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Chris Ousey - Rhyme & Reason
( 4149 letture )
Classe 1969, Chris Ousey viene considerato come uno dei migliori cantanti mai prodotti dalla terra d'Albione: la sua carriera lo vede prima impegnato con i Monroe (con i quali però non registrerà nulla) e poi con i Virginia Wolf, a fianco del batterista Jason Bonham. Con due album prodotti rispettivamente da Roger Taylor (Queen) e Keith Olsen (più di 120 produzioni da Ozzy Osbourne agli Scorpions, per un totale di oltre 110 milioni di dischi venduti) e grazie alla straordinaria prova al microfono di Chris, che per molti raggiunge l'apice in Man on The Moon (dall'album Push), la band vende 250.000 album e crea i presupposti per la successiva formazione degli Heartland, band AOR con la quale il cantante soprannominato “l'uomo dalle tonsille d'oro” registrerà dieci album, avviando un sodalizio con Escape Music a partire dal 1996. Rhyme & Reason battezza invece la carriera solista di Ousey, che sceglie di affiancarsi ad una vera e propria all-star band per compiere un passo tanto importante: l'inglese consegna quindi alle stampe dodici tracce di vigoroso hard rock avvalendosi del talento di Mike Slamer (City Boy, Streets, Seventh Key), Tommy Denander (Radio Active, Alice Cooper), Neil Murray (Whitesnake, Gary Moore) e, ultimo ma non ultimo, Gregg Bissonette (Dave Lee Roth e Ringo Starr, tra gli altri). Naturalmente non basta un simile dream-team per garantire quarantasei minuti di ascolto soddisfacente, ed è come sempre alla prova dei fatti che dovremo valutare le caratteristiche di questa release.

La circostanza di avere in formazione due tastieristi chitarristi fa presagire, correttamente, che l'album vedrà tra le sue fondamenta tappeti di tastiera e buoni riff di chitarra, a supportare una voce graffiante e sempre melodica. Paradigmatica in questo senso è l'opener Mother of Invention: grintosa, ritmata, musicale in tutte le sue forme, sono le doppie tastiere a farsi carico delle parti strumentali, mentre le chitarre impreziosiscono con assoli e riff vorticosi i momenti più strettamente funzionali al brano. E' come se si realizzasse un ideale ed indovinato scambio di ruoli tra musicisti, con la classe di Bissonette alle pelli a tenere ogni movimento, ogni variazione di schema sotto controllo. E così le canzoni si succedono una dopo l'altra, a ritmi sempre sostenuti e con un piglio interpretativo che non permette all'ascoltatore di abbassare l'attenzione: la prova di Ousey appare motivata e maschia anche nei chorus più melodici (ulteriormente addolciti da cori femminili), così come la parte strumentale non si limita al minimo sindacale, incalzando anzi, suggerendo un continuo crescendo, un dinamismo ritmico di chitarre ordinate e tastiere che gli stacchi di batteria, brevissimi ma di classe cristallina, tengono ancora più sulla corda. E' proprio questo flusso continuo di idee e sovrapposizioni, con parti strumentali di ottima personalità e mai completamente asservite al cantato (Motivation), che questo hard rock -che frettolosamente si vorrebbe accostare alla musica ai tempi di Miami Vice (1984)- suona invece brillante, attuale e di un'accessibile complessità contemporanea. Ousey propone un rock grintoso e granitico, che è allo stesso tempo arpeggio malato (Give Me Shelter) e suoni brillanti, ma non fino al punto da risultare sospesi in superficie, o anacronisticamente patinati. Rhyme & Reason è un disco di ottime melodie e di chitarre che diluiscono ogni graffiante ruvidezza nelle onnipresenti tastiere, è un cielo di scintille ma non di paillettes: sintomatico che per ascoltare una vera ballad si debbano attendere oltre venti minuti, giungendo al cospetto di una The Reason Why comunque di sgomitante generosità. Poco incline all'appagamento facile, l'album ribadisce una grammatica hard rock con l'orgoglio di renderla vera ed attuale, attraverso l'interpretazione sudata, gli arrangiamenti curati e l'ottima fattura dei suoi assoli di chitarra (A Chemical High).

L'ascolto di questo debut album, riccamente prodotto dal chitarrista Mike Slamer come il genere esige, può dirsi sempre piacevole ma mai completamente rilassato, del tutto privo di intermezzi inutili, graziato da una capacità di coinvolgere che è scoperta continua, e permeato di una qualità che a sprazzi gli conferisce possibilità progressive (To Break a Heart) o più squisitamente metal (Don't Wanna Dance, By Any Other Name). Generosità è il sostantivo che contraddistingue il lavoro di Ousey e della sua band: concentrazione, impegno costante, tecnica funzionale al tipo di progetto sono ingredienti dosati con sensibilità attenta ed il risultato è un prodotto completo, omogeneo sotto ogni punto di vista e diversamente fruibile. Grinta e tiro lo rendono infatti perfetto per un ascolto disimpegnato, mentre la cura degli arrangiamenti ed i piccoli virtuosismi dei musicisti coinvolti lo trasformeranno in un viaggio appagante anche per l'ascoltatore più pantofolaio ed analitico. Un disco nel quale la perfezione formale non prevarica il senso di un'interpretazione, nel quale nulla sembra scolastico né stancamente derivativo, nel quale il mettersi alla prova con un genere inflazionato richiede un affiatamento doppio -puntualmente servito- per dare forma ad una coraggiosa ambizione di freschezza e novità.



VOTO RECENSORE
92
VOTO LETTORI
28.23 su 21 voti [ VOTA]
fabio II
Lunedì 14 Maggio 2012, 10.30.49
13
Bellissimo, davvero un prodotto cesallato con classe e perizia. Giusto Marco, degno erede di 'Slaves' degli Steelhouse Lane, come mi avevi già risposto al post 7. Poi la voce di Chris si avvicina sempre di più alla timbrica epica di Catley, e per questo può funzionare benissimo anche per i fans dei Magnum. Cosa sarebbe successo se i Lepppard avessero firmato 'Any Other Day' nel periodo d'oro? D'accordo lo stile non è uguale ma la funzione della musica si. Il refrain è letteralmente irresistibile, la punteggiatura di basso e keys anche. PS: d'accordo anche su Overland.
dehlor
Martedì 31 Gennaio 2012, 4.43.03
12
Felice di esserti d'aiuto PcKid..ma davvero non conoscevi Overland? sai.. è il mio cantante preferito da sempre! Su DiamondDealer posso dirti che necessita di diversi ascolti per carburare bene poi esploderà nella tua testa per non lasciarti più.. Sapete.. Overland è uno dei pochi che nei propri cd non mette mai canzoni tappabuchi/fillers cosa ne pensate ?
PcKid
Martedì 17 Gennaio 2012, 14.41.44
11
Grandissimo disco questo Diamond Dealer, ringrazio dehlor per la preziosa segnalazione! Devo però dire che, essendo di gusti più "metallari" (che mi hanno fatto adorare il tiro di Bring Me Water, ad esempio), ho trovato Ousey più grintoso ed incisivo, finendo col preferirlo.
dehlor
Martedì 17 Gennaio 2012, 3.39.47
10
Ragazzi non sapete cosa vi perdete ! Questo Chris Ousey è disco dell'anno, ma che dico del decennio, del secolo ! Insieme a" DiamondDealer" di SteveOverland ha preso possesso della mia autoradio da mesi ormai ! La prova vocale è strepitosa.. Chris si diverte a "tirare" alcuni acuti sono da paura ! Una sola ballad effettiva(meravigliosa) posta in chiusura e questa è già una dichiarazione d'intenti. Lo ripeto, in ambito hard/aor non troverete di meglio (Overland escluso)
pip
Domenica 15 Gennaio 2012, 18.27.05
9
MANCA IL SALE !!!!!!!!!!!!!!
fabio II
Giovedì 12 Gennaio 2012, 9.47.02
8
Marco ancora tante grazie per la tua consulenza. Sottoscrivo ogni parola del tuo commento qui sotto; avevo appunto paura di trovarmi davanti all'ennesimo lavoro in stile Heartland; mi ha intrigato il fatto che fosse presente Slamer, e l'affinità agli Steelhouse che tu hai mirabilmente sottolineato mi rendono più appetibile il prodotto. Appena troverò il cd ti farò sapere. PS: sono contento che ti sia piaciuto 'Slaves Of The New World'
PcKid
Martedì 10 Gennaio 2012, 21.14.26
7
Ciao Fabio, ho avuto l'opportunità di ascoltare Bridge Of Fools (HEARTLAND), Nowhere Land (SLAMER) e Slaves Of The New World (STEELHOUSE LANE): mi sento di dirti che lo stile di Rhyme & Reason si avvicina soprattutto a quest'ultimo per il ritmo incessante, un dinamismo diffuso ed un'intrigante imprevedibilità. Ho trovato Bridge Of Fools un poco in ritardo sui tempi, con suoni quasi ottantiani e rinunciatari, atmosfere crepuscolari ed andamento sinuoso: Nowhere Land ne costituisce una sorta di update del XXI secolo, con suoni più brillanti, qualche botto (Audio Illusion, Superstar) e tinte progressive degne del più impegnato Winger solista. Gli Steelhouse Lane mi hanno divertito di più, luminosi, pimpanti, di raffinata varietà (dal blues al gospel) e forti di una title-track che vale da sola il prezzo del biglietto. Considera il debutto di Ousey come una sorta di vigorosa sintesi di questi tre dischi, nella quale l'energia espressa dal primo all'ultimo minuto è perfettamente funzionale alla melodia e non pregiudica lo sporadico tocco di classe. Spero di averti dato un'indicazione utile, l'ultima parola spetta comunque a te!
fabio II
Martedì 10 Gennaio 2012, 12.01.58
6
Degli Heartland penso di avere i dischi sino a 'Communication Down' ( se è quello con la copertina tutta nera col radar - ti chiedo scusa ma vado un pò a tentoni visto che al momento non riesco a controllare, altro che radar!) Comunque i due migliori a mio parere sono il debutto ( simile anche nella cover ai Dare ) e 'Bridge Of fools'. Da quello che ricordo il songwriting non si discosta molto tra album e album, sempre giocati su ambientazioni di crepuscolare aor, con la ritmica quasi sempre sorretta dal connubio guitar/keys. Mentre Slamer viene dall'hard usa di cui ha sempre portato alta la bandiera. Ecco, per semplificare le cose; è più aor dal sapore celtico; o è più hard Usa? PS: se non conosci il secondo Steelhouse Lane dagli un ascolto; anche quello solista di Slamer non è male ( anche qui spero di non sbagliare, ma dovrebbe chiamarsi 'Nowhere Land') Ciao Marco e 1000 grazie!
PcKid
Martedì 10 Gennaio 2012, 11.39.25
5
Ciao Fabio, grazie per l'apprezzamento. Siccome non conosco a sufficienza la discografia delle band che hai ricordato, ti chiedo di indicarmi un album in particolare, col quale desideri che confronti questo ottimo Rhyme & Reason. Sarò felice di darti una mano a capirne di più, e ti ringrazio per l'occasione che mi offri di conoscere ed ascoltare cose nuove.
fabio II
Martedì 10 Gennaio 2012, 11.18.38
4
Ricca di aneddoti al tua recensione PcKid, consideravo gli Heartland una versione minore dei Dare; non ho capito una cosa, in generale, il songwriting rimane in linea appunto con Dare o Magnum? La formazione è di prim'ordine e Mike Slamer è un grande chitarrista, di cui mi piace più ricordare il grandioso 'Slaves Of The New World' degli Steelhouse Lane più che i Seventh Key
Federico95
Lunedì 9 Gennaio 2012, 21.07.25
3
Disco PAZZESCO di Hard Rock melodico! Tra le migliori uscite dell'anno per quanto mi riguarda, suoni perfetti e melodie freschissime.
BILLOROCK fci.
Lunedì 9 Gennaio 2012, 10.43.10
2
Ma chi è justin Bibier versione school of rock ??
Luci di ferro
Sabato 7 Gennaio 2012, 17.04.16
1
sarò pure ignorante in matematica ma per me il 92 vuol dire capolavoro ''anche se io l'album in questione non lo ho ascoltato il voto mi prende un casino lo vado a trovare su YOU TUBE''
INFORMAZIONI
2011
Escape Music
Hard Rock
Tracklist
1. Mother of Invention
2. Bleeding Heart
3. To Break a Heart
4. Motivation
5. A Chemical High
6. Give Me Shelter
7. The Reason Why
8. On Any Other Day
9. Don't Wanna Dance
10. Watch This Space
11. By Any Other Name
12. A Natural Law
Line Up
Chris Ousey (Voce)
Mike Slamer (Chitarra, tastiere)
Tommy Denander (Chitarra, tastiere)
Neil Murray (Basso)
Gregg Bissonette (Batteria)
 
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