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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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( 3759 letture )
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È quasi impossibile parlare di questa band senza pensare ai loro primi cinque anni di attività e alla pubblicazione di tre album indimenticabili: Nachtgedanken (1998), Abschiedsreigen (2000), e infine Seelenspiegel (2002). Successivamente nel 2004 esce Gradwanderer, un disco che ho sempre considerato piuttosto piatto e incolore. Dopo pochissimo tempo, Martin Wiese, unica mente degli Enid, decide di sciogliere il progetto fino al recentissimo 2010, quando viene annunciato l’inizio dei lavori al nuovo Munsalvaesche. Purtroppo, lo ammetto, il prodotto finale dista anni luce da quello che mi sarei aspettato: in particolare la vena black metal dei tre capolavori citati è sparita nel nulla, lasciando gli Enid in un banalissimo metal influenzato da tematiche a sfondo fantastico-medievale.
Per quanto riguardo la produzione non credo ci sia molto da discutere, dato che sotto questo punto di vista il risultato è impeccabile: i suoni sono molto ben bilanciati e le parti sinfoniche, e di tastiera, sono messe giustamente in risalto. Particolare, e penso voluto, è il sound dato a chitarre e batterie, per nulla plasticoso e abbastanza grezzo.
La canzone che più mi è piaciuta è l’opener, Red Knight, ovvero un affascinante intro sinfonico e orchestrale dagli oltre cinque minuti di durata. Nel secondo brano, Legends From The Storm, ci imbattiamo in un’introduzione di piano veramente affascinante che, purtroppo, rappresenta l’unica nota positiva di questa lunga composizione che tende a scemare verso soluzioni poco espressive ed eccessivamente lente. Invece di epicità, infondono noia. Anche nella successiva Belrapeire la nostra attenzione viene catturata dalle orchestrazioni; in questo caso la componente “metallica” non è poi così male lasciandosi piacevolmente ascoltare. La title-track è una lunghissima traccia, piuttosto noiosetta e difficile da ascoltare nella sua interezza, complici anche gli infiniti spezzoni strumentali dotati di poca varietà stilistica. La seguente Condwiramurs è fortunatamente breve e propone svariate soluzione di notevole livello, al punto da assomigliare ad una favola cantata. The Journey incarna perfettamente l’etichetta “medieval metal”: le sonorità ricordano bellamente il medioevo e la musica dei menestrelli di corte, ma purtroppo la melodia chitarristica tende a ripetersi con troppa insistenza per divenire, dopo poco tempo, veramente stancante. Arriviamo dunque a Valley Under Two Suns che mostra qualche accenno, ma proprio piccolissimo, di growl; di per sé la canzone non trasmette nulla di nuovo e mostra soluzioni ormai sentite e risentite. Finalmente giungiamo al finale, costituito da Sheafs of Sparks che, neanche a dirlo, esprime una componente “non-metal” assolutamente eccezionale! Peccato per tutto il resto che non è minimamente all’altezza…
L’esito? Deludente. Decisamente deludente. In questo album il tuttofare Martin Wiese esprime una capacità innata di programmazione delle orchestrazioni, tutte veramente splendide, ma non sufficienti a rendere Munsalvaesche un disco salvabile dal punto di vista numerico. Se poniamo infatti la nostra attenzione sul riffing, ci troviamo ad ascoltare sempre la stessa idea ripetuta più e più volte; della stessa stregua il drumming, con una situazione non è certamente migliore, a parte qualche raro caso in cui la batteria aiuta realmente la creazione dell’atmosfera; tutto il resto è abbastanza scolastico e non degno di nota.
Concludendo, questa nuova release mi è piaciuta veramente poco: ritengo possa passare inosservata senza problemi. Cercando qualcosa di estremamente calmo e rilassato ci si potrebbe anche dare un ascolto, ammesso che personalmente mi rivolgerei ad altri act. Alla fine della storia io vado a risentirmi Seelenspiegel… e voi?
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3
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Disco piuttosto scadente, mi aspettavo anch'io decisamente di meglio.. |
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@incensestick Hai ragione, anche il demo del 97 è eccezionale. Per quanto riguarda gli Affabre... tempo proprio di non averne neanche mai sentito parlare |
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1
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....io mi vado a risentire il demo del '97. Già già... pensavo di poterti smentire, speravo di poterti smentire. Questa band la adoro, ma purtroppo ha deluso anche me questa uscita. Tutta la parte ritmica, il lavoro delle chitarre, è decisamente "scolastico" e certamente è in secondo se non terzo piano. Questo disco e' un progetto troppo ambizioso per gli Enid. A mio avviso è la titletrack e The Journey che si salvano. Munsalvaesche è ambiziosa ma riuscita, un'evoluzione di quel tocco medievaleggiante ed unico delle prime uscite degli Enid. Per il resto, un banale goth rock con qualche tocco... alla Enid.Ci risento l'eco del progetto pre-Enid che credo non conosca quasi nessuno (Affabre - Pyramus et Thisbe...). Anche la voce di Wiese questa volta non fa altro che sottolineare la banalità della proposta. Non piu' di 65 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Red Knight 2. Legends From The Storm 3. Belrapeire 4. Munsalvaesche 5. Condwiramurs 6. The Journey 7. Valley Under Two Suns 8. Sheafs Of Sparks
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Line Up
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Martin Wiese - voce, cori, piano, orchestrazioni
Session guests: Henrik Hamann - chitarra Lykrates Vyron - batteria Vera Wiese-Herzhoff - violoncello
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RECENSIONI |
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