalle radio e ballata altrettanto, tra luci colorate e palle a specchietti, ma tutto sommato è una song convincente, rimasta nella memoria. Un lavoro non privo di gemme che dovevano venir racchiuse qui e vennero invece incise per l’album successivo Tattoo You (Black Limousine, Start Me Up, No Use in Crying), dieci composizioni che scatenarono i media, sempre poco generosi con gli albionici. She's So Cold, secondo singolo, pubblicato il 22 Settembre 1980, ricevette riguardose accoglienze e l’album sfondò di brutto accaparrandosi il doppio platino con naturale raggiungimento delle vette sia in Inghilterra che negli States. All About You è una delicatezza di Keith Richards: ballata soul proposta con stilemi alla Stones ma ricca di emozioni, con quel sax che sottolinea la linea tenera. Una song scritta dal chitarrista per la sua donna Anita e la loro storia, troppo vissuta all’insegna della tossicodipendenza, cosa questa che rovinerà la liason definitivamente. Il rock ritorna, deciso e secco, con Summer Romance scrollandosi di dosso le polveri sottili della disco ed ancor di più con Let Me Go, che risulterà assai gettonata dal vivo: chitarre dirette e Jagger in forma. Non da meno Where The Boys Go, incalzante nelle ritmiche e un po’ ubriaca nel chorus, con una registrazione migliore avrebbe potuto diventare un classico; cosa curiosa, ancora oggi Wood e Richards rivendicano e si litigano la paternità del solo. Fatto innegabile che testimonia le loro non perfette condizioni psico-fisiche dell’epoca, usando un eufemismo. Down In The Hole è una nota di merito ulteriore: un blues sofferente e sofferto con il drumming di Charlie Watts in evidenza e la bella prova vocale del labbruto Mick, così come accade in Indian Girl, traccia narrante le ingiustizie degli indigeni dell’America Latina e dei rifugiati cubani. Bellissime le intonazioni del singer e superba la pedal steel del bravo Ron Wood.
Un lavoro cominciato ai Compass Point Studios (Bahamas), interrotto per il volere di un drogatissimo Keith e trasferito di corsa a Parigi allo storico Pathè Marconi, dove vennero concluse le session di registrazione. La leggenda vuole che per 9 notti consecutive Richards sia rimasto sveglio, prima in studio e poi a fare baldoria in un notissimo locale alla moda parigino. Le storie ammantate di mitologia si fermano qui, Emotional Rescue è un buon album degli Stones ma non certo il loro apice massimo. In ogni caso, a tanti anni dalla sua uscita, rimane piacevole da ascoltare. Qualcosa vorrà pur dire no?
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11
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Un disco frizzante e anche... introspettivo. Ci sono momenti super. Ascoltare certi assolo (su"Let me go", ad esempio), bellissimo il bluesaccio metropolitano Down in the Hole... E poi tante altre cose ("All about you" su tutte)... Da ragazzo l'ho ascoltato tantissimo. YEAH. |
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10
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Trovo questo album un mezzo passo falso, anche se alcuni pezzi sono memorabili ("Indian Girl", "Down In The Hole", la title-track). Diciamo che in mezzo a "Some Girls" e "Tattoo You" sparisce un po'... |
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9
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Ingiustamente sottovalutato, è in realtà un altro grande lavoro dei Rolling Stones. Grandi come al solito! |
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8
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GRANDISSIMI STONES IL PIU' GRANDE GRUPPO DEL MONDO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! |
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7
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i falsetti di Jagger sono pazzeschi! |
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6
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da quando ho sentito per la prima volta il sound disco e il falsetto della title-track (PARECCHI anni fa) non mi è mai più uscito dalla testa e si ripresenta ciclicamente... belle anche She's So Cold e Let Me Go |
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5
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Che bello! Un altro album degli Stonz!! |
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4
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Lo preferisco rispetto a 'Some girls' che avete recentemente trattato. Buon Frankiss certo che 'qualcosa vorrà pur dire': la title-track è strepitosa ad esempio, pensa a tutti i fans di Jamiroquai, potrebbero leccarsi i baffi se il loro beniamino ragalasse una perla di questo tenore. |
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3
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Uno dei primi dischi degli Stones che ho ascoltato e amato. Ancora ricordo quella vecchia musicassetta dei miei genitori comprata chissà dove, e il vero e proprio "contagio" del virus dei RS è iniziato così... Voto 85, voto "emozionale"! |
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2
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mi è ssempre piaciuta sta cosa degli Stones che passano indifferentemnte dal soul al country attraversando rock, blues e reggae. Certo, quest' album non è il loro picco compositivo ma, come dice giustamente il recensore, è ancora un album fresco e godibile. Su tutte, amo alla follia "Indian Girl", con quelle trombe messicane sulle sfondo. |
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1
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Già, qualcosa vorrà pur dire! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Dance (Pt. 1) 2. Summer Romance 3. Send It To Me 4. Let Me Go 5. Indian Girl 6. Where the Boys Go 7. Down In the Hole 8. Emotional Rescue 9. She's So Cold 10. All About You
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Line Up
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Mick Jagger (Voce, Cori, Chitarra elettrica, Piano) Keith Richards (Cori, Chitarra Elettrica ed Acustica, Basso, Pianoforte) Ronnie Wood (Chitarra Electrica ed Acustica, Slide, Pedal Steel, Basso, Cori) Bill Wyman (Basso, Sintetizzatore) Charlie Watts (Batteria)
Musicisti Ospiti Sugar Blue (Armonica) Nicky Hopkins (Pianoforte, Xilofono) Bobby Keys (Sassofono) Billy Preston (Clavinet) Max Romeo (Cori) Michael Shrieve (Percussioni) Ian Stewart (Pianoforte, Percussioni)
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