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Gun Barrel - Brace for Impact
( 1635 letture )
Per garantire longevità ed impatto ad un disco, per quanto potente e melodico possa essere, è necessario qualche refrain vocale più trascinante e una manciata di riff molto più significativi di quelli proposti dai tedeschi Gun Barrel nella loro ultima fatica in studio, Brace for Impact, edito dalla Massacre Records. La band di Colonia, attiva dal 1998, giunge al suo quinto disco ufficiale, a undici anni dal debut Power-Dive e rimarcando una volta di più la particolarità della propria musica. Quello proposto dalla band teutonica è una sorta di ibrido tra hard rock dinamico e robusto power metal, tendente prevalentemente verso il primo dei due generi proposti: un incrocio pertanto abbastanza insolito ed originale, che si fa decisamente più marcato rispetto al precedente Outlaw Invasion, rilasciato nel 2008; lo stile proposto, per quanto irruente, non è certo definibile rozzo, ma appare anzi molto curato nei suoni e nelle linee vocali, come vedremo di qui a poco. Le undici tracce in scaletta coprono quarantasette minuti e mezzo di durata e si presentano sotto una forma molto omogenea, senza variazioni al tema principale e senza nessun picco positivo capace di trainare l’ascolto nella sua totalità; in realtà la propensione attitudinale all’hard rock lascia pochissimo spazio a quei rimasugli power metal, tanto che viene da chiedersi in base a quale ragione webzines ed enciclopedie online rileghino l’ensemble mitteleuropeo nel novero delle heavy metal bands contemporanee: forse in ossequio al passato e alle radici dello stesso, ma a detta di chi scrive è più onesto e obiettivo spazzare il campo da ogni dubbio e precisare come il four piece suoni oggi, lasciando dunque da parte definizioni includenti l’inflazionatissimo -in questa recensione- termine “power metal”.

Per potersi definire effettivamente dei power metallers, questi tedeschi dovrebbero rafforzare notevolmente la sezione ritmica, raddoppiare le velocità, esprimere più epicità e maestosità nelle proprie composizioni: in Brace for Impact, invece, soltanto in qualche ritornello si percepisce una spruzzata di enfasi, mentre il drumworking non è sufficientemente compatto e terremotante, praticamente mai sospinto dalle classiche galoppate con il doppio pedale. Per fortuna la band stessa precisa, sulla propria pagina web, di combinare elementi old school e rock’n’roll con l’attitudine -e solo quella, dunque- dell’heavy metal: pertanto noi giudicheremo questo disco in base a quello che è, ovvero una pimpante bordata di heavy rock in vecchio stile. La sezione ritmica, martellante e compatta, affianca un riffing tipicamente rockeggiante, a tratti volutamente strafottente e capace di metallizzarsi cammin facendo ed una sezione solista discreta ma non trascendentale: il risultato è una serie di brani accattivanti ed orecchiabili, ma non certo da delirio. Si diceva della cura dedicata al vocalism di Patrick Sühl: la timbrica del singer è abrasiva ma sufficientemente melodica, e si fa interprete di qualche valido refrain che, però, pur lasciandosi piacere e gradire, fatica a lasciare un segno determinante. La chitarra di Rolf Tanzius è ruvida e tesse strutture lineari, che vanno dritte al dunque senza dotarsi di grossi fronzoli; come tipico del genere hard rock, grande importanza viene inevitabilmente rivestita dai chorus vocali, essendo la musica poco originale e troppo prevedibile per destare sensazioni rilevanti. Ma come abbiamo avuto modo di precisare qualche riga sopra, il cantato, per quanto non disprezzabile, non possiede quel tiro capace di garantire alle composizioni un appeal maggiore. In certi frangenti i ritmi veloci calano e si fanno più stanchi, ma nel complesso la band convince maggiormente quando scatena l’energia a pieno regime, esibendo una serie di riff tosti e vigorosi. Purtroppo per questi ragazzi volenterosi, dobbiamo precisare che il mercato odierno è popolato da ampie schiere di proposte similari e del medesimo valore specifico, che nulla inventano e poco aggiungono a quanto già definito e presente in massa negli iPod degli appassionati; anche il logo e l’artwork di copertina di questo prodotto in studio appaiono banalotti, con la fin troppo abusata immagine di un cannone, le rose, i teschi, un’immagine abbastanza spoglia, fredda, che sembra piazzata in copertina tanto per fare.

L’opener Brace For Impact è un power rock potente e incalzante dotato di buona dinamica e refrain accattivante, mentre Dancing on Torpedoes è più tipicamente stradaiola, impertinente e quasi annoiata, peperina nelle (belle) vocals così come nei riff e nelle atmosfere; di simile impatto è Start a Riot, non certo consigliata a chi si avvicina a questa band attratta prevalentemente dall’inopinata etichetta di power-band. Books of Live è, assieme alla titletrack, uno degli episodi migliori del full length per merito delle linee vocali assai catchy; nella parte centrale il disco continua sulla medesima scia, restando dunque ghiotto solo in parte: Stand Your Ground, per esempio, si assesta su ritmi contenuti e spicca soltanto per un bel guitar solo. Più selvaggia è Diamond Bullets, ritmicamente impellente e molto catchy nelle melodie vocali: probabilmente, il terzo pezzo più convincente del lotto assieme ai due precedentemente citati. With Might and Main è uno dei passaggi maggiormente laccati di una certa patina heavy metal, nel riffery tagliente e roccioso come nelle atmosfere circospette e coinvolgenti, che sfociano in seguito in un altro valido assolo di chitarra, prima di lasciar campo alle fin troppo ruffiane stilettate di The Wild Hunt, brano radiofonico nonostante la cospicua sezione ritmica di base. Turbölence & Decadence è una sorta di ballad, troppo noiosa e statica: il disco si conclude con il riffato pesante e minaccioso di Big Taboo, immersa in atmosfere da gangster e vocals in crescendo. Resta nelle orecchie la sensazione di un prodotto soltanto carino, dalle fondamenta solide e troppo facilone per certi versi, non del tutto soddisfacente; rimarrà sulla mensola come un dischetto che si fa piacere, ma che difficilmente ci costringerà a reinserirlo nel lettore. Soprattutto se vogliamo spacciarlo come power metal: per evitare di bocciare il prodotto in partenza è molto meglio aspettarsi un disco di heavy rock convenzionale e nulla di più.



VOTO RECENSORE
65
VOTO LETTORI
30.5 su 10 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2012
Massacre Records
Heavy Rock
Tracklist
1. No Survival on Arrival
2. Brace for Impact
3. Dancing on Torpedoes
4. Books of Live
5. Start a Riot
6. Stand Your Ground
7. Diamond Bullets
8. With Might and Main
9. The Wild Hunt
10. Turbölence & Decadence
11. Big Taboo
Line Up
Patrick Sühl (Voce)
Rolf Tanzius (Chitarra)
Tom Kintgen (Basso)
Toni Pinciroli (Batteria)
 
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