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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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The Doors - Morrison Hotel
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( 13145 letture )
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The Soft Parade fu un lavoro controverso per molteplici aspetti, tra cui l’uso di ridondanti arrangiamenti orchestrali che costituiscono, a mio parere, il suo vero tallone d’Achille, al punto da renderlo il meno interessante dell’intera discografia dei The Doors. Per tentare di riprendere i fasti del passato era necessario un netto cambio di rotta, prescegliendo nuovamente sonorità più dirette ed abbandonando le velleità psichedeliche a vantaggio di un più proficuo e semplice rock & blues. Morrison Hotel, registrato a Los Angeles e pubblicato nel febbraio 1970, incarna esattamente questa filosofia e costituisce a tutti gli effetti l’album della rinascita, seppur parziale, della band di Jim Morrison. Si tratta di un lavoro ben arrangiato, immediato e senza troppi fronzoli, in cui il carismatico singer si riprende il ruolo di compositore. La notissima cover raffigura l’ingresso dell’albergo Morrison di Los Angeles, mentre le foto interne furono scattate all’Hard Rock Cafe limitrofo al medesimo hotel (questo spiega la divisione del platter, per l’appunto, in Lato A - Hard Rock Café e Lato B - Morrison Hotel).
La dirompente Roadhouse Blues vale da sola l’acquisto del full lenght con il suo affascinante tema portante; si tratta di uno dei classici immortali del repertorio dei The Doors e verrà sovente eseguita come opener durante gli show del gruppo. Da segnalare le belle parti di armonica suonate dallo special guest John Sebastian dei The Lovin’ Spoonful, il quale non volle comparire nei credits del disco (per tale motivo fu incluso il nome fittizio G. Puglese). Segue Waiting For The Sun, uno scarto risalente alle registrazioni dell’omonimo terzo album, dalla ritmica rarefatta, quasi ipnotica, impreziosita dal sintetizzatore Moog. You Make Me Real, pubblicato come singolo nel successivo mese di marzo, vede Manzarek in primo piano alle tastiere, unitamente ad uno scatenato Densmore dietro le pelli; mirabile anche l’assolo di chitarra di Krieger verso la parte conclusiva. La ritmica funkeggiante di Peace Frog ammalia l’ascoltatore nel contesto di liriche che traggono spunto dalla violenta repressione posta in essere nel 1968 dal sindaco di Chicago Daley nei confronti dei partecipanti alla convention del Partito Democratico. La romantica Blue Sunday ha come assoluta protagonista l’inimitabile ed emozionante ugola di Jim. Meno significativa, nel complesso, Ship Of Fools, mentre ho trovato sempre divertente l’andamento di Land Oh!. Si sale di tono con il blues di The Spy (Jim si ispirò nel comporla al romanzo della scrittrice Anaïs Nin, The Spy in the House of Love) e Queen of the Highway, dalle sfumature lievemente psichedeliche, con Manzarek ancora sugli scudi. La melanconica Indiam Summer assomiglia un po’ a The End, contenuta in The Doors, ma di fatto va considerata a tutti gli effetti come un mero riempitivo. Chiude il platter il blues graffiante di Maggie McGil, con un Morrison particolarmente ispirato.
In definitiva, se da un lato possiamo affermare senza tema di smentita che Morrison Hotel rilanciò alla grande la band, dall’altro bisogna tristemente ammettere che i fasti della prima gloriosa parte della loro carriera erano ormai irrimediabilmente perduti e, purtroppo, la triste fine di Morrison così inesorabilmente vicina.
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21
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C'è poco da aggungere 85 ci sta tutto |
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In questo LP troviamo il progenitore di Behind The Crooked Cross, dell'altro formidabile quartetto di Los Angeles. Non ci credete? Mettete su Peace Frog. La trovata non è mia ma dell ex utente Arrraya, ma come molti di voi, presumo, ce l'ho sempre avuta lì appesa. /// Che dire del disco, quei quattro insieme erano semplicemente divini. /// Keep your eyes on the road and your hands upon the wheel !!! Storia del Rock! |
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19
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In una monografia sulla band, una sorta di documentario, dicevano che i Doors hanno venduto musica pura, perché Non hanno fatto pubblicità a nessuno, cazzata lo hanno fatto l hard rock cafè, tra l altro quando uscì il film di oviler Stone, ristrutturarono lo stabile. i Doors sono una band che va sintetizzata con peace frog. Annegato in una vasca da bagno e seppellito a Parigi, che cazzo c entra una brasserie con l hard rock poi, boh! |
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18
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nessun pezzo è da riempimento |
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nessun pezzo è da riepimento |
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ship of fools non è meno significativa, indian summer non assomiglia nemmeno un po' a the end, ed è magnifica, e non da riempimento |
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Questo è il mio preferito si merita un 100 |
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Album sottovalutato e non capisco il perché. Comunque non penso che sia un capolavoro da cinque stelle ma un album stellare! Il rock travolgente della classica Roadhouse Blues, la visionaria Waiting For The Sun, la frizzante You Make Me Real, la politica Peace Frog, il romanticismo crepuscolare di Blue Sunday, il blues cameristico di The Spy, la notturna Indian Summer, l'elegante Queen Of The Higway, la selvaggia Maggie Mcgill...I puristi saranno d'accordo con me...immenso capolavoro di uno straordinario gruppo! |
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88, svolta decisamente Blues, poco presente nei lavori precedenti, se non relegata a singoli episodi inseriti negli album. Ed è Blues potente, adamantino, semplice, sudato. Poi il funky di Peace Frog, bhò qualche pezzo un pò troppo "stiracchiato" tipo Ship of fools o Land Ho, ma nel complesso un robusto LP, molto lontano dalle origini. Suadente The spy, vabbè, un buon lavoro piacevole e diversificato, anche perchè un anno dopo toccherà al Bluesaccio monolitico di L.A Woman... |
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azz... me ne sono accorto adesso che c era una recensione sui Doors, ciò indica il mio scarso interesse per questa band !! |
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11
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Dopo il passo falso The Soft Parade, con Morrison Hotel i Doors tornarono ai livelli di un tempo,sebbene l'album in questione sia leggermente inferiore rispetto ai primi 3.Waiting For The Sun l'ho sempre trovata una canzone fantastica,mi piace molto anche Queen Of The Highway. |
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10
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Roadhouse blues viene bello associato all'armonica "blues" in questa versione+ ritmata c'è il sax pezzi storici sempre belli da risentire |
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9
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"Roadhouse Blues" la strimpello ogni tanto con la mia chitarra classica Comunque, altro bel capitolo della loro discografia e mi associo ai giudizi su "Maggie Mcgill". |
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A parte due-tre tracce non lo ascolto veramente da una vita...inutile dire che mi è tornata la voglia! Da quel che ricordo, comunque, un disco ben fatto, giustamente vario, ma spesso privo di quella magia che poi sono i veri Doors. |
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7
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Uno dei dischi dei Doors che preferisco, giusto rimarcare l'indirizzo blues e, per la 'legge dell'opposto', uno dei brani migliori a parer mio è proprio il superfunky primordiale di 'Peace Frog' |
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6
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Un grandissimo album, un vero colpo di coda. Giustissimo quello che dice Fabio sul ruolo che Morrison ha avuto nell'indirizzo blues di quest'album e del successivo. Non so... E' senz'altro più immediato e tutto sommato semplice rispetto ai primi album e indubitabilmente manca qualcosa ed anche a livello poetico si sente che la vena compositiva si regge ancora ma non è ai massimi... Eppure mi piace moltissimo, forse assieme ai primi due è quello che mi piace di più. Parlando di testi geniali direi che Queen of the Highway lascia il segno. Comunque siamo su livelli alti. |
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5
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Anche se è un mischione di generi e non ha una sua organicità, ci sono dei pezzi per cui darei volentieri il piede sinistro. La mia preferita Maggie McGill, il testo geniale. |
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4
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Il mio preferito dei Doors, assieme al successivo. |
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3
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..io amo questo disco!!!! |
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la storia! sono cresciuto con la cassetta prima e il cd poi di morrison hotel!!! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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Side A: Hard Rock Café 1. Roadhouse Blues 2. Waiting for the Sun 3. You Make Me Real 4. Peace Frog 5. Blue Sunday 6. Ship of Fools
Side B: Morrison Hotel 7. Land Ho! 8. The Spy 9. Queen of the Highway 10. Indian Summer 11. Maggie McGill
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Line Up
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Jim Morrison (Voce) Ray Manzarek (Tastiera nelle trace 1, 3, 8 e 9; Organo nelle tracce 2, 4, 5, 6, 7 e 11; Basso nella traccia 10) Robby Krieger (Chitarra) John Densmore (Batteria)
Musicisti Ospiti: John Sebastian (Armonica nella traccia 1) Lonnie Mack (Basso nelle tracce 1 e 11) Ray Neapolitan (Basso nelle tracce 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 9)
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RECENSIONI |
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