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23/03/21
SWANS + NORMAN WESTBERG
ALCATRAZ - MILANO
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( 9120 letture )
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In questi giorni mi sembra di vivere (finalmente!) in un paese scandinavo, tanta è la neve che copre la terra, donando al paesaggio, già di partenza affascinante, quel qualcosa di favolistico e spietato al tempo stesso. Al di là dei problemi logistici, non esiste occasione migliore per tornare bambini e fare pupazzi di neve personalizzati nelle maniere più originali, oppure decidere di andare a passeggiare sui monti in cerca del silenzio più assordante, allontanandosi dalla civiltà che sempre meno mi piace. Guardandomi attorno, contemplando gli alberi carichi di neve fino a piegarli e con la speranza di non incontrare una famiglia di cinghiali, intono le parole del ritornello di Luxtos. Allo stupore iniziale segue un’attenta riflessione sulla qualità del nuovo disco degli svizzeri Eluveitie, arrivati al traguardo del quinto full lenght. Effettivamente il brano è davvero ben fatto, un pezzo che dal vivo farà sfracelli, capace di entrare nella testa dell’ascoltatore fin dai primi giri nel lettore. Ma il resto delle canzoni? Qualche melodia di Santonian Shores, il riff portante di Havoc (uguale a tanti altri in verità) e il ricordo del fastidio provato ascoltando A Rose For Upona e l’imbarazzante Alesia. Eppure l’album è composto da ben diciassette tracce, ma evidentemente hanno poco da dire.
Il nuovo album, anche esso su Nuclear Blast, è un netto miglioramento rispetto a Everything Remains As It Never Was, e i motivi sono molteplici: la qualità media delle composizioni è leggermente migliorata, le canzoni odorano maggiormente di natura e all’interno di Helvetios ci sono effettivamente diversi brani sopra la media. Sono fortunatamente messi da parte i riff sporchi di influenze metalcore, così come non ci sono più i ritornelli ruffiani con voce pulita. Al loro posto però ha preso spazio la voce di Anna Murphy, con risultati tecnicamente non spregevoli, ma in contesti semplicemente fuori luogo in un disco extreme folk metal.
Ad aprire l’album, dopo il tradizionale intro, è Helvetios, e sin dalle prime note è possibile notare come la ghironda della Murphy sia posta in evidenza dal missaggio. La canzone non è niente di esaltante, ma è comunque un classico buon inizio alla Eluveitie, tra momenti dove gli strumenti tradizionali hanno maggiore spazio e riff di matrice svedese. Le note positive proseguono con quella che probabilmente è la migliore canzone del disco, ovvero Luxtos: tempi medi, chitarre semplici che seguono la melodia e un ritornello che esplode in tutta la sua potenza, dove finalmente Chrigel Glanzmann tira fuori una linea vocale leggermente diversa rispetto a quanto fatto nei dischi passati. L’inizio “grasso” di Santonian Shores è uno dei momenti migliori di Helvetios, anche se il prosieguo è forse scontato tra riff stoppati e ritornelli ariosi: scontato, ma decisamente ben fatto. Meet The Enemy vede la partecipazione come ospite del bravo Fredy Schnyder dei Nucleus Torn, e non a caso la parte strumentale risulta essere davvero interessante. Un riferimento al testo: Meet The Enemy è ambientato nel 58 a.C. e parla dell’“incontro” tra gli Elvezi e le legioni romane di Giulio Cesare, quindi un brano dove rabbia e violenza si sposano bene con l’aggressività della musica. Breve – due minuti e quarantacinque secondi – è The Siege, traccia sparata, diretta, divertente e con un bel violino in evidenza per oltre metà brano. Le varie Home, Havoc (dal piglio leggermente irlandese per quel che riguarda le melodie), The Uprising, Neverland che si distingue per il ritornello catchy e la conclusiva Uxellodunon (quest’ultima trascina stancamente l’ascoltatore alla conclusione dell’album con Epilogue) sono pezzi già ascoltati nei precedenti dischi, con i soliti riff ignoranti di death melodico, i bridge dove compaiono i vari violini, cornamusa e tin whistle prima del ritornello maggiormente melodico. Canzoni che sono fin troppo prevedibili, e quindi di fatto filler e niente di più.
Non mancano ovviamente le note negative: innanzitutto diciassette tracce per cinquantanove minuti di durata sono troppe, anche se ben cinque di esse sono intermezzi o intro-outro, che avranno sicuramente un significato all’interno del disco, ma che al secondo ascolto si skippano rapidamente. Le parti folk sono all’incirca tutte uguali, eseguite in maniera perfetta, ma anche meccanica, il che per un gruppo folk metal non è proprio il massimo. L’unico momento diverso rispetto al resto è lo scorcio di luce che gode il violino durante The Siege. Alcune canzoni semplicemente non riescono a decollare a causa di un appiattimento delle chitarre che ripetono sempre gli stessi giri, non osando mai qualcosa di diverso o di nuovo, e non brillando in qualità quando sono alle prese con gli ormai consueti riff di scuola Dark Tranquillity post 2000. Infine, ci sono le due pietre dello scandalo, due canzoni che l’amante del folk non vorrebbe ascoltare in questo contesto: A Rose For Upona e Alesia. La prima è una sorta di power ballad ruffiana con Anna Murphy alla voce, un pezzo che probabilmente potrà piacere solo ai neofiti del genere che, data l’inesperienza, credono che gruppetti come Kivimetsan Druidi, Crimfall e Battlelore facciano musica folk. Alesia, dove Giulio Cesare fece costruire un doppio anello di fortificazioni per assediare la città e poi proteggere le sue legioni dalla controffensiva dei galli, ha invece un retrogusto americano, una gomma da masticare all’europea, per una sorta di Evanescence del folk, a partire dal pianoforte iniziale al quale si sovrappone la voce femminile e un riffing tipico d’oltreoceano. Il ritornello, cantato a due voci con l’ausilio di Chrigel Glanzmann, è quanto di più commerciale ci si potesse aspettare, e non bastano la strofa seguente leggermente più “cattiva” e lo stacco melodeath a far cambiare idea. Anche Inis Mona era un singolo ruffiano, ma quello era un brano più ricercato, più sincero e semplicemente più bello da ascoltare.
La spontaneità e il sound fresco di Spirit e Slania sono decisamente lontani, eppure in questo Helvetios gli Eluveitie riescono, in alcuni frangenti, a riaccendere quella fiammella che li aveva portati all’attenzione del pubblico con i vecchi lavori, prima dell’esplosione di vendite e mediatica e dei tour da headliner. Helvetios è un disco che dà tutto nei primi tre-quattro ascolti e non cresce oltre, non trasmette nulla in quelli successivi, non regala particolari inizialmente sfuggiti, né tantomeno emozioni di qualunque tipo, ma questo è ormai la normalità per una band fredda come poche. Anche qui, come per Everything Remains As It Never Was tutto è perfetto: produzione, cura dei dettagli, potenza, songwriting, e proprio come Everything Remains As It Never Was è un disco formalmente perfetto, ma privo di cuore. Come sono lontani i tempi dove i gruppi folk (Otyg e Storm in primis) sapevano emozionare!
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Album fantastico. Non sono un esperto di folk metal, ma questo è per quel poco che ho sentito sicuramente il mio preferito. Grandi Eluveitie! In disaccordo con la rece, per me è 88. |
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Inizialmente mi era piaciuto poco ma ascoltando meglio Helvetios devo dire che per avere 17 tracce scorre che è una bellezza e sinceramente non mi lamento di nessuna canzone, nemmeno A Rose For Epona e Alesia. E' vero che con 17 tracce hanno composto solo poco meno di un'ora però il numero ti influenza un po'. Veramente un bell'album, l'emozione io personalmente la sento. Va bene saranno molto alla Dark Tranquillity o Death svedese, ma le influenze ci possono stare eccome, se le sai mischiare bene con il tuo stile. L'unica cosa che non accetto molto è il sound, specialmente la distorsione delle chitarre che non è adatta a riff di quel genere, troppo sporco e rumoroso. |
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Privo di cuore questo disco??? Ditemi che ho letto male, il recensore non può averlo scritto, non può aver scritto una boiata simile su un CONCEPT-ALBUM!! Fabrizio mio caro, forse hai sbagliato album, secondo me è quello fatto piu con il cuore rispetto agli altri. è piu ricercato nei testi e nelle musiche, è tutto studiato per ricreare l'atmosfera delle battaglie e dei momenti inerenti ai romani in terra gallica. Detto ciò Fabrizio mio...ma che cazzo scrivi??? XD |
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veramente bell'album, un 65 è troppo poco per me è 85! |
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Bon, questo è di gran lunga il migliore del lotto ed il voto mi pare davvero ingeneroso. Per me è un 80. Evviva! |
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Ahahahaah! "Shit in Park"... questa dovevo ancora sentirla. Complimenti, Mr Albano  |
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@running wild: recensisco con il materiale che le case discografiche mettono a disposizione, ovvero mp3 e una bio inutile senza informazioni riguardanti i testi. |
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65?? IO ci provo a non criticare ma mi riesce difficile vedere che sto discone prende meno degli shit in park |
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ma solo io sono abituato a leggere i testi mentre ascolto un disco? dico questo perchè l'album in questione di sicuro non si presta ad essere ascoltato superficialmente, in tal caso è ovvio che poi gli si da 65, ma vi assicuro che se avete un'ora a disposizione, vi mettete comodi con una bella biirra fresca e ascoltate helvetios seguendone i testi canzone per canzone sarà come guardare un film, e che film!!! qui siamo di fronte a un capolavoro, non capisco come chi si prende la briga di recensire lo faccia con tale superficialità... nemmeno si fa menzione al fatto che l'album in questione sia un concept che racconta dall'inizio alla fine l'invasione dei romani in terra gallica vista dall'ottica degli elvezi... mah... chi avrà voglia di "ascoltare" davvero questo album non potrà fare a meno che apprezzarlo, e molto |
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Non capisco le critiche che qui su metallized vengono fatte agli Eluveitie, nel senzo non sono ancora paragonabili ai maestri del folk quali Fintroll, Moonsorrow, Ensiferum però sono una band validissima con un soud personale e subito riconoscibile e con una grande ricerca e passione per le tematiche affrontate. Le band da affossare non sono di certo realtà come questa, inoltre le critiche al video di lancio 'A Rose for Epona' come trovata commerciale non hanno senzo, anche il video di lancio del disco Design Your Universe, che era 'Unleashed', canzone molto bella ma dove per tutta la durata non appare mai la voce death del cantante non rispecchiava la vera anima dell'intero disco, però nessuno ha pensato minimamente di avanzare una critica. Ad avercene di band come gli Eluveitie!!!! Continuate così Voto disco 75 abbondante! |
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Sono d' accordo con Theo, devo dire che il CD mi ha entusiasmato ben più di Everything Remains as it Never Was, e proprio non riesco ad ascoltare A Rose for Epona, mentre trovo già più accettabile Alesia (molto simile a Quoth the Raven, secondo me), pur ammettendo il suo suonare "commerciale". L' unica pecca che trovo è la ripetizione di certi riff, eclatante in particolare quello di Helvetios, che è pressochè identico a quello di Isara. In linea di massima il mio voto è 75, visto il miglioramento da Everything Remains, anche se proprio non c' è paragone con il caro vecchio Spirit. |
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Votanti siete dei fricchettoni XD |
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Peccato per il voto lettori... come al solito molti perdigiorno minorati mentali avranno votato 0... |
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Concordo in pieno con Theo e Celtic Warrior, ottimo disco! |
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Si Celtic Warrior... Boh sarà anche questione di gusti ma, per esempio a me non piacciono particolarmente gli Slayer, tuttavia non vado a gettarci merda sopra perche ne riconosco il grande valore. In sostanza il problema secondo me è questo: molti appiccicano l'etichetta "schifo", "plasticoso", "e ch piu ne ha piu ne metta" a tutto cio che non gradisce (e di cui magari neanche si intende ) così per partito preso... Senza attenti ascolti e conoscenze. Peccato  |
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Grande album grande gruppo  |
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Quoto Celtic Warrior. Grandi gli Eluveitie. |
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Caro Theo mi sa tanto che questo buon disco non è stato capito o non risponde ai gusti personali , io lo trovo ben suonato e molto vario , per quanto riguarda le tre tracce con canto al femminile a me sembrano molto buone . |
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Ah! Il canto di Chrigel non è un abbaio cazzo!  |
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Mi correggo... ottimo album a mio parere... piu lo ascolto e piu mi piace. Peccato per le tremende (ma neanche cosi tanto in fondo) A ROSE FOR EPONA e ALESIA. Un altra canzone che non riesce a convincermi è SCORCHED EARTH... boh avrei preferito personalmente un altro tipo di interludio magari dominato da cornamuse come nei precedenti album. Ma alla fine sono 17 tracce e 3 passi falsi mi sembrano piu che accettabili. Non mi sembrano ne plasticosi, ne tantomeno senza cuore (io lo sento eccome, ma va a sensibiltà questo). Nel complesso avrei preferito piu cornamuse all'interno delle tracce e meno tirate melodic death (belle, ma alla lunga mi stufano se sono di stampo svedese). |
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Buon album, inutile fare paragoni con slania e spirit, anche se mi è comunque piaciuto. Voto 70 |
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Senza offesa eh, ma se per te il cantato in scream è un'abbaio, beh è meglio che lasci stare il folk metal  |
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Non è che se una canzone la canta una voce femminile dev'essere per forza orribile.... Io per esempio trovo orribile l'abbaio di tutte le altre tracce a parte ARFE e Alesia... |
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È un'album complicato da valutare, nel senso che Slania era bello tutto, Everything Remains era brutto tutto (a parte Quoth the Raven), questa ha cose ottime (Havoc, Luxtos, Helvetios, The Siege), cose medie (Meet the Enemy, Home, Uxellodunon), cose orribili (prologo ed epilogo, A Rose for Epona, Alesia). In generale è un netto passo avanti rispetto al precedente ma per arrivare ai livelli di Slania ci vogliono più groove e più cornamuse, in particolare penso che potrebbero partire dalle ritmiche di Slania ed approfondire quel discorso, che sarebbe più in linea con le loro pretese di celticità, dato che quella celtica è musica (anche) molto danzabile. Se non fosse stato per Alesia e A Rose for Epona, avrei dato anche 72 o più, con quelle due schifezze ho dato 69. |
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Un'altra band falsa come le banconote da 7 dollari! |
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Una band che, purtroppo, continua a deludere...e pensare che custodisco ancora gelosamente una magnifica edizione di Slania con bonus dvd... |
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Il cd è divertente e la sua lunghezza non stanca... direi quindi che come risultato non è affatto male!!! Vista la pochezza di idee che pervade in questi ultimi anni riuscire a fare un album che scorre e acchiappa rappresenta un elemento non trascurabile. è vero che ci sono forti influenze dei dark tranquillity...ma è un male??? Ciao a tutti!!! |
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Quoto Mariamaligno. Per ciò che riguarda le donzelle invece quoto Undercover  |
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Le due tipe son da bombare, la band poca cosa apparte "Spirit" e "Slania" sono simpatici ma il resto è melo-death riciclato di quarta serie, se voglio qualcosa di sto genere mi divertono molto di più gli Hollenthon e di sicuro questi son folk quanto io sono irlandese  |
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Boh, per me questo è un disco di plastica asettica e riciclato all'inverosimile... Ma d'altronde, Nuclear Blast... |
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aspettate e sperate per TIME... avevan detto che " abbiamo talmente tanta roba in questo disco che non abbiamo nessun computer in grado di sopportare il carico di effetti".... bah.. non so più cosa pensare... son un pò ridicoli ormai... basta però non pensarci  |
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Mah io c'andrei cauto a scomodare i Wintersun e gli Ensiferum....per me sta band e' solo una brutta copia dei Dark Tranquillity in salsa folk. E sia chiaro che non ho prevenzioni di sorta contro i gruppi "derivativi", solo questi qua mi danno emozioni zero nonostante cerchi in tutti i modi di apprezzarne le potenzialita'. Ho dato un 65 come il recensore. |
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@fabriziomagno: really? tornano ufficialmente i wintersun? sia lode ai Grandi Antichi!!! Speriamo sia un comeback degno!! Grazie per la notizia! Tornando alla questione Folk: ovviamente per descrivere un album odierno, la maggior parte, dovremmo usare millemila epiteti perchè quasi tutto si è fuso con quello o quell'altro genere....e magari non ci si troverebbe neppure concordi nell'inserire quel gruppo all'interno di quel genere. Quindi si, fai bene ad usare solo 3 generi in cui dividere i gruppi da te recensiti. p.s. mi devo comprare un vocabolario di sinonimi...avrò usato 10 volte il termine "genere" XD |
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fulvio e il vichingo: capisco benissimo il vostro discorso, d'altra parte l'etichetta "folk" è indicativa, per approfondire c'è il testo della recensione. Preferisco dividere, per quanto difficile a volte sia, i dischi della mia sezione in folk, pagan e viking, senza stare a creare sotto-sottogeneri. Cmq, fulvio, i wintersun torneranno a breve con il nuovo cd, Time, a maggio. |
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ma son l'unicoa cui son sempre stati sui maroni questi? mai accettatto il fatto che con così poco si possa arrivare alla nuclear blast... tutta fuffa.... e mi dispaice ma non mi ci metto nemmeno d'impegno a questo nuovo ridicolo pezzo dela loro storia... |
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Fulvio: e che cazzo ma allora non sono il solo ad aver sentito dei richiami al melodic Death di Wintersun e dei primi Ensiferum!! comunque è vero, l'etichetta "folk" va un po' stretta a quest'album! |
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"Come sono lontani i tempi dove i gruppi folk (Otyg e Storm in primis) sapevano emozionare!" citando la frase finale del recensore...mah in effetti è vero...più che altro siamo ancora sicuri di voler "taggare" il gruppo sotto l'etichetta FOLK? Gli elementi ci sono ok, ma non sono un gruppo folk puro. Sovente mi pare di sentire sprazzi dei ,i primi nomi che vengono: Skyfire e, si spera non defunti, Wintersun... |
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Mi trovo d'accordo con Fabrizio, inoltre che razza di idea è fare un disco di 17 canzoni che c'entrano l'una con l'altra come i cavoli a merenda? A prescindere dalla qualità dei brani il risultato è che l'una ti distrae dall'altra, è come farsi la pasta col tonno, il pesto e la pancetta assieme! Avrebbero dovuto fare un bel lavoro di selezione e scrematura prima di pubblicare, sicuramente i pezzi scelti ne sarebbero stati valorizzati. Davvero un peccato che un brano come Luxtos si trovi in un contesto simile! |
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Riferirò il mio parere dopo averlo ascoltato attentamente, ma parliamoci chiaro: quelle "tirate" melo-death tutte uguali, con una voce di Chrigel imbarazzante...davvero servono? Assolutamente terribili, senza senso... per quel poco che ho ascoltato: penoso. (N.B. Gli altri dischi mi garbano assai, soprattutto Slania e Spirit!) |
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@ Sbiriguda: tranquillo amico tutto a posto . Avevo già capito a chi ti stavi riferendo  |
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Certo vichingo, facevo un discorso più generale che si riferiva anche ai commenti sotto il tuo, non voglio metterti in bocca parole che non hai detto.  |
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Mah io non ho mai detto che questo disco sia plastica e non ho neanche tirato in ballo la Nucler blast (per la cronaca ignoravo che gli Eluveitie fossero sotto contratto con la Nuclear blast, ero convintissimo che avessero un'altra Major ). Comunque per quanto concerne "la passione" sono d'accordo con te: ognuno ha una sua sensibilità e dove io vedo poco sentimento tu invece potresti invece vederne molto di più... |
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Io in questo disco la passione ce la sento eccome, ma evidentemente abbiamo percezioni differenti, niente di scandaloso nemmeno in questo. Certo che è fin troppo facile parlare di cuore e sentimento quando dal punto di vista tecnico/compositivo un disco è formalmente e sostanzialmente inattaccabile. Se poi devo proprio dirla tutta, tirare sistematicamente in ballo la plastica per ogni produzione Nuclear Blast ormai denota un conformismo critico non meno risibile di qualsiasi massificazione commerciale. Chiunque abbia radici musicali un pochetto più profonde dei comunque grandissimi Otyg, si ricordi cos'ha combinato un certo Tommy Vetterli (produttore di quest'album) coi Coroner, così magari con la plastica ci fa giusto la raccolta differenziata. |
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Ahhhhh gli Otyg... i bei tempi andati.... mi è venuta nostalgia... vado ad ascoltarmi Alvefard!! ..... PS: a me non sembra che il recensore sia prevenuto verso questo disco. Sicuramente il disco è ben fatto ma manca "il cuore", la musica fatta con sentimento. Gli Eluveitie hanno fatto il loro compitino e niente di più. Concordo con Fabrizio: un 65-68 e non oltre! Detto questo vado ad ascoltare gli Otyg, porca puttana quello si che era Folk fatto con sentimento!! |
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Diciamo la verità: sono anni che questo gruppo sforna sempre la stessa roba plastica e ruffiana, e c'è ancora chi si stupisce di un voto del genere, a mio avviso anche generoso... |
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Ripeto, io rispetto le opinioni e soprattutto i gusti di chiunque, ma frasi come "Helvetios è un disco che dà tutto nei primi tre-quattro ascolti e non cresce oltre, non trasmette nulla in quelli successivi, non regala particolari inizialmente sfuggiti, né tantomeno emozioni di qualunque tipo, ma questo è ormai la normalità per una band fredda come poche" obiettivamente denotano una chiara prevenzione verso la band ancor prima che verso il disco. E poi non sarebbe male imparare a soppesare le parole, perché un termine come "pattume" associato ad un disco di questa qualità sembra proprio la classica sparata ad effetto, tanto per il gusto discutibile di raccogliere il consenso degli estremisti-a-tutti-i-costi. |
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Non penso che la recensione sia prevenuta. A me erano piaciuti tantissimo tutti i dischi, anche Everything Remains As It Never Was, ma questo... è di un pattume generale che mi lascia basito. Tolte la title track, Luxtos e magari Neverland e Havoc, il resto scorre senza lasciare nulla.. Che peccato, e pensare che li amavo... |
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Gran disco !!! ottima band che continua a emozionarmi . |
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Disco meraviglioso e recensione evidentemente prevenuta, si legga senza alcun intento polemico. In fondo, i gusti personali sono sacrosanti anche quando influenzano la recensione meglio argomentata. |
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Sinceramente non capisco il voto così basso. L'album mi piace molto e l'unica nota stonata è proprio la song "a rose for epona" che non riesco proprio a digerire. Della discografia Eluveitie non apprezzo tutto...anzi tendo quasi sempre ad ascolarmi solo determinati brani, ma quest'album è un pò che lo sto sentendo e mi aggrada quasi nella sua totalità. |
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Tra l'altro "A Rose For Epona" sembra essere un po' un plagio di "Metropolice" dei Blood Stain Child. |
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Ho solo sentito meet the enemy e a rose for epona: il diavolo e l'acqua santa! Nonostante la mia ignoranza in materia, Slania ai tempi l'avevo adorato, poi i due dischi dopo erano un piattume che diceva veramente poco. Si ha quasi la sensazione che stiano cercando di accontentare un po' tutti, ma con mestiere, non col cuore. Lo ascolterò comunque, e sono certo che quoterò la recensione, tra l'altro ottima. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Prologue 2. Helvetios 3. Luxos 4. Home 5. Santonian Shores 6. Scorched Earth 7. Meet The Enemy 8. Neverland 9. A Rose For Upona 10. Havoc 11. The Uprising 12. Hope 13. The Siege 14. Alesia 15. Tullianum 16. Uxellodunon 17. Epilogue
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Line Up
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Chrigel Glanzmann: voce, chitarra acustica, whistles, mandola, bodhrán Simeon Koch: chitarra Ivo Henzi: chitarra Kay Brem: basso Merlin Sutter: batteria Meri Tadić: violino Anna Murphy: ghironda, voce Patrick Kistler: cornamusa, whistles
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RECENSIONI |
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