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Charred Walls of the Damned - Cold Winds on Timeless Days
( 4107 letture )
Problema: formare una band heavy metal in grado di passare sempre e comunque inosservata sulla scena. Soluzione: contattare Tim “Ripper” Owens, l’ex vocalist dei Judas Priest, e chiedergli di formare un gruppo (o di subentrarvi). In men che non si dica avrete quello che comunemente viene definito un “copia-incolla” perfetto. E’ infatti questa la dura realtà dei Charred Walls of the Damned, che arrivano negli ultimi mesi del 2011 a sfornare il secondo album in studio intitolato Cold Winds on Timeless Days (il seguito dell’omonimo ed anonimo debutto pubblicato solo un anno prima). A voler essere magnanimi ci sarebbe anche poco da ribattere sulla bontà canora del sopracitato singer statunitense originario dell’Ohio: come ben sappiamo, infatti, quanto mostratoci finora da Owens è una capacità innata per acuti potenti, intensi ed aggressivi, qualità non da poco se prestata all’heavy metal. Il problema però, sta nell’inserire questa qualità all’interno di un progetto ben definito, che abbia uno sviluppo sensato e soprattutto qualcosa di rilevante da dire. Finché Owens continuerà a presenziare in band come i Winter’s Bane, che con lui alla voce diedero alle stampe l’album del 1993 intitolato Heart of a Killer, o i Beyond Fear, che pubblicarono invece nel 2006 l’album omonimo, prima di scomparire letteralmente nel nulla o, ancora, l’album solista del 2009 intitolato Play My Game ed ultimi in ordine di tempo questi Charred Walls of the Damned, che si distinguono solo per il fatto di essere arrivati al secondo disco in studio, allora sarà difficile poter dare più di tanto credito alla sua carriera, pur mediocremente buona, dedicata all’heavy metal. Non ho dimenticato ovviamente anche il periodo di picco avuto negli Iced Earth, coi quali pubblicò tre studio album, che rappresentano forse il periodo migliore della sua carriera.

Tornando alle questioni amare, sappiate che mai mi ero trovato tanto in difficoltà nell’analizzare i contenuti di un disco: devo, infatti, ammettere che ho riscontrato sempre più problemi ad ogni nuovo ascolto delle dodici interminabili tracce qui presenti. Inizialmente l’impressione generale era quella di un album costruito su misura per risultare compatto, solido, potente, in ogni caso privo di cedimenti; con i successivi ascolti, però, mi sono ritrovato a dover trasformare del tutto il mio giudizio arrivando a definirlo paradossalmente quasi all’opposto: fragile, ben poco amalgamato, addirittura aleatorio nel suo incedere. Privo, dunque, di solide fondamenta. Cold Winds on Timeless Days è un album che, se volessimo attenerci agli aspetti puramente tecnici (spesso superficiali), meriterebbe una valutazione altissima. Infatti, presi singolarmente, i vari componenti di questa band -Owens per primo- dimostrano capacità tecniche invidiabili. Il tappeto ritmico costruito dalla batteria di Richard Christy (il fondatore ufficiale di questo “supergruppo”) e dal basso di Steve DiGiorgio si avvicinano difatti in continuazione al limite di sopportazione sonora delle nostre povere orecchie, in modo comunque compatto e preciso dal primo all’ultimo istante; dopotutto non stiamo parlando degli ultimi due arrivati, ma di due musicisti con una grandissima esperienza alle spalle: il primo lo ricorderete per aver prestato le sue doti da ineffabile metronomo “sfascia-pelli” nell’ultimo album dei Death, The Sound of Perseverance, uscito nel 1998; il secondo più che altro per aver suonato in un numero assai invidiabile di grandi band, non ultimi proprio i Death, ma anche Sadus, Testament, gli stessi Iced Earth di Horror Show, Vintersorg e molti altri ancora. Alla chitarra troviamo invece Jason Suecof, un personaggio noto più per la sua carriera di produttore (DevilDriver, Trivium, Job for a Cowboy, The Black Dahlia Murder, tra i nomi più di spicco) che per quella relativamente modesta di musicista. Il problema principale di Cold Winds On Timeless Days, in definitiva, è quello di apparire in tutto e per tutto uguale dalla prima all’ultima canzone. Nessuno spunto diverso dalla norma, niente che non ci si aspetti di sentire, nulla dunque da segnalare in quanto ad originalità ed inventiva. Questo problema diventa ancor più grande quando si va a guardare la durata complessiva del disco: quasi un’ora! Ora, immaginatevi un’ora di batteria martellante, senza praticamente mai un rallentamento, di voce acuta e potente, quasi priva di una qualsiasi melodia se non in alcuni sporadici punti (che sono solo una goccia nell’oceano), di riff “cattivi” e con soluzioni già sentite e risentite, tra l’altro senza la presenza di assoli, salvo qualche rara eccezione. Se questa descrizione vi ricorda da vicino i due album pubblicati da Owens ai tempi dei Judas Priest (Jugulator del 1997 e Demolition del 2001), sappiate che non siete in errore: la somiglianza è addirittura esasperante.

Come fare quindi a parlare di singoli pezzi, quando l’album sembra avere la forma di un’unica canzone della durata di un’ora? Risulterebbe, ancor più che complicato, inutile. La morale allora può essere una soltanto: il lupo perde il pelo, ma non il vizio. L’abitudine da parte di Tim “Ripper” Owens di presentare ogni volta un prodotto simile -se non identico- a quello precedente, è ormai risaputa, ma ogni suo tentativo di lasciarsi alle spalle un progetto sembra dar vita solamente ad altrettanti progetti tanto ambiziosi quanto inutili, come in un vortice senza fine. Giunto all’età di quarantaquattro anni, il singer statunitense non è più la giovane meteora di un tempo e farebbe bene a cercare di analizzare in modo oggettivo la sua carriera, almeno per cercare di non commettere ogni volta gli stessi passi falsi del passato. Speriamo poi che anche i progetti futuri del buon Richard Christy possano essere decisamente più concreti.



VOTO RECENSORE
58
VOTO LETTORI
43.77 su 22 voti [ VOTA]
Icarus
Venerdì 24 Agosto 2012, 14.49.19
8
Ciao a tutti. Mi sembra che la linea di continuità stilistica non sia con i due album fatti con i Priest o i Beyond Fear, che reputo abbastanza differenti dai CWOTD, anche per alcune scelte a livello vocale, ma con gli Iced Earth con Tim alla voce a cui si aggiunge una sezione ritmica che è chiaramente risultato dell’esperienza di Christy nei Death e nei Control Denied, ma con un intento più tradizionale che sperimentale direi. Poi ,per quanto mi riguarda cantare con una sola delle band e dei musicisti con cui ha cantato Tim, un comune mortale come me non se lo sogna neanche da lontano, quindi non vedo esattamente la sua carriera come un disastro, piuttosto credo che tranne forse in Jugulator dei Priest non sia mai stato l’uomo giusto al posto giusto. In conclusione mi vedo solo in parte d’accordo con il recensore, cioè quando si parla della qualità non eccelsa del platter e della generale pochezza di idee; cioè si poteva davvero fare un album molto più variegato, personale e soprattutto ispirato. L’heavy metal penso abbia bisogno di ben altro per rigenerarsi oggi. Un saluto.
Flight 666
Mercoledì 2 Novembre 2011, 20.28.32
7
Io parlo non tanto dei dischi composti da lui, quanto quelli in cui lui è stato presente, prendendo d'esempio soprattutto i due nei Judas... se poi questo disco ti è piaciuto sono contento per te!
Raw_Caress
Mercoledì 2 Novembre 2011, 20.05.10
6
..scrivere che Owens presenta ogni volta prodotti simili e/o identici è un' assurdità!! Ma li hai sentiti i suoi lavori o ti sta solo sul cazzo?? Se poi pensi al fatto che gli unici che ha composto di persona sono il CD solista e i Beyond Fear (in parte) ti sei già contraddetto.. Il CD è fantastico, come il precedente!!
dorian gray
Domenica 30 Ottobre 2011, 13.20.22
5
disco dalle sonorità create per fare emergere un mostruoso lavoro di batteria,però risulta faticoso arrivare sino alla fine
Radamanthis
Domenica 30 Ottobre 2011, 9.58.26
4
Ho avuto modo proprio ieri sera di ascoltarlo...Flight in sede di rece avevi ragione...merita giusto giusto un 58 perchè ci sanno fare e han mascherato una vena compositiva annacquata...per il resto quoto il post di Nightblast riguardo al grande Christy!
Nightblast
Domenica 30 Ottobre 2011, 9.19.44
3
Diciamo che Christy farebbe meglio a dedicarsi solamente alla batteria, dato che è uno dei migliori del mondo...Scrivere canzoni non è proprio cosa sua...Tipico esempio di come non serva essere brillanti musicisti per comporre un buon disco...Questo disco è quasi peggiore del primo...
Flight 666
Sabato 29 Ottobre 2011, 20.02.23
2
Un consiglio: ascolta anche più di una canzone, solo così potrai capire la pochezza generale del disco...
Radamanthis
Sabato 29 Ottobre 2011, 19.55.50
1
Azz, dalle parole di Flight 666 sono rimasto un pò deluso...da questa super band mi sarei aspettato qualcosa di piu'...comunque un ascolto lo darò per valutarlo io...
INFORMAZIONI
2011
Metal Blade Records
Heavy
Tracklist
1. Timeless Days
2. Ashes Falling Upon Us
3. Zerospan
4. Cold Winds
5. Lead the Way
6. Forever Marching On
7. Guiding Me
8. The Beast Outside My Window
9. On Unclean Ground
10. Bloodworm
11. Admire the Heroes
12. Avoid the Light
Line Up
Tim “Ripper” Owens (Voce)
Jason Suecof (Chitarra)
Steve DiGiorgio (Basso)
Richard Christy (Batteria)
 
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