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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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( 2242 letture )
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La scena metal canadese, nonostante abbia sempre sofferto l’inevitabile confronto con i vicini e fin troppo prolifici Stati Uniti, si è tuttavia guadagnata un posto d’onore per la presenza di band storiche quali Voivod, Annihilator, Exciter e, virando su lidi più estremi, Cryptopsy e Martyr. Logico pertanto che, al pari di quelle targate USA, anche le band del Canada si siano guadagnate, nel corso degli anni, una cerchia di fan devoti e, perché no, anche di aspiranti emuli. In questo modo, a maggior ragione considerando che siamo in un’epoca di vero e proprio revival del genere, stiamo assistendo ad una notevole proliferazione di giovani gruppi emergenti e fedeli al thrash, fra i quali gli Alcoholator, di cui ci occupiamo quest’oggi.
I nostri nuovi amici si sono formati nel 2010 a Montreal, nel Quebec, scegliendo il loro simpatico nome in omaggio...in omaggio...mah, davvero non saprei dire a cosa potrebbero alludere! Scherzi a parte, questi quattro canadesi annoverano fra le loro fila un chitarrista, Olivier Dagenais, che ha assunto il nome di battaglia (o meglio dire, di bevuta) Oli Whiskey; è tutto un programma, no? Ed allora, magari in compagnia di un buon bicchiere della loro miscela preferita, date attentamente ascolto alla musica proposta dagli Alcoholator in questo loro Coma: vi troverete difatti, innanzitutto, una roboante intro strumentale in pieno stile thrash metal. Non è originale, questo non si può dire, ma si può in compenso affermare con sicurezza che è una vera mazzata sui denti da parte di tutti gli strumenti. A seguire abbiamo la traccia eponima del gruppo, che presenta nuovamente tutti i tipici cliché del genere, compreso il ritornello corale alla Anthrax e l’urlo sguaiato alla Tom Araya, ma oggettivamente funziona e coinvolge. Catastrophic Violence è un’altra buona traccia ma, nel complesso, risulta meno ispirata della precedente, forse per l’ulteriore riproposizione di ritornelli corali e trucchi vari del genere; fortunatamente la successiva Abduction varia leggermente la mistura, inserendo un cambio di tempo con relativa parte vocale parlata che sembra provenire direttamente da Rust in Peace dei Megadeth. Le successive tracce, bene o male, tornano a riproporre con notevole violenza e capacità tecnica i dettami del buon thrasher: chitarre sferzanti, batteria pestante (anche se a tratti i piatti vengono suonati a velocità più lenta di quella del brano, creando un effetto che non esiterei a definire strano, ma che comunque è interessante), voce graffiante e ritornelli potenti. Fanno eccezione l’interessante cover degli Exciter, Pounding Metal, riproposta pedissequamente senza particolari variazioni stilistiche e l’anthemica Drink Beer…Or Die Trying, leggermente più lenta rispetto alle altre tracce.
Gli Alcoholator sono tutti qui: questo loro debutto su full-length (a proposito, prima di questo album hanno pubblicato un EP intitolato Drunker Than Tou, omaggio manifesto sia all’alcool che ai Metallica) presenta, come già detto, tutte le caratteristiche per piacere ad un appassionato di metal della Bay Area; intendiamoci, chiaramente può ascoltarlo con piacere anche un semplice fan del nostro amato metallo pesante, ma certamente renderà più felice un thrasher rispetto ad un sostenitore degli Iron Maiden. Detto questo, però, pur lodando nuovamente la notevole bravura, l’altrettanto interessante competenza tecnica e compositiva, nonché lo spirito allegro e non troppo serio della band, non posso non tenere in considerazione il fatto che questo prodotto, chiaramente, è fortemente derivativo. Si tratta dunque di un ottimo lavoro, che però aggiunge poco a quanto potete già sentire in giro da tantissimi altri gruppi.
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Una menzione ai Tankard per i testi ci stava tutta! |
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lambruscore se non hai il fisico te,non è ke anche gli altri non ce l'abbiano,e cmq il giorno dopo bisogna bere ancora.Dalle mie parti si dice che ''dopo il ballone ci vuole il ballino'', ciao ragazzi buon anno |
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anche io mi feci gli orecchini, da una parte un anellino con due striscette nere e azzurre dall altra un palettino marrone che terminava con due sferette in alluminio, erano la mia gioia e su quello i miei mai mi dissere niente, ma sul resto stendiamo un velo pietoso, oramai son anni che li ho tolti ma ogni tanto sfogliando l album dei ricordi ( quello che la moglie definisce l album degli orrori ) rivedo il vero Billorock fci. !! :-/ |
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ah ah che anni !!! ma l orecchino c è ancora , nel orecchio intendo |
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se parliamo di intolleranza, a 15 anni tornai a casa con un orecchino (allora molti pensavano che chi li portava fosse drogato, verso metà anni '80) e mio padre voleva cacciarmi da casa, idem mio nonno, poi per fortuna le donne calmarono gli animi (e mi salvarono il culo). |
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Mio padre se tornavo dopo le 24 mi lasciava a dormire fuori dalla porta , per non parlare di quando mi tagliò i capelli in una sola sforbiciata ...figuriamoci se tornavo imbenzinato |
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io no caro Lambruscore , perchè mia mamma mi avrebbe preso a scarpate altro che brodino caldo... eh eh eh |
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come quasi tutti i giovani, anche loro vogliono fare i duri bevitori, poi il giorno dopo vanno dalla mammina, o dalla nonnina e si fanno preparare il brodino per il mal di testa/pancia(lo facevo anch'io...). la musica è ascoltabile, la copertina infantile come la maggior parte di gruppi in questo genere. |
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3
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Thrash Yeahhh drink beer or die trying,è il mio sinonimo di vita |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intoxication 101 2. Alcoholator 3. Catastrophic Violence 4. Abduction 5. Pounding Metal (Exciter cover) 6. The Chamber 7. Liquid Thrash 8. Drink Beer…Or Die Trying 9. Break the Wall 10. Wasted (All the Time)
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Line Up
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Matt Butcher (Voce, chitarra) Olivier “Oli Whiskey” Dagenais (Chitarra) Jesse Mamano (Basso) Phil Macht (Batteria)
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RECENSIONI |
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