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19/04/24
GOATBURNER + ACROSS THE SWARM
BAHNHOF LIVE, VIA SANT\'ANTONIO ABATE 34 - MONTAGNANA (PD)
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Lonewolf - Army of the Damned
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( 2197 letture )
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I Lonewolf sono un gruppo francese attivo ormai dal 1993, seppur con una pausa tra il 96 ed il 2000, dedita ad un power metal musicalmente debitore verso la lezione dei Running Wild, ai quali fanno ripetutamente il verso. Dopo circa tre anni di silenzio facenti seguito al precedente The Dark Crusade, i transalpini tornano in pista con un nuovo album intitolato Army Of The Damned, mixato presso l'MP Studio in Polonia e prodotto da Bart Gabriel, precedentemente all'opera con Crystal Viper e Sacred Steel, tanto per fare un paio di nomi. Il disco inoltre, può vantare la partecipazione in qualità di ospite di un personaggio come Blaze Bayley. Sembrerebbe che la band abbia tutte le carte in regola per produrre un gran disco, avendo dalla propria esperienza, professionalità e mezzi per far bene e, sulla carta, sembrano anche esserci riusciti, ma la domanda è: qual'è il fine? E ancora: cosa è lecito aspettarsi da parte di un potenziale ascoltatore/acquirente?
Se il fine è incidere un disco onesto, tecnicamente ben fatto, l'obiettivo può considerarsi raggiunto. Army Of The Damned è un lavoro basato su ritornelli concepiti per far cantare la gente durante i concerti dal vivo, ed in generale su pezzi costruiti in modo semplice e fluido, sempre tendenti a quella "tamarraggine" che risulta gradita dalla fascia di pubblico cui l'album si rivolge. Su tutto ciò va ad innestarsi la voce di Jens Börner, molto ruvida, roca, ma caratteristica e piacevole. Se però l'obiettivo era più ambizioso, se si puntava a produrre un album destinato a rimanere nel tempo, a far imprimere nella memoria il nome dei Lonewolf negli anni a venire, allora le cose da dire sarebbero parecchie, perchè in questo CD l'aria che si respira è piuttosto stantia. L'opener Lonewolf è un inno che cantato durante i concerti può regalare senza dubbio momenti di grande divertimento, ma dopo aver ascoltato il pezzo tre o quattro volte, comincia a scivolare via senza lasciare traccia, visto che risulta simile a mille altri anthem ascoltati mille volte durante gli anni precedenti. Il giudizio su questo pezzo poi, può essere accostato a qualsiasi altro brano dell'album, visto che nessuno di questi è brutto se preso singolarmente (al più anonimo), ma come il primo, dopo tre o quattro ascolti lascia indifferenti; forse la colpa più grave che una composizione musicale possa avere, più ancora della bruttezza conclamata.
Hellbent For Metal, Cold, Soulreapers, la cadenzata The Last Defenders, etc. Tutte canzoni piacevoli, sulla terza c'è anche un ottimo solo di Alex Hilbert (bravo per tutto il disco), ma tutto rimane nell'ambito della piacevolezza nell'immediato, del rimando al lavoro dei Running Wild ed in parte (nell'uso della voce), dei Grave Digger, sempre con i Manowar a guardare da lontano; troppo poco per incidere davvero, specialmente in un momento in cui è bene riflettere prima di spendere dei soldi per qualcosa che tra qualche mese sarà dimenticato. Il pezzo con Blaze? Anche questo non brutto, ma assolutamente anonimo.
Si, d'accordo, coretti da concerto che si canticchiano volentieri, una buona atmosfera da live, buoni fondamentali, buona incisione, buona produzione, ma una ripetitività ed un continuo citare i modelli che ho elencato nella recensione, che non possono che relegare Army Of The Damned tra i prodotti di seconda fascia, senza infamia e senza lode, senza i quali la sopravvivenza è comunque assicurata.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Lonewolf 2. Crawling To Hell 3. Army Of The Damned 4. Hellbent For Metal 5. Soulreapers 6. Celtic Heart 7. The Last Defenders 8. Cold 9. The One You Never See 10. Tally Ho
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Line Up
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Jens Börner (Voce, Chitarra ritmica) Alex Hilbert (Chitarra solista, Cori) Rikki Mannhard (Basso, Cori) Antoine Bussiere (Batteria)
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