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The Clash - Give em Enough Rope
( 5257 letture )
Cavallo di battaglia dei The Clash è sempre stato il forte coinvolgimento sociale a fini politico-musicali, con una ben chiara predilezione per il left side della questione. Nel 1978 la band era ancora agli albori della sua carriera, ma in quanto ad idee ed intenzioni sembrava avere molti più anni di esperienza alle spalle. Dopo lo sconvolgente omonimo album d’esordio, il gruppo guidato da Joe Strummer, cantante e chitarrista nonché maggior compositore, col valido apporto di Mick Jones alla chitarra solista, Paul Simonon al basso e Topper Headon alla batteria, dà alla luce la seconda fatica discografica, intitolata Give ‘em Enough Rope (letteralmente: date loro abbastanza corda), titolo di forte impatto e con l’irriverente significato dai risvolti reazionari. Non sono solo questi elementi puramente contenutistici ad assumere un’importanza storico-sociale, anzi, un altro fattore da sottolineare è il modus operandi, ovvero il modo in cui tali contenuti vengono espressi. In altre parole, il genere musicale. E’ facile per un appassionato di metal snobbare intenzionalmente ogni singola uscita discografica punk o punk rock -anche se questo atteggiamento alla fine è del tutto soggettivo-, ma a volte dietro di esse si celano proposte musicali del tutto diverse da quelle che ci si sarebbe aspettati di trovare. Per me è stato sempre difficile “accettare” il punk, ancora adesso non nego di avere dei pregiudizi in tal merito, ma ad andare avanti con gli occhi sbarrati spesso si rischia di cadere e farsi male. Per questo motivo sono andato a fondo della questione, spalancando le porte ad una non piccola fetta di cultura musicale che prima mi era in gran parte ignota.

Il merito dei The Clash è quello di prendere spunto tanto dalla semplicità espressiva del punk quanto dalla tecnica insita nel sound di derivazione rock, unire queste due influenze di base, e forgiare in modo del tutto personale la loro idea di partenza. All’interno di Give ‘em Enough Rope tutto ciò è facilmente intuibile: da un lato abbiamo canzoni indiscutibilmente punk, come Safe European Home, Last Gang in Town e Drug-Stabbing Time, mentre dall’altro troviamo canzoni più rock oriented, come English Civil War, Julie’s Been Working for the Drug Squad, Guns on the Roof e Stay Free. Se per questi brani la distinzione risulta abbastanza netta, è senz’altro più difficile riscontrarla in pezzi come Tommy Gun, Cheapskates o All the Young Punks (New Boots And Contracts), un’ottima via di mezzo tra l’attitudine punkettara e quella rockettara. Ciò che rende tanto notevole questo disco è proprio l’attitudine, lo stile personale che da sempre contraddistingue i The Clash e li eleva a storiche icone della nostra musica. Risulta quasi impossibile trovare punti deboli o poco interessanti in questo disco, a partire dall’inusuale -se pensiamo a questo genere- uso degli assoli, molto presenti ed eseguiti sempre in maniera notevole, mai superficiale. Infatti un punto forte del disco sono proprio le chitarre, che dall’inizio alla fine girano a meraviglia (oltre agli assoli si percepisce anche un lavoro compositivo mai troppo banale) rendendosi così piacevoli a qualunque tipo di pubblico. Un aspetto che però potrebbe dividere gli ascoltatori è la voce. Come ben sappiamo, nel punk non è richiesta nessuna particolare predisposizione o qualità vocale, anzi, un cantato di livello alquanto grezzo è quanto di più diffuso ci possa essere, ma nel rock le cose cambiano. Nella musica rock è proprio il cantato che fa la differenza e quello di Joe Strummer, almeno in questo disco, non è certo eccellente. Certo, nello stile richiesto dai The Clash la sua voce rientra perfettamente, si adatta alla proposta ed al suono ricercato, ma è proprio ciò che rischia di far sembrare il disco in questione, almeno in parte, privo di appeal. Messo da parte l’aspetto più strettamente musicale, è quello socio-politico evidenziato in apertura ad essere posto in risalto. A partire dalla copertina, che impatta nettamente alla nostra vista tramite il disegno cruento di una scena fortemente simbolica: sulla destra, in primo piano, un cowboy steso a terra diviene il pasto di due avvoltoi, mentre sulla sinistra, una guardia rossa dell’esercito della Repubblica Popolare Cinese assiste alla scena in sella al suo cavallo.

Insomma, se anche non foste mai stati più di tanto attratti da questo genere musicale, il mio consiglio è comunque quello di dargli un ascolto che sia allo stesso tempo attento e curioso, perché ne vale davvero la pena. Ascoltare i The Clash non significa solo passare una mezz’oretta con della musica dai toni che appaiono -almeno in superficie- “leggeri”, ma piuttosto cercare di entrare nella mentalità dei vari membri del gruppo, nelle loro idee, nei loro giovanili ed anarchici tentativi di “cambiare il mondo”. Ne sarà valsa davvero la pena soltanto dopo che qualcosa in voi si sarà mosso, soltanto dopo che vi sarete sentiti appagati e vogliosi di fare qualcosa, di agire. Non in malafede ovviamente, ma per il bene comune. Il messaggio è stato mandato, ora tocca a voi!



VOTO RECENSORE
84
VOTO LETTORI
61.57 su 52 voti [ VOTA]
Stagger Lee
Domenica 28 Giugno 2020, 13.57.08
10
Comprato da ragazzino sulla bancarella dei nastri al mercato di quartiere del giovedi. All'epoca l'ho letteralmente consumato, il nastro era quasi trasparente da quante volte ha girato nel walkman. Me lo sono mangiato sto disco!!!!
Andrea tweedy
Lunedì 4 Settembre 2017, 1.24.37
9
Mi sento costretto a dare il massimo dei voti, non si può vedere un album di questo livello avere una media di 49
?
Venerdì 10 Gennaio 2014, 20.48.27
8
Che ore sono?
Francesco
Domenica 16 Ottobre 2011, 17.52.25
7
Il capolavoro dei Clash! Dieci canzoni una più bella dell'altra...
Flight 666
Martedì 11 Ottobre 2011, 18.17.47
6
@dannyboy: condivido in pieno quanto hai detto!
dannyboy
Martedì 11 Ottobre 2011, 14.58.16
5
...i clash sono capisaldi della musica e basta. qua non si parla di punk, rock, ska o quantaltro. Facevano musica del popolo per il popolo. Musica per far aprire gli occhi contro lo sfruttamento quotidiano di tutti noi...ce ne fossero oggi di gruppi così e con la fama che avevano loro allora. Oggi c'è bisogno di loro!
BILLOROCK fci.
Lunedì 10 Ottobre 2011, 9.53.41
4
Band fondamentale per il genere punk, anche se condivido il post di "OK", sono esplosi velocemente , ma altrettanto sono scomparsi... voto 80
tribal axis
Lunedì 10 Ottobre 2011, 2.15.49
3
ottimo disco, che trovo tuttavia interlocutorio tra i due capolavori The Clash e London Calling
ok
Domenica 9 Ottobre 2011, 19.34.49
2
i gruppi punk e hardcore sono sempre stati molto più sinceri , in generale, di quelli metal , sono nati e si sono bruciati in pochi anni. Tanti gruppi metal erano ribelli a 20-25 anni ed ora sono gruppi di imbolsiti cinquantenni miliardari con nulla più da dire.
Jimi The Ghost
Sabato 8 Ottobre 2011, 23.32.55
1
Bravo Arturo "Flight 666", proprio un paio di giorni fa ad un'osteria vicino all'università, abbiamo fatto una rimpatriata con i "veci" ricordando il nostro primo gruppo cover...caspita era il 1991 quando suonavamo (bene o male) i The Clash, con qualche pezzo da questo disco...(Tommy Gun, Stay Free...ed altri) Si, anche noi volevamo "cambiare il mondo". Anzi, lo vogliamo sempre cambiare ca**o!! ....Bella, proprio una bella rece!! Jimi TG
INFORMAZIONI
1978
Epic Records
Punk
Tracklist
1. Safe European Home
2. English Civil War
3. Tommy Gun
4. Julie’s Been Working for the Drug Squad
5. Last Gang in Town
6. Guns on the Roof
7. Drug-Stabbing Time
8. Stay Free
9. Cheapskates
10. All the Young Punks (New Boots And Contracts)
Line Up
Joe Strummer (Voce, Chitarra ritmica)
Mick Jones (Chitarra solista, Voce)
Paul Simonon (Basso)
Topper Headon (Batteria)
 
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