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10/05/21
CORROSION OF CONFORMITY + SPIRIT ADRIFT
LEGEND CLUB - MILANO
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SerCaTi - Tales of the Fallen
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( 1838 letture )
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I SerCaTi rappresentano tutto quello che un ascoltatore di black metal non vuole (più) ascoltare.
Ma andiamo con ordine: chi è che non vuole ascoltare questo tipo di "black" metal ? Chiunque sia un medio ascoltatore del genere (ma non nel senso spregevole del termine): ai primi suoni di chitarra zanzarosa, ai ripetitivi giri di pianoforte, alla fastidiosa vocina trollesca, viene la voglia di pigiare stop e buttare via tutto. Il finto pathos che si vuole pretendere di emanare dai testi è quanto di più anacronistico si possa pensare (ma ci sono delle spiegazioni anche per questo) e anche le musiche che vogliono accompagnare queste escalation sentimentali rasentano l'imbarazzante anche se risultano formalmente ben composte (Running out of Time).
Il prodotto è un dubbioso mix di gothic-black metal tendenzialmente cadenzato con influenze lontanamente riconducibili a quelle b-side band tipo Agathodaimon, Raventhrone, Golden Dawn. Al di la delle chitarre distorte ci sono delle vaghe influenze heavy (le veloci tastiere di The Night Stalker, le imbarazzanti chitarre soliste in The Call), ma tutto si riconduce a pochi riff messi in fila, neanche bruttissimi, ma quantomeno inutili. Il punto che va a favore dei SerCaTi è quello che riguarda la durata dei brani: queste dieci pillole della durata media di tre minuti accompagnano l'avventura di questo angelo caduto in maniera direttamente proporzionale con la voglia di cambiare brano. Quando il fruitore non ne può più della nenia che sta ascoltando ecco che il pezzo finisce e ne parte subito un altro. Giusto il tempo di stimolare l'orecchio per le nuove note profuse, capire che -ancora una volta- non ci siamo, e il brano cambia di nuovo. Un piccolo breviario della noia insomma.
Chi è che non vuole più ascoltare questo tipo di "black" metal ? Sicuramente chi ne ha fatto una bella scorpacciata negli anni della propria adolescenza, chi metteva nel proprio lettore di tutto, sfamando quel bulimico bisogno che avevamo un po' tutti quando eravamo teenager; chi passava dai Mayhem ai Tristania perché rispecchiavano i propri stati d'animo che mutavano incoerentemente ogni quarto d'ora.
Non so se comportarmi da inquisitore o da Pilato in questi casi, perché le idee che stanno dietro questo Tales of the Fallen affrontano da un lato le tematiche più trite e ritrite del versante più intimista del genere, ma lo fanno nel modo più adolescenziale possibile: con una banalità disarmante quanto rincuorante perché mi fa capire che alcuni stereotipi sono ancora presenti nella crescita formativa degli individui che si dilettano a suonare questo genere di musica. Angeli caduti, crisi d'identità, voglia di comunicare i propri stati d'animo, poesiole dedicate alla compagna di classe mascherate da pensieri del ribelle solitario... tutto ciò mi ricorda anche me stesso come, sono convinto, sarà lo specchio di tanti altri "se stessi".
Se esistesse una fanzine-webzine specializzata esclusivamente in prodotti da high-school magari questo album prenderebbe anche un buon voto. Qui, per ora, non ci siamo proprio.
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7
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@lambru: infatti poi ti ho cercato per saluarti ma non ti ho più trovato! |
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Ah aha bellissimo! Si è creata una mini discussione sui dialetti italiani . Vabbè dai.... comunque il voto così basso mi ha incuriosito, quasi quasi adesso mi ascolto questi Sercati....  |
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5
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waste, bella serata sabato scorso, purtroppo siamo dovuti andare via prima, però sono riuscito a vedervi per circa mezzora, dai. |
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4
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Andè a caghèr töt quant! Buahahahahahahhaahhahaah |
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vichingo, dalle mie parti invece si dice serca tè....ma poi a chi caz gliene frega? |
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Woah, è molto simile anche al dialetto vicentino (Xerca ti)  |
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Ma sono di parma questi qua? Nel dialetto parmigiano serca ti vuol dire cerca tu.... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. No man's land 2. The fall 3. A little closer to paradise 4. The call 5. The Nightstalker 6. No more master 7. No escape 8. Serenity's ode 9. Running out of time 10. I know
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Line Up
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Steve "Serpent" Fabry (bass, vocals) Nicolas Lahaye (guitar) Yannick Martin (drums, acoustic guitar) Damien Snyers (keyboards, vocals)
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RECENSIONI |
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