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29/03/24
500 HORSE POWER + GAIN OVER
BORN TO BE WILD MC PADOVA, VIA GUIDO NATTA 14 - RUBANO (PD)
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Umbah - Enter The Dagobah Core
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( 1715 letture )
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Avvertenza: ai puristi dei vari generi, non rispondo di eventuali colpi apoplettici; detto questo, non me ne voglia il Sig. Queneau.
Recensore della bassa reggiana: Cos’èl c’al bagài chè?? (trad. cos’è ‘sta roba??)
Recensore true, talmente true che all’esame della patente barrò tutte V; tutte vere, tutte true: Questa è una tamarrata bella e buona! Grindcore sconclusionato con parti elettroniche provenienti da un’Amiga 500; e il fuoco? The steel?? Non oso ascoltare questo pastone durante un viaggio in moto, so che mi gripperebbe il motore.
Recensore blackster: La produzione è troppo pulita, c’è troppa elettronica, la batteria è una drum machine, non si inneggia a Satana, si capiscono tutti gli strumenti, la dance metal andrebbe abolita.
Recensore beone: Io di sbornie sono esperto, ma con questo disco l’ho presa senza bere.
Gianluca, Metallized: Difficile catalogare un lavoro di questo tipo. Tantissima carne al fuoco, tantissime influenze, tantissimi spunti, ma andiamo con ordine. La mente che si cela dietro questo progetto porta il nome di Cal Scott; già, la mente, trattasi infatti di una one man band. Attivo dal 1990 in quel di Brighton, il nostro sforna dischi alla velocità di un amplesso fra conigli: questo Enter The Dagobah core è il sedicesimo full lenght! Il progetto è definito come cybergrind, e in effetti calza (quasi) a pennello. Si va dai Ministry ai NIN, da voci death a simil mansoniane, da inserti prog a stramberie avant-garde; c’è veramente di tutto e il tutto si alterna come una scheggia impazzita senza un apparente filo logico.
La coerenza delle idee e i legami fra di loro spuntano parecchi ascolti dopo, ma solo a chi è in grado di resistere durante gli oltre cinquanta minuti del platter. Non è un disco per molti, anzi, necessita di parecchia attenzione e si rivolge a un pubblico altamente open minded. Scelte stilistiche di questo tipo, infatti, portano molto spesso ad essere sconosciuti alla maggior parte della gente; strano, dopo ventidue anni di attività e sedici dischi all’attivo, eppure…
Eppure in questi casi si rischia quasi sempre di accontentare tutti o nessuno. Detto questo, alcuni spunti sono veramente buoni; inutile citare un pezzo specifico rispetto ad un altro perché ognuno ha una propria entità e l’imprevedibilità regna sovrana. L’alternarsi degli stili non è sempre vincente ma talvolta straniante anche per un orecchio molto allenato. La produzione risulta nitida e efficace nonostante la drum machine; l’artwork è curatissimo e rende bene l’idea di ciò che si ascolterà.
Le note dolenti arrivano con le linee vocali, piuttosto piatte nonostante i ripetuti sforzi di variarle il più possibile: growls, screams, cleans, in alcuni casi sembra di sentire Marilyn Manson in persona! Non male l’ecletticità, ma risultano di non facile presa e scorrono come se niente fosse, specialmente dove si sente la necessità di quel ritornello martellante che non arriva mai. Ci troviamo, in poche parole, davanti ad una versione low-fi di Ministry e Strapping Young Lad; quello che manca a questo progetto per emergere davvero è la classe e qualche canzone davvero vincente. Sono comunque apprezzabilissime la capacità di osare, l’eclettismo e l’uso massiccio di elettronica in un genere che non ne è molto avvezzo.
Per molti, questi Umbah, passeranno inosservati, alcuni grideranno allo scempio, altri potrebbero trovarci parecchie cose interessanti; lascio ai posteri l’ardua sentenza.
Recensore fan invasato: Compratelo, capolavoro assoluto dei più assoluti!
Recensore futurista: grrrrrrinddddd, thrashhhhhhhhh, blastttttttttttttttt, bzzzzzzzz, lotta, metallo, unione d’intenti.
Recensore doom: Rip.
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Giusto vogliamoci bene |
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ok, scusami allora per aver interpretato male il messaggio |
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Undercover, non mi riferivo a te nel discorso "offese". Relax! |
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@Nagash, non mi sono offeso lo ritenuto futile e privo di senso è ben diverso, è inutile che cerchi quel tipo di pelo nell'uovo dove non c'è visto che non rientro in quelle categorie, poi oh se sta bene a tutti ben venga per voi, io sono solo una voce fuori dal coro, non mi porrò il problema di dir la mia ugualmente. |
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Ora, grazie alla neve, vi capita un bel tour de force! L'unica cosa che ci avvantaggerà è che passato lo scontro diretto a San Siro avremo già incontrato tutte le grandi (tranne la Roma)..Ma serve un Milan migliore: con la prestazione di Udine si va poco lontano, la fortuna non è sempre dalla tua parte.. Ps: qui tutto bene, tranne un gelo cosmico! |
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ehi voi due... gggrrrrr |
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Mah ragazzi a mio modesto avviso ve la state prendendo per delle cazzate: è ovvio che il recensore stava scherzando tirando in ballo dei luoghi comuni! Quoto il commento qui sotto di Nagash. Ciao Waste of air!! Alla fine ci avete superato in campionato... porca putt... |
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La verità è che chi si è offeso non ha capito assolutamente lo spirito...Spero che i recensori della bassa reggiana di tutto il mondo non si sentano presi di mira per una qualche loro millantata inconsapevolezza...dai per piacere. Qui non si tratta di luoghi comuni, di ironia spiccia o banale...è un delirio controllato e finalizzato. L'ironia non è per tutti? Scusa lo decidiamo noi cosa è ironico nel modo giusto e cosa non lo è? Manco leggeste insulti nelle recensioni con i vostri nomi e cognomi. |
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Ok, dato che i toni non si abbassano, per me la discussione è chiusa, saluti. @finntrollfan: è solo un gioco su luoghi comuni, niente di personale contro nessuno e nessun genere, ci mancherebbe. |
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La presa per il culo indicava quelle due parti inizio e fine, l'ironia non è cosa per tutti, non è che io sia meglio di te a battute, le ho trovate solo alquanto senza senso e inutili nel contesto, Alex Ve usa quest'arma tagliente ma la sa usare la differenza è tutta lì a mio avviso. E mi quoto: questa però in parte sembra una presa per il culo più che la desamina di un disco con inizio e conclusione deliranti e sconnessi. |
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Scusate se faccio lo scassa cazzi ma ho letto "Recensore Blackster: non inneggia satana". Per piacere finiamola con sti luoghi comuni, capisco il tono "allegro" del recensore ma da grandissimo appassionato di Black sti stereotipi proprio non li sopporto. Scusate lo sfogo. |
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@Undercover: delirio e sconnessione, punto centrato. È ciò che ai più sembrerà questo disco. Quanto alla recensione, ho semplicemente usato un marasma di stili per descrivere un marasma di stili. Mi prendo la responsabilità di ciò che ho scritto, ma "presa per il culo" non lo accetto. @Andre: Non credo, ma dagli comunque un'opportunità, ci sono parecchi spunti interessanti. |
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Veramente l'unica presa per il culo che si legge è quella nei confronti degli stereotipi di "metallaro". Nella recensione si parla di 16 dischi...i demo sono dischi...non di 16 LP, a voler essere precisini. |
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tu che mi conosci.... tu che recensisci... mi potrebbero piacere?... ne più ne meno... |
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Povero Cal trattato così, vedrò di ascoltare anche questo come fatto con gli altri, rispetto le recensioni, questa però in parte sembra una presa per il culo più che la desamina di un disco con inizio e conclusione deliranti e sconnessi... me ne farò un'idea. 16 dischi in 22 anni? Contando che non sono 16 i dischi ma solo 13 i primi 3 sono demo e sul sito ufficiale è riportato solo il terzo di questi, è sì tanto ma neanche così tanto visto che c'è gente che neanche in una decade è riuscita a produrre il doppio della roba, vedasi a esempio i Benighted In Sodom sicuramente altro genere eppure Matron Thorn tira fuori un ep o un disco che veramente quello sembra un coniglio, sarà che non finisce in coma dopo la scopata di 30 secondi. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Whispers of a Dying Sun, Part I 2. Bolderok Naron 3. Temple Bar 4. Dr. Geiger 5. Enter the Dagobah Core 6. Hypnotic Implant 7. Cosmic Garland 8. Mad Zu Chong 9. Oberon Tales 10. Rackborn Skin Expulsion 11. Serokate Fornion 12. Zombinods 13. Whispers of a Dying Sun, Part II
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Line Up
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Cal Scott – Vocals/Guitar/Programming
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