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26/04/24
ELECTRIC VALLEY RECORDS FEST
BLOOM, VIA EUGENIO CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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David Bowie - David Bowie
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( 5543 letture )
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Dopo le diverse e brevi avventure tra varie formazioni, accompagnate dalla pubblicazione di una manciata di 45 giri, la carriera di David Robert Jones è dinanzi a una svolta quando, nel 1966, il manager Kenneth Pitt firma un contratto con la Deram, comparto britannico della americana Decca Records. Le registrazioni dell'album, intitolato come il nome d'arte che l'eclettico Jones si era creato anni prima – David Bowie –, prendono gli ultimi due mesi dell'anno, e a partecipare come "spalla" musicale della creatività di Bowie sono gli altri tre compagni dei The Buzz, l'ultima band in cui si era inserito il futuro Duca Bianco. David Bowie è un album che risponde dell'imperante elasticità artistica del periodo storico in cui è stato concepito, gli ultimi anni Sessanta: basti pensare che lo stesso 1° giugno, giorno in cui vede la luce questo esordio, esce Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles. L'elemento che più caratterizza David Bowie, infatti, è proprio la contaminazione di generi, che infarcisce con farine diverse un impasto ancora un po' grezzo, poco lievitato, ma di sicura bontà.
Emerge subito la personalità di Bowie, espressione ancora giovanile di una certa irriverenza e provocatorietà, tenute però in sordina dall'innocenza del suo caschetto biondo e dalla cornice giocosa e quasi infantile delle composizioni. Si passa quindi dal folk popolare di Uncle Arthur, in cui uno zio Arthur è un bambinone che non ne vuole sapere di staccarsi dal cordone ombelicale della madre, ai coretti alla Beatles della sconsolata Sell Me A Coat (simili a quelli psichedelici di Still Boy Blue); questo mentre l'andatura vaudeville del singolo Rubber Band cela un'essenza più melanconica, al contrario della giocosa e goliardica Love You Till Tuesday, che si chiude in un inaspettato andante violinistico. La stravagante We Are Hungry Men, dalle disarmonie e dai toni irriverenti avvicinabili all'esordiente compagine di Frank Zappa, evidenzia un'attenzione per la politica che verrà poi sviluppata in altre occasioni, ad esempio in Diamond Dogs; lo stesso non si può dire delle sognanti There Is A Happy Land, inno di una sorta di Peter Pan che non vuole crescere, e When I Live My Dream, dall'atmosfera onirica tipica del coevo movimento hippie, che si ritrovano anche nel folk acustico di Come And Buy My Toys. Sotto l'egida del produttore Mike Vernon, Bowie riesce a spaziare anche per il grande mondo degli arrangiamenti, inserendo accorgimenti armonici e soluzioni interessanti: gli archi e gli ottoni in Maid Of Bond Street e Little Bombardier, così come – dopo il sitar alla Love To You dei Beatles e il piano bar dai toni burlesque – gli sciocchi effetti finali nella ribelle Join The Gang. Per non parlare della proto horror music in Please Mr. Gravedigger, geniale recitazione di un raffreddato infanticida che passeggia per un cimitero (una sorta di Edgar Lee Masters macabro che gira per le lapidi di Spoon River), accompagnato dal rintocco della campana, dai tuoni e dallo scroscio della pioggia. Chissà se i Black Sabbath la conoscevano, insieme a Riders on the Storm dei Doors…
Il debutto del poliedrico David Bowie è un disco ancora immaturo, comprensibilmente giovanile, ma non per questo meno ribollente di fecondità creativa: il legame di disparate influenze, dalla psichedelia della West Coast americana, alla sperimentazione pop rock britannica e al folk acustico e popolare, diventa trampolino di lancio per l'istrionica personalità del diciannovenne Duca londinese, dandogli l'opportunità di mettere alla prova la sua originale attitudine poetico-cinematografica, ancora legata allo scherzo e al gioco, ma non per questo meno affascinante.
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5
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il suo primo album da solista da giovane mica male dai. |
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4
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Caspita irriconoscibile senza trucco! |
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3
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Probabilmente il musicista più creativo e influente del secolo scorso. |
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2
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Il solito fancazzista che ha votato 30, per fortuna c'è il prode vichingo che rialza in un batter d'occhio la media . Comunque questo disco per me è un po' troppo acerbo, le idee ci sono ma lo stile è ancora "immaturo". |
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1
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va che giovincello dalla faccia pulita, già a ventanni era un Duca !! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Uncle Arthur 2. Sell Me A Coat 3. Rubber Band 4. Love You Till Tuesday 5. There Is A Happy Land 6. We Are Hungry Men 7. When I Live My Dream 8. Little Bombardier 9. Silly Boy Blue 10. Come And Buy My Toys 11. Join The Gang 12. She's Got Medals 13. Maid Of Bond Street 14. Please Mr. Gravedigger
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Line Up
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David Bowie (Voce, Chitarra, Sassofono) Dek Fearnley (Basso) John Eager (Batteria) Derek Boyes (Organo)
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