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21/03/24
KRASUE + ANTARES + WAH ‘77
FREAKOUT CLUB, VIA EMILIO ZAGO 7C - BOLOGNA
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Esoteric - Epistemological Despondency
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( 5139 letture )
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Esistono momenti, nella storia dell'umanità, in cui accade qualcosa di assolutamente inaspettato: da quel momento in poi nulla è più come prima. Il 1994 è ricordato proprio come l'anno in cui, con questo mastodontico Epistemological Despondency, nasce ufficialmente il funeral ultraslow. Prima di tale data esistevano già diverse formazioni orientate a sonorità soffocanti che però non avevano mai osato tanto. 6 brani per 90 minuti al limite dello sfinimento fisico, suite sonore che frantumano il concetto di forma-canzone sfociando in cascate di atmosfere nelle quali è possibile perdere la concezione del tempo in un ossessiva estasi oscura. È bene ricordare che l'album rappresenta il debutto della band che - prima di questo full - aveva rilasciato "solamente" un demo di una novantina di minuti. Ad avvalorare la performance degli Esoteric, va precisato che nessuno dei membri proviene da big band et similia.
L'album è aperto dalla grandiosa Berft, brano abbondantemente oltre i 20 minuti di durata che, dopo un'introduzione interminabile, sprofonda in un abisso fin d’ora inesplorato. Chitarre bassissime, una voce ultra cavernosa ma allo stesso tempo molto curata ed una quantità di effetti davvero stupefacente. Ebbene sì, proprio gli effetti sono il punto di forza della band che, muovendosi su ritmiche particolarmente dilatate, incentra la propria attenzione sui condimenti sonori, sfociando molto spesso nella pura psichedelica. Un esempio di quest’ultima è ben raffigurato nella grandiosa deriva che è possibile ascoltare a metà brano che, ponendo un ipotetico parallelismo, rappresenta il Live a Pompei degli inglesi, tale è la grandiosità e l'intensità della canzone. Only Hate è un capriccio musicale che attinge tanto dal punk quanto dal crust grind: una traccia semplice, veloce, ma eseguita egregiamente e suggellata da un assolo di ottima fattura che mi ricorda certo materiale prodotto, in questi anni di grande fermento artistico, dalla stravagante Relapse. Smessa la divagazione sperimentale, con The Noise Of Depression ci si imbatte in un capolavoro per cui stento a trovare le parole. Le atmosfere iniziali sono quasi sognanti, dilatatissime nello spazio senza tempo di un brano che, solo dopo 5 minuti, mostra gli artigli con degli stop 'n go distruttivi. Torno a sottolineare la grandiosità di una band che, eccezion fatta per il batterista, si occupa dei propri strumenti e contemporaneamente dell'effettistica, consegnandoci un lavoro compattissimo e magnificamente arrangiato. Purtroppo con questa line up gli Esoteric registreranno solamente questo lavoro, anche se i successivi impegni non saranno inferiori per qualità e per esecuzione, seppur segnati da un differente mood dominante. Più velocemente di quanto non si possa immaginare il primo dischetto è già finito - dopo “appena” 3 quarti d'ora. Lamented Desponcency, brano leggermente più ritmato rispetto alla pachidermica The Noise Of Depression ma decisamente più duro e tagliente grazie ad un riffing che lascia trasparire pesanti influenze seventies, apre il secondo disco. Eradification (Of Thorns) è l'ennesima conferma di quanto fin qui detto, caratterizzata da un'atmosfera abbastanza tesa, malvagia e foriera di disgrazie. La traccia è accompagnata da una voce riverberatissima che ammanta le composizioni di un'aurea nera ed opaca: la tensione è quasi tangibile grazie alla ritmica che stenta a decollare, mantenendo l'ascoltatore in uno stato emotivo di continua attesa. L'arcano è svelato con la lunghissima Awaiting My Death, che già dal titolo pare voglia comunicarci qualcosa. Questo episodio è il più lungo dell'intero lavoro arrivando a superare abbondantemente i 26 minuti di lunghezza, durante i quali è possibile ridefinire in diverse occasioni il concetto di lentezza. Difatti, quando si pensa di aver raggiunto un picco assoluto di pesantezza, il brano tende a rallentare ulteriormente fino a lasciare i soli solamente riverberi ad echeggiare in un’aria ormai saturata dalle atmosfere gassose profuse da questo fondamentale Epistemological Despondency.
La magnificenza di questo lavoro sta nella sua straordinaria varietà che, se ad un primo ascolto parrebbe un controsenso, con il tempo trova il giusto riscontro nella grandissima quantità di arrangiamenti, nella cura meticolosa per l'effettistica e nel drumming perfettamente in equilibrio tra la lentezza smisurata delle canzoni ed un certo gusto per il movimento che, senza disturbare, si insinua abilmente nelle composizioni rendendole "trascinatamente dinamiche" e godibili. In una parola, capolavoro!
Per gli appassionati ed i die hard fans segnalo la recente ristampa su vinile ad opera della Aesthetic Death che, col presente album, inaugura la Vynil Series.
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11
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Il voto dei lettori mi shokka ammetto. |
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10
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Finalmente dopo tanto cercare sono riuscito a recuperarlo su Amazon e a chiudere la discografia, edizione rimasterizzata del 2003. Un trip, un viaggio allucinogeno, il buio più totale. Magistrale e angosciante l'uso dell'effetistica, da paura il growl e stupendi i break atmosferici. Bella anche la sfuriata grind di 'Only Hate'. Molto semplicemente, un capolavoro. Ottima come al solito la rece di Gabriele, che in questo ambito è ormai un punto di riferimento. |
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9
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Viaggio infernale!!! recensite into darkness degli Winter!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! |
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8
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Senza parole. Un lungo distruttivo fantastico viaggio nelle tenebre! Forse il migliore degli Esoteric! |
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7
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@Furio si sul secondo concetto sono completamente d'accordo, non è musica di facile ascolto né pretende di esserlo, del resto la si ama proprio per tale caratteristica. |
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6
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@undercover: concordo pienamente col tuo post, il mio intervento era rivolto alla riflessione di Bloody Karma che non condivido. La differenza tra "easy listening" e musica (realmente) underground sta proprio nel tempo che impiega a farsi apprezzare, come d'altro canto è inversamente proporzionale al tempo con cui si farà dimenticare! |
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5
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Il mio discorso riferito alla "lungaggine" era relativo, voleva esser riferito a pezzi che magari con uno due minuti in più girerebbero meglio ma questo come avviene negli Esoteric capita spesso anche in tantissime altre realtà che amano diluire il sound sfruttando durate "pesanti". |
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4
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Viviamo in un periodo che non concede tempo o on siamo più disposti a prendercene? Questa è la domanda! A mio parere nel doom estremo va ammessa una certa forma di cripticità che per essere sviscerata necessita di tantissimi ascolti. Disco fantasmagorico, comunuqe, come tutti quelli di Grag & Company!!! |
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3
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penso si possa astrarre il discorso all'arte in generale... perchè oggi non esistono più capolavori di scultura, pittura o architettura? Perchè pare che le "lungaggini" non siano più apprezzate dalle masse... |
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2
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concordo con undercover...fanno musica di altissimo livello, ma che necessitano di lunghissimi ascolti per poter essere compresa appieno...e spesso uno il tempo non ce l'ha |
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1
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Gli Esoteric da un lato sono sempre stati una garanzia di qualità, dl'altro lato certe lungaggini hanno per me penalizzato in più occasioni i loro lavori, non è questo il caso dove la ruota degli ingranaggi gira perfettamente, questo è un capolavoro davvero e il tempo ne ha dato riprova dato che ancora oggi risulta essere fra i migliori dischi mai composti del panorama domm esoterico. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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CD1 1. Bereft 2. Only Hate (Baresark) 3. The Noise Of Depression
CD2 4. Lamented Despondency 5. Eradification (Of Thorns) 6. Awaiting My Death
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Line Up
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Bryan - Bass, fretless bass, effects & bass synth Gordon - Lead guitar, effects, samples & synth Greg - Vocals, effects Simon - Lead guitar, effects, samples Stuart - Guitar, effects Darren - Drums, percussion
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