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20/04/24
THE OSSUARY
CENTRO STORICO, VIA VITTORIO VENETO - LEVERANO (LE)
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Summer Romance - More Than Meets The Eye
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( 1205 letture )
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Lascio per un attimo - ben riparati nel cassetto - i miei tremolo picking, le mie wammy bar esasperate, i miei blastbeat claustrofobici per parlare un po’ dei Summer Romance . Ho indugiato a lungo prima di scrivere queste righe, ho ascoltato molto i Summer. Lo so. Non ho gli strumenti adatti per maneggiare questo genere metal. Ma sai che c’è? È come quando ti senti attratto da una donna brutta, o meglio, da una donna che sai non essere il tuo tipo. Eppure ne sei stregato. La guardi, la desideri, la trovi intrigante. Il suo nasone ti seduce, lo sgraziato sorriso ti ammalia. Affascinante. Così per me i Summer Romance. Non c’è alcun growl, non ci sono sezioni ritmiche inasprite e acide, non ci sono corde ai limiti della spossatezza, né pelli martoriate da raffiche di martellate legnose. Semplicemente i Summer non sono violenti. Eppure mi affascinano.
La chitarra gioca con umiltà, godendo di tutti i suoni senza nulla pretendere. Sbrodolate onaniche sul manico son roba da sofisti. I nostri sono ragazzi da muretto e campetto: la plettrata è pulita e precisa. I riff sono schietti e validi pur debitori verso virtuosismi tecnici e introvabili sonorità. Ma onesti, ce ne frega qualcosa? Naaah. A noi interessano le onde che ti entrano in pancia, fossero pure due sole note che girano per tutta la lirica. Le distorsioni sono un po’ sbiadite e impersonali: preferiamo Ilpapatola nei suoni netti e rifiniti, che si arenano nella testa e non vanno più via. Decise. Le pelli sono decise. È il primo aggettivo che mi è venuto in mente. Non scendono a compromessi. Vanno avanti testone per la loro strada. È una buona batteria, anche se personalmente non amo le batterieprotagoniste che inseriscono sfoggi un po’ dappertutto. Io vado per l’essenziale, perfino quando le trame melodiche si ripetono apparentemente in maniera elementare. Ci vuole gran fermezza a mantenere in loop un groove senza sdrucciolare mai. Snocciolo passaggi sazi di ride e crash, vocalism in chiusura svalutati (ahimè!) da una rullata in più, ma come ho già detto, sto maneggiando un genere che non rientra propriamente nelle mie “pelli” (!!) e quindi è sicuramente il mio orecchio poco allenato al nu metal. I suoni della batteria sono molto secchi e mancano un po’ di fluidità. La produzione purtroppo non aiuta a oliare “l’asfalto timbrico”. Nonostante tutto Pignolini dimostra di essere un buon batterista, chiaro e dall’esecuzione seria e affidabile. Voce. Quante volte avrò consumato queste liriche affascinata di fronte a un cantato pulito? Le mie orecchie zozzusamente satolle di death e brutal metal hanno gustato incredule le sue linee nitide. Sì, virgola. Nitide ma un po’ troppo lineari. Quando alza i giri e dà potenza al suo diaframma (ehi, un gran diaframma per estensione vocale, si intende), ci accorgiamo che tecnicamente non ha imprecisioni ma è come se tra la sua laringe e i nostri timpani ci fosse un foglio di cera. Che non riusciamo a sciogliere. Che non riesce a colpirci. Ma quando viaggia ai bassi regimi, cazzo, quella cera si surriscalda e si liquefa fluidamente. Quelle pennellate calde e talvolta sporche arrivano dritte nello stomaco. Decisamente Kino rende molto di più quando lascia le Malmsteeniate appiccicate a degli spartiti e ci mostra – palle alla mano – tutti i suoi limiti, le sbavature, le sporcature, le insabbiature e le ruvidate vocali sbattendoti sul muso un cuore sanguinante. Che pulsa. Il songrwriting non sempre veste i binari musicali: spesso il cantato è costretto ad allunghi vocali nel fraseggio. In linea generale è molto semplice e diretto. Ti si incolla tra lobo e collo e rimane lì, punto. Cucs è il bassista. E non sono di parte (sì lo sono, il ragazzone mi piace!) Dumb-du-dumb balla il suo basso sincero e d’impatto. I pattern che vibra sono efficaci e orecchiabili (anche se potrebbe spingersi oltre, è vero…). Gli slap spruzzati lungo la struttura melodica rendono l’ascolto ritmato e godereccio. Nessuna pedaliera ad “effettare” quei rimbalzi metallici, solo una gran passione viscerale, attenzione nel fare bene della musica e voglia di divertirsi. Dio quanto sono prolissa.
Ok, due righe sulla produzione, la chiusura, poi ho finito, promesso. La produzione non è né ultrasetticaultraconfezionata stile Dream Theater, né quella del sottoscala di uno scannatoio con le confezioni di plastica delle uova attaccate alle pareti (ma Butchered at Birth rimane una delle mie puntine di diamante!) Risalta un groove strumentale tonico e ben definito. Si fa smalto un grande affiatamento palpabile nell’aria. Certo, viste le qualità tecniche potrebbero tutti osare un po’ di più, e certo, non siamo di fronte alla trovata innovativa secolare musicale, ma diciamocelo, il prodotto non stanca e non ha retrogusto di usato e stantio. Ed è cosa buona e giusta.
Memento audere semper
(e grazie per avermi rallegrata e affascinata nonostante non siate “il mio tipo”, ma si sa, il fascino difficilmente trova una spiegazione. Trova solo un’attrazione senza tempo)
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deciso. decretata quella dei khors. BABBA BIAA!!!! |
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Come me le sono dimenticate? se ho detto che le ho lette tutte ... Le recensioni degli Svartpest e i Khors sono rimaste nel mio cuore! ... come tirare fuori del bello da dei gruppi discutibili...mooooolto discutibili! ... |
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una delle più belle?! ma allora ti dimentichi (o forse non le hai lette?!) le recensioni degli svartpest e dei khors, le mie due puntine di diamante uahauahuahauhauahuahu!!! ahuauahauhauahuahuahua!!! |
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Gran gran bella recensione... delle recensioni che ho letto di Irastrana, una delle più belle... facendo un riferimento "motociclistico", all'ultima recensione dei Brutal Truth, direi che questa recensione è proprio un amore di moto! Tra parentesi invece io sostengo i Summer perchè li conosco e per il ciclo "chi volesse potesse" si possono ascoltare i pezzi recensiti qui: www.myspace.com/summeronline |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Special Tanks 2. More Than Meets The Eye 3. Another Way
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Line Up
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Kino - Vocals Ilpapatola - Guitars Cucs - Bass Pignolini - Drums
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RECENSIONI |
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