|
26/04/24
ELECTRIC VALLEY RECORDS FEST
BLOOM, VIA EUGENIO CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
|
|
Tumulus Anmatus / Strix - Anathema Ritualis (Split)
|
( 2385 letture )
|
Da qualche tempo mi capita di dover recensire quelle entità ammantate di mistero ed arcano che vanno sotto l'efficace nome di split. Divisione, nella nostra amata lingua. Come tutti noi abbiamo potuto esperire sulla nostra pelle, l'arte della condivisione non è affatto dote della moltitudine. Essa richiede devozione, culto, attenzione, empatia, sensibilità. Questo ovviamente vale per l'esistenza quotidiana alla stesso modo in cui vale per l'arte. Altrettanto ovvio è che la suddivisione colga i migliori risultati nel campo musicale, dove la coabitazione è unicamente questione teorica, senza vero e proprio contatto fisico, nella maggior parte dei casi. Forse è proprio lo scontrarsi degli individui che crea ineluttabili conflitti. Ma torniamo al nostro argomento di oggi: lo split fra i bellunesi Strix e i lombardi Tumulus Anmatus. Entrambi hanno una discreta carriera alle spalle, più o meno sviluppata, più o meno capace di disegnare un'ipotesi di giudizio. Entrambi sanno suonare black metal senza troppi orpelli, senza quei fronzoli così fastidiosi, così moderni, per alcuni.
Così dannatamente fuori contesto in alcuni casi. Lo fanno però, in modo radicalmente diverso.
Da un lato del ring si schierano gli Strix, portanti sotto lo scuro drappo due tracce, semplici, con arabeschi melodici mutuati dal progetto parallelo (o principale come desiderate) del chitarrista Umbra. Costui possiede un'innata quanto incredibile capacità di composizione, tale da caratterizzare le sue opere in maniera decisa. Inoltre svela una propensione alla gestione delle risorse umane, chiamando nel gruppo - al basso - Ethere, suo sodale in un recente split, uscito giusto un mese assieme al suo batterista session, prodigandosi probabilmente per non interrompere la continuità artistica, flusso incontrollato, ispirato, fragile. Ma la cosa che mi preme raccontarvi è la spontaneità che si respira immergendosi nei sette-otto minuti dedicati a noi dalla band veneta. Una registrazione orrenda, quasi da cassetta - oggetto per quasi sconosciuto per chi è nato nei ’90 e relegato in cantina assieme a quei memorabilia che solo la pietà (o la sindrome di Peter-Pan) impedisce di distruggere -, funge da sfondo ad un rincorrersi di suoni assurdamente caotici, riuniti in un sabba dalla tinte fosche dal cantato in lingua di Dante. Però incomprensibile, tranne in alcuni, precisi punti. La proposta riassume in pieno la natura della civetta, o del rapace notturno in generale, sfuggente, evanescente, poeta del crepuscolo. Il suo ciclico canto, segno di sventura per gli antichi, marca la definitiva caduta, la cessazione del giorno, che malinconicamente si ritrae. Non per nulla la“strix” secondo la mitologia latina era un essere mostruoso, crudele, divoratore di fanciulli, dedito a pratiche orripilanti, ma contenente in sé un certo qual fascino. Simili all'uccello, i membri della band sfuggono alla catalogazione, si mostrano leggermente grezzi (si perdona, tranquilli) nell'articolazione, ma presi dal “diavolo nero”: la loro attitudine è encomiabile. Scommetto che difficilmente resterete impassibili al cospetto dei Riti al Picco della Schiara. Od osservando il volo mortifero della Strige.
Affini ma distanti i compagni di ventura Tumulus Anmatus. Dalle loro Leviathan e Dies Irae provengono effluvi funerei, pesanti, grevi. I sette minuti della prima sono maestosi, costruiti attorno alle diafane melodie, che lasciano trasparire, come da aggettivo, una sezione ritmica assai incline al mid-tempo, concedendosi sovente qualche liberatoria accelerazione. Allo stesso modo si comporta la chitarra, la quale non disdegna di esibirsi in calibrate parti solistiche, prima di sparire nuovamente nel suo tumulo. Inaspettatamente la pervicace potenza data dall'insistenza di stempera nell'epicità di un coro gregoriano. Cornice alla venuta del divino serpente, chiamato da Dio sulla Terra. Emblematica è la definizione che del mostro, associato di frequente alla divinità babilonese Tiamat (chi avesse conoscenze inerenti al Satanismo può orientarsi con facilità), ci viene offerta dalla Bibbia, nel libro di Giobbe:
Fa ribollire come pentola il gorgo, fa del mare come un vaso di unguenti. Nessuno sulla terra è pari a lui, fatto per non aver paura. Lo teme ogni essere più altero; egli è il re su tutte le bestie più superbe
L'episodio, in virtù del suo lento ma inesorabile incedere, conferma quanto disse il profeta. La successiva Dies Irae è invece una dignitosa prova di serrato, togli-fiato, black metal, nella sua accezione originaria. Avevamo assistito al nuoto convulso del demone, ora osserviamo basiti la furia del Creatore. Nessun compromesso, nessuno spazio alla riflessione. Un continuo gorgo schiumante, un muso di lupo intento ad azzannare la sua esanime preda dopo una lunga e fruttuosa battuta di caccia. Lo stupore dinnanzi alle dimostrazione dell'imponente muscolature del divino lascia, giustamente sgomenti. La batteria, infatti, sembra quasi seguire la nostra sensazione di spaesamento, di sorpresa, infierendo. Grazie ad una produzione maggiormente curata, questa parte della collaborazione riesce a farsi apprezzare senza costringere l'ascoltatore ad uno sforzo di comprensione.
Nell'insieme le due realtà hanno confermato quanto di buono è stato proferito sul loro conto. Ad esser pignoli, i Tumulus Anmatus sono giunti ad un grado di maturità superiore rispetto ai loro corrispettivi bellunesi, i quali però sono parzialmente scusati, non avendo finora rilasciato nessun full lenght da cui poter trarre conclusioni compiute. Dicendo ciò non voglio offrire un alibi agli Strix, band che comunque possiede margini enormi di miglioramento visti i musicisti di indubbio talento partecipanti al progetto: per ora però i nostri devono ancora concentrarsi nel “personalizzare” il loro discorso. In ogni caso, supporto totale.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
6
|
Vi prego di postare commenti decorosi e pertinenti. |
|
|
|
|
|
|
5
|
David, non ho capito un cazzo. |
|
|
|
|
|
|
4
|
a me mi piace la copertina pero' nessuno di loro sappiamo quello che facciamo. vi invito ad ascoltare il mio nuovo progetto,il mio lato piu' oscuro di me,i TETHRA,thanks for the supports. |
|
|
|
|
|
|
|
|
2
|
vorrei tanto conoscere Tumulash e invitarlo fuori a cena, forse non lo sa ma ho una tremenda cotta per lui... che ometto grazioso |
|
|
|
|
|
|
1
|
Tumulus: super black gay metal |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Leviathan (Tumulus Anmatus) 2. Dies Irae Tumulus Anmatus 3. Il Volo della Strige (Strix) 4. Riti al Picco della Schiara (Strix)
|
|
Line Up
|
Tumulus Anmatus: Gionata Potenti: drums Gerion: guitar (lead) Tumulash: bass and vocal A.: guitar
Strix: Umbra: lead guitar Ethere: bass Rex: vocals Chimsicrin: drums Khamul: guitar
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|