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23/03/21
SWANS + NORMAN WESTBERG
ALCATRAZ - MILANO
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Freedom Call - Live in Hellvetia
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( 1733 letture )
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A sette anni di distanza dal precedente live album (Live Invasion del 2004), tornano alla carica i Freedom Call, questa volta con intenti ancora più precisi: coinvolgere sempre più la propria schiera di fans e, perché no, conquistarne di nuovi, a suon di sfuriate power e cavalcate epicheggianti. Ad alcuni di voi il monicker Freedom Call sarà del tutto sconosciuto, ma sono certo che non saranno in pochi neppure coloro che negli anni hanno avuto occasione di esplorarne la discografia, trovandosi di fronte alla più classica delle band power metal in circolazione. La band fu formata nel 1998 per volontà del cantante e chitarrista Chris Bay e del batterista Dan Zimmermann, conosciuto più che altro per la sua militanza nei Gamma Ray (per i quali ha infine lasciato i Freedom Call nel 2010, sostituito da Klaus Sperling), e conta ad oggi otto studio album, un demo, un EP, e due live (contando l’album oggetto di questa recensione). La loro provenienza dalla Germania non fa che aumentare la “normalità” dello stile musicale e della proposta della band che, per coloro che si approssimano ad un primo ascolto, si riveleranno essere esattamente così come ve li state immaginando: stile incentrato su quegli elementi portanti del power, quali la potenza ritmica e la velocità dei riff, in aggiunta ad un cantato a sua volta potente quanto evocativo, e di conseguenza una proposta musicale che tende a disperdersi nell’oceano infinito di band tutte simili tra loro. Negli anni passati questa band ci ha regalato perle di ottima qualità, ma anche qualche leggera caduta di stile. Non è forse vero che, così come risulta tanto semplice riproporre schemi e tematiche sempre molto simili tra loro, è anche difficile riuscire a trovare nuove soluzioni, nuove idee, qualcosa che possa distinguere una nuova uscita dalla precedente, possibilmente in meglio? A mio parere il limite dei Freedom Call sta proprio in questo: non riuscire a variare, in modo da renderlo più appetibile, uno stile ormai ben consolidato, ma fin troppo radicato in profondità.
Live in Hellvetia assomiglia più ad un “Best Of” costruito su misura per i propri fans che ad un live emozionante ed appassionante. Le venti canzoni qui presenti si caratterizzano tutte per un assai elevato potenziale di energia e presa sul pubblico, a partire dal lotto iniziale, costituito dalle anthemiche We Are One e United Alliance, che sembrano entrambe fatte apposta per coinvolgere fin da subito il pubblico svizzero nel segno della fratellanza musicale, suggellata dalle lyrics di queste canzoni. In entrambi i dischi abbiamo una corpulenta presenza di hit, tra cui possiamo inserire anche nuovi classici del gruppo: oltre alle due già citate, troviamo infatti l’incalzante Tears of Babylon, la spedita Out of the Ruins, nonché le splendide Merlin - Requiem e Merlin - Legend of the Past (tutte tratte dall’ultimo album Legends of the Shadowking). Ma i veri classici sono ovviamente brani più datati, come la ballata dal titolo Hymn to the Brave (che, assieme alla traccia d’apertura, costituisce l’unica testimonianza del disco d’esordio Stairway to Fairyland), o le sempreverdi Freedom Call e The Quest (prese invece dal secondo album in studio, Crystal Empire). I Freedom Call hanno voluto carpire il meglio da tutti i loro dischi per questo live, lo si capisce dal fatto che non c’è album da cui non sia stata presa almeno una canzone. Di queste ultime vale la pena citarne ancora qualcuna, tra cui Hunting High And Low e Metal Invasion, entrambe con una capacità di presa sul pubblico da non sottovalutare, ed anche Mr. Evil, una canzone che riesce a trasmettere per di più una buona dose di sincero divertimento, elemento non secondario quando si tratta di un esibizione dal vivo.
Insomma, se state cercando un album in grado di farvi trascorrere piacevolmente quasi due ore, in grado di coinvolgervi, ma non così tanto da costringervi a prestargli l’esclusiva della vostra attenzione, allora siete incappati in ciò che fa per voi. Un’uscita che sarà quanto di più prezioso per tutti i fans più accaniti dei Freedom Call, ma che non desterà un grande scalpore in tutti gli altri. Sarebbe però ingiusto sottovalutare il contenuto di questi due dischi, ovvero le sempre ottime capacità tecniche espresse dalla band tedesca e l’ottimo lavoro in fase di produzione, ed anche solo per questo motivo vi potrei consigliare di dargli comunque un ascolto. Male non farà di certo.
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3
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Il problema non sarà tanto la qualità dal vivo della band ma la vena compositiva dopo l'abbandono di Zimmermann. Lui e Bay erano gli artefici unici (o quasi) delle songs dei FC e ora mi spaventa (da amante della band) sapere che uno dei due non c'è piu'. Questo disco suona bene e mostra una band in salute, scaletta buona (poteva essere migliore ma su questo non saremo mai tutti d'accordo) e performance di livello. Voto 80 direi ma con le tecnologie di oggi non è difficile raggiungere questi standard in sede live. |
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2
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@ oldmetalheart: e mi pare una cosa molto positiva, visti i tempi! |
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1
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canzoni un po' adolescenziali ma, come dice Arturo, un paio d'ore senza pensieri |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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CD 1: 1. We Are One 2. United Alliance 3. Thunder God 4. Tears of Babylon 5. Blackened Sun 6. Queen of My World 7. Out of the Ruins 8. Hunting High And Low 9. Drum Solo 10. Metal Invasion
CD 2: 1. Merlin - Requiem 2. Merlin - Legend of the Past 3. The Quest 4. Warriors 5. A Perfect Day 6. Far Away 7. Mr. Evil 8. Land of Light 9. Freedom Call 10. Hymn to the Brave
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Line Up
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Chris Bay (Voce e chitarra) Lars Rettkowitz (Chitarra) Samy Saemann (Basso) Klaus Sperling (Batteria)
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