Fa sempre piacere recensire l'esordio di una band di doom metal classico, soprattutto se e' italiana (di Verona, per la precisione). E fa ancora piu' piacere se, oltre alle imprescindibili influenze dei Candlemass (numi tutelari del doom classico) e, piu' nascoste, dei Black Sabbath (fondatori della scena heavy/doom), le band cercano di mettere soluzioni personali che possano variare un po' il classico schema. Si parte subito con un sound doom lento, triste, quasi disperato, con ottimi riff melodici, ed una voce simile a quella di Messiah Marcolin dei Candlemass, anche se non cosi' carica di pathos e non cosi' "lirica", ma piu' eterea e tranquilla, intelligentemente supportata dalle backing vocals; ed ecco che gli All Souls' Day ci mettono grande intelligenza, perche' invece di continuare con il tipico Candlemass-style, trasformando il loro doom classico in un doom piu' catacombale, malefico e possente...la creatura di Tony Iommi prende il sopravvento...e il brano si conclude con una specie di outro organistica, con un rintocco di campane che dona un piccolo brivido horror al nostro corpo...
Anche nella successiva "A mortal day" ci troviamo di fronte ad un brano dalle soluzioni davvero interessanti, in quanto, a fianco di un incedere cupo, pesante e quasi soffocante, viene lasciato anche spazio alle tastiere che, sopra il silenzio improvviso delle chitarre, prendono il sopravvento, accompagnate da una voce femminile dolce e disperata.
Si continua con un ritorno al doom classico, con quel leggero tocco epico che ha sempre contraddistinto i Candlemass, come se si volesse lottare contro la desolazione del destino incombente e inevitabile, grazie una voce quasi squillante, con un lavoro di chitarra piu' elaborato (ottima la chitarra ritmica accompagnata dalla solista), e poi ecco di nuovo l'organo, tenebroso e dark. Dopo un brano dal flavour semiacustico, con pianoforte, chitarra e voce, torniamo ad un sound classico, sempre debitore dei Candlemass, approfondito pero' dall'intervento di tastiere darkwave, per poi passare al brano piu' lungo dell'album, quel "The sinner" che inizia con un'aggressivita' e dei riff dichiaratamente heavy/thrash (anche se ovviamente il feeling doom, sotto sotto, e' sempre vagamente presente), per poi tornare ad un doom piu' canonico...ed e' qui che, a mio parere, gli All Souls' Day si fanno un po' prendere la mano, nel senso che trascinano le ritmiche troppo a lungo, ripetendole piu' e piu' volte, senza nessuna modifica, fino alla fine : peccato, perche' la prima parte del brano e' decisamente degna di nota, e mostra il desiderio della band di mostrare, qui e la', scelte che escono intelligentemente dal seminato. Discorso a parte per la conclusiva "Ancient", che e', come si evince anche dal sito web, un assaggio di quello che sara' il loro secondo album, in uscita nel prossimo futuro : ovviamente, essendo solo una preview, non e' possibile dare un giudizio definitivo, ma sembra che la band voglia distaccarsi leggermente dal puro sound doom, per abbracciare influenze piu' "stranianti", fondendo gothic/doom con riff e vocals degne dei migliori Cathedral del medio periodo (ovvero quelli, a mio parere, piu' bizzarri) : se il buongiorno si vede dal mattino...
Concludo chiedendomi pero' quale sia il significato della ghost track conclusiva, un pezzo che oso definire techno-dark, corredato di un fastidioso "UNZ UNZ" di sottofondo che mi fa meditare sul vero significato del brano stesso...un divertissment? Un esperimento destinato (spero) a rimanere tale?
Io preferisco tenermi gli All Souls' Day veri, in attesa di ascoltare un nuovo album che si preannuncia decisamente interessante!
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