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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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Communic - The Bottom Deep
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( 2632 letture )
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Ancora una volta in Scandinavia, fucina di artisti metal sempre aperta. In realtà i norvegesi Communic circolano dal 2003, ma la band non ha mai goduto di grande visibilità e notorietà e non è mai riuscita a compiere il grande salto. Il principale punto di accusa che i Communic hanno dovuto sopportare dalla nascità e dal loro primo full-lenght, Conspiracy In Mind (2005), è un’eccessiva somiglianza ai tanto amati Nevermore, seppure con una impronta progressive marcata, ma a questo proposito vi lascio alle precedenti recensioni; la questione è: The Bottom Deep è il disco dell’evoluzione e del distacco o un semplice disco d’ordinaria amministrazione? È questo che si sono chiesti i fan della band, rendendo di fatto questo album molto atteso; a ciò si è aggiunta la campagna pubblicitaria della Nuclear Blast, che si è impegnata a tessere diversi elogi riguardo all’album in uscita. Qual è il risultato, a tre anni di distanza da Payment Of Existence?
Di certo i richiami ai propri maestri e “padri” del sound non svaniscono, ma il “parricidio”, necessario ed inevitabile in una evoluzione artistica, pare avvenuto. Il calderone di generi, promesso dalla label, è ben costruito e ben distribuito; la miscela di thrash (colonna portante della proposta di The Bottom Deep), schizzi di progressive e ambizioni vocali dal sapore power, unita a sonorità molto tipicamente heavy, rende ancora una volta l’ascolto dei Communic molto interessante e bisogna tributare onori al power trio per la sua capacità di rendere l’unione e il cammino di un genere con l’altro avvincente e non contrastante.
Nonostante quest’ottimo risultato, è evidente che manca qualcosa nella pozione creata dai Communic. Mi dispiace affermare che l’unica lacuna dell’album è anche la peggiore: la composizione. Le sonorità, come ho già detto, sono eccellenti, la miscela esplosiva, ma ho paura che, nella ricerca di una strada propria e differente, i Communic abbiano perso di vista loro stessi. Singolarmente le canzoni sono ben scritte, tecnicamente ineccepibili, ed anzi ce ne sono alcune decisamente buone, come Destroyer Of Bloodlines (grazie anche ai cori molto riusciti) ed alla bonus track In Union We Stand, molto heavy e straziante nella parte finale; tuttavia l’album risulta nel complesso freddo, distaccato, aiutato non poco dalla lunghezza spesso eccessiva delle canzoni, e non riesce a coinvolgere e a far scuotere la testa all’ascoltatore. La title-track, poi, è deludente: una sorta di Bard’s Song meno riuscita. Chiariamoci, è tutto fuorchè spiacevole, anzi, e la voce di Stensland si muove bene su un delizioso arpeggio di chitarra, ma era legittimo aspettarsi di meglio.
La cura riservata ad ogni singola parte dell’album, di cui ricordo anche una eccellente ricerca testuale ed una cover di sicuro effetto, oltre a una produzione eccezionale degna di una label così importante nel panorama metal, salvano abbondantemente l’album da una bocciatura, ma era lecito aspettarsi di più da una giovane band come i Communic; attendo fiducioso il prossimo album, convinto che le capacità dei ragazzi possano essere sfruttate per realizzare lavori migliori. Ad maiora!
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10
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Cmq "In union we stand" è una cover degli Overkill... non si chiede tanto a chi recensisce, ma almeno conoscere i classici... Disco a mio parere buono, recensiore bocciato in toto. |
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9
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Quanto pressapochismo in questa recensione !!!! Ascolta un consiglio Brotto; lascia perdere.... |
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8
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piaccia o meno il problema principale di questo gruppo è che cambian forma le canzoni ma la sostanza rimane la stessa, bellissimo il primo poi gli altri era ritritati, a casa son in area prog ma se non PROGREDISCONO.... vedo ben poco come stimoli ulteriori |
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7
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Ho amato Conspiracy in Mind e Waves of Visual Decay...Payment mi entusiasmò un pò meno...Questo Bottom Deep è di una noia infinita...Peccato davvero. 68 è fin troppo generoso. |
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6
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Disco inaspettatamente piatto e sconclusionato. |
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5
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Condivido le perplessità di Undercover. |
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4
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Purtroppo sono rimasto deluso anch'io, dopo quei tre dischi di gran fattura uno dietro l'altro mi attendevo lo stacco definitivo, invece ecco il mezzo passo falso, sembrano quasi confusi in certi momenti come se non sapessero dove e come andare a parare, è davvero un peccato. |
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3
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@ Electric: quindi abbiamo una media altissima? |
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2
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Di tutte le recensioni che ho letto questa mi pare la più equilibrata, ad un primo ascolto del disco mi trovo d'accordo. Manca qualcosa, anche secondo me una certa "agilità" nei pezzi, una brillantezza che nei primi dischi c'era... |
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1
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Rece nella media, disco veramente palloso. Bocciato |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Facing Tomorrow 2. Denial 3. Flood River Blood 4. Voyage Of Discovery 5. In Silence With My Scars 6. My Fallen 7. Destroyer Of Bloodlines 8. Wayward Soul 9. The Bottom Deep 10. In Union We Stand (bonus track)
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Line Up
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Oddleif Stensland – Chitarre, voce Erik Mortensen – Basso elettrico Tor Atle Andersen – Batteria
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RECENSIONI |
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