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Shadowside - Inner Monster Out
( 2011 letture )
Ci sono sempre quei lavori che, per quanti siano gli ascolti a loro dedicati, non riesci mai a comprenderne la vera essenza: Inner Monster Out è uno di questi. Parlo dell'ultimo nascituro degli Shadowside, band formatasi nel 2001 a Santos (Brasile) e che già in seguito al rilascio di un primo ep si è ritrovata ad aprire concerti di band come Nightwish e Primal Fear (il tutto coronato da un tour nazionale) mentre dopo la pubblicazione di Theatre of Shadows (2006) ha accompagnato gli Helloween nel loro tour brasiliano. Ma è grazie al sound decisamente più diretto ed aggressivo di Dare To Dream (rilasciato solamente in Brasile) che la band è arrivata a toccare una certa qual notorietà in terra madre, coronata dalla partecipazione ad un tour con gli W.A.S.P..

Noi però torniamo al presente, e ci imbattiamo così in questa creatura vibrante di rabbia e forza: le tematiche trattate sono complesse, personali ed oscure, ma sono espresse in modo diretto tanto che sembrano esploderti nelle orecchie. Non posso che confessarvi che il vero punto di forza dell'album sia proprio quest'ultimo, ovvero l'enorme nitidezza con la quale vengono espresse tutte queste sensazioni simili tra loro per violenza e manifestazione, ma nel contempo distanti anni luce nelle loro cause. Ed è forse proprio questo il motivo che non mi lascia interpretare la vera e completa ispirazione dei brani ed in particolare di quelli che sto per descrivervi.
Il genere proposto dalla band in quest'ultimo lavoro, nello specifico, è un heavy metal piuttosto classico arricchito da una voce femminile dalla spiccata vena aggressiva, un'aggressività che nulla toglie però in quanto ad espressività ed interpretazione, qualità che si rivelano fondamentali alla completezza dell'album. La voce che esprime tutto questo è quella di una gentil donzella (Dani Nolden), accompagnata alla chitarra da Raphael Mattos, alla batteria da Fabio Buitvidas ed infine al basso da Ricardo Piccoli.
In Inner Monster Out ho riscontrato principalmente due generi di brani: da una parte quelli più omogenei e coesi, che sono riuscita a seguire nella loro integrità, dall'altra i brani più spezzettati che già dopo il primo minuto, per un motivo o per l'altro, mi facevano in qualche modo perdere il filo; Gag Order, la track d'apertura, così come Angel With Horns, ovvero la seconda composizione, fanno pienamente parte della seconda categoria, principalmente per una questione di "parti": per spiegarmi meglio, alcuni minuti di ognuno dei due brani, addirittura alcuni secondi, si sono rivelati essere più che gradevoli; altri, al contrario, mi sono sembrati decisamente tralasciati, sconnessi (non con il brano, ma nella coordinazione tra strumenti), quasi fossero dei riempitivi tra momenti di assoluta perfezione.
Ho trovato invece Habictual, la terza track dell'album, decisamente più coesa e nel contempo pervasa di grande dolore, espresso soprattutto tramite pennate più durature e marcate ed una linea vocale che evolve in modo da aprirsi totalmente con l'ascoltatore.
Non posso, arrivata a questo punto, non citare la composizione omonima dell'album, alla quale hanno partecipato musicisti come Björn “Speed” Strid (Soilwork), Niklas Isfeldt (Dream Evil) e Mikael Stanne (Dark Tranquillity): qui le chitarre scorrono inizialmente quasi alla ricerca di una maggiore melodicità ma si rivelano ancora una volta violente, e la bellezza del brano sta proprio nella presenza di ben quattro voci, le quali duettano oppure si alternano e contribuiscono alla crescita del brano.
My Disrupted Reality si avvale di un ritornello caldo ed espressivo, mentre le strofe risultano un collage bidimensionale di parte strumentale e linea vocale, spiacevole all'ascolto: non comprendo se questo sia un artificio volto a dar maggiore concretezza al titolo (disrupted significa per l'appunto disgregato) o una mancata coordinazione da parte della band.
Avrei infine piacere a descrivervi A.D.D., che rientra nella lista dei brani maggiormente strani e cangianti dell'album: la linea vocale è decisamente protagonista e filo conduttore del cambiamento, intervallando infatti momenti di calma ad altri di rabbia incontenibile; la parte strumentale rimane al contrario sempre sulla stessa linea (escludendo il solo, ricco ed espressivo) ma il brano dimostra una crescita, grazie al connubio tra le due parti.
Nulla da ridire sul sound, in quanto l'equilibrio tra gli strumenti non è mai mancato, anche se la violenza delle sonorità mi ha fatta rassegnare a tenere il volume piuttosto basso!

Ho trovato Inner Monster Out un lavoro difficile, sia nell'ascolto sia nell'interpretazione, ma nel contempo di grande valore ed incisività, in quanto riesce a trasmettere sentimenti difficili e forti nella loro purezza. Non ho dunque particolari critiche da fare alla band, se non quella di perfezionarsi in alcuni punti dei brani, che, se confrontati con il lavoro nella sua interezza, per quanto siano secondari o riempitivi, ne abbassano inevitabilmente la qualità.



VOTO RECENSORE
78
VOTO LETTORI
19.64 su 25 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2011
SHP Records
Heavy
Tracklist
1. Gag Order
2. Angel with Horns
3. Habitchual
4. In the Name of Love
5. Inner Monster Out
6. I'm Your Mind
7. My Disrupted Reality
8. A Smile Upon Death
9. Whatever Our Fortune
10. A.D.D.
11. Waste of Life
Line Up
Dani Nolden - vocals
Raphael Mattos - guitars
Ricardo Piccoli - bass
Fabio Buitvidas - drums
 
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