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Riul Doamnei - Fatima
( 3972 letture )
I Riul Doamnei, contrariamente a quel che il nome potrebbe far pensare, non provengono dalla Valacchia bensì della nostra Verona. Sono all’opera già da diversi anni (la band è nata nel 1999) e Fatima è il loro secondo full-lenght, quarto lavoro in totale se si conta un primo demo ed un EP autoprodotto. EP che dà inizio ad una trilogia sulla religione cristiana dall’impronta piuttosto critica… insomma, i nostri sono dei personaggi che difficilmente si potranno vedere in una chiesa (se non magari per scopi turistici)!

Fatima è il capitolo conclusivo della trilogia e si ispira ad un tema spinoso che ha diverse volte dato origine a controversie e discussioni tra cattolici: le apparizioni avvenute nel 1917 in una cittadina portoghese ed i famosi segreti che furono rivelati in quell’occasione a tre poveri pastorelli.

Piccola parentesi: quando frequentavo le scuole elementari ci fecero vedere un film sulla vicenda della Madonna di Fatima, storia che mi impressionò a tal punto che per un bel po’ di tempo quando mi capitava di andare in campagna cercavo di guardare basso... non si sa mai che mi apparisse la Madonna “a tradimento”! Per fortuna l’unica apparizione in questa Fatima propostaci dai Riul Doamnei è quella della voce di Sakis Tolis dei Rotting Christ, che emerge imperiosa tra le note di Of Misery and the Final Hope.

Quali sono i tre segreti che rendono questo Fatima un disco convincente? Non dovrete aspettare un secolo per scoprirli tutti, lasciate che sia io a svelarveli.

Primo segreto: la musica. I veneti ci offrono un black metal sinfonico dalle forti influenze death che richiama immediatamente i due giganti del genere, Cradle of Filth e Dimmu Borgir. La voce ringhiante di Federico, ad esempio, ricorda quella di Shagrat, ma anche quella di Dani Filth nelle urla più acute. Il cantante ha delle buone capacità interpretative che permettono al suo scream di diventare di volta in volta suadente, crudele, provocatorio, oppure severo e dottrinatico. La voce maschile è bilanciata da ultraterreni cori femminili inseriti nelle parti più melodiche e d’atmosfera… e per la mia gioia non sono presenti voci pulite maschili (mi spiace per Vortex e per i suoi emuli, ma non le ho mai sopportate in questo genere). La produzione, opera della band stessa, conferisce alla tastiera un ruolo centrale, ma riesce a non mettere in ombra le due chitarre, che hanno un suono potente e definito e vengono frequentemente poste in primo piano. La batteria, piuttosto varia, dà quel tocco in più indulgendo spesso su ritmiche marziali. L’unica cosa che mi è un po’ dispiaciuta è che il basso non si sente molto, rimanendo quasi sempre un sottofondo sul quale sono gli altri strumenti a risaltare.

Secondo segreto: il booklet. Ogni tanto si sente parlare del fatto che prima o poi i cd faranno la fine delle VHS: c’è chi dice che non sarà più possibile reperirli nei negozi, se non in quelli per collezionisti, e che la musica si potrà acquistare esclusivamente come mp3 “sciolti” su itunes, amazon o simili. Se mi capitasse di partecipare ad una discussione del genere, Fatima dei Riul Doamnei sarebbe uno degli esempi che porterei a prova del valore aggiunto che può dare un prodotto confezionato con booklet e testi rispetto al semplice ascolto della musica decontestualizzata. Le immagini ed i testi forniscono la chiave di lettura con la quale interpretare l’album, che è godibile già di per sé, ma che aumenta di efficacia se ascoltato mentre si sfoglia il booklet.

L’artwork e le fotografie presenti sul libretto permettono di entrare nelle tematiche raccontate da Fatima ancor prima di far partire la musica. La copertina mostra un quadro, opera di Gabriele Verlato, raffigurante una figura femminile coperta da un manto scuro dal quale emergono solamente le mani ed un occhio dallo sguardo austero. La figura è gravida e tiene tra le mani un vaso di vetro dal quale filtra una luce livida. Alle sue spalle uno scenario apocalittico ed un enorme sole rosso, probabilmente a richiamare il famoso “miracolo del sole” dell’ultima apparizione della Madonna di Fatima.

Nelle fotografie all’interno del booklet i membri della band sono raffigurati in abiti ecclesiastici mentre compiono gesta piuttosto profane: chi si ingozza, chi fuma, chi seziona un cadavere, chi si fa intrattenere da una signorina in guepierre. Le foto sono scattate in quello che sembra un antico palazzo ed il set, molto complesso e ricercato, contiene diversi oggetti e particolari inquietanti, come ad esempio quello che sembra un feto sotto formalina, una zampa di gallina, un teschio, una statua di Anubi: realizzarlo dev’esser stato un lavoro non da poco.

Il booklet contiene anche tutti i testi, che, sebbene criptici e dal significato a volte oscuro, riescono ad essere molto evocativi e danno vita ad immagini che accompagnate dalla musica aiutano l’ascoltatore a lasciarsi trasportare e coinvolgere dalle atmosfere dei diversi brani.

Ed infine, terzo segreto: i pezzi. L’album si apre con una voce femminile arabeggiante, introduzione di 13th Oct. 1917, Miracle and Apocalypse. Il titolo fa riferimento alla data dell’ultima apparizione della Madonna ai tre pastorelli, occasione in cui la folla presente vide il sole cambiare colore e muoversi nel cielo, dando l’impressione di star precipitando sulla terra.

Bestiary of Christ e Sodoma Convent toccano lo scottante argomento della pedofilia in seno alla chiesa. La prima, dall’inizio piuttosto lento, introduce alla parte più veloce gradualmente con un crescendo di tensione che culmina con lo scream finale con cui si chiude bruscamente il brano. La seconda ha un’apertura più veloce. Dopo il primo ritornello, molto catchy, segue una violenta mitragliata di batteria e chitarra che poi sfuma in una parte sinfonica e d’atmosfera, alla quale segue inaspettatamente un malinconico assolo di chitarra. Il brano continua ad alternare parti più lente e misteriose, si potrebbe dire gotiche, in cui a guidare l’ascolto sono le voci e la tastiera, a parti più pesanti e death in cui chitarre e batteria la fanno da padrone.
Portrait of a Collective Hallucinosis è un intermezzo strumentale sinfonico alla Cradle of Filth. Si conclude con delle preghiere bisbigliate che sfumano fino all’introduzione di Stigmatized under Marian Grace. La voce crudele e tagliente di Federico permette di entrare nel vivo del pezzo, il cui inizio dal ritmo duro e cadenzato in seguito muta in una parte più sinfonica. Spesso il ritmo di chitarre e batteria si alterna in opposizione: quando una accelera le altre rallentano e vice versa.
Of Misery and the Final Hope si potrebbe dividere in due parti: la prima è lenta e tragica, la seconda, marziale, ricorda gli ultimi Rotting Christ al punto che l’entrata in scena della voce di Sakis verso la fine appare esserne il giusto coronamento. Anche il basso in questo brano si fa sentire, grazie al rallentare delle chitarre nella parte iniziale d’atmosfera.
Greenglow Which Filters Through è caratterizzata da una voce molto dura e graffiante. Dopo l’inizio violento c’è un fantastico stacco in cui Federico scandisce i versi della strofa enumerandoli e marcando le sillabe. Musicalmente, insieme alla traccia conclusiva, è uno dei pezzi più vicini al death metal dell’album.
Altered States of Perception è un altro intermezzo strumentale, sembra essere la colonna sonora di un’allucinazione.
The Fourth Secret si basa sulla teoria secondo la quale i terzo segreto di Fatima non è mai stato del tutto svelato. Sembra ci siano voci che farebbero pensare all’esistenza di una seconda parte del segreto, tenuta nascosta, che parla di una grande apostasia interna alla chiesa. Gli indovinati giri di chitarra e tastiera di questo pezzo riescono a trasmettere un senso di avversità incombente. Particolarmente d’effetto il momento in cui la voce, nel dire The second upcoming was hidden by popes / the second messiah enslaving you all, si alterna alle chitarre.
Propaganda è, a mio parere, il brano più riuscito e coinvolgente dell’album. Ipotizza un futuro in cui il culto mariano sfugge dal controllo della Chiesa ed estende il suo predominio sopraffacendo quello del Cristo. Veniamo introdotti alla musica con la registrazione di un motivetto anni ‘30, al quale fa seguito un estratto di un giuramento in tedesco (con ogni probabilità una registrazione nazista), che lascia spazio ad una messa in latino. Il brano vero e proprio inizia con il tema del quarto movimento (la sarabanda) della suite per clavicembalo in Re minore n°11 di Händel. La canzone è ricca di elementi perfettamente accostati: offre riff particolarmente violenti, stacchi lenti ed intriganti in cui la voce diventa quasi suadente, un lungo e vibrante assolo. Ogni nota è al suo posto e non manca niente. Il finale riprende la struggente sarabanda di Händel. Alla tastiera si uniscono gli altri strumenti, per un effetto che riesce ad aumentarne ancor di più il pathos.
La successiva Transuding Statue Phenomena è breve ed immediata, ed inserita in questo punto dell’album bilancia bene la lunghezza e la ricchezza di elementi dei due brani tra cui è posta. Ha un divertente testo che vede in modo… alternativo e piuttosto perverso il fenomeno delle statue che lacrimano sangue. Anche questo è un pezzo convincente che con le sue chitarre violente e dirette cattura subito l’attenzione, trattenendola saldamente dal brusco incipit al solenne finale.
Annunciata da rumori di tempesta e dai medesimi gorgheggi arabeggianti dell’inizio del disco, The Fourth Daughter è il brano conclusivo. Qui la Fatima dei cattolici viene lasciata da parte in favore di quella musulmana: la quarta figlia di Maometto, colei che ne ha portato avanti la discendenza. La tastiera aiuta a calarsi nell’atmosfera del brano richiamando il medio oriente, ma ad assumere il comando sono le chitarre. Qui il black sinfonico lascia spazio alle influenze death, che emergono marcatissime. La traccia si conclude con l’ultimo gorgheggio in stile mediorientale, che riprende quello che dà inizio all’album chiudendo quindi il lavoro in un cerchio.

Tirando le somme, questo disco è adattissimo a tutti gli ascoltatori di black e death metal che non disdegnano un po’ di melodie ed atmosfere gotiche. Sia chiaro che con “gotico” sto facendo riferimento agli scenari decadenti e macabri di romanzi come il Monaco di Lewis, non al gothic metal. Immagino che ci sarà chi obietterà che i Riul Doamnei non hanno inventato nulla (ma quante band attuali possono vantare il contrario?). È anche vero però che in questo periodo il mercato del black sinfonico è tutt'altro che saturo: pochi gruppi ormai hanno questo approccio, e le produzioni che i giganti Cradle of Filth e Dimmu Borgir stanno sfornando da qualche anno a questa parte non sono neanche lontanamente paragonabili ai vecchi successi. Sulla mensola dedicata al genere, quindi, c'è abbondante spazio vuoto, che Fatima riempie piacevolmente.

Concludo con un consiglio per chi si avvicina a questo lavoro: non fermatevi al primo ascolto. Le canzoni presentano frequenti variazioni, che all’inizio potrebbero risultare difficili da seguire e rendere l’album un po’ ostico. Già dalla seconda volta, però, tutto scorre più liscio. Fatima non solo è uno di quei dischi che necessitano di più ascolti per essere apprezzati appieno, ma anzi, migliora ad ogni volta.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
51.45 su 42 voti [ VOTA]
Argo
Mercoledì 27 Aprile 2016, 9.03.19
8
Che male ci sarebbe nel vedere apparire la Madonna? Sarebbe la più grande delle grazie.
ivan
Mercoledì 27 Aprile 2016, 9.00.53
7
ottimo gruppo che per sua sfortuna vive in italia, all estero sarebbero in cartello di grandi festival! voto 90
Ago Metal
Mercoledì 9 Luglio 2014, 14.41.11
6
ascolto da anni la musica Heavy Metal, ma sono sul classico diciamo ( Iron,Judas, Sabbath, Megadeth, whitesnake,ozzy ect.) i Riul Doamnei li ho visti dal vivo un paio di anni fa al Sun Metal Valley Fest in quel di Gallio (VI ) e come detto prima non essendo un amante del genere,mi hanno impressionato per la tecnica e la bravura di tutti i componenti, poi secondo me il cantante è un personaggio, insomma dal vivo sono una carica di vera musica pesantissima, dopo di loro hanno suonato i Necrodeath e non avevano di certo la grinta e la carica metallica dei Riul Doamnei, allora consiglio di ascoltarli su cd e sopratutto dal vivo che sono veramente bravi. We Rock !!!
Shaloy
Mercoledì 26 Dicembre 2012, 2.30.47
5
fa schifo.
aliceinhell
Lunedì 13 Agosto 2012, 12.07.35
4
mi duole contraddirvi ma purtroppo quando ho ascoltato questo album sono rimasta delusa...scarsi di personalità e di idee perchè attingono troppo da altri gruppi e non solo Dimmu Borgir e Cradle of Filth!io trovo che la voce femminile che subentra nei brani ricordi i primi Nightwish e i Kamelot di Karma(ascoltate bene)dal vivo poi li ho trovati bravi a livello tecnico ma molto freddi col pubblico...
Ad astra
Lunedì 6 Agosto 2012, 17.21.47
3
acquistato dopo aveli visti sabato sera, ottimo dico, niente da aggiungere, ci fosse scritto un grande nome si sarebbe gridato al miracolo... forse però meglio così.. rimanga nell'underground e che pochi possano apprezzarlo...grupo da supportare a pieno!
il vichingo
Venerdì 22 Giugno 2012, 21.03.30
2
Non sapevo che nel database fosse presente questa recensione.... boh. Comunque si tratta di un gran disco, i Riul Doamnei sono una realtà che nel loro piccolo si fanno rispettare. Un black melodico davvero convincente e che non ha niente da invidiare a band come gli Anorexia Nervosa, anche se preferisco i francesi, per una serie di ragioni. La presenza di Tolis poi è la ciliegina sulla torta. Voto 85/100.
GioMasteR
Venerdì 22 Giugno 2012, 17.46.23
1
Recensione eccellente, collega! Lavoro piacevole, insieme ai Dark End questi ragazzi stanno proponendo una risposta tutta italiana al black sinfonico d'oltralpe, con successo direi! Spero di poterli vedere presto dal vivo per verificare anche l'impatto live!
INFORMAZIONI
2011
Axiis Music
Black
Tracklist
1. 13th Oct. 1917, Miracle and Apocalypse
2. Bestiary of Christ
3. Sodoma Convent
4. Portrait of a Collective Hallucinosis
5. Stigmatized Under Marian Grace
6. Of Misery and the Final Hope
7. Greenglow Which Filters Through - Near Abduction Experience
8. Altered States of Perception
9. The Fourth Secret
10. Propagande
11. Transuding Statue Phenomena
12. The Fourth Daughter
Line Up
Federico D.B.: voce, chitarra
Maurizio S.: chitarra
Fabrizio T.: basso
Enrico P.: batteria
Giorgio M.: tastiere
Patty Simon (guest): cori
 
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