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Prey For Nothing - Against All Good And Evil
( 1992 letture )
Il techno death metal è un genere difficile. Poche band sanno farlo senza che i loro dischi non risultino un concentrato di onanismo esecutivo. Queste pochissime band sono, in larga parte, i grandi nomi del passato (ad onor di cronaca: Atheist, Cynic, ultimi Death…). Come per i capostipiti del thrash metal, queste band hanno oggi cambiato il loro stile, chi molto (Cynic) chi poco (Atheist) o sono scomparse. A portare avanti il verbo originario, una schiera di nuove leve che spesso falliscono cadendo in ipertecnicismi e manierismi alla lunga abbastanza noiosi.

Gli israeliani Prey For Nothing, esorditi nel 2008 con Violence Divine, sono una sorta di super gruppo formato da ex membri di band autoctone come DamNation (tre quinti del gruppo) o Spawn Of Evil. Il loro sound è un techno death melodico con influenze thrasheggianti. A tratti ricordano i Darkane senza la loro potenza annichilente, ma soprattutto la fonte di ispirazione è il fondamentale Sound of Perseverance. Progressivi e arzigogolati, cercano invano per tutti e i 65 minuti di durata del platter l’eleganza della band di Chuck e soci. Soprattutto il cantante Yaniv Aboudy imita senza remore il mai troppo compianto leader dei succitati Death.

Formalmente questo platter è inattaccabile. Al primo ascolto sembra quasi di trovarsi di fronte ad un capolavoro. Ben suonato e ottimamente prodotto, è un solido macigno sempre fedele a se stesso dall’inizio alla fine. Di per sè ogni traccia è perfetta, tuttavia una volta spento il lettore si fatica a ricordare anche una sola nota. Un lavoro senz’anima quindi, che al terzo ascolto ha già pesantemente annoiato le orecchie e il cervello. Le iniezioni di melodia sono inefficaci quanto le parti incazzose. Davvero pochi sono i brani che riescono a risvegliare l’ascoltatore nel mare magnum di note (di noia) che lo sommerge. Una di queste è My Final Relapse, pezzo abbastanza tirato e cattivo. Altre songs degne di menzione sono la maligna Turning Shears To Swords e Deciphering The Signal, con il ritornello a doppia voce growl-clean, forse la più “originale” delle tredici songs.

In conclusione un lavoro perfetto e noioso. Una band che rappresenta appieno quell’immenso banco di nebbia che è oggi, in gran parte, la scena heavy metal internazionale. Tante goccioline perfette e completamente uguali, che non aggiungono niente, ne tolgono niente. Che non riescono neppure a divertire.
In una parola: inutili.



VOTO RECENSORE
50
VOTO LETTORI
21.5 su 14 voti [ VOTA]
Undercover
Sabato 11 Febbraio 2012, 21.54.58
1
Mah, già gli Spawn Of Evil nel loro stile che tendeva a un old school non erano neanche buoni come seconda linea, certo qualche pezzo caruccio nel disco "Shrazim" del 2002 lo trovavi pure, questi invece so proprio anniati (traduco, stanno messi proprio male). Non c'è feeling, non ci sono pezzi che ti rimangono in testa, mi chiedo e continuo a chiedermelo perché con tante buone band che ci sono in giro le label grosse prendono ste cantonate? Li ascoltano i demo oppure...
INFORMAZIONI
2011
Massacre Records
Death
Tracklist
1. Treachery
2. My Final Relapse
3. Unmake You
4. Buried by the Light
5. Chekhov's Gun
6. Deciphering the Signal
7. Axis Mundi
8. Home Made Holocaust
9. Turning Shears to Swords
10. Technocrat
11. Spiritual Guillotine
12. Against All Good
13. Against All Evil
Line Up
Yotam "Defiler" Avni – Voce
Yaniv Aboudy – Chitarra
Tal Bachar – Chitarra
Iftach Levi – Batteria
Amir Salomon – Basso
 
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