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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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The Wounded Kings - In The Chapel Of The Black Hand
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( 5054 letture )
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Cominciamo mettendo subito i puntini sulle i… Questo disco è un capolavoro!!! Partorito dalla fiorente mente di Steve Mills, il nuovo album dei The Wounded Kings, In The Chapel Of The Black Hand, terzogenito di una discografia neonata ma esaltante, presenta delle piccole ma fondamentali differenze rispetto al suo illustre predecessore The Shadow Over Atlantis.
Per prima cosa la produzione, notevolmente migliorata: più corposa, compatta e moderna, (in senso lato, ovviamente), il secondo importantissimo cambiamento riguarda le vocals, laddove il defezionario e membro fondatore della band - assieme a Mills - George Birch ha lasciato il passo alla bellissima voce di Sharie Neyland; di tutto ciò non poteva che beneficiarne il qui presente In The Chapel Of The Black Hand. Tranquilli, il sound della band rimane ancoratissimo a stilemi doom metal e a tutto ciò che gli anni ‘70 hanno partorito in fatto di musica esoterica, oscura, malsana e ritualistica. Mancava un piccolo step ai nostri per divenire davvero grandi, step colmato e superato ampliamente grazie a quest'album favoloso. La prima cosa che ho cercato di fare per recensire questo lavoro è stato cercare di liberare la mia mente, di estraniarmi, non dimenticando ovviamente le influenze dei nostri, ma soprattuto cercando di analizzare quest'album come un'opera non tanto influenzata dal passato, ma aperta e contaminata dal mondo moderno, dalla sua decadenza e dalla sua macabra perversione. Ho inteso questo lavoro come una sorta di traghettatore tra vecchio e nuovo, tra bene e male; uno stargate tra inferno e paradiso. The Cult Of Souls parte senza indugi, con l'organo da brividi di Mills a dettare le danze, tessendo l'intelaiatura del pezzo come un ragno con la sua ragnatela. Sezione ritmica e chitarre suggellano il patto di queste anime perse col diavolo, e la voce di Sharie , in assoluto una delle migliori assieme ad Alia O'Brien dei Blood Ceremony per interpretazione e magnetismo, va a sublimare con profetica autorevolezza il tutto. I riff, seppur macinando chilometri, rimangono incredibilmente epici, minacciosi e infallibili nel descrivere la dannazione dell'anima. Un fumoso break centrale spezza il fiato per alcuni brevi istanti prima del bell'assolo di Mills; rintocchi infiniti nelle tenebre e sussurri da brividi si aprono alla splendida melodia finale, evocativa e accompagnata da cori sacrali, oltre tredici minuti di grande impatto… Monumentale!!
La seconda The Gates Of Oblivion gira sullo stesso minutaggio, ma muta leggermente pelle risultando ancora più opprimente e macchinosa nel suo incedere devastante. Se si potesse stilare una soundtrack della fine del mondo questo pezzo ne farebbe sicuramente parte. Lava doom incandescente che discende dalle menti incatenando a valle l'anima in attesa di vederla deflagrare nell'oblio di una morte violenta. Il canto funebre si apre ad un assolo grigio, senza volto, assordante nalla sua intensità dolorosa. Anche il break lascia segni indelebili al suo passaggio; è corrosivo ed infetto come un virus letale. Il cantato non dà punti di riferimento, sempre ancorato a un’interpretazione senza respiro, gli assoli si susseguono nel finale e vanno ad accompagnare gli splendidi vocalizzi di Sharie. Return To Sorcerer dura poco meno di quattro minuti, ma anche qui non c'è un attimo di respiro. Squarci di perversa sacralità ansimano odio e si fanno portavoci di una struttura completamente strumentale; la melodia è paranoica ed oscurissima, mentre l'assolo finale esplode in sfumature ricche di contrasti ed avvolgenti richiami ad un irrealtà figlia della paura.
Lalbum è chiuso dalla titletrack: In The Chapel Of The Black Hand è, a mio modo di vedere, il pezzo da novanta, nonchè la summa dell'intero l'album. Oltre a presentare le migliori linee vocali è dotata di un ottimo ritornello, così come il breve assolo dopo di esso. L'inizio si apre quindi ad una struttura più tradizionale - strofa-ritornello-assolo-strofa-ritornello - per poi evolvere il proprio aspetto e mutare in una nuova creatura. Il break di fatto sancisce tale traguardo e apre a nuovi lugubri momenti culminati da una melodia proiettata in un crescendo sentito ed emozionante. Una menzione speciale va all'ottima sezione ritmica, sempre in grado di mettere l'accento a passaggi ricchi di pathos. Ancora cori dai toni morbosi e interventi vocali volutamente spettrali nel finale, mentre l'assolo conclusivo raschia via gli ultimi brandelli di ragione e ci abbandona al sonno eterno chiudendo di fatto un album monumentale.
Mutevole e pericoloso, distorto e viscerale, macabro, strisciante e psicologicamente violento; il mondo dei The Wounded Kings non lascia scampo. Il male ha un nuovo compagno di giochi… Sussurrate al vento i vostri incubi, ma attenti, potrebbero avverarsi…
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@ Manuel: altri 4 dischi full-length (2008 - Embrace of the Narrow House, 2011 - The Shadow over Atlantis, 2014 - Consolamentum, 2016 - Visions in Bone), + uno split coi Cough (An Introduction to the Black Arts) e un'altra traccia singola (Curse of Chains): attualmente sciolti. Discorso qualità, dovrei ripescarli, ma a memoria ricordo che solo l'ultimo era il peggiore di tutti, gli altri mi sembravano tutti interessanti per i fanatici del genere, ma questo tipo di doom sonnolento non mi ha mai preso particolarmente. |
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Approfondirò anche loro...Emiliano sapresti darmi un quadro generale delle loro uscite discografiche?Questo è il loro migliore?I primi due senza di lei come sono? |
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Segnali divita dall'oltretomba. Doom veramente sulfureo di matrice europea. Bello |
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Sono in sintonia con il recensore OTTIMO disco DA AVERE ASSOLUTAMENTE,anche se i precedenti 2 nn sono all'altezza di questo. COMPRARE!!!!!! |
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lavori come questo ti trascinano "piacevolmente" agli inferi... grandissimo !!! |
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spero anch'io che prima o poi riescano fuori i Left Hand Solution..gran bel gruppo.. |
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io ricordo che alcuni di loro erano molto impegnati con un gruppo di nome The Kristet Utseende (ho appena controllato). ma non credo si tratti di metal. però ho letto che 2 anni fa hanno fatto un concerto speciale con la vecchia line-up, peccato non ci sia niente su youtube, visto che stando al sito avrebbero suonato un sacco di roba vecchia! |
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Purtroppo no e Mariana mazza che gnocca... comunque mi pare che un paio di anni fa fosse uscito il secondo Darklands progetto con membri loro. |
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undercover: born_too_late: sì, è vero, i rituals sono un po' più, come dire, prolissi, ecco. sai che io invece il nuovo dei blood ceremony non l'ho trovato così entusiasmante, dopo averlo ascoltato per parecchio? preferisco nettamente il primo. e ovviamente jex è una delle donne della mia vita, solo che lei ancora deve capirlo in compenso mi è venuto in mente un altro grande gruppo che purtroppo è fermo da anni e non si sa esattamente che fine abbia fatto: i Left Hand Solution (anche loro molto consigliati). non è che qualcuno ha qualche informazione "di corridoio" sul loro status? |
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@Andrea vero, anche i Rituals Of The Oak sono davvero da consigliare a chi ama queste sonorità, anche se a mio avviso le loro composizioni sono un po' troppo statiche rispetto a quelle dei Wounded Kings. Jex Toth, Ritual Of The Oak, ma soprattutto i Blood Ceremony (fautori quest'ultimi di un ottimo disco quest'anno) |
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10
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Concordo con te Andrea, il doom è il genere che sta regalando perle a non finire e ha sbaragliato nettamente tutto il resto del panorama metallico. Steve Milss ha all'attivo un tre su tre fantastico, onore anche a Peter della I Hate Records che ne ha rilasciato gli ultimi due lavori dopo il debutto uscito per la Eichenwald Industries. |
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9
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bellissima recensione! sono proprio d'accordo, un gran capolavoro. forse il loro miglior disco finora? tra l'altro questo tipo di doom alla vecchia con donne alla voce funziona ancora meglio secondo me (chi ha detto jex thoth?!). agli appassionati che non li conoscessero consiglio gli australiani rituals of the oak, nel 2009 hanno fatto un disco con un'altra delle più ammalianti voci femminili che si possano sentire. sembra che questo sia l'anno del doom, oltre che di altri generi! |
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8
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@ luci di ferro....se il doom è uno dei tuoi generi preferiti non potrai farne a meno..compralo a scatola chiusa..@ born_to_late..sono estremamente d'accordo con te..disco dell'anno sin'ora ;p |
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7
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Disco dotato di un'intensità incredibile, in grado di resuscitare perfino i morti... Per me è il disco doom dell'anno (fino ad ora) |
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5
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@ Edylc, @ piggod, @ Witchcraft, mamma mia raga... da come ne parlate (cosi bene) cioè capolavoro ,e come dire acquisto sicuro, acquisto obbligato, soldi ben spesi......... non perdo neanche il tempo ad ascoltarlo su you tube, come lo vedo dal mio negoziante di musica ........sara mio!!!!!!!!!!! La recensione è stupenda e quel 91 vuol dire solo una cosa CAPOLAVORO |
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4
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Disco fantastico. Acquisto obbligatorio per ogni doomster che si rispetti. |
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E ormai li ho tutti originali, lei è gnocca, brava e calza a pennello su queste ultime canzoni scritte da quel genio che è Steve Mills. |
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1
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Doooooooooooommmmmmmm. Da ascoltare e consumare. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1 - The Cult Of Souls 2 - Gates Of Oblivion 3 - Return Of The Sorcerer 4 - In The Chapel Of The Black Hand
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Line Up
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Sharie Neyland (vocals) Steve Mills (guitar, piano, organ) Alex Kearney (guitar) Jim Willumsen (bass) Mike Heath (drums)
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RECENSIONI |
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