|
19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
|
|
Malasangre - Lux Deerit Soli
|
( 2807 letture )
|
In occasione della recente recensione del debutto degli (Echo) avevo avuto modo di tessere le lodi della scena doom nostrana, sempre più nutrita e competitiva e che, a dispetto dei pettegolezzi e delle dicerie da corridoio, si sta facendo sempre più spazio nel panorama internazionale grazie a band di qualità come i Malasangre, dei quali oggi presentiamo la terza fatica intitolata Luxe Deerit Soli.
Per chi non li conoscesse, si tratta di una band attiva dal 2000 tra Cremona, Voghera e Piacenza. L'esordio avviene nel 2002 con l'acidissimo A Bad Trip To..., poi nel 2004 partecipano alla pesantissima compilation Church of the Flagellation, in compagnia di Stabat Mater, Bunkur e The Sad Sun; mentre nel 2005 arriva il loro secondo full-lenght album intitolato Inversus, ad opera della Nothingness Records. Oggi ci troviamo qui a parlare del fatidico terzo album: intitolato Luxe Deerit Soli e composto da sole due tracce entrambe eccedenti i trentacinque minuti di durata, questo nuovo lavoro è un mastodontico viaggio nei menadri profondi del black/doom più alienato, putrido, lento, sporco e malefico.
L'ascolto di questo platter è quantomai impegnativo data la lunghezza spropositata dei brani che, a differenza di molti lavori di colleghi doomsters, non concede grande spazio a parti arpeggiate e/o a divagazioni di synth, concentrando invece tutto il contenuto sulla sola cosa che riesce naturale: stritolare l'ascoltatore. Difatti, la maggior parte delle bands che si spingono su simili minutaggi solitamente fa ricorso al massiccio utilizzo di parti acustiche (vedi Mournful Congregation, Corrupted, etc.) o magari all'effettistica (Esoteric e Septic Mind su tutti) o ancora allo smodato utilizzo dei sintetizzatori, che ben si prestano a diluire le atmosfere ed aumentare così il minutaggio senza che - molto spesso - rimanga nulla di concreto tra le mani, mentre i nostri riescono a dosare pieni e vuoti in maniera tale che quest'ultimi servano per ricaricare di tensione le composizioni. La musica dei Malasangre si muove sulle faglia creata dall'impatto della crosta doom con quella black, e i risultati - per rimanere in tema - sono decisamente terremotanti. Lo scontro delle due faglie crea sovrapposizioni dei due generi, che si manifestano in esplosioni di rabbia e in repentini rallentamenti che sprofondano molto spesso in abissi ribollenti di lava incandescente. Immaginate di mescolare idealmente la pesantezza degli Electric Wizard con la malvagia acidità dei primissimi Unholy, aggiungete una pizzico di nichilismo ed un tocco di atmosfera ed avrete la ricetta di questo Luxe Deerit Soli. L'album è la perfetta evoluzione del precedente Inversus, e ben rappresenta lo stato di salute di una band che negli anni ha saputo ritagliarsi un posto di rispetto nella scena doom estrema.
Quasi impossibile la descrizione approfondita dei brani, in quanto, data appunto la notevole durata, sono molto ricchi di cambi di tempo e di atmosfera; dunque risulta molto difficile fornire una descrizione globale. Se volessimo comunque sforzarci di trovare un modo per descriverli, potremmo dire che Na Ma può essere considerata come una lenta colata di magma che, emerso in superficie allo stato liquido, procede lentamente lungo i crateri scavati nella roccia divorando inesorabilmente ogni forma di vita che si trovi sul suo cammino. La seconda Sa Ta, al contrario, ha un'attività che definirei quasi stromboliana, alternando esplosioni di rabbia a momenti di calma piatta che rasentano quasi la rarefazione sonora. L'accostamento di questo lavoro ad un parossismo è quantomai azzeccato anche dal punto di vista delle atmosfere, in quanto in entrambe i casi si ha a che fare con esalazioni di zolfo e di gas asfissianti che rendono faticosissima la fruizione.
Le conclusioni sono più che positive, tuttavia mi sento di consigliare una simile esperienza solo ed esclusivamente a quella nicchia di pubblico che ha le orecchie ben allenate a questo tipo di sonorità; il minutaggio sconsiderato delle tracce è un limite che lascerà per strada troppe vittime, e renderà decisamente ardimentosa quest'avventura. Rimane il fatto che, tutti coloro i quali riusciranno a portare a compimento questa escursione ai limiti del doom, di certo non la dimenticheranno per molto tempo. L'Olimpo ultra-doom ha una nuova divinità tutta Italiana!
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
|
Line Up
|
EM-00 (vocals) VP-33 (guitar, samples) TK-7.8 (guitar) NC-9.5 (bass) FH-37 (drums, samples)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
ARTICOLI |
|
|
|
|
|
|
|