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The Doors - Waiting For The Sun
( 11282 letture )
1968. The Doors hanno già dato alle stampe due album epocali l’anno precedente (l’omonimo e ormai leggendario debutto The Doors e il successivo Strange Days) e si trovano a lanciare sul mercato il terzo Lp della loro carriera: Waiting For the Sun. L’album in questione si discosta leggermente dai due precedenti, per qualità dei pezzi e, non poco, anche per le coordinate stilistiche seguite dalla band, incline in questo album a seguire una matrice più pop che rock, tralasciando un po’ le atmosfere lisergiche e psichedeliche che li avevano resi famosi. L’album riscosse comunque un notevole successo, stazionando a lungo al primo posto della classifica statunitense, lanciato dalla duratura prima posizione anche nella classifica dei singoli dell’apripista Hello, I Love You. L’album fu l’unico dell’intera discografia della band a raggiungere la prima posizione, guadagnando prima il disco d’oro e poi quello di platino.

Il ritmo scanzonato e il testo esplicito del singolo lo rendono sicuramente molto godibile, anche per via delle tastiere di Ray Manzarek, vero e proprio marchio di fabbrica del gruppo. La successiva Love Street sembra quasi un pezzo dei The Beatles, se non fosse per la timbrica inconfondibile di Morrison; e il genio teatrale di Jim viene fuori nel brano successivo Not To Touch the Earth, estratto della più complessa e lunga suite Celebration of the Lizard che vedrà luce sul disco solo nel 1970 nell’album Absolutely Live, oppure come bonus track nell’edizione speciale per il quarantesimo anniversario dell’uscita dell’album. Il ritmo del pezzo è ossessivo, e l’atmosfera angosciosa si percepisce sin dall’inizio grazie alle due note suonate in loop da Manzarek, per raggiungere l’apice della sua isteria nella parte finale del pezzo, dove Morrison sembra veramente proiettato in una dimensione parallela senza toccare terra. La successiva Summer’s Almost Gone è un pezzo malinconico e soft molto ben riuscito, e sorretto soprattutto dalla prestazione di Morrison che in quanto a malinconia non sarà secondo a nessuno nella storia del rock. L’atmosfera di Wintertime Love è decisamente più solare rispetto al pezzo precedente, pur non lasciando un solco profondo nella memoria dell’ascoltatore. Dal tono decisamente più solenne la successiva The Unknown Soldier, palesemente schierata contro la guerra, in quegli anni quando mai come allora si sentiva questo tema, con gli Stati Uniti invischiati nella guerra del Vietnam che si stava delineando sempre maggiormente come un massacro sotto ogni punto di vista. Spanish Caravan è un pezzo molto particolare, dove il colore locale della canzone dona un tocco di ricercatezza al disco, rendendolo molto variegato. My Wild Love è un altra canzone coraggiosa e particolare, essendo praticamente cantata quasi totalmente “a cappella” da Morrison e dal coro che lo accompagna negli scarsi tre minuti di durata. Un esperimento sicuramente riuscito. Tornano le tematiche amorose, prevalenti su questo disco, con We Could Be So Good Together e torna il sorriso sulle labbra per il tono leggero del pezzo. Degno di nota l’assolo di chitarra di Robby Krieger. Pianoforte e voce di Morrison ci portano in uno stato estatico, così Yes, The River Knows, si distingue per la delicatezza e l’atmosfera ovattata, interrotta solo alla fine dalla presenza di Krieger. Five To One chiude l’album decisamente bene, essendo un gran pezzo, dove Morrison fa vedere gli artigli, e mostra il lato più aggressivo della sua ugola.

In definitiva, non si tratta certo di uno dei migliori album del gruppo, ma contiene comunque diversi pezzi di valore. Da dire, inoltre, che la title track finirà in Morrison Hotel del 1970. Insomma, se non conoscete The Doors (ma allora siete appena usciti da una discoteca credo) non vi consiglio di avvicinarvi al gruppo con Waiting For The Sun, imprescindibile per i fan del gruppo, da ascoltare come terzo album in ordine cronologico per il resto.



VOTO RECENSORE
79
VOTO LETTORI
80.20 su 86 voti [ VOTA]
TheSemenz
Venerdì 4 Agosto 2023, 0.15.59
16
Metti il jazzistico \"Yes, the River knows\" nelle mani di Nat King Kole e hai un pezzo immortale. Album tra i miei preferiti. Con pezzi come \"Five to One\", \"Spanish Caravan\", \"Not to touch the earth\", \"The unknown soldier\" e la già citata \"Yes, the River knows\" fatico a classificarlo come l\'album di una virata pop da parte dei Doors, cosa che si può dire dell\' album successivo. Per me 90 e fine dei discorsi.
Fabio Rasta
Sabato 28 Settembre 2019, 9.41.47
15
Certo che se come metro di paragone hai The Doors e Strange Days, farai sempre schifo. Invece è un bell'Album, dove i DOORS erano stanchi e provati x una celebrità tanto improvvisa quanto fanatica, e pur si cimentano esplorando qua e la alternative di sound e scrittura che si riveleranno utili poco + avanti. Su Spanish Caravan, da ragazzini si credeva che non fosse ROBBY KRIEGER a suonare, dal momento che, abituati agli eroi metallici, x ignoranza lo si riteneva alquanto scarso. Invece è proprio lui, che iniziò a suonare proprio praticando la chitarra classica. Bisogna ammettere che KRIEGER non ha mai avuto un sound x così dire "convenzionale", il che può fuorviare.
antonio
Martedì 14 Luglio 2015, 20.36.03
14
Non ha assolutamente il fascino e l'importanza storica dei due colossi precedenti... essendo un album schizofrenico con pezzi che variano dalla spensieratezza di Hello i Love You, al romanticismo di Love Street, alla poesia visionaria di Not To Touch The Earth, per poi virare su temi più crepuscolari; non mancano ovviamente canzoni che hanno accompagnato la band per quasi tutti i live, pezzi come Five To One, ormai classica, e la lunga The Celebration Of The Lizard scartata all'epoca, ed aggiunta nel 40 anniversario... Quest'album segna la fine del primo periodo dei Doors, per poi ripartire col mezzo fiasco (ma non brutto) di The Soft Parade, e rinascere con gli ultimi splendidi lavori come Morrison Hotel ed L.A. Woman. Voto al disco: 7
giuseppe
Mercoledì 14 Gennaio 2015, 18.13.29
13
Questo si merita un 100
Argo
Sabato 17 Settembre 2011, 22.39.27
12
Vabè, io ho segnato 79, che in fondo non è altro che 8 su 10, forse questa maniera di segnare da 1 a 100 è poco pratica...
Screamforme77
Sabato 17 Settembre 2011, 20.35.55
11
Io non sono cosi convinto che sia inferiore ai primi due:Love Street ,Not to Touch the Earth ,The Unknown Soldier,Spanish Caravan ,Five to One ;sono delle canzoni meravigliose.Forse paga la mancanza della suite trainante !
Undercover
Martedì 13 Settembre 2011, 18.35.37
10
@Lizard concordo con la tua analisi, mi è piaciuta la recensione sul voto al solito non capisco perché ci si tiene bassi, un 7-8 punti in più da parte mia se li prende tutti perché ci sono dei brani che sono delle pietre miliari della storia doorsiana.
Trygvasson
Lunedì 12 Settembre 2011, 21.35.20
9
Argo: non conosco i gruppi che hai menzionato, capisco anche il tuo ragionamento...però 79 a questo disco per me è ai confini della fantascienza...
fabio II
Lunedì 12 Settembre 2011, 10.54.34
8
Solitamente non presto attenzione ai voti ma alle parole; sono d'accordo con il recensore e con Argo, 'W.F.T.S.' è decisamente inferiore ai primi due. Stiamo parlando però dei Doors e la quaità è comunque alta. Detto questo tra i dischi 'minori' il mio preferito è 'Soft Parade' dove esiste un rimerchevole cambio stilistico, soprattutto grazie ai fiati.
Argo
Lunedì 12 Settembre 2011, 9.19.35
7
@ Trygvasson: mangiato acido? veramente preferisco il secondo al primo e Morrison Hotel e L.A. Woman li reputo ancora migliori dei primi 2. Qui stiamo parlando del terzo disco, che ho scritto che per me è inferiore ai primi 2, e basta. Mentalità ristretta? mah, ascolto dai BeeHive agli Slipknot e ho mentalità ristretta? Poi qui parliamo dei Doors, un gruppo che 15 anni fa mi ha segnato come non mai e che amo alla follia...
Trygvasson
Domenica 11 Settembre 2011, 20.17.20
6
mi sembra che stiamo parlando di una delle band più importanti della storia in ambito rock; di conseguenza non vedo il perché sarebbe stato "difficile superare i primi due dischi"....allora diciamo che solo il primo disco è un capovaloro e chiudiamola e non nominiamoli più...mentalità ristretta, davvero! L.A. Woman non è ufficilamente un disco della madonna?? no eh...voto:88
Argo
Domenica 11 Settembre 2011, 19.53.03
5
Buon disco, ma era difficile fare di meglio dopo i primi 2. SI ascolta sempre e comunque con grande piacere. 75 per me.
Lizard
Domenica 11 Settembre 2011, 18.19.46
4
Più che un disco sembra una raccolta di canzoni (bellissime peraltro). Come ottimamente scritto, l'assenza del terzo pezzo "epico" dopo The End e When The Music's Over ha sicuramente modificato l'equilibrio dell'album rendendolo meno coerente e coeso dei precedenti. C'è da dire che gli altri dischi si giovavano in gran parte di composizioni già sperimentate, mentre per Waiting For The Sun il tempo a disposizione fu sicuramente inferiore (tre dischi in poco più di un anno) e questo spiega probabilmente perchè Celebration of The Lizard non fu portata a termine. Comunque qua dentro ci sono alcune delle canzoni che preferisco in assoluto di questa band e il disco resta una pietra miliare del rock tutto.
Metal4ever90
Domenica 11 Settembre 2011, 18.01.14
3
Bellissimo! anche se un pò minore dei 2 dischi precedenti.
motore dannato
Domenica 11 Settembre 2011, 17.24.46
2
Un buon disco dei mitici Doors e del loro carismatico frontman !!!
Electric Warrior
Domenica 11 Settembre 2011, 17.10.37
1
Non il massimo ma comunque un buon disco. Questo lavoro mi fece conoscere la band.
INFORMAZIONI
1968
Elektra Records
Rock
Tracklist
1. Hello, I Love You
2. Love Street
3. Not to Touch the Earth
4. Summer's Almost Gone
5. Wintertime Love
6. The Unknown Soldier
7. Spanish Caravan
8. My Wild Love
9. We Could Be So Good Together
10. Yes, the River Knows
11. Five to One
Line Up
Jim Morrison (Voce)
Robby Krieger (Chitarra
Ray Manzarek (Tastiere, Basso)
John Densmore (Batteria)
 
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