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Mothercare - Traumaturgic
( 4552 letture )
Nuova, devastante opera per il combo veronese dei Mothercare, che arriva a due anni di distanza dall’ottimo esordio Breathing Instructions. Il gruppo propone un genere piuttosto sfruttato ultimamente, quel metal-core che sta spradoneggiando fra le giovani leve, ma ha il grosso pregio di condirlo con partiture che richiamano le sensazioni sonore di band come Napalm Death, Meshuggah e Fear Factory (periodo Obsolete) e brevi alterazioni di band come Helmet e, soprattutto, Tool. Se aggiungiamo che alla creazione e realizzazione di questo Traumaturgic hanno partecipato Davide Tiso, leader degli Ephel Duath, e soprattutto lo scomparso (non lo rimpiangerò mai abbastanza) Mieszko Talarcyzk, voce e guru degli ormai ex-Nasum, allora possiamo affrontare questo ascolto piuttosto tranquilli. Il disco, cosa non da poco, è dedicato alla sua memoria.

Apnea apre le rocciose danze e subita si realizza che i nostri, oltre a gestire con arroganza (in questo caso positiva) le parti metal-core, riescono a soprendere per freschezza di linguaggio grind. Un grind alternato, mai fuori dalle righe, padrone e schiavo allo stesso tempo, ora controllato, ora messo fuori causa da alterazioni psichediliche che potrebbe rimandare ai fu Alice In Chains, versione Dirt. Clean vocals si alternano in un vortice di rock e metal, dove nessuno riesce ad emergere, dove solo “l’essere” riesce a mantenere una forma. Learn To Die Slowly, si gestisce in maniera piuttosto canonica, cercando di non uscire troppo dagli schemi e discostando la propria essenza da Apnea. Essenza che viene ripresa con la traumatica SenseSeedSex, pezzo che vede la partecipazione di Mieszko, che perfora il muro sonoro con una prova decisamente sopra le righe. I Monster Magnet versione metal che si scontrano con i Nasum e gli ultimi, tecnici Exhumed. Un cadenzare inquieto dove si possono trovare riffoni alla Morbid Angel del periodo Covenant e partiture secche e industriali.
Impossibile decifrare la proposta del combo nostrano, Traumaturgod è tribale ed essenziale, percussioni vicine ai grandiosi Tool aprono un pezzo che visivamente è metal ma che su certi passaggi ricorda (eresia) gli Helmet di Betty (chi se li ricorda?) e i fu God Machine. Ma forse l’elemento di disturbo è da ricercare nel folle John Zorn ed i suoi Naked City. I Nasum che incontrano gli Ephel Duath. Days Of The Mangler tiene vivo il nome di Maynard James Keenan dei Tool: un lento e tribale incidere come i Neurosis comandano entra nelle menti malate e ormai sature di ogni genere di suoni. Percussioni e sampler industriali. Gli Axis Of Perdition che giocano con l’elettronica più nichilista.
Traumaurgic è tutto questo. Un male che si fa strada a forza e si rafforza con il lento incidere. Un procedere lento e maestoso. La forza del grind più tecnico, la rabbia del death più oltranzista, la libertà dell’hardcore. Reverse Vortex assorbe il suono, lo trascina con se, lo avvolge. Gullermo Gonzales è un vocalist pazzesco, capace di trasformarsi nel Patton e nello Shane Embury di turno. Il pezzo e’ vario e ben assortito, sorretto sempre e comunque dalla batteria di Marco Piran, precisa e capace di riempire ogni minimo vuoto sonoro. NQNL (che vede ospite Davide Tiso degli Ephel Duath) chiude un disco che potrebbe tranquillamente trovare spazio nella vostra collezione.

Personalità, classe, rabbia e una punta di nichilismo, che non guasta mai. La speranza è che i Mothercare siano tenuti in considerazione come meritano e possano spiccare finalmente il volo. Il tutto in omaggio al grande Mieszko.



VOTO RECENSORE
92
VOTO LETTORI
39.53 su 41 voti [ VOTA]
dario
Martedì 2 Agosto 2005, 14.12.01
2
Fiera del conformismo? Assenza di ispirazione? immagino che per te il concetto di musica si basa su fasi ultra originali e tecniche. Ascolta bene il disco (non penso tu l'abbia fatto) e leggi bene la rec.Ho citato Tool,God Machine, Alice In Chains e Nasum.Il grind,il death,il brutal...sono estremi.Non si maschera nulla.Se voglio ascoltare dischi sperimentali\ innovativi certo non li cerco in questi generi.
Maurizio Angotti
Sabato 30 Luglio 2005, 1.37.19
1
Non siete stufi di premiare gruppi che hanno perso di vista il concetto di processo creativo? Quest'album è la fiera del conformismo. E non c'è niente di peggio di quei gruppi che cercano di mascherare l'assenza totale di ispirazioni con sonorità e immagini che vorrebbero definire "estreme".
INFORMAZIONI
2005
Freecom
Death
Tracklist
1. Apnea
2. Learn To Die Slowly
3. SenseSeedSex
4. TraumaturGod
5. Days Of The Mangler
6. Kurokiroku
7. Slow Shadows
8. Reverse Vortex
9. Breed To Breathe
10. NQNL
Line Up
Guillermo Gonzales (vocals)
Mirko Nosari (guitar)
Rudy Zantedeschi (bass)
Mauro Zavattieri (percussions)
Marco Piran (drums)

CONTATTI
www.mothercare.it
 
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