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Thulcandra - Under a Frozen Sun
( 3753 letture )
Seconda fatica per i teutonici Thulcandra, ensemble votato alla rivisitazione degli stilemi di un gruppo storico, i Dissection, calati nella realtà odierna. Una proposta onesta e, seppur derivativa, valida, capace di farsi apprezzare sotto molteplici aspetti. Il primo, la produzione cristallina, composta di volumi sapientemente settati, in grado di omogeneizzare il suono, rendendolo compatto, e definito, privo quindi della sbavature, che troppo di frequente abitano i solchi dei dischi black/death metal. Inoltre ogni traccia è stata curata tale da sembrare quella di maggior importanza, dalla batteria, alla chitarra acustica si ha la piacevole impressione che i giovani tedeschi non abbiano tralasciato nulla.
Secondo, la conoscenza dei propri limiti, per quanto possa suonare effettivamente strano, i Thulcandra non sforano mai il confine fra “plagio d’autore” e scopiazzatura: chi è appassionato della scena svedese riconoscerà numerosi passaggi colti da quella fucina, ma non avvertirà mai, e ripeto mai, un riff suonato senza cognizione di causa. Come direbbe Leopardi, i Thulcandra formano il loro stile copiando il meglio dei classici.
Terzo, i tre ragazzi hanno ottime doti di songwriting: nell’economia del platter non pesano gli episodi che sforano gli otto minuti di lunghezza, risultando anzi, assolutamente essenziali, necessari. In parole povere, non annoiano, fattore decisivo. Intelligente pure la collocazione dei pezzi, seguendo il seguente schema: prima le tracce trascinanti, atte a conquistare, poi una serie di conferme (Aeon of Darkness per citarne una), infine la migliore del lotto, incaricata di sedurre definitivamente. Chiude poi, saggiamente una cover, non obbligatoria.
Quarto ed ultimo, la gestione delle influenze: differenti per origine e genere, trovano la loro naturale collocazione nell’articolazione del plot. Esse vanno dai primi Pink Floyd (citati dal gruppo stesso) alla scena scandinava (e questo è evidente), sottolineando l’elasticità mentale del giovane combo.
Capitolo preparazione tecnica: arduo domandare maggior pulizia e precisione. Non si notano errori, progressioni azzardate o peggio fuori posto, elementi non sviluppati a dovere. I Thulcandra hanno probabilmente raggiunto un discreto grado di maturità artistica, la quale trapela palesemente andando a premere il tasto “play” del lettore.

Della totalità delle tracce colpisce sicuramente una inusuale attenzione per la melodia –quasi di matrice rock o addirittura proto-rock- esemplificata negli assoli che sostengono il filo logico del discorso musicale, e un tocco di personalità nella scelta degli arpeggi acustici, basati su dissonanze (e non sarebbe una novità) compiute, scevre quindi di quel fastidioso retrogusto di non terminato. Sulle otto canzoni spiccano la bellissima Gates Of Eden, nove minuti impostati su un mid-tempo tendente all’accelerazione, intervallati da uno dei già citati assoli che seguono la scala melodica del brano; una voce nei canoni guida il fruitore all’interno di una costruzione immediata, ma dalla profonda e ragionata complessità, e la sua gemella, la opener In Blood and Fire, la quale trascina l’ignaro viandante in un universo popolato da riff cruenti, tesi, destinanti ad imprimersi a fuoco nella mente, mentre una sei corde leggera frantuma il ghiaccio tramite le sue note posizionate a dovere.
La coppia Under a Frozen Sun e Black Flag of Hate invece incarnano l’anima “commerciale” della proposta: più brevi, caratterizzate da una batteria sugli scudi, impegnata ad innalzare un muro sonoro di inaudita potenza, un ritornello semplice da comprendere anche filtrato attraverso il growl ispirato del cantante. Per intenderci, tracce da proporre in concerto.
Il resto delle composizioni non si discosta dagli archetipi del genere, mostrando in generale una vena musicale proficua ma soprattutto calata nella parte. E’ semplice riproporre un prodotto che tirava e tira, meno scomporlo, e attraverso un’analisi strutturale accurata ricostruirlo attorno alla propria idea di black o death metal che sia. Ottima pure la copertina, basata sull’accostamento di colori freddi, tetri che riflette il mood di quest’ultima fatica targata Thulcandra.
Chicca finale la cover degli Unanimated, forse chiusa con una fretta eccessiva, in quanto sembra veramente troncata di netto. Eseguita magistralmente, non fa rimpiangere l’originale, come accade ormai abitualmente (pensiamo ai Sepultura).

Gruppo interessante iThulcandra. Se sapranno confermarsi su questi livelli intravedo un futuro roseo, marcato da un’ascesa continua diretta verso il gotha dell’empireo black/death metal. Sei corde dotate, batteria suonata con vigore, anima presente e pulsante sono gli ingredienti fondamentali del loro intendere ed interpretare il sentimento musicale, partiture nient’affatto rigide e ingabbiate sono i loro strumenti maneggiati con estrema perizia. Direi che non difetta nulla. Promossi con merito in attesa già del prossimo lavoro in studio.



VOTO RECENSORE
78
VOTO LETTORI
47.69 su 33 voti [ VOTA]
LexLutor
Domenica 12 Febbraio 2017, 13.00.42
16
ascoltati meglio.... Ne ho tessuto le lodi. Indubbiamente suonano bene. Ma a volte mi cadono col ginocchio per terra su proprietà altrui. Può capitare per carità. Ma non sistematicamente. E infatti se provano a lasciare (poco ) il guscio stilistico dei dissection....rimangono al palo. Mah. Magari tra un mese cambio idea.
LexLutor
Martedì 31 Gennaio 2017, 23.05.30
15
A questi non gli si perdona di saper suonare (e come cazzo suonano) e di asservire tale know-how ad uno stile che sembra un pedissequo tributo artistico ad una sola band. Che con due dischi è stata capace di folgorare fasce intere di ascoltatori per due decenni. E io li capisco. Altro non potrei pensare. Perché già dal primo ascolto non ti imbrogliano. "Noi seguiamo lo spirito dei dissection". C'è della purezza in questo. Io apprezzo questo genuino, armonico, quasi cedevole modo di interpretare una viscerale lezione universalmente riconosciuta come fondamentale in ambito death e black metal.
Danimanzo
Mercoledì 12 Febbraio 2014, 16.47.34
14
Ho ordinato direttamente i due dischi dei Thulcandra e i quattro dischi degli Obscura dai rispettivi store online. In merito ai Thulcandra posso tranquillamente riconoscere che il sound, l'attitudine e l'immagine sono volutamente riconducibili in tutto e per tutto ai Dissection. Ma la mia domanda ora sorge spontanea. Quanti metallari hanno sempre sognato di rivedere i Dissection ( quelli di "The Somberlain" e "Storm of the Light's Bane" per intenderci ) rivivere dopo il periodo forzato di inattività ? Purtroppo la storia della band è andata diversamente, come tutti sappiamo. Io credo che Steffen Kummerer e i suoi abbiano voluto rispondere a tutti gli orfani, me compreso, di quel sound unico, glaciale, freddo, epico e malinconico. Il sound del Black Metal dei Dissection.
Bloody Karma
Lunedì 7 Novembre 2011, 10.02.22
13
ho finalmente rimediato questo disco...i primi ascolti non sono incoraggianti. Va bene voler riprendere e proseguire il sentiero intrapreso da Storm Of Light's Bane, ma qui mi sembra che si giri intorno senza andare da nessuna parte. Personalmente, me ne sbatto dell'originalità, ma però anche nel copiare ci deve essere personalità, e qui mi sembra che la band abbia semplicemente scomposto i brani dei capolavori dei Dissection e riassemblati in maniera diversa da gli originali, ma i riffs più o meno sempre quelli sono. Mi aggancio quindi ad Undercover, 65 di stima per il momento.
Undercover
Venerdì 23 Settembre 2011, 13.57.38
12
Infatti non contesto la proposta quanto il risultato, è come dire che una Poesia composta ed eseguita dal Pascoli se fosse stata ricomposta da uno diverso con lo stesso titolo, le stesse parole e la stessa modalità d'esecuzione possa avere uguale valenza. Non darei più di 65-70.
Nightblast
Giovedì 22 Settembre 2011, 22.53.15
11
Ragazzi, che dirvi...Io pur riconoscendo i Thulcandra come dei bravi alunni, contiunuo a dire che un minimo di originalità e personalità ci vuole. Giusto per restare in tema scolastico...I Thulacandra mi ricordano una mia compagna delle medie che imparava tutto a memoria...Brava, sforzo lodevole, ma zero contenuti propri...Incapace di esprimere un concetto senza usare le parole del libro...Ecco, i Thulcandra sono la mia compagna ed il libro è rappresentato da Storm of the light's bane...
Ahti
Giovedì 22 Settembre 2011, 19.13.21
10
Anch'io come voi ho amato e amo i dissection, nonostante appartenga ad una generazione che ha potuto ascoltare i classici del black-death solo dieci anni dopo la loro uscita. Ebbene il voto alto ai thulcandra viene da questo confronto con la scena che fu: capisco la povertà di idee, ma almeno dimostrano, come si diceva a scuola "di aver studiato e preso appunti". Cosa che la maggior parte delle volte, porta un buon risultato.
Moro
Giovedì 22 Settembre 2011, 19.05.34
9
Il fatto è che se una band come i Dissection la amavi e sei rimasto tremendamente deluso per quello schifo chiamato Reinkaos e deluso e amareggiato (alla stregua di piangere in camera per tutti gli anni spesi sui loro brani) per la morte di Nodtveidt, i Thulcandra sono il perfetto esempio di come quelle fantasie nate e finite con la fine di Somberlain e StormOTLBane continuino oltre quei sentieri. Lo ripeto: plagio si, senza idee si, però qui stiamo parlando di gente che riesce ad emulare (e senza cadute di stile o tremente oscillazioni stilistiche) uno dei più grandi capisaldo del death/black... uno di quei gruppi che accontenta tutti. A me continuano a piacere.
andrea
Giovedì 22 Settembre 2011, 18.06.12
8
ok, per come si è evoluto il discorso sono d'accordissimo con nightblast, pur continuando ad apprezzare e sostenere i thulcandra. è che sai cosa? secondo me quando ami qualcosa alla follia, ti succede proprio perché "è quella cosa lì", che ripetuta mille volte perderebbe inevitabilmente in fascino, magia, ecc. però è anche vero che può capitare che un gruppo si accosti così tanto a determinate sensazioni proprie di un'altra band che allora resti a bocca aperta e dici, cazzo! certo, è molto più difficile che capiti il secondo caso con gruppi che hanno sfornato o son stati loro stessi pietre miliari. in questo senso, ti do pienamente ragione sui dissection, che io adoro. però non posso dire che non mi sia mai capitato il contrario - e non voglio andare off topic qui. diciamo che il mio iniziale disappunto era volto a quanti glorificano sempre e comunque un certo tipo di fare metal che è lo stesso da 20-30 anni, senza accusare alcuna critica, il che sembra a volte un po' ipocrita. e non dimentichiamo i gruppi che VOGLIONO suonare come 20 anni fa per partito preso. lì, birra in mano e via!
Ma basta
Giovedì 22 Settembre 2011, 17.55.27
7
Ok ispirarsi, ma questi copiano e palgiano a piene mani...
Undercover
Giovedì 22 Settembre 2011, 16.39.13
6
@Nightblast quoto ogni tua singola parola, virgola e tre puntini...
Nightblast
Giovedì 22 Settembre 2011, 16.10.28
5
andrea:bè...penso che l'arte nella sua forma più ampia sia una cosa molto intima, un'esternazione da parte dell'artista. Questa band indubbiamente riesce a coinvolgere, si, ma coinvolge perchè sfrutta ciò che i Dissection esternavano nei loro dischi...Le canzoni dei Thulcandra sono come un bel corpo senza anima...Esteriorità senza null'altro, dato che determinate emozioni sono proprie dei Dissection e non loro...Quello che mi trasmette Nightblood è unico, e anche se qualche brano dei Thulacandra può ricordarlo non sarà mai come l'originale...Concordo quando dici che tutti copiano un pò tutti, ok, ma qui si esagera davvero...Non si copia solo il genere proposto, si tenta di copiare quella magia che solo i Dissection sapevano sprigionare, e purtroppo si fallisce miseramente, risultando a volte così privi di personalità da essere quasi inutili. Non dico che bisogna inseguire il miraggio dell'originalità a tutti i costi, ma neanche essere come una fotocopia sbiadita...P.s: un mondo fatto solo da Theater, Mastodon e Tool??? Agghiacciante.
andrea
Giovedì 22 Settembre 2011, 14.01.17
4
nightblast: io ho adorato il debut proprio per quel motivo sai, non è che si possa sempre rompere le balle con 'sta storia dell'originalità a tutti i costi, altrimenti avremmo 3 gruppi per genere. è vero, in alcuni pezzi siamo al limite del plagio ma sai come dicevano i prof a scuola, no? anche saper copiare è un'arte! e poi quando una cosa è fatta bene e con passione... ripeto, altrimenti dovremmo depennareil 99% dei gruppi di speed e heavy classico, per non parlare del brutal death, raw black, symphonic, gothic, ecc. personalmente rabbrividisco al pensiero di un mondo di soli dream theater, tool e mastodon!
Nightblast
Mercoledì 21 Settembre 2011, 22.50.12
3
Bravi si, ma siamo al limite del plagio. Disconoscono cosa voglia dire la parola personalità. I Dissection erano e restano unici. 65 non di più.
Undercover
Mercoledì 21 Settembre 2011, 21.24.57
2
Ennesimo buon disco di una band che fa cover gli stilemi vengono calcati e ricalcati, la personalità è sotto i piedi piacevole ma nulla più. Rispetto al primo interessante l'uso delle melodie come faceva notare "Ahti", il resto è quasi un deja vù sistematico.
fabriziomagno
Mercoledì 21 Settembre 2011, 20.35.55
1
gran bel gruppo i Thulcandra...la frase "come direbbe Leopardi, i Thulcandra formano il loro stile copiando il meglio dei classici" riassume perfettamente l'album e il gruppo...bel cd!!!
INFORMAZIONI
2011
Napalm Records
Black
Tracklist
1. In Blood and Fire
2. Black Flag of Hate
3. Ritual of Sight
4. Under a Frozen Sun
5. Aeon of Darkness
6. Echoing Voices (A Cold Breeze of Death)
7. Gates Of Eden
8. Life Demise (Unanimated cover)
Line Up
Steffen Kummeren: vocals, guitarsl
Sebastian Ludwig: lead guitar
Tobias Ludwig: bass
Drums: unknown session member
 
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