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Wardance - Heaven Is for Sale
( 1610 letture )
Che belli gli anni ottanta, così ricchi di innovazione, freschezza, uscite discografiche che oggi possiamo solo sognarci: anche nell’underground fioccavano band con tante cose interessanti da dire, che all’epoca passavano quasi inosservate al cospetto di una sfilza impressionante di uscite stellari, ma che al giorno d’oggi potrebbero tranquillamente far impallidire tante band prive di un’anima, prive di personalità, intente più a badare al portafogli o attente ad emulare nel miglior modo possibile le vecchie glorie piuttosto che a sviluppare un proprio stile caratteristico. Nella consistente pletora di astri mai balzati alla ribalta vi erano i tedeschi Wardance, nati nello splendido 1986 e trainati dal carisma vincente di una ragazza assai in gamba al microfono, Sandra Schumacher, e dalle chitarre gemelle di Franz Romer e Thomas Heyer, fulgide, fantasiose e squillanti ma anche affilate e rocciose quanto basta. La sezione ritmica viene invece sostenuta dal lavoro ordinato di Stefan Humbert al basso e Markus Wawersich dietro alle pelli, martellante e tosto, capace di garantire sane dosi di esaltazione agli amanti delle sonorità più esplosive, melodiche e incalzanti. Il loro lavoro d'esordio, il qui presente Heaven Is for Sale, usciì all'alba della decade successiva, ma recava fortemente impresso il marchio ed il sapore ammiccante degli eighties, che già di per sé é una garanzia. Ritmicamente e dal punto di vista del riffing, la band è dotata di ottimo tiro ed è decisamente capace di scatenare l’adrenalina: anche parecchi guitar solos appaiono melodici e morbidi, appaiono coinvolgenti e piacevoli, degno completamento di uno speed metal fortemente ottantiano, ancora debitore delle sonorità classiche ma al tempo stesso improntato verso velocità e potenza thrashy. Il contatto con l’heavy è dunque notevole, ma a colpire è il vocalism della Schumacher, che qualcuno potrebbe accogliere con pregiudizio, vista l’energia e l’aggressvità sprigionata dal genere: a conti fatti, però, la cantante se la cava alla grande, e tutti i brani risultano ampiamente godibili e power oriented. Le velocità restano sempre elevate, stop’n’go, rallentamenti e accelerazioni aumentano il piacere e fanno lievitare la tensione, con l’elemento melodico sempre in primissimo piano, fluido e consacrato in un risultato finale di tutto rispetto. La qualità audio della registrazione non è niente male, anzi, anche se è palese l’atmosfera tipicamente ottantiana e quel flavour un po’ datato che tanto fascino conferisce alle varie composizioni presenti in tracklist. Le due chitarre imbastiscono un comparto di riff tesi e taglienti, che emergono in pezzi epici quali Neverending Nightmare, lasciando scorrere il disco con naturale semplicità e freschezza. Nessuna pretesa di scrivere la storia, sia chiaro, ma sicuramente un platter solido e soddisfacente, intriso di sprazzi evocativi, pezzi trascinanti (Destroyer), stacchi atmosferici (come la non eccezionale I Don’t Love You Anymore, lenta e solenne, che pur aiuta a rifiatare) e corse a perdifiato, come Heaven Is for Sale, opener trascinante, infarcita di riff da headbanging e ornata da un bel solo di chitarra (anche se il refrain vocale non è il massimo) o Don’t Play with Fire, rivestita da quella avvincente patina ultraheavy che, tra vocalism e assoli da sturbo, fa particolarmente “true”. La band non ha paura di osare e si incammina anche in esperimenti gratificanti come Death Caress, che si avvia pesante, circospetto e, dopo due minuti, si lancia a capofitto in una sgroppata serrata e dal riffery affilatissimo; poi le ambientazioni tornano minacciose e tenebrose, capaci di dare un taglio particolare e affascinante ai cinque minuti del brano. Nuova sfuriata a briglia sciolta, Paris in Fear gode del consueto apporto melodico in sede vocale, fondamentale per mitigare la grande carica musicale e rendere la proposta ancora più fluida e orecchiabile; da menzione è anche il lavoro della chitarra solista, costante e febbricitante in tutta l’opera. La conclusiva House of the Rising Sun è un brano se vogliamo atipico, un anthem più che una mitragliata rapida, e conclude con eleganza un lavoro che, per molti, si rivelerà una piacevole sorpresa, purtroppo sepolto e dimenticato sotto le sabbie del tempo. Il full length fu rilasciato nel 1990 dalla No Remorse Records, due anni dopo l’EP d’esordio Crucifixion (che però conteneva otto tracce e copriva una durata di ventun minuti e mezzo), autoprodotto. Dieci tracce complessive, per oltre mezz’ora di ottima musica. È un vero peccato che band valide e dischi piacevoli come questo vengano dimenticati e sepolti dalle sabbie del tempo, mentre molti altri lavori qualitativamente inferiori salgono con ingiusta semplicità agli onori della memoria: ma questa è veramente un’altra storia.


VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
43.8 su 15 voti [ VOTA]
Rik bay area thrash
Lunedì 28 Marzo 2022, 16.13.56
3
Tra le innumerevoli uscite discografiche, impossibili da seguire tutte, ci furono anche questi wardance capitanati da una singer, fatto che forse, ha precluso un pò il successo alla band. Non tutti apprezzano una front woman in una band heavy metal, almeno così sembrava essere negli eighties, non so ora. Comunque chi è appassionato di speed metal con una buona componente melodica qui potrà avere molte soddisfazioni. Song votate alla velocità ma non fine a se stessa. Tra le tante band a cui si possono accostate, gli scanner (de), gli s.d.i. e i warrant (de). Sempre grandiosa la dying victim production in ambito re-issue 🤘
mardonziak
Lunedì 28 Marzo 2022, 12.24.16
2
Ho la prima stampa su cd ma per chi volesse spender meno consiglio l'ottima ristampa uscita pochi anni fa dalla "Dying Victims Productions" che contiene alcuni brani del precedente EP "crucifixion" e degli inediti. Band meteora ma tecnicamente eccezionale. Se vi piace anche un solo brano qui presente, troverete belli o bellissimi anche gli altri. 🙂 P.S. Per chi ama questo prodotto consiglio di provar anche altre band similari (più heavy che 🙃 speed) come i CARRIE "SECRETS" del '85 (tedeschi anche questi) oppure i canadesi MESSIAH FORCE "the last day" del '87 sempre tutte con vocalist femminile e con un solo album rilasciato sul mercato. Buon ascolto a tutti.
The Void
Lunedì 8 Ottobre 2012, 21.33.37
1
Figo! Purtroppo album introvabile...
INFORMAZIONI
1990
No Remorse Records
Speed Metal
Tracklist
1. Heaven Is for Sale
2. Destroyer
3. Believe
4. Neverending Nightmare
5. I Don’t Love You Anymore
6. Overture
7. Don’t Play with Fire
8. Death Caress
9. Paris in Fear
10. House of the Rising Sun
Line Up
Sandra Schumacher (Voce)
Franz Romer (Chitarra)
Thomas Heyer (Chitarra)
Markus Wawersich (Basso)
Stefan Humbert (Batteria)
 
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