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Autumn - Cold Comfort
( 3586 letture )
Mi sono trovato spesso a pensare che la condizione umana in certe situazioni sia simile a quella delle foglie d'autunno (concetto – come saprete - meravigliosamente espresso in quattro versi dal nostro Ungaretti): fragilità, incertezza e consapevolezza che non saremo per sempre parte di questo mondo si ritrovano perfettamente nella metafora della foglia che abbandona la vita staccandosi dal suo albero, non prima però, di aver creato, insieme alle sue compagne di sventura, uno spettacolo cromatico ammaliante da cui tutti noi siamo stati rapiti almeno una volta... Un ultimo tocco di colori caldi prima del freddo e l'oblio.
Se penso che sto scrivendo di una band che si chiama Autumn mi scappa un sorriso, ma poi, se ci rifletto meglio mi accorgo che raramente nome fu più azzeccato di questo.
Non è retorica, vi garantisco che questo gruppo proveniente dalla terra dei mulini e dei tulipani è riuscito a creare con Cold Comfort (il loro quinto studio album) un meraviglioso affresco di malinconia e tristezza, uno stupendo ossimoro che solo l'arte fatta con passione è in grado di regalarci.
La bellezza nella decadenza, la dolcezza nello sconforto, questo è Cold Comfort (di nuovo un titolo estremamente programmatico).
Il sound degli Autumn è riflessivo, curato, confortante, ti culla senza mai risultare molesto e senza annoiare, si discosta dalla tipica scuola olandese scegliendo un territorio più leggero e meno tirato (seguendo alla lontana i The Gathering post svolta rock) riuscendo così a sganciarsi da stilemi che con il tempo rischiano di rovinare molti altri gruppi di quell'area.
L'intelaiatura di tutto il lavoro, la sua struttura fondante è opera delle magistrali sei corde di Mats e Jens Van Der Valk che si giostrano tra riff curatissimi dall'incedere lento (per un disco rock s'intende) ma deciso, che stimolano l'ascolto senza mai lasciare in bocca quel sapore di già sentito e momenti acustici arpeggiati estremamente atmosferici; sorprendente è anche la cura dei suoni che sembrano preparati su misura per i singoli brani risultando sempre incisivi e caldi senza abusare della manopola della distorsione; pochi i solismi ma non lasciatevi ingannare, siamo davanti a chitarristi molto preparati sia sul piano compositivo sia su quello tecnico e vi basterà sentire le (poche) parti più tirate e “rasoianti” per accorgervene.
Il lavoro dei “ritmici” è estremamente mescolato a quello delle chitarre, ma sono le quattro corde di Jerome Vrielink a prevalere con linee complesse e varie: ora legate alle chitarre nel supporto alla ritmica, ora quasi soliste nei momenti più riflessivi e – di nuovo - non posso esimermi dall'evidenziare le ottime scelte a livello sonoro: il suono del basso è caldo, rotondo, delicato ma nel contempo ben presente (oltre che equalizzato splendidamente), mentre diventa molto più medioso e corposo quando si dedica agli sporadici passaggi arpeggiati.
La batteria di Jan Grijpstra invece è forse lo strumento meno in evidenza, è discreta, per nulla invadente e accompagna a dovere tutti i pezzi con soluzioni di buon gusto (per quanto non particolarmente tecniche o innovative).
Anche le parti di tastiera di Jan Munnik riescono a inserirsi con discrezione nell'economia dell'album con dei buoni passaggi di pianoforte (spesso legati alle chitarre acustiche) e con l'uso di suoni dal sapore psichedelico che sovrasta i consueti string ensemble (usati quasi solo come accompagnamento).
Manca solo la protagonista assoluta di Cold Comfort, colei che con la sua voce ha dato quel tocco in più a questo platter, parlo della giovane promessa Orange Marjan Welman (al suo secondo disco con gli Autumn, dopo aver sostituito la storica cantante Nienke De Jong che aveva abbandonato il gruppo nel 2008).
Una voce straordinaria, un timbro caldo e cristallino da mozzare il fiato, una grande versatilità sia a livello stilistico che di estensione e una capacità interpretativa che sembra quella di un'artista navigata. Davvero, non dà l'impressione di essere così giovane e di avere all'attivo meno di cinque dischi (tra i quali ricordo però 01011001 degli Ayreon), aggiungete a queste premesse delle linee vocali accattivanti, un po' di overdubbing per andare a registrare alcuni cori (armonizzati alla perfezione) nei punti giusti e vi lascio intuire quale possa essere il risultato finale. Da brividi.

Mi piacerebbe parlarvi di tutti i pezzi ma non ho alcuna intenzione di annoiarvi, lasciatemi però dire qualcosa su quelli che hanno toccato maggiormente il sottoscritto (premettendo però che non c'è nemmeno un filler e che tutti e nove meritano davvero un po' del vostro tempo): la title-track Cold Comfort, con il suo attacco deciso e il suo progredire tra l'adagiarsi in atmosferici momenti di tranquillità e ri-partenze sorrette da dei passaggi di chitarra azzeccatissimi, e Black Stars in a Blue Sky che mostra la grande versatilità della voce di Marjan e che svaria tra tonalità basse ed alte senza alcuna difficoltà, mentre sotto incede uno dei pezzi ritmicamente più lineari ma nel contempo sostenuti del platter; la successiva Retrospect, che nella sua sezione centrale è invece un chiaro esempio di come si possano realizzare delle partiture di chitarra incisive senza spingere troppo sull'acceleratore o senza virtuosismi esasperati; troviamo poi Alloy, forse la canzone più accostabile ad una ballad in tutto il disco, un tripudio di pianoforte e di chitarre acustiche (coadiuvate da un gran lavoro del basso) a fare da sfondo ad una delle interpretazioni più cariche di emotività di Marjan.

And when we stagger back into refortified egos,
It's a peril to the splendour,
And the venom for the enamoured.


La parte di testo riportata proviene dalla conclusiva The Venamoured, si tratta forse del ritornello più bello e denso di Cold Comfort, parte di una canzone completa che riassume tutti i punti di forza del disco in una chiusura assolutamente all'altezza.

Prima delle conclusioni – come se non bastasse - faccio i miei complimenti a chi ha curato il mixing e il mastering di questo disco: la produzione è perfetta, lascia sentire ogni dettaglio senza doversi sforzare per andare a scovarli e rende giustizia all'ottimo lavoro della band in sede di composizione.
Che dire di più?
Ho l'impressione di essermi un po' lasciato andare con i complimenti, ma che vi devo dire?
É raro di questi tempi incontrare prodotti di questa fattura in un genere come questo e quelle rare volte che qualcuno di questi album mi passa sottomano mi sembra giusto enfatizzare la cosa.
Se non l'avete già fatto andate a comprare Cold Comfort dal vostro negoziante di fiducia, vi troverete davvero tra le mani una piccola perla; un disco che è davvero in grado di mettervi in pace con voi stessi, da ascoltare magari mentre dalla vostra finestra osservate sornioni (magari con indosso una coperta e con una tazza di thè bollente in mano) il lento cadere di una foglia su un caldo tappeto giallo e rosso di sue simili.



VOTO RECENSORE
84
VOTO LETTORI
37.44 su 25 voti [ VOTA]
Straisand
Sabato 26 Novembre 2011, 13.24.31
7
Nulla a che vedere con l'album precedente. Sufficente ma nulla più.
AlanRocks
Sabato 26 Novembre 2011, 12.27.59
6
@Room: proverò ad ascoltarlo di nuovo, dalla recensione mi ispirava parecchio. Poi posterò eventuali ripensamenti! xD
Room 101
Sabato 26 Novembre 2011, 11.57.07
5
@Alan: Magari è solo un fatto di gusti , comunque qualche ascolto concediglielo, non è immediato come disco (secondo me ha bisogno di quei 4/5 ascolti per essere compreso bene).
AlanRocks
Sabato 26 Novembre 2011, 11.24.58
4
Magari è un problema mio con questa band, ma non riesco ad andare oltre la sufficienza dopo il primo ascolto. Proverò a sentirlo nuovamente, per ora un 84 mi sembra un valore distante anni luce alle potenzialità di questo lavoro.
Daniele
Giovedì 24 Novembre 2011, 22.15.32
3
Questo disco è semplicemente fantastico,una nuova scoperta per me . Ottimi i suoni,ma la differenza è soprattutto per me, nella voce magnifica di Marjan Welman. Non è un caso che abbia collaborato con gli Ayreon.
HyperX
Giovedì 24 Novembre 2011, 21.01.17
2
Bellissima recensione, fa vogli di ascoltare il disco e da quel che ho potuto sentire ne vale veramente la pena. Credo proprio che il mio portafogli si alleggerirà un po' per questi olandesi...
NeuRath
Giovedì 24 Novembre 2011, 20.45.58
1
Una delle pohe band gothic-vocefemminile che abbia mai apprezzato... un gradino o due sopra al plasticume medio che il genere ci propina di solito... questo non l'ho ancora sentito, ma promette bene e la rece mi incoraggia ancora di più...
INFORMAZIONI
2011
Metal Blade Records
Gothic
Tracklist
1. The Scarecrow
2. Cold Comfort
3. Black Stars in a Blue Sky
4. Retrospect
5. Alloy
6. End of Sorrow
7. Naeon
8. Truth Be Told (Exhale)
9. The Venamoured
Line Up
Marjan Welman - Vocals
Jens Van Der Valk - Guitars & Backing Vocals
Mats Van Der Valk – Guitars & Backing Vocals
Jerome Vrielink – Bass
Jan Munnik – Keyboards
Jan Grijpstra - Drums
 
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