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Marty Friedman - Introduction
( 4961 letture )
Cammino lungo la riva della coscienza, dove le onde si muovono in un flusso e riflusso continuo. Quando arrivano, lasciano dietro di sé delle scritte che subito l'ondata successiva cancella. Cerco di leggerle in fretta, nel breve intervallo fra un'onda e l'altra. Ma non è facile. Prima che faccia in tempo a leggere, arriva una nuova onda a cancellare tutto. Nella coscienza rimangono solo indecifrabili frammenti di parole.
[Haruki Murakami, 1949- tratto dal romanzo ‘Kafka sulla spiaggia’ – titolo originale: ‘Umibe no Kafuka’, 2002]


Introduction è un prodotto che si colloca in maniera dissimile tra i due capitoli musicali successivi solistici di Marty Friedman: Dragon's Kiss del 1988 e Scenes del 1992, con uno stile che si allontana chiaramente dalla sua produzione artistica del post Cacophony e Megadeth. Un disco, Introduction, pubblicato nel 1995 anno in cui simmetricamente Jason Becker plasmava le celestiali armonie in Perspective, opera profonda e fortemente introspettiva, che venne purtroppo nel contempo insinuata dalla malattia progressiva-degenerativa di cui scoprì essere affetto. Un anno contornato da questi due gioielli compositivi che caratterizzarono, poi, in tempi e modi diversi, un affresco musicale saturo di emozioni e sentimenti anche nella mia vita.
Con questo prodotto musicale Friedman mostra prima a se stesso, poi al grande pubblico mondiale e Giapponese, la sua identità di musicista con uno stile unico, maturo e soprattutto libero. La sua più volte palesata duplice personalità artistica gli ha permesso, e gli permetterà, di poter far emergere in tutte le sue composizioni la sua sconfinata versatilità e capacità nel produrre ed interpretare sapientemente nuovi e discorde sonorità con un atteggiamento consapevolmente libero.

Sono libero, penso. Eccomi qui, libero e solo come una nuvola che fluttua nel cielo.
[Haruki Murakami, 1949- tratto dal romanzo ‘Kafka sulla spiaggia’ – titolo originale : ‘Umibe no Kafuka’, 2002]


La libertà. Sì, è la sensazione che maggiormente ricorre ogni qualvolta ascolto Introduction. La libertà è intrisa e viva in ogni sua traccia che la compone, in ogni sua singola nota che vibra ad ogni tocco di plettro di Marty Friedman, come un canto che si crea e si eleva nello spazio circostante, non fatto di rumore, ma di silenzio, per offrirci quiete e attenta riflessione mistica come potremmo solo ritrovare nelle sconfinate e lontane terre del Giappone. È una percezione musicale indescrivibile con le sole parole.
Questa volta non ascolterete musiche con rapide involuzioni, sound distorti, cacofonie e folli discese tra le scale modali. No, nulla di tutto questo è Introduction, ma è certamente qualcosa di più. In più che si aggiunge in quel diversificato mondo musicale dei virtuosi solisti della chitarra.

Mi tolgo le cuffie e ascolto il silenzio. Il silenzio è una cosa che si ascolta. Lo scopro per la prima volta. [Haruki Murakami, 1949- tratto dal romanzo ‘Kafka sulla spiaggia’ – titolo originale : ‘Umibe no Kafuka’, 2002]

Arrival è la traccia che irrompe Introduction con la sua apertura magnificente di ottoni e orchestra sinfonica, che si estende poi con un suono di chitarra inaspettatamente clean, accompagnato costantemente da un pianoforte come in un distico elegiaco. La chitarra lievemente in overdrive con aumento di quinte nelle note, è molto spontaneo, particolarmente espressivo nei vibrati la quale viene sempre ornata dal pianoforte che va anche a concludere ad-lib il brano.
Solitario si espande nell’aria una melodia di uno shakuhachi, il flauto dal suono tipico proveniente dal bambù del lontano Giappone, cinto poco dopo da uno strumento cordofono: il koto, ma questa temporanea quiete viene interrotta immediatamente da un taiko con una ritmica subentrante. Un improvviso refolo e un violino solista spezzano il quadro orientale trascinando il movimento musicale malinconicamente e in chiave orchestrale nella nebbia e nel vento, che verrà ripreso dal suono di un violoncello e dall’energica carica proveniente dalla mani sulla chitarra di Marty Friedman. È la meravigliosa Bittersweet. Un’opera sinfonica pienamente orchestrale, arricchita nelle parti anche da un ottavino che si alterna nei fraseggi che compongono il tema centrale del brano, ma che poi lascerà interamente il suo spazio alle note di una chitarra per concludere, con rapida esecuzione in clean, la traccia. Scenografico ed incredibilmente suggestivo nella sua melodia e peculiarità compositiva. La costruzione orchestrale si ripete anche in Be, realizzato con un tema centrale distensivo, meditativo, pressoché definibile, ma impropriamente di matrice new age. La chitarra di Marty genera e scandisce emozioni, ma è sempre un ottavino che la trasporta nell’aria circostante facendola fluttuare fino a raggiungere un’arpa che, immediatamente e nuovamente, innesca con vibrati e bending una chitarra elettrica meravigliosamente controllata nei toni e nel sustain. Come una colonna sonora di un film, Be si inserisce adattandosi nell’anima, regalando armonia e pace ad occhi aperti. Ogni volta. Da sempre.

Non è permesso chiudere gli occhi. Tanto, non serve a migliorare nulla. Non è che chiudendo gli occhi si spenga qualcosa. Anzi, se lo fai, quando li riaprirai nel frattempo le cose saranno decisamente peggiorate. Questo è il mondo in cui viviamo.
[Haruki Murakami, 1949- tratto dal romanzo ‘Kafka sulla spiaggia’ – titolo originale : ‘Umibe no Kafuka’, 2002]


La costruzione attenta della melodia si esprime particolarmente in Escapism, l’armonia nel suo complesso è molto ben realizzata, non solo nelle parti della chitarra che mi trascinano nell’antica cultura giapponese, ma in tutte le sezioni degli strumenti che la compongono. Il pianoforte è molto presente e la chitarra è straordinaria nella sua espressività, sembra che riesca a narrarci un storia o una fiaba antica come in una illustrazione di Eitaku Kobayashi, o di Kason Suzuki, o anche di Shoso Mishima e Yoshimune Arai che ci permettono, ogni volta e sempre ad occhi aperti, di allontanarci e di evadere, per mezzo dell’immaginazione, dalla nostra realtà.
Luna, con un’introduzione nelle primissime note fortemente evocativa, l’Ave Maria [Ellens dritter Gesang] di Franz Schubert, è una composizione palesemente onorante il Giappone, non solo per un’orchestrazione tipica e caratterizzante, ma anche dalla presenza nel brano di un segmento parlato da una donna in nihongo. La chitarra di Marty rende tutta la struttura molto semplice e piacevole l’ascolto, così come nella traccia successiva: Mama. Costruita in tonalità B minor, profondamente malinconica e nella quale è possibile gustare interamente il suo vibrato espressivo ed incredibile, che si alterna nuovamente ed incessantemente con l’ottavino. L’apertura in successione disarmonica delle prime note della chitarra nella traccia Loneliness mi ricorda per un attimo l’esperienza maturata con Becker nella concept-band Cacophony, ma poi il brano prende forma nelle mani di Marty Friedman con i vibrati sulle corde che lentamente danno forma e spessore ad una traccia sempre molto intensa. Un tema musicale in tonalità B minor ancora ben riuscito, ma sicuramente lontanissimo dalla produzione artistica tipica di Friedman e dei suoi precedenti passati.
La conclusione di Introduction è affidata al duro e gelido Siberia. Duro con riferimento ai toni bassi scanditi costantemente, che sapientemente dettano un’incalzante ritmica, ma morbido nella struttura dell’orchestra e nella composizione melodica di una chitarra finalmente libera e priva di effetti sonori prorompenti.

I ricordi ti scaldano il corpo dall'interno. Ma allo stesso tempo ti lacerano dentro.
[Haruki Murakami, 1949- tratto dal romanzo ‘Kafka sulla spiaggia’ – titolo originale : ‘Umibe no Kafuka’, 2002]


Introduction ha segnato un’importante tappa evolutiva in Marty Friedman. Sicuramente è un opera musicale che disunisce molto radicalmente tutta la storia passata e la composizione artistica del chitarrista. Un disco che ha fortemente generato, di fatto e nettamente, due parallelismi artistici musicali in Friedman; due anime che sono strettamente connesse ed intrecciate tra di loro, ambedue contenute sempre nello stesso chitarrista e distinguibili in ogni piccola e sua strabiliante nota musicale che viene concepita dalle sue mani con un’espressività fuori dal comune come in un “realismo magico”.
È un disco da tenere.

Resto lì a lungo, la mano appoggiata al bordo della finestra, a fissare il punto in cui è sparita. Magari potrebbe accorgersi di aver dimenticato di dirmi qualcosa, e tornare indietro. Ma non torna. In quel punto rimane solo una specie di cavità invisibile che ha la forma della sua assenza.
[Haruki Murakami, 1949- tratto dal romanzo ‘Kafka sulla spiaggia’ – titolo originale : ‘Umibe no Kafuka’, 2002]



VOTO RECENSORE
91
VOTO LETTORI
70.1 su 80 voti [ VOTA]
Philosopher3185
Mercoledì 13 Marzo 2024, 0.44.32
18
Bella recensione e bellissimo album.Non amo molto gli album dei vari Guitar Hero perche\'-spesso e volentieri-predomina la.chitarra e i virtuosismi;in questo disco invece c\'e\' spazio anche per altro.Si Friedman ha gusto e sensibilita\' che in pochissimi hanno.
dantes
Giovedì 1 Dicembre 2011, 15.24.12
17
@Jimi The Ghost ... troppo gentile. Un saluto
Jimi The Ghost
Giovedì 1 Dicembre 2011, 11.52.53
16
@dantes: molto bello e molto sentito il tuo commento! Friedman ha questo di speciale proprio tutto quello che tu hai scritto ed indicato. Complimenti a te e grazie. A presto per altri tuoi commenti!! Jimi TG
dantes
Giovedì 1 Dicembre 2011, 10.26.27
15
... un album fantastico ... sensibilità, gusto e melodie che tanti guitar-hero non "vedono" neanche con il telescopio. Ho conosciuto Friedman, apprezzandolo tanto, chiaramente grazie ai Megadeth ... poi per curiosità nel '94 comprai "Scenes" uscito tempo prima ma che finì in vetrina in un negozio di dischi forse solo perchè in quel periodo i Megadeth tiravano parecchio ... Qualche mese dopo uscì Introduction ed da lì non ce ne fù più per nessuno ... mi sono procurato tutta la sua discografia precedente, e negli anni non ho perso una sua uscita ... tutto comprato a scatola chiusa, perchè i suoi marchi di fabbrica per me sono sempre stati una garanzia. Aldilà delle mode adottate, degli stili musicali e relative scelte negli anni, le belle melodie sono garantite ... ed in un periodo di carestia come quello attuale, da questo punto di vista per me sono sempre oro che cola. Tecnica sopraffina e misurata allo stesso tempo, sempre al servizio della composizione e mai fine a se stessa. Ha per me, con i dovuti paragoni, il dono di Dave Gilmour ... e cioè che le sue note hanno semplicemente un peso specifico diverso dalla norma. Poi stile e tocco riconoscibilissimi tra mille ... anche nelle parti più heavy e veloci. Scenes, e nel caso specifico Introduction, restano comunque per me le sue opere migliori, le più mature e coerenti ... il picco della sua carriera più alto ed ispirato: opere che prevalicheranno sempre qualunque manierismo, moda e genere. Bittersweet, Escapism, Siberia sono da brividi ... ogni pezzo è intriso di atmosfere ed emozioni create sempre con il giusto tempo d'attesa. Grazie Metallized e JTG per aver dato la giusta considerazione a questo disco meraviglioso.
fabiolino
Venerdì 25 Novembre 2011, 16.29.01
14
Bellissimo disco. stupendo, come questa recensione.
Dave Mustaine
Giovedì 24 Novembre 2011, 19.06.38
13
è un chitarrista meno famoso di altri, ma grazie a lui il disco con i Megadeth Rust in peace è diventato il più apprezzato della storia sotterrando tutti i dischi dei metallica. Da solo meritava di più, ma si sa che qui non capiamo un cazzo e se ne andato in giappone. Anche se non mi piace lo shred, Introduction è fuori da tutti i canoni e per questo motivo lo rende un opera d'arte. Oh, bella la rece ed è veramente bravo sto Jimi.
Enrico
Giovedì 24 Novembre 2011, 9.30.54
12
Non esistono recensioni valide di introduction sul altre webzine. Questa devo ammettere che è scritta da un professionista e si capisce immediatamente. Il disco è sottovalutato come il chitarrista, lui è l'unico che ha praticamente studiato tutte le scale di questo mondo in minor. Anche in vari pezzi di questo disco è apprezzabile con una melodia bella. Complimenti al recensore che ne sa e mi ha fatto conoscere anche uno scrittore che ignoravo. Introduction è uno dei suoi migliori dischi.
fabio II
Martedì 22 Novembre 2011, 13.41.38
11
Oh Jimi, felice di risentirti. Non conosco il lavoro in questione; anzi in verità non ricordavo nemmeno più la sua esistenza. Di Marty in realtà ho solo 'Dragon's Kiss', ma vista la versatilità della sua chitarra magari lo recupererò. Grazie Jimi, un grosso saluto
kvmetternich
Lunedì 21 Novembre 2011, 14.00.57
10
Qualcuno che da il valore a questo immenso disco sottovalutato e dimenticato. Sono commosso.
Jimi The Ghost
Lunedì 21 Novembre 2011, 7.49.23
9
@Haruki Murakami: non credo proprio che tu sia lo scrittore (sarebbe un grande onore) e tantomeno abbia studiato lingue orientali. I proverbi giapponesi hanno un significato molto più profondo di essere sprecati come tu hai fatto. Una cosa hai sicuramente ragione :Baka ni tsukeru kusuri nashi, però io aggiungerei : Sonae areba urei nashi. Per il significato?, E' semplice e dovresti trovarlo tanquillamente su internet. Come hai già ovviamente fatto Per tutto il resto e per le altre cose puoi sfogarti "liberamente" sul tasto a destra che vedi sul tuo monitor con scritto "Vota" e inserire il numero "zero". Ti sentirai sicuramente meglio. SAYOUNARA. Jimi TG
Haruki Murakami
Domenica 20 Novembre 2011, 23.48.07
8
Hyoutan kara koma! Baka ni tsukeru kusuri nashi.
Radamanthis
Domenica 20 Novembre 2011, 13.55.16
7
Un plauso a Jimi per espresso a parole ciò che Marty ha espresso in musica. Un disco di elevatura e caratura assoluta che pesca molto dall'oriente e che anche grazie alla presenza di Menza alla batteria dà un tocco di spirito Megadeth Voto 90!
luci di ferro
Domenica 20 Novembre 2011, 0.31.09
6
che dire, che sono troppo di parte!!!! Ho tutti i cd di Marty Friedman compreso anche quando suonava nei Cacophony (Go Off! & Speed Metal Symphony due CAPOLAVORI DA AVERE ASSOLUTAMENTE) & Megadeth, e ho anche i due Capolavori di Jason Becker. Concludo facendo i complimenti a Jimi The Ghost, e un invito ad acquistare sia questo album e anche gli altri Capolavori ne cito solo due Dragon’s Kiss & Scenes MASTERPIECE ASSOLUTI.
Jimi The Ghost
Sabato 19 Novembre 2011, 16.33.12
5
Hm: in confidenza, ti ringrazio tantissimo della tua conferma ad un concetto che poteva sembrare fuori luogo. 1Q84 L'ho acquistato ed ancora non l'ho aperto, ma dal tuo entusiasmo giustificato, e perino scrittore che è veramente meraviglioso, credo che questa sera inizierò subitissimo! Ancora grazie mio caro buon amico Hm Jimi TG
hm is the law
Sabato 19 Novembre 2011, 16.22.15
4
@ Jimi: il concetto era chiarissimo ed azzeccato. Leggiti l'ultimo 1Q84 se non l'hai fatto...fiko Murakami!
Jimi The Ghost
Sabato 19 Novembre 2011, 13.36.38
3
@hm is the law: in effetti cerco sempre sillogismi e interconnessioni. Tra Murakami-Friedman, in particolare ho cercato di collegare la duplice storia che ha avuto Marty nel suo percorso musicale ed i personaggi della storia narrata come un realismo magico nel romanzo "Kafka sulla spiaggia". Le citazioni completavano un quadro musicale-visivo-letterario del un vissuto.... Grazie ragazzi per i vostri commenti. Con affetto musicale Jimi TG
hm is the law
Sabato 19 Novembre 2011, 12.46.46
2
Disco bellissimo. @ Jimio The Ghost: Haruki Murakami è il mio scrittore preferito attualmente sto leggendo il suo ultimo 1Q84 sbalorditivo! Non c'entra niente con Friedman, ma l'ho voluto dire lo stesso
xutij
Sabato 19 Novembre 2011, 12.36.30
1
uhm.. qualcosa mi dice che prima o poi questo disco lo prendo. Grande Jimi The Ghost , recensione bellissima ma questa è sempre cosa comune nelle tue opere
INFORMAZIONI
1995
Roadrunner Records
Rock
Tracklist
01. Arrival
02. Bittersweet
03. Be
04. Escapism
05. Luna
06. Mama
07. Loneliness
08. Siberia
Line Up
Marty Friedman: chitarra ritmica e solista, basso elettrico
Nick Menza: batteria
Brain Becvar: tastiere, percussioni
 
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