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24/04/24
KARMA
CENTRALE ROCK PUB, VIA CASCINA CALIFORNIA - ERBA (CO)
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Saint Vitus - Lillie: F-65
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( 6050 letture )
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Ce lo aspettavamo, per questo l’attesa è diventata spasmodica. I segnali erano tanti, vuoi per la proverbiale iperattività di Wino alle prese con mille progetti passati e presenti, vuoi soprattutto per la reunion dello scorso anno e la triste notizia della scomparsa di Armando Acosta: un nuovo full-length da parte dei leggendari Saint Vitus prima o poi doveva arrivare. Lo abbiamo finalmente tra le mani questo Lillie: F-65, dopo ben 17 anni dall’ultimo prodotto in studio e 22 dall’ultima volta che Wino ha prestato la sua voce. Lo so che volete sapere subito com’è questo nuovo album, e posso dirvelo in due parole: bellissimo e deludente. Bellissimo. E’ davvero una profonda emozione il riascoltare quel sound così oscuro e ovattato, così profondo e raggelante nella sua semplicità, proprio come lo si ricordava nei dischi dei tempi d’oro dei vari Hallow’s Victims, Born Too Late, Mournful Cries etc. Già questo aspetto, per i fan della band del Maryland e per gli amanti del doom in generale, è come un gradito e a lungo sospirato ritorno a casa dopo una lunga e difficile parentesi altrove: Chandler folleggia come al solito con i suoi assoli di una sgraziata perfezione, le lyrics e l’interpretazione di Wino sono come il buon whiskey che mantiene da secoli lo stesso buon metodo di produzione e il medesimo sapore intenso. Solamente la sezione ritmica - ovviamente – ha visto l’ingresso del bravissimo drummer Henry Vasquez (ex Sourvein, tra gli altri), il quale ha portato in dote un’ottima tecnica esecutiva – ma sempre nel rispetto del sound originale – non facendo rimpiangere lo scomparso Armando Acosta, batterista quest’ultimo che non ha mai brillato dal punto di vista prettamente musicale (ora possiamo dirlo, visto che l’effetto epitaffio che segue sempre la morte di persone celebri copre sistematicamente i difetti di quest'ultime). Dunque l’atmosfera è quella giusta, e si parte con Let Them Fall: composizione giocata interamente sull’effetto di decadenza esercitato dal tema portante, ma questo è il brano meno avvincente del platter, nonostante che i nostri abbiano deciso di promuoverlo come singolo. Segue The Bleeding Ground, e qui ci torna alla mente tutta la magnificenza di Mournful Cries, e dunque avete già capito di che razza di pezzo stiamo parlando. Dopo una breve ma molto intensa parentesi strumentale, è il turno della già edita Blessed Night: quattro minuti di caracollante doom'n' roll come solamente i nostri sanno fare. The Waste Of Time è a mio avviso il brano maggiormente significativo dell'intero lavoro, sia per l'attenta costruzione della linea melodica del ritornello, sia per la semplicità di riff così ortodossi ed efficaci. Una colata di nere nubi sulle nostre menti attonite, prima che il solito assolo ultra distorto di Dave Chandler ci faccia perdere definitivamente l'orientamento e la cognizione del nostro essere.
Deludente. Fin qui ho tracciato gli aspetti positivi di questo attesissimo ritorno, ma ora passiamo alle note dolenti. Lillie: F-65 è un album deludente per due motivi strettamente connessi tra di loro: il primo limite riguarda la durata incredibilmente striminzita – 33 minuti scarsi – certamente in linea con gli ermetici primi album dei nostri, ma davvero poco per cui valeva la pena aspettare venti lunghi anni. In secondo luogo, questo lavoro è composto da un pezzo già edito pochi mesi fa (Blessed Night) e da due strumentali di cui una (Withdrawal), francamente davvero ridicola e che non fa altro che prolungare il finale della precedente Decadence, buon pezzo inspiegabilmente troncato a metà e riempito con un lunghissimo quanto inutile gioco di feedback di chitarra. A voler essere maligni – e non sapete, da fan quale sono, con quanta amarezza mi ritrovo a dirlo – sembra che i Saint Vitus sapessero benissimo che qualsiasi nuova opera sotto il loro nome avrebbe riscosso comunque un enorme clamore tra gli appassionati del genere, e dunque i nostri hanno messo insieme in fretta in furia il minimo sindacale per tornare sul mercato. Detto in parole povere, questo Lillie-F:65 sa di presa per i fondelli.
Peccato, perché quei (pochi) brani sono davvero strepitosi, e se i Vitus si fossero sforzati un po' di più avremmo oggi tra le mani il degno erede dei loro antichi fasti...
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15
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I Saint Vitus non sono del maryland... sono californiani di los angeles |
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I Saint Vitus non sono del maryland... sono californiani di los angeles |
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13
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Perfettamente d'accordo con recensione e voto... Alcuni pezzi strepitosi, ma album troppo striminzito..., per le ragioni indicate in recensione. Comunque credo lo acquisterò, perchè comunque merita. Evviva! |
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12
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mmm....80,ha buoni pezzi,ma purtroppo non tengono confronto ai vecchi album...non è male ma ha un non so che che non mi convince |
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11
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23-03-2013 concerto a bologna dei mitici saint vitus!!!!! per la prima volta....GREAT DOOOOOM |
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10
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Discreto ritorno, ma mi interessava il giusto. Punto decisamente a vedermeli dal vivo almeno una volta nella vita allorchè faranno tappa qui da noi. [nella rece: Dependance e non Decadence] |
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9
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E' proprio vero: "...sembra che i Saint Vitus sapessero benissimo che qualsiasi nuova opera sotto il loro nome avrebbe riscosso comunque un enorme clamore tra gli appassionati del genere, e dunque i nostri hanno messo insieme in fretta in furia il minimo sindacale per tornare sul mercato. Detto in parole povere, questo Lillie-F:65 sa di presa per i fondelli." Come non quotare. |
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8
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sto indietro con gli ascolti...spero di ascoltarlo il prima possibile... |
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7
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Inutile dire bello o brutto.....tempus fugit x ognuno di noi.Quindi anche x quelle persone identificate dietro magari un grande e storico monicker.Importante è che si tratti sempre di un nuovo album,e questo vale x tutti i Grandi e Storici gruppi a seconda ovviamente dei gusti personali. |
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6
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lo ho aspettato , ascoltavo i saint vitus quando per trovare i loro dischi dovevi ordinarli perche' nn li trovavi ..... concordo con la recenzione , alcuni grandi pezzi ma vista dal vivo blessed night rende meglio ..... e venduto come ep nn sarebbe meglio ? full album ? sa' di presa per il culo ..... se trovo il vinile ci faccio un pensierino , il cd non lo compro resto un loro fan ... ma cosi' no. |
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5
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la recensione non è molto invitante..ma se permettete me ne sbatto e lo compro ugualmente |
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4
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disamina di Daniele perfetta..voto idem..una mezza delusione purtroppo.. |
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3
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A me è piaciuto parecchio. Alcune "cadute" ci sono. Ma è un gradito ritorno. un 75 per me va benone...). Forse poteva uscire come un EP e avrebbe messo d'accordo tutti. |
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2
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Azzo non l'ho ancora ascoltato questo, ma mi pare di capire che non si tratti di un disco eccezionale... |
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1
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In tutta onestà gli do poco più della sufficienza perché sono loro, ma l'album è veramente scarso, da una band simile una prova di questo tipo è quasi inaccettabile. 65 ma che tristezza. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Let Them Fall 2. The Bleeding Ground 3. Vertigo 4. Blessed Night 5. The Waste Of Time 6. Dependance 7. Withdrawal
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Line Up
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Scott”Wino” Weinrich (vocals) Dave Chandler (guitar) Mark Adams (bass) Henry Vasquez (drums)
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