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Rage - The Missing Link
( 5076 letture )
Edito nel 1993, ossia in un periodo in cui alcuni pensavano che i riflettori sul metal stessero spegnendosi forse per sempre (quante volte abbiamo letto/sentito simili epitaffi?), ma fondamentale per lo sviluppo del sound dei Rage, The Missing Link è un album che tutti i cultori dell'heavy/power dovrebbero avere sul proprio scaffale, e non è certo infrequente trovarlo in possesso di ascoltatori avvinti da derive metalliche più o meno pesanti rispetto a quello di appartenenza della band di Peter "Peavy" Wagner.
Ultimo lavoro con la formazione Wagner/Schmidt/Efthmiadis -probabilmente quella più amata- l'album rappresenta uno step evolutivo importante nella carriera dei Rage, rispetto ai loro inizi ed in relazione al periodo storico ed alla loro maturazione all'epoca pienamente in corso, che li avrebbe portati dalle composizioni più ruvide ed istintive degli inizi, ad una scrittura molto più meditata, meno pesante in termini assoluti, ma molto più matura ed equilibrata, tanto che i più considerano i prodotti di questo periodo come autentici gioiellini metallici.

A chi dovesse essere abituato al "poweretto" che spesso si sente oggidì, infarcito di tastierine comprate sottobanco da ricettatori che hanno rilevato un carico di pianole Bontempi rubate, dirò che qui non troveranno traccia alcuna di quel tipo di suono, perchè chitarra, basso, batteria e voce sono largamente sufficienti, quando si sa come usarle e quando si possiedono i fondamentali tecnici necessari per esaltarli. La voce è usata in maniera equilibrata rispetto al timbro roco posseduto da Wagner, il quale mantiene il suo basso a supporto di una batteria sempre al fulmicotone e, soprattutto, al servizio di una chitarra molto tagliente, che si esaltava all'esecuzione di soli sempre di livello importante.

Si parte con Firestorm e Nevermore, due pezzi che mettono già in mostra tutte le qualità del songwriting. Quadrata, veloce, condita da cambi di tempo azzeccati la prima, mid schiacciasassi la seconda, il cui pregio migliore è un solo di chitarra degno di nota. Un certo sapore dei tempi che furono, si avverte nella vocalità di Refuge: bello l'arpeggio che spezza la corsa di un pezzo fatto per i live. Approccio opposto per The Pit and the Pendulum, che introduce alcuni elementi più oscuri che troveranno maggior spazio nel prosieguo della carriera dei Rage, anche se una maggiore sintesi gli avrebbe forse giovato. Drumming d'assalto per From the Underworld, pezzo velocissimo governato inoltre, anche da un Wagner che non scade mai nell'urlato, nonostante il pezzo inviti a farlo; altro breve ma gran solo dal retrogusto neo-classico di Manni Schmidt. Avvincente Certain Days, cupa, pesante, quasi gelida a tratti, anche se gli effetti sulla voce mostrano oggi la loro età. In ogni caso si tratta di un ottimo, inquietante pezzo. Tutt'altra atmosfera per Who Dares?, ariosa, aperta, condita da un bel ritornello. A questo punto irrompe inaspettato lo sgangherato inizio bluesy di Wake Me When I'm Dead, che poi lascia spazio ad un pezzo più canonico, ma piuttosto nervoso, così come l'assolo. Ricorda molto certi Metallica l'inizio di Lost In The Ice, che poi si propone all'ascoltatore tra calma e irruenza, in un continuo carico/scarico della tensione, con numerosi passaggi rimarchevoli da gustare seguendo le linee vocali e lasciandosi trasportare in situazioni a tratti oniriche. Sicuramente il pezzo migliore di The Missing Link. Magia spezzata -si fa per dire- da Her Diary's Black Pages, altro pezzo da live in cui, oltre alla batteria di Ephthimiadis, viene fuori bene il basso di Wagner. Siamo alla title-track, altro roccioso e vario mid-time di livello, pieno di classe ed estremamente fluido nel suo incedere. Si termina con i gabbiani di Raw Caress, un bel modo di chiudere il disco, con una miscela di dolcezza e cattiveria forse più godibile oggi di allora.

Fine di un'epoca per i Rage con la formazione qui impegnata, The Missing Link è uno dei lavori più rappresentativi di questa band, ed anche se Black In Mind gli è probabilmente superiore (e forse anche qualche altro loro album), rappresenta un must imperdibile per ogni appassionato di questi suoni.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
89.05 su 94 voti [ VOTA]
Sonar
Giovedì 17 Agosto 2023, 22.19.29
12
Il trio di questa combo sono i Rage, nessuno di quelli venuti dopo che ha accompagnato Wagner può raggiungere i loro livelli. Questo disco segue Trapped and Black In Mind stando solo un gradino sotto. Raw Caressa mi dà i brividi tutt\'oggi a distanza di oltre 20 anni dal primo ascolto
Silvia
Martedì 21 Maggio 2019, 12.33.56
11
Difficile scegliere un pezzo qui... da Certain Days a Refuge a Firestorm a Nevermore... piccole gemme! I testi poi ci danno un Peavy molto ispirato (come sempre) alle prese con le sue lotte interiori ma sempre con grande positivita', x la serie mai arrendersi! Comunque gruppo di cui amo quasi tutta la lunga discografia fino a XIII incluso che x me e' uno dei loro capolavori e che x i miei gusti costituisce l'apice della loro carriera assieme al magnifico Trapped! Sono molto di parte qui /// Condivido la recensione e confermo il fatto che questa probabilmente sia la formazione piu' amata dei Rage.
fasanez
Martedì 21 Maggio 2019, 10.31.58
10
Per me RAW caress fa parte di qualsiasi playlist). Bellissimo lavoro dei teutonici.
Aceshigh
Martedì 21 Maggio 2019, 10.18.23
9
Decisamente uno degli album irrinunciabili all’interno dell’ormai imponente discografia dei Rage e probabilmente il loro album che preferisco. Una bella manciata di pezzi ispiratissimi, tra cui ovviamente la lunga Lost In The Ice, la title-track che insieme a Raw Caress chiude nel migliore dei modi l’album, Nevermore (che a me ha sempre ricordato qualcosa dei Metallica migliori), ma soprattutto Refuge, munita di un chorus letteralmente esaltante. Voto 90 tondo tondo.
Rob Fleming
Sabato 6 Febbraio 2016, 17.56.40
8
Il primo cd dei Rage che ho acquistato "in diretta" spinto da magnifiche recensioni. E non me ne sono mai pentito. In mezzo a tanto furore metallico Lost in the ice emerge com il capolavoro dell'album. 78
Death Fox
Mercoledì 8 Agosto 2012, 18.24.01
7
Voto medio lettori 47????? Solo 47?? Ma scusate allora tutte le power band fru fru in giro ora che cazzo dovremmo votare sotto lo 0!?! Bo non ho parole! CAPOLAVORO ASSOLUTO DI VERO POWER METAL!
Pasko
Martedì 8 Maggio 2012, 18.03.54
6
I Rage non sono mai stati tra i miei gruppi preferiti, ma questo (e pochi altri, tipo Unity) hanno un posto di tutto rispetto nel mio cuore e nella mia collezione. Il punto di forza di The Missing Link rispetto ad un Black In Mind è che ancora oggi l'ascolto è piacevole e sorprendente, non adagiandosi eccessivamente su clichè Power/Heavy
fabio II
Lunedì 7 Maggio 2012, 15.06.20
5
Nel dubbio è meglio che uno abbia sia questo 'The Missing Link' che 'Black in Mind', per me siamo all'apogeo dei Rage.
DIMMONIU73
Lunedì 7 Maggio 2012, 11.14.07
4
Rage, e ho detto tutto!
barnaba
Sabato 5 Maggio 2012, 19.23.15
3
OTTIMO DISCO! => come anche gli album di quel periodo cioè da "trapped" fino a "end of all days"
lux chaos
Sabato 5 Maggio 2012, 14.25.16
2
bello, uno dei loro migliori insieme al successivo!!
xXx
Sabato 5 Maggio 2012, 12.48.54
1
Molto bello questo disco, davvero stupendo! Concordo con Raven anche sul voto!
INFORMAZIONI
1993
Noise Records
Heavy/Thrash
Tracklist
1. Firestorm
2. Nevermore
3. Refuge
4. The Pit and the Pendulum
5. From the Underground
6. Certain Days
7. Who Dares?
8. Wake me when I'm Dead
9. Lost in the Ice
10. Her Diary's Black Pages
11. The Missing Link
12. Raw Caress
Line Up
Peter "Peavy" Wagner (Voce, Basso)
Manni Schmidt (Chitarra)
Chris Ephthimiadis (Batteria)
 
RECENSIONI
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