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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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( 11082 letture )
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Hoest, come l’autunno, quando il sole flebile piega il suo corso nel cielo in un arco radente l’orizzonte e la nebbia, che tutto cela e occulta, avvolge le fredde e umide notti norvegesi. Hoest, come Ørjan “Ulvhedin Hoest” Stedjeberg, cioè l’anima, la mente geniale, schiva e controversa dei Taake.
Noregs Vaapen, quinto full-length della band di Bergen, scivola sulla pelle come una lama gelida e affilata. Un album tagliente, glaciale e maligno, capace di riservare all’ascoltatore non poche sorprese, con diversi attori, da Demonaz ad Attila Csihar fino a Nocturno Culto, e cambi di scena che si alternano su di un palco sferzato da folate di feroce e intensa bellezza.
Fra Vadested Til Vaandesmed, il primo brano, si apre con un riff che ha l’effetto di un brivido freddo. Nitida e malvagia è l’impronta di Hoest sulla chitarra, mentre un mid-tempo martellante ci trascina fino al lungo intermezzo centrale in cui il sound si fa più corposo, il basso diviene strumento predominante e Nocturno Culto, inconfondibile e prestigioso ospite, interpreta e guida una mefitica esplorazione black n’roll. Il riff finale riporta il brano nei binari che attraversano paesaggi oscuri e desolati con ossessiva monotonia, rotta solo dalle note di un Mellotron. Curioso strumento, fragile ma ingombrante, capace di inserirsi su di uno spietato riff black metal con un raffinato effetto vibrante, evocando atmosfere davvero inquietanti e dolorose. Orkam ci travolge come un uragano, un brano che racchiude tutta l’essenza del true norvegian black metal marcato Taake. Un riff sferzante come un vento impetuoso, un ritmo forsennato e opprimente che sfumano in quella che è solo una morte apparente, per poi riprendere con nuova vitalità in un ultimo passaggio tiratissimo, feroce e violento. Echi sabbathiani emergono dalle profondità di Du Ville Ville Vestland, in cui le distorsioni, il sound e il feeling riverberano di riflessi che attingono all’old school black metal e al thrash, mentre Helvetesmakt, penultimo brano, si vela di una sfumatura epica con dei cori che sono raffiche di vento gelido nelle ossa.
Noregs Vaapen è un album articolato, dinamico e pulsante, mutevole nella forma e nella sostanza. È fredda melodia, ma è anche il coinvolgente groove black ‘n roll di Nordbundet, brano in cui compare Attila Csihar come guest vocalist, rendendo ancora più letale e micidiale questo esercito che scende dal nord. È feroce black metal, ma è anche la capacità di introdurre elementi di tradizioni tanto lontane, assolutamente poco ortodossi. Un assolo di banjo in Myr, un mandolino in Helvetesmakt. Sulle prime si rimane interdetti, poi l’effetto di strumenti che tanto hanno il sapore di scenari country è davvero entusiasmante. Materia atipica, che si amalgama perfettamente in un album black metal fondendosi in un unico flusso sonoro. Ci voleva coraggio, o forse solo geniale follia?
Non era facile scegliere tra il rimanere ancorati al passato o proiettarsi verso il futuro. Con Noregs Vaapen i Taake riescono a trovare un giusto equilibrio tra innovazione e tradizione, disegnando un album dal sound forse meno graffiante, ma solido, fiero e coraggioso, ricco di spunti e sfumature che lo impreziosiscono pur mantenendo profonde radici black metal.
E il peso della trilogia inaugurata da Nattestid Ser Porten Vid, che tanto aveva gravato nel confronto con il precedente omonimo album, si fa finalmente più leggero.
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20
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Un buon album, come giustamente dice la recension un giusto equilibrio tra innovazione e tradizione, con radici ben saldamente ancorate al black metal ma ricco di molte sfumature. Ho trovato anche echi del tanto bistrattato post black, seppur in chiave totalmente diversa rispetto a gruppi shoegaze come Les Discrets e via dicendo. Voto 75 |
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19
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Non mastico molto Black Metal, ma mi avete fatto venire una gran voglia di sentirlo |
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18
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Il migliore disco Black degli ultimi tempi, davvero molto buono e con delle innovazioni piacevoli |
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17
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Album geniale,ricco e vario! Non vi trovo niente di negativo,anzi è un accavallamento di ansia e di quiete! |
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16
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Mi accodo alla sfilza di complimenti... bella recensione per un album davvero ottimo! |
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@Luca: mi associo a pieno titolo al tuo post!!! Grandi Taake! |
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Non riesco a farmelo piacere e la cosa mi dispiace parecchio. |
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13
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capisco, mi fa un po' strano perchè Dødskvad è il mio preferito della trilogia (Nattestid vabeh, ma la produzione penalizza totalmente il songwriting): progressive ma non troppo come Bjørgvin e secondo me ci sono fra le tracce più ispirate dei Taake (parte II e IV su tutte)... |
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12
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Solo "Dødskvad", il precedente mi piace e anche molto. L'ho trovato alquanto forzato come album, non mi ha impressionato né dal punto di vista atmosferico, nè per quanto riguarda il riffing che come composizione a mio modo di vedere quest'ultimo " Noregs Vaapen" non solo è maggiormente inspirato ma anche più naturale e "Taake" nell'essenza rispetto a ""Dødskvad" che funzionava solo a corrente alternata. Moro quando di un disco non ti rimane un pezzo in testa ma solo una manciata di riff per me qualcosa non quadra, ecco questo è quello che è successo con quell'album, l'omonimo manco mi ricordo com'è fatto, talmente è brutto che l'ascoltai due volte prestato e lo ritornai al mittente senza pensarci neanche troppo. |
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@Undercover: come mai non ti è piaciuto Dødskvad (e forse Bjørgvin ?) ? |
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10
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disco notevole, vario ma non troppo. Il precedente Taake era pieno zeppo di riff e di forzati cambi di tempo. Le canzoni che ne derivavano non rimanevano in testa per più di un secondo salvo rarissimi casi (Motpol). Anche questo disco ha i suoi alti e i suoi bassi. L'opener è stupenda ed è piena delle influenze new wave che ama Høst (Adam e gli Ants soprattutto). Belle le tastiere che si sentono lontane; sconvolgente il banjo, assimilabile solo dopo svariati ascolti e solo dopo che l'effetto "sconvolgimento" si è assopito. Considerando che non partoriranno più dischi come la trilogia, siamo su buoni livelli. |
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9
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@Spadaccionero - Se tu avessi fatto la recensione di quest'album io avrei messo il commento: "Voto 95 perchè i Taake sono i miei preferiti" |
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Per me Doedskvad è superato, questo Noregs Vaapen si posiziona subito dietro ai primi due. |
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7
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Il ritorno su altissimi livelli. Dopo il discreto omonimo album, Hoest è tornato. Lavoro decisamente riuscito che, a mio modesto avviso superà anche Doedskvad. |
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6
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il precedente è finito subito nel dimenticatoio...su questo non ho alcuna aspettative, sebbene molti me ne parlano bene..se ne avrò voglia e tempo può darsi che un'ascoltata arrivi pure... |
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5
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Ottima rece e album piacevole. Anche se in ritardo, ti do il mio benvenuto. |
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4
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avrei voluto recensirlo io qst album... recensione azzeccata mio voto 95 xkè i Taake sn i miei preferiti (: sn trpp d parte |
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3
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Questa volta ottimo disco, non al livello dei primi due ma nettamente superiore al resto. Bentornati. |
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2
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E' il primo che riesco ascoltare dopo tutta la merda che hanno prodotto da "Over Bjoergvin Graater Himmerik". |
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1
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gran bel disco, fresco e vario. Adoro la parte di banjo nella traccia Myr. Voto perfetto |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Fra Vadested Til Vaandesmed 2. Orkan 3. Nordbundet 4. Du Ville Ville Vestland 5. Myr 6. Helvetesmakt 7. Dei Vil Alltid Klaga Og Kyta
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Line Up
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Hoest: vocals, all instruments
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