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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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( 5577 letture )
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Succede spesso nella moda, negli accessori e gingilli vari, nella televisione e ovviamente nella musica, che ogni tanto qualcuno inventi un format vincente; succede poi ancora più spesso che qualcun altro segua alla lettera questi format cercando lo stesso identico successo dei fondatori. Alla fine dell’arpeggio iniziale di Shadow, primo brano del lotto, sinistri (e destri) presagi si insinuano nella mente di chi ascolta sotto forma di un nome: Meshuggah.
Ma andiamo con ordine: dopo l’EP Omnislash del 2009, gli svedesi Vildhjarta si accasano presso il colosso Century Media; forti del nuovo e prestigioso contratto non perdono tempo e danno alle stampe Måsstaden: una sorta di concept album che dovrebbe parlare delle “avventure di una città nascosta e isolata, narrate nella classica maniera delle favole”. La formazione del gruppo è piuttosto atipica: oltre alla sezione ritmica (basso, batteria) sono presenti tre chitarristi e due cantanti che interagiscono fra loro con growls e screams. Taglio subito la testa al toro: non ci siamo. Nothing, Obzen, Chaosphere suonati in maniera antitetica: voci monocordi e poco ispirate, a volte quasi fastidiose.
L’intero disco si assesta sui mid tempo senza nessuna accelerazione o variazione degna di nota; nei pochi momenti in cui si raggiunge una discreta intensità, spuntano dal nulla arpeggi fastidiosissimi a distruggere il poco che si era creato, spezzando letteralmente in due i brani. Evitabilissimo poi il pezzo centrale di Traces, in cui fanno sfoggio clean vocals che strapperanno più di una risata. Si fatica parecchio ad arrivare in fondo alle tredici tracce del lotto; tredici tracce in cui il tedio regna padrone senza fare sconti.
Stellare, ma non c’era bisogno di precisarlo, la produzione: ogni strumento è al posto giusto e compie il suo sporco dovere; forse, a trovare il pelo nell’uovo, la cassa avrebbe potuto avere un suono meno ovattato. Una doverosa e giusta parentesi: non mi sono pervenuti l’artwork e i testi, quindi non posso esprimermi in merito. La band è giovane e questo è il suo primo full lenght ufficiale; si possono quindi perdonare l’ingenuità, la piattezza e l’attingere a piene mani da idee altrui senza inserire niente di personale. Pochi nascono geni, ma in questo periodo è lecito e obbligatorio aspettarsi molto di più.
Di una cover band dei Meshuggah, quindi, non se ne sentiva proprio il bisogno; suggerisco a chi legge di aspettare qualche mese e godersi il ritorno di Haake e soci. Per chi invece non ce la facesse, suggerisco di recarsi al proprio bar di paese e osservare l’intensità, la rabbia, il sentimento e il colpo di cassa micidiale dell’ottuagenario di turno mentre schiaccia l’asso di briscola sul tavolo con sorriso e fare ghignante. Molto, ma molto più sincero e credibile.
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17
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questa recensione può essere descritta in un solo modo, una schifezza, certo che c'è ne vuole per fare una disamina così patetica e superficiale, è una vera e propria vergogna, a sto punto non ascoltatevi il 90% dei gruppi death metal, sono tutte copie dei riff in tremolo degli slayer eh, grandissimi ignoranti |
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16
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Azz...che dispiacere...l' Ep mi aveva intrigato... Benvenuto Gianluca |
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15
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Super bocciatura. Non me l'aspettavo proprio, sarà che nn conosco i meshugga e quindi nn conosco il genere ma un voto intorno al 70 e qualche parolina piacevole me l'aspettavo...deceit e masstades mi piacciono un bel po' |
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14
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La prima canzone Shadow mi è piaciuta molto.. ma c'è di meglio in giro! |
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13
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Recensione perfetta, colpisce in pieno i punti deboli del disco di questi cloni senz'anima. Buona la prima! |
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12
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delusione totale....veramente un disco inascoltabile....l'ep di esordio era stupendo, davvero, molto prima che firmassero con CM. si sentiva gia' il meshuggah background prepotentemente, ma la voce pulita era quel tocco in piu', che li allontanava dagli orginali, anche se per poco. considerando la giovane età erano la promessa del djent new generation. ho ascoltato a lungo il disco ufficiale....hanno prso tutto quello che di buono avevano fatto con l'ep....il disco è orrendo, non ha un senso, e i pezzi sono di una noia mortale. voto 4 |
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11
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Oh, finalmente qualcuno che dice le cose come stanno...a forza di vedere elogi a destra e a manca, truzzi che dicono THALL senza ragione alcuna...insomma, mi chiedevo se fossi io a non cogliere la grandezza di questo gruppo di buffoni. Ed invece finalmente la conferma, che non son l'unico a pensarlo: sti Vildhjarta FAN CAGAREEEEEEeeeeeeeeeeeeeeee |
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10
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Totalmente d'accordo con la recensione, peraltro scritta benissimo! |
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9
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Grazie Jimi! a buon rendere! |
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8
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Ben arrivato anche da parte mia |
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7
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@adri: per le band italiane devi chiedere agli altri, io non ho ancora voce in capitolo e non posso giustificarmi. Per questo disco posso farlo: credimi, l'ho ascoltato parecchie volte, e alla fine di ognuna mettevo su bleed dei meshuggah per riprendermi: meglio gli originali. Il discorso che ho spiegato è proprio questo: quando si copia un modo di suonare o lo si fa mettendoci tanta personalità e carattere o meglio non farlo. Sarà, ma a me è sembrata "la risposta della century media ai meshuggah della nuclear blast"; la differenza è che i meshuggah hanno inventato questo modo di suonare e lo fanno in maniera stratosferica, i Vildhjarta imitano e male. Ps: fossero stati, appunto, italiani e si fossero chiamati La cacofonia di Don Gesualdo, probabilmente non se li sarebbe filati nessuno. Aspetto Koloss con ansia. |
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6
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non capisco perchè band italiane beccano voti + che esagerati mentre per lavori fantastici come questo album si ritrova voto e recensione da bocciatura.. |
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5
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Ciao a tutti! Abbiamo scoperto, caro vichingo, che i nostri anatemi antisecondasquadradimilano funzionano! Dovremmo coalizzarci più spesso... |
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4
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Salute a te amico milanista |
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3
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Ben arrivato |
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Ebbenvenuto anche a Gianluca! |
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1
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ultima frase geniale |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Shadow 2. Dagger 3. Eternal Golden Monk 4. Benblåst 5. Östpeppar 6. Traces 7. Phobon Nika 8. Måsstadens Nationalsång 9. When No One Walks With You 10. All These Feelings 11. Nojja 12. Deceit 13. Lone Deranger
Bonus Tracks:
14. All For The Sake 15. Of Others 16. To Be Continued…
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Line Up
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Daniel Ädel - Vocals Vilhelm Bladin - Vocals Daniel Bergström - Guitar Calle Thomer - Guitar Jimmie Åkerström - Guitar Johan Nyberg - Bass David Lindkvist - Drums
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