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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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( 4034 letture )
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Anno 1998. Arckanum all'epoca era un semisconosciuto progetto in parte eclissato dal black metal sinfonico che andava impazzando nel mondo del metal estremo; un'oscura formazione svedese che era riuscita a vedere un po' di luce solo grazie alla cult-label Necropolis Records che, però, nel vecchio continente non godeva certo di una distribuzione eccelsa. Le controversie fra i due progetti non sono poche: se lo svedese è tacciato di rip-off solo da poco, la label di Paul "Typhon" Thind è nota in tutto il mondo undergroud non solo per non aver pagato i giusti diritti alle band messe sotto contratto, ma anche e soprattutto per aver stampato ulteriori tirature di copia dei dischi all'insaputa degli artisti. (Il sottoscritto possiede entrambe le versioni di questo album, distinguibili unicamente per il lettering: dorato l'originale, bianco la ristampa "pirata") Senza disquisire troppo sull'operato della label (i cui sostenitori potrebbero obiettare che grazie a questa "mossa" bizzarra si poteva godere di una maggiore reperibilità degli album in questione), va però precisato che i conflitti fra mr.Shamaatae e Typhon si concretizzano -con la vittoria del secondo- stampando questo Kampen in un'accattivante quanto poco utile (per non dire a tratti fastidiosa) versione in 2CD. Quella sorta di concept naturalistico a metà strada fra il paganesimo panico e il caos gnostico (di cui Shamaatae sarà il più grande esponente in seguito) è stato riassunto in una specie di quattro lunghe tracce elementali, separate esclusivamente dai rumori d'ambiente (mossa neanche spiegabile da una presunta e eccessiva durata del plot, visto che la versione "promo" dell'album è in un unico disco e in brani separati).
La qualità della release è incredibilmente alta anche perché Arckanum all'epoca aveva un modo di suonare praticamente unico: black metal viscerale, ctonico e arboreo, con all'interno diversi elementi del passato death-thrash dell'artista (che militò a fine anni '80 coi Grotesque); poche chitarre soliste che però quando emergono si intrecciano creando interessanti motivi circolari; le ritmiche si muovono melodiche e accattivanti in pieno stile Panzerfaust, ma con in più quella personalità svedese capace di tirar fuori le tipiche melodie nazionali. Un tuffo nei boschi, nelle foreste di conifere urlando "Fauna", "Silvanus", "Pan" e "Bafomet"; questo è l'universo pagano e occulto dell'intero album e di Kamps Tekn in particolare, nella cui traccia le urla disumane di Shamaatae vengono accoppiate dalla sacerdotessa amazzone Lena Klarström (da sempre presente nelle releases del progetto). Risate beffarde, urla tragiche e continue metamorfosi nel magico mondo silvano di Arckanum si alternano continuamente lungo le tracce; è impossibile non essere rapiti e non rimanere affascinati dai tamburi tribali delle percussioni, dai violenti blast-beat e dalle melodie delle sei-corde; quando termina un brano, esso si immerge totalmente nella natura, nello scorrere dell'acqua dei ruscelli, nei bubolii dei gufi, nel rumore dei passi nella foresta, fra le fronde degli alberi... Una foresta labirintica e di difficile decifrazione; lo testimonia la manifestazione dello stravagante mondo messo in scena da Shamaatae, sempre accompagnato dalla sua maschera panica, dal suo saio e dal suo mistico tirso dionisiaco interamente intagliato coi simboli del caos gnostico. Un altro elemento (non nuovo) che si aggiunge a questo macrocosmo è il potersi perdere all'interno del booklet dei CD, ma non tanto nel significato dei testi, quanto intorno ai ghirigori del lettering, attorno alla sua naturo-morfica conformazione... Kampen è un fiume in piena; impossibile estirparne un'ipotetica sineddoche; va sentito tutto d'un fiato, fino a gustarsi le urla amazzoniche in Pa Gruvstiigher Vandrum, gli screaming in backwards della heavy Minir Natz Fyghlir (uno dei migliori brani del disco in cui Shamaatae e Lena duettano ai rintocchi del gufo), i ritmi più old-school di Trulfylket Rapz Ok Os. Tutto fino a raggiungere il diabolico ditirambo strumentale di Nær Ok Fiær, in pratica, la messa in musica della morte di Orfeo per mano delle baccanti. Il trionfo della musica dionisiaca a discapito di quella apollinea.
Quale sonorità possono essere più perfette per musicare la dissezione del dio perfetto? Quali migliori melodie possono accompagnare la decollazione di Penteo? I malinconici pianti sul cadavere di Marsia si sono riversati nel rossore del suo sangue; il suo fiume scorre gradualmente in piena fino a che i popoli del bosco, in preda ai fumi dell'ebbrezza, rivendicano la loro natura orgiastica e terrena. Sono le baccanti che fanno da eco al loro capo in Þær Vindanir Dvælies. Il brano è spaventosamente catartico fino alla chiusura, dove in preda ai venti del nord si staglia la finale Sangin Kaos, caratterizzata da nerissimi riff thrash o proto-blackmetal (alla Venom); qui Shamaatae chiama a duettare l'amico Sataros realizzando quella che è la traccia più infernale del disco.
Canto del cigno di Arckanum? Sicuramente no, perché con i successivi esempi (Kaos Svarta Mar su tutti) la band è riuscita ad immettersi appieno in quel mondo caotico e gnostico del quale da tanto tempo si professava adepta. Sicuramente Kampen è l'ultima manifestazione di quell'affascinante mondo nel quale le forze demoniache dell'antico paganesimo emergevano e la facevano da padroni.
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13
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Nei primi lavori cè un utilizzo dello svedese antico particolarmente ricercato,che evidenzia l\'assoluto spessore del progetto. |
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12
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Shamaatae dopo i primi 3 capolavori ha spostato il concept,un peccato per me,anche perchè inevitabilmente a risentirne è stata pure la magia sonora. Rimane cmq un genio. |
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11
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Preso il primo a istinto, non so perchè ma non me ne sono mai pentito. Questo e il successivo notevoli |
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10
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Curioso, lo stavo ascoltando proprio un paio di giorni fa in treno, insieme a Kostegher e a quello con la runa th (credo) ripetuta. Sì, gran bella musica. |
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9
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Sì,primi 3 dischi da 100,personalmente tra i 15 migliori della storia del black metal, nonostante io sia di parte perchè vivo nella foresta.E non esiste di meglio. |
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8
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Sono un devoto dagli albori,quando nessuno ne conosceva ancora l\'esistenza.Primi tre dischi capolavoro. Project perfetto, musicalmente,concettualmente, esteticamente. Personalmente foreste,foreste,foreste,tutta la vita. |
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7
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io per Arckanum sono proprio di parte.. i primi 3 lavori ce li ho in ogni versione (anche nella versione bootleg di cui parlavo nella recensione). perfino le ristampe fullmoon e quelle debemur morti. perfino i vinili e i picture disk... sono un fanatico dei primi 3 album. |
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6
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...*ON-- di Arckanum ricorderò sempre con gioia il video di Gava fran trulen, in cui si aggira per il bosco mascherato da befana, contorcendosi ed emettendo versi di un gatto in preda agli spasmi del vomito --OFF*... |
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5
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Gli Arckanum rappresentan una delle incarnazioni più originali del black metal e i primi tre dischi sono da possedere e custodire con gelosia. Altre parole di commento mi sembrano superflue. |
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4
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L'ho scoperto di recente. L'unico difetto di quell'uscita è che dura un soffio di vento....siamo sotto i sei minuti se non sbaglio.... |
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3
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Dai ! Giuro che non lo sapevo. Nello split che hanno fatto assieme, Sataros supera definitivamente Shamaatae. |
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2
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Solo un piccolo, insignificante appunto: Sataros è il fratello di Shamaatae, il quale ha rilasciato proprio assieme al consanguigneo uno split nel 2008 (Arckanum\Sataros Grief). Quindi qualcosa di più di un amico..... |
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1
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Complimenti Moro! Una recensione perfetta! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intro 2. Kamps Tekn 3. Frana 4. Tronan Yvir þusand Landskaps Mark 5. Pa Gruvstiigher Vandrum 6. Minir Natz Fughlir 7. Trulfylket, Raþz Ok Os 8. þe Hæmpndlystnir Fran Dimban 9. Nær Ok Fiær 10. Skipu Vidit Dunkel 11. þær Vindanir Dvælies 12. Sangin Kaos
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Line Up
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Shamaatae - all instruments & vocals
session members: Lena Klarström - female vocals Sataros Grief - guest vocals on #12
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