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Backing Band Project - EP 2011
( 1957 letture )
La musica offre quasi sempre una seconda occasione. Quando la fame e la passione di vera musica ti percorrono, non c’è difficoltà o momentaneo stop che possano impedire ad un musicista di riprovare ancora e ancora. E’ parte integrante dell’essere e quindi la cosa più naturale è rivolgersi di nuovo ad essa, prendere le redini del gioco per un’altra cavalcata lungo i sentieri dell’espressione musicale. Non si può mai davvero sapere dove ci condurrà la pazzia dell’ispirazione, quali sentieri deciderà di farci percorrere ed anche quello che potrebbe sembra a prima vista impossibile, forse addirittura insensato, improvvisamente acquista una dimensione, un suo perché. E’ così che due amici, stanchi delle rispettive delusioni e non intenzionati a deporre le armi, si ritrovano assieme in un progetto folle e divertente, che prende le mosse nel 2010 e, dopo qualche mese di lavoro e ridefinizione continua, porta alla realizzazione di questo EP autoprodotto, che porta sulla cover un nome curioso: Backing Band Project. Un nome che in realtà dice molto sulla natura di questa creatura musicale: i due, infatti, sono Elia (Basso) e Dork (Batteria). Proprio così: una sezione ritmica e niente altro. Stupiti? Lo erano anche loro all’inizio, salvo poi incontrare una buona affermazione live, che li ha convinti di quanto intrapreso e li spinge oggi a continuare, credendo sempre più in questa storia folle ed al tempo stesso, estremamente appagante ed originale.

La musica che il duo ci propone è forse la migliore in assoluto che questa formazione poteva scegliere: lo stoner. Un genere che ha da sempre messo una fortissima enfasi sul ruolo della ritmica e che ben si presta ad una lettura interamente strumentale, come insegnano i ben noti Karma to Burn. Non è infatti dato sapere se nel repertorio del duo fa capolino qualche volta anche una linea melodica cantata, ma è certo che nel presente EP non se ne trova traccia. Ovviamente, suonando questo tipo di musica i riferimenti a capostipiti quali Kyuss, Queens of the Stone Age, Them Crooked Voltures sono all’ordine del giorno, mentre l’esperienza di una band quale i White Stripes può senz’altro considerarsi importante anche ai fini delle soluzioni ritmico-armoniche eleborate dai due White, come l’approccio moderno a sonorità seventies proprio dei Wolfmother. Dando quindi per ben assortito il bagaglio di esperienza dei due musicisti, così come il background musicale di riferimento, non resta che addentrarci in questo breve EP (poco più di dieci minuti) e scoprirne i punti a favore (molti) e quelli critici (uno in particolare). A riguardo dei primi, diciamo subito che l’azzardo tentato dalla Backing Band Project funziona: le canzoni scorrono bene, mettendo in luce le qualità compositive e tecniche dei due musicisti e rivelandosi molto ben riuscite e caratterizzate singolarmente. Un obbiettivo non scontato raggiunto con grande facilità e divertimento dai due. L’assenza di altri strumenti si sente ma non in maniera fastidiosa, anzi. Alla fine sembra tutto così naturale e scorrevole da non costituire assolutamente intralcio, permettendo per una volta di mettere in luce il lavoro della sezione ritmica, qua occupata anche a rendere melodico e quanto possibile armonico, ciò che spesso è demandato ad altri strumenti. D’altra parte, ci si domanda quanto il gioco possa funzionare sulla lunga distanza: dieci minuti volano, un’ora un po’ meno. I dubbi non derivano quindi da quello che c’è, anzi, piuttosto dalla normale curiosità sull’effettiva capacità del duo di reggere un’intera esibizione o un album intero impostati su queste coordinate. Un dubbio che comunque potremmo toglierci andando ad assistere ad un loro concerto o attendendo un vero e proprio album.

Una seconda chance non si nega a nessuno, figurarsi poi se il risultato rischia di essere così buono. Certo con cinque pezzi e dieci minuti di durata, appare abbastanza inutile sottolineare questo o quel brano. In complesso l’ascolto è veloce e divertente e tanto basta per ripetere l’esperienza più e più volte, sempre con estremo piacere. Complimenti quindi alla band per l’idea e per la realizzazione. Complimenti anche per aver creduto in se stessi ed in questo valido progetto. Se siete ascoltatori abituali di stoner, qua troverete di che divertirvi, se invece siete semplici curiosi, attirati magari dallo strano assortimento della Backing Band Project, c’è sicuramente del buono anche per voi in questo EP. Il coraggio premia sempre.



VOTO RECENSORE
71
VOTO LETTORI
30 su 13 voti [ VOTA]
BILLOROCK fci.
Giovedì 19 Aprile 2012, 21.24.22
5
vero..
il vichingo
Giovedì 19 Aprile 2012, 21.22.02
4
Copertina oscena! Mai visto niente di simile...
BILLOROCK fci.
Mercoledì 18 Aprile 2012, 11.32.42
3
si un pò si ih ih ih
Lizard
Mercoledì 18 Aprile 2012, 11.13.37
2
No direi di no c'è da dire che si confonde piuttosto con lo sfondo del sito!!
BILLOROCK fci.
Mercoledì 18 Aprile 2012, 10.55.26
1
Beh non vincerenno il premio per la migliore cover , eh ?!
INFORMAZIONI
2011
Autoprodotto
Stoner
Tracklist
1. Sabbath
2. Black Thunder
3. Song 3
4. Hypnorospo
5. The Final
Line Up
Elia (Basso)
Dork (Batteria)
 
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