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The Jeff Beck Group - Truth
( 7035 letture )
Chitarrista di indiscutibile valore, il londinese Jeff Beck è tra gli artisti che potremmo definire senza tema di smentita “pionieri della musica dura”. Anche dalle sue intuizioni e dalle sue composizioni si è generato quel contributo sonoro dal quale si amplierà l'intero background hard'n'heavy, un brodo primordiale che caratterizza tutto quello che ancora oggi ascoltiamo, a interi decenni di distanza dalla pubblicazione di Truth, primo disco della band omonima (The Jeff Beck Group), diretta discendente degli Yardbirds, con i quali Beck aveva rilasciato tre album tra 1965 e 1966. Truth, il disco che ci apprestiamo ad esaminare, risale al 1968, è stampato dalla Epic Records e prevede un lotto iniziale di dieci canzoni, per una durata totale di quaranta minuti di musica. L'album profuma d'un rock antico, musicalmente molto valido, in cui a spiccare sono naturalmente le eccellenti e calorose sezioni soliste tracciate sulla sei corde del frontman.

La melodia liquida della sua chitarra rende decisamente squisita l'opera nella sua interezza, anche se ovviamente tutto possiamo attenderci fuorché la velocità e la “metallicità” a cui le nostre orecchie sono abituate: quasi sommesso e sfumato nel blues, l'hard rock dell'ensemble britannico si rivela vocalmente rilassato e dalla formula semplice ed orecchiabile, idealmente localizzabile in un gremito piano-bar di fine anni sessanta; il tocco di classe fornito dal chitarrista accarezza sapientemente atmosfere a tratti oniriche, tra le quali fa capolino qualche bel refrain vocale (Let Me Love You, Morning Dew). Il sound base del quartetto si muove su ritmiche lente e grevi, accompagnate ora da tastiere ed ora dal piano (è il caso di You Shook Me, in cui John Paul Jones dei Led Zeppelin si cimenta con un organo Hammond), rivelandosi non facilmente accessibile ai fruitori contemporanei. Attraverso eleganti stilettate, sintomo di classe e raffinatezza, la chitarra di Beck detta le linee guida battendo territori suadenti e mai rozzi o veloci, molto distanti dal rock stradaiolo ed energico che si diffonderà largamente negli imminenti anni settanta, lasciando relegate a sprazzi ridotti le sonorità più dure e rocciose che potevano far presagire l'indurimento venturo della scena musicale. L'album è aperto da Shapes of Things, pezzo che come tutte le tracce presenti in scaletta si assesta su velocità molto contenute: contorni piacevoli e rilassanti dal flavour quasi malinconico arricchiscono questo celeberrimo brano degli Yardbirds, band nella quale, come predetto, aveva militato lo stesso Jeff Beck, che viene opportunamente riadattato per l'occasione. La canzone cresce con gli ascolti e si fa coinvolgente in corrispondenza del vertiginoso assolo di chitarra, esattamente come la successiva Let Me Love You, molto gradevole anche dal punto di vista vocale. Chitarre e ritornelli incedono con grande signorilità e pulizia in Morning Dew, terzo della serie, che definisce in maniera chiara e conclamata la direzione stilistica dell'opera; non mancano, comunque, alcune parentesi leggermente differenti, come l'evocativa Ol' Man River, che vede impegnato alla batteria Keith Moon degli Who: nella canzone, la musica dettata dall'organo di John Paul Jones diventa un sottofondo quasi impercettibile alla voce modulata di Rod Stewart. Nel platter sono presenti due cover di un grande bluesman come Willie Dixon: la prima è You Shook Me, non a caso coverizzata anche nel debut-album degli stessi Led Zeppelin, mentre la seconda, I Ain't Superstitious, che incede di soppiatto, claudicante ma altamente godibile, risale al 1961 e sarà rieditata, svariati lustri dopo, addirittura dai Megadeth di Dave Mustaine. La breve ballata Greensleeves, pezzo interamente strumentale suonato da chitarra acustica, altro non è che il rifacimento di un brano popolare folk inglese, dal fascino misterioso e dal mood molto tranquillo; essa precede la melodia tenue di Rock My Plimsoul, pista distinta sulla quale la voce del singer danza con altrettanta finezza, duettando con i brevi riff chitarristici: un'anticipazione di questo episodio la si era già avuta attraverso un precedente 45 giri, in versione leggermente differente.

La chicca assoluta del full length è, forse, Beck's Bolero, una strumentale che si apre malinconica e molto dolce, scorre sognante e quasi spensierata prima di aprirsi in un crescendo arioso: dopo un minuto e mezzo sferra i colpi più tosti del disco, mentre l'assolo incalzante piazzato in coda la vivacizza non poco. Ad arricchire il tutto ci sta il fatto che è stata composta da Beck assieme al chitarrista degli Zeppelin, quel Jimmy Page che aveva a sua volta militato negli Yardbirds, e venne suonata con l'apporto dello stesso Keith Moon al drumkit e di John Paul Jones al basso. L'ascolto è piacevole, ma il tempo non gli rende giustizia: chi lo ascolta, oggi, senza conoscenze pregresse e il giusto rispetto della Storia, lo potrebbe trovare troppo datato e disteso, troppo lontano dagli standard musicali rock e metal più comuni, e pertanto non riuscire ad apprezzarlo adeguatamente. Chiudendo gli occhi e riconoscendo il merito ad un chitarrista che ha posto le basi fondamentali, però, potremmo riuscire a immaginarci in qualche locale dalle luci soffuse e dall'atmosfera sessantiana, per toccare con mano le radici di ciò che siamo.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
63.05 su 40 voti [ VOTA]
Rasta
Sabato 18 Febbraio 2023, 15.11.19
36
.... ecco xché era praticamente irriconoscibile...
Rasta
Sabato 18 Febbraio 2023, 15.10.05
35
Hai ragione Galillee, ho frainteso. Allora x evitare confusione a chi passasse di qua, incollo da Wikipedia : Wonder aveva scritto originariamente Superstition per Jeff Beck, ma l\'insistenza del suo manager lo convinse a registrare egli stesso il brano, mentre a Beck fu offerto Cause We\'ve Ended As Lovers, benché in seguito anche lui registrò una cover di Superstition.
Galilee
Sabato 18 Febbraio 2023, 14.59.52
34
Quella di Stevie Wonder non è una cover di Dixon, ma un pezzo 100% Wonder. Lyrics and music written by Stevie Wonder. Inoltre il titolo è solo Superstition.
Fabio Rasta
Sabato 18 Febbraio 2023, 14.47.50
33
Stavo proprio spulciando i primi lavori di BECK quando è mancato, ma non x lui, chitarrista geniale che stimo ma non prediligo, bensì x ROD STEWART che mi piaceva assai, prima che perdesse l\'anima R\'n\'B e si mettesse a fare robetta. Comunque grande perdita x il mondo del Rock. /// Sono concorde con chi sostiene che pesi tanto l\'assenza di hit o di canzoni memorabili, sia in questo LP che nel successivo Beck-ola, che considero comunque un passo avanti. Preferisco di gran lunga i FACES. Tra parentesi la cover fatta di WILLIE DIXON, sparisce di fronte alla monumentale versione di quella di STEVIE WONDER.
Philosopher3185
Domenica 15 Gennaio 2023, 21.53.08
32
Sono d\'accordo con alcuni commenti;i lavori di Beck(truth e beck ola)sono un concentrato di energia,classe ma si sente la mancanza di classici come quelli dei Led Zeppelin..la band di Beck non aveva la stessa classe compositiva e si sente la differenza di avere ai tamburi una forza della natura come Bonham..pero\' devo dire che Beck e Hendrix erano di un altro pianeta rispetto a tutti gli altri chitarristi per idee,sound,uso dell\'effettistica..solo con Iommi si sente aria di novita\' perche\' quell\'uomo-di fatto-ha creato il metal e il doom...due generi che prima non esistevano(clapton,page,blackmore,young,hanno anche loro contribuito al Metal in un modo o nell\'altro)..poi vabbe\' con Van halen,Rhoads,si raggiunge il massimo ho quasi di possibilita\' della Chitarra metal rock
Enrico
Venerdì 13 Gennaio 2023, 17.34.47
31
R.I.P. caro Jeff. Hai avuto la sfortuna di non saperci fare con i mass media, ma come chitarrista non eri secondo a nessuno (anche se a me piace moltissimo Blackmore).
Renaissance53
Giovedì 12 Gennaio 2023, 20.05.29
30
Sto riascoltando Truth dopo tanto tempo, per ricordare il grande Jeff Beck, forse il miglior chitarrista dal punto di vista tecnico e della raffinatezza. L\'album raggiunge delle vette altissime in alcuni brani (Morning Dew, Beck\'s Bolero, Greensleves etc.) e non poteva essere diversamente con i musicisti presenti. Forse nuoce l\'eccessiva eterogeneità dell\'album e la mancanza di un adeguato songwriting. Questo spiega perché gli Zeppelin con gli stessi ingredienti (ma con molta più esplosività e convinzione) negli anni successivi hanno poi ottenuto un successo planetario che il Jeff Beck Group non ha nemmeno sfiorato. RIP, Jeff...
Rob Fleming
Giovedì 12 Gennaio 2023, 11.26.25
29
Io ti saluto qua, il mio primo \"tuo\" disco che ho mai ascoltato.
silvano
Sabato 18 Settembre 2021, 23.23.06
28
Disco importante per la storia del rock. Una pietra miliare. Grande il batterista Cozy Powell. Personalmente non mi piace lo trovo noioso e datato. . In ogni caso e" doveroso ascoltarlo se si vuole capire l'evoluzione della musica degli anni 70
Galilee
Lunedì 17 Maggio 2021, 18.11.42
27
Sui pezzi filler degli Zep non andremo mai d'accordo. Qualsiasi song con inserti funky come appunto The Crunge o trampler under foot per me sta in pole position.
Rob Fleming
Lunedì 17 Maggio 2021, 17.36.06
26
Su questo hai ragionissima. I Led Zeppelin avevano le canzoni (i filler sono molti di più per i miei gusti con in testa fiera di esistere The crunge). Avevano tante, tantissime canzoni e tutte caratterizzate da potenza ed eleganza, fisicità e meditazione. C'è poco da dire. Con Truth e Beck-Ola godi dei musicisti e della magnifica voce di Rod Stewart. Sarei curioso di ascoltare un live del periodo, perché Jeff Beck su disco, almeno all'epoca, non esagerava con gli assoli (paradigmatica la differenza tra le due versione di You Shook Me), Mentre Jimmy Page, beh, basta Communication Breakdown per stenderti al tappeto.
Galilee
Lunedì 17 Maggio 2021, 16.51.09
25
Il fatto è che i LED sia nelle cover che nei pezzi originali hanno saputo essere vincenti. In 7 dischi ci saranno 3 filler.. Le canzoni di Beck sono più rumoristiche più marce e lontane da qualsiasi idea di hit. Sembra tutto molto improvvisato. Il fatto è che la storia si fa con le canzoni. Persino un disco come l'omonimo dei Velvet Underground, si tempi snobbato perché troppo difficile, cosa ci ha lasciato? Tanti classici piacevoli da ascoltare che non tramonteranno mai. Di truth o di Beck Ola cosa è rimasto? Li ho da 20 anni ma non saprei citarti un pezzo piuttosto che un altro. Li ascolto nel suo insieme e va bene così. Ma continuo a ripeterlo, la storia si fa creando classici. Hendrix non sarebbe Hendrix
Rob Fleming
Lunedì 17 Maggio 2021, 16.36.13
24
@Galilee: sono d'accordo con te e al contempo non lo sono. Mi spiego. Jeff Beck tecnicamente è persino superiore a Jimmy Page, ma quest'ultimo, soprattutto agli inizi della avvenuta Zeppelin, in studio sapeva essere di gran lunga più infuocato/dinamico/avventuroso e sperimentatore rispetto a Jeff. Capitolo canzoni: anche in questo caso hai ragione, ma...il ma - concedimi la provocazione che non vuole attizzare alcuna polemica stante la mia venerazione totale ed assoluta per LZ I e II e di gran parte di quello che è venuto dopo - consiste nel fatto che, secondo me, gli Zeppelin sono stati più bravi a prendere "ispirazione" dagli altri trasformando buoni pezzi in capolavori (i titoli li conosciamo tutti, è inutile fare l'elenco). Truth è un album bellissimo, ma inferiore al debutto degli Zeppelin perché la loro furia non è avvertibile su questi pur magnifici solchi. Insomma questo album vale 90 perché Led Zeppelin I e II valgono 100 e lode.
Galilee
Lunedì 17 Maggio 2021, 16.12.53
23
Avessero anche scritto un solo pezzo all'altezza di Plant e soci avrebbero venduto 10 volte tanto. Perché qui ciò che manca è proprio quello, il sapere scrivere canzoni. Perché tecnicamente non sono secondi a nessuno. JB poi oltre ad essere il miglior chitarrista che abbia visto dal vivo, è un super innovatore. E appunto, non citiamo nemmeno il Rod Tewart. E il risultato è tutto qua? Inutile girarci attorno, siamo lontani dalla bellezza soverchiante dei grandi classici, nonostante in maniera minore ne faccia anche parte.
Enrico
Lunedì 17 Maggio 2021, 15.23.48
22
Ricordo ai fans dei Led Zeppelin che alcun i loiro brani pesudo-celtici (The Battle of Evermore) fanno dormire; con Jeff si rimane sempre vispi...
Enrico
Lunedì 17 Maggio 2021, 15.20.16
21
Un grandissimo chitarrista, poco conosciuto, anche per il carattere non facile, qui con un grande Rod Stewart e un tastierista sopraffino come Nicky Hopkins; cosa desiderare di più?
GRC
Sabato 12 Dicembre 2020, 17.59.42
20
Philosopher3185, dire che Page non sia originale e/o sperimentale è a dir poco blasfemo, tanto più limitarlo a solo chitarrista Blues (sempre che questo sia un limite), basti ascoltare “IV” (tra i tanti) per rendersene conto.
Philosopher3185
Sabato 12 Dicembre 2020, 17.14.17
19
che i Led zeppelin fossero' superiori è vero,ma a me piace di piu' la voce di Stewart che di plant,e poi Beck mi sembrava piu' originale e sperimentale di page..non solo scale blues ma anche riadattamenti di brani celtici,il fatto di suonare con le dita e non il plettro..comunque,parliamo di due band fondamentali per l'hard rock e -in parte-anche il metal.
Jimmy Page
Lunedì 28 Settembre 2020, 19.20.33
18
Gli Zeppelin erano suoeriori alla fine... qusti non erano alla pari con loro... mi dispiace....
Jimmy Page
Lunedì 28 Settembre 2020, 19.17.42
17
Stufa.... lo ho ascoltato decine du volte... all'inizio dell'album piace ... poi la chitarra di Beck che cerca qualsiasi effetto immaginabile e la voce di Rod Stewart che sembra fare sempre più il cantante solita, stufano... c'è sicuramente qulche bella canzone... ma a sto punto erano più hard i Cream 2 anni prima e non stufano con Jack Bruce alla voce.
Andrea71
Martedì 17 Marzo 2020, 17.04.07
16
Il disco in questione pubblicato nel 1968, ha un importanza a dir poco seminale. Per quanto riguarda la tecnica e il tocco di Jeff Beck voglio ricordare che nel corso di una carriera ultra cinquantennale il musicista in questione ha esplorato ogni sorta di genere musicale passando dal blues all’hard rock; dalla musica fusion al funky; dal jazz all’heavy metal e se gente del calibro di Hendrix, Zappa e McCartney lo ha definito come il migliore, un motivo dovrà pur esserci. Quanto ai Free prima di nominarli è sempre opportuno farsi un breve ripasso di storia del rock. Buona musica a tutti voi.
Rob Fleming
Venerdì 20 Dicembre 2019, 16.45.21
15
Ho letto ora il posto di @JimmyPage. Per quanto mi riguarda se si afferma che questo disco sembra un album dei FREE per me è il più bello dei complimenti considerato chi erano e cosa hanno comporto quei 4 là. Qua siamo agli albori del rock duro, quello più imparentato con il blues. E' vero che non c'è Communication Breakdown, ma quando Rod Stewart apre bocca è pura magia e il tocco di Beck è sublime, meno avventuroso di Page (basta confrontare le due You Shook Me), ma...beh...dai..."che te lo dico a fare"
Jack
Venerdì 20 Dicembre 2019, 15.57.57
14
Premesso che Jeff Beck non mi piace assolutamente alla pari di Steve Vai.. avete presente quando gia dai primi accordi non scocca la scintilla? L'album in questione è invece sicuramente una delle fondamenta del futuro hard and blues rock vista l'epoca di uscita, mi ha colpito il tiro della band in primis la voce del grande Rod e il tandem basso batteria. Alcuni brani sono epici, su tutti Shapes of things ripreso anni dopo da Gary Moore, ma ripeto la chitarra non mi entusiasma al livello di altri chitarristi dell'epoca e successivi.
Galilee
Venerdì 23 Agosto 2019, 20.20.20
13
Boia deh.. liquidare così Jeff Beck come chitarrista ci va del coraggio. In 30 anni di concerti rimane il miglior chitarrista rock che abbia mai visto dal vivo. E si questo è un disco decisamente hard rock per tempi.
Philosopher3185
Venerdì 23 Agosto 2019, 19.58.27
12
@JimmyPage;dunque per te questo album non è hard rock?considera l'anno in cui è uscito! ascoltalo ad alto volume e vedrai...per l'epoca era una bomba
JimmyPage
Mercoledì 7 Marzo 2018, 10.25.22
11
Ascoltato per la prima volta oggi... quindi questa è una mia opinione più di impulso... Dicono che questo disco avrebbe influenzato addirittura Jimmy Page nel primo Zeppelin? Ma dove? Qui non c'è niente di hard.... C'è il blues si... Ma niente di eccezzionale... Sembra più il Rod Stewart Group altro che il Jeff Beck Group... Il primo Zeppelin è una bomba.... Batteria e chitarra devastante, voce animalesca e mai sentira prima... Questo disco sinceramente sembra un disco dei FREE... Alcune cover come il primo brano degli yardbirds è peguo dell'originale (che è anche bello). Adesso capisco perchè Jimmy Page è il numero uno e preferiwco gli Yardbirds con Page che con Beck...
charlie
Sabato 27 Febbraio 2016, 22.21.03
10
Ho il disco originale da tanti anni....come ha scritto qualcuno....questo gruppo era pazzesco.....chissà cosa avrebbero fatto se fossero rimasti insieme per qualche album...hanno influenzato persino i Led Zeppelin.....Jimmy Page cercava un cantante proprio come Rod Stewart....poi per fortuna ha scelto Robert Plant.....il più grande....ma Rod Stewart almeno fino agli inizi degli anni 90 è stato un grandissimo vocalist....
Rob Fleming
Sabato 13 Febbraio 2016, 16.36.57
9
Questo album ha pari importanza del debutto degli Zeppelin. La formazione è spettacolare; le canzoni sono perfette. Eppure qualcosa di diverso ci sarà stato perché questi han durato lo spazio di due dischi, gli Zeppelin hanno dominato per un decennio. 90
ElPibeDeOro
Giovedì 3 Settembre 2015, 18.26.50
8
Sia nella recensione che nei commenti è stato giustamente evidenziato il valore storico di quest'opera... Poi guardo il numero dei commenti (appena 7) e mi viene da pensare..... Ma questi rocker e questi metallari odierni la conoscono la storia di quello che ascoltano? Sanno chi è la gente che suona in questo disco? Ho paura di conoscere la risposta.....
Philosopher3185
Martedì 3 Febbraio 2015, 15.00.37
7
Insieme al primo dei Led Zeppelin,e in Rock dei deep Purple,qui' ci sono i semi del futuro Hard Rock e anche heavy metal..una miscela di Rock Blues a 2000 watt.
toni
Mercoledì 5 Ottobre 2011, 17.13.35
6
album spartiacque, dall'importanza storica inesauribile, contiene i primi bagliori dell'heavvy metal. 80 non gli rende giustizia
the Thrasher
Martedì 4 Ottobre 2011, 21.25.35
5
grazie x i complimenti e le interessanti precisazioni, Jimi The Ghost!
Jimi The Ghost
Martedì 4 Ottobre 2011, 20.09.17
4
In questo disco del '68 i musicisti sono monumentali. Tutto in quel periodo ruotava al genio indiscusso di Jeff Beck. Molti di questi artisti elencati nel disco erano in quel periodo dei "sessionman". Esempio In quel periodo Jimmy Page era un famoso turnista per Columbia Graphophone e poi per la Decca, poi divenne il turnista preferito di Shel Talmy, infatti troverete Page anche sul primo disco dei Kinks e sul brano degli Who "I can't Explain"...poi arrivato in scandinavia diede inizio alla storia nei Led Zeppelin. Bella rece. Una fetta di storia indiscutibile raccontata oggi. Jimi TG
Subhuman
Martedì 4 Ottobre 2011, 19.51.32
3
Leggere la formazione di questo album fa venire i brividi! Sembra fantascienza... potenzialmente avevano tutte le carte in regola per fronteggiare gli Zeppelin!
BLS Furlan Chapter
Martedì 4 Ottobre 2011, 10.36.27
2
Album favoloso, forse il mio preferito del periodo più "rock" di Jeff Beck! Voto 90, assolutamente di parte.
hm is the law
Martedì 4 Ottobre 2011, 8.46.39
1
Album storico sebbene gli abbia sempre preferito il successivo Beck Ola.
INFORMAZIONI
1968
Epic Records
Hard Rock
Tracklist
1. Shapes of Things
2. Let Me Love You
3. Morning Dew
4. You Shook Me
5. Ol' Man River
6. Greensleeves
7. Rock My Plimsoul
8. Beck's Bolero
9. Blues De Luxe
10. I Ain't Superstitious
Line Up
Rod Stewart (Voce, tranne in "Greensleeves" e "Beck's Bolero")
Jeff Beck (Chitarra, voce, arrangiamenti, basso in "Ol' Man River")
Jimmy Page (Chitarra acustica 12 corde in "Beck's Bolero")
Nicky Hopkins (Piano in "Morning Dew", "You Shook Me", "Beck's Bolero" e "Blues Deluxe")
John Paul Jones (Basso in "Beck's Bolero" e organo Hammond in "Ol' Man River" e "You Shook Me")
Ron Wood (Basso, tranne in "Ol' Man River", "Greensleeves" e "Beck's Bolero")
Micky Waller (Batteria, tranne in "Greensleeves" e "Beck's Bolero")
Keith Moon (Batteria in "Beck's Bolero", timpani in "Ol' Man River")
 
RECENSIONI
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