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Giant - Last of the Runaways
( 4161 letture )
Quando la classe sterza decisa verso l’empireo sopraggiungono i Giant. Non ci sono alternative, fidatevi. Un lavoro come questo rimane negli annali, senza paura di smentite. Equilibrato, efficace, potente, autorevole, vigoroso ma condito con melodie da brividi, soluzioni perfette, arrangiamenti di livello siderale. Non so se si è capito, ma io amo questi pezzi di storia e questa band sparita troppo presto! Qualcuno potrebbe obiettare: esistono ancora. Vero, ma le quote dei primi due album rimangono insuperate. La band venne plasmata a Nashville nel 1987 dalla coppia di fratelli, grandi session player: Dann e David Huff, rispettivamente voce/chitarra e batteria; poi subentrarono il tastierista Alan Pasqua ed il bassista Mike Brignardello. I fratelli Huff avevano avuto in precedenza un'esperienza con una AOR band cristiana, i White Heart, prima di intraprendere la più proficua carriera di turnisti da studio. Dann, nello specifico, aveva registrato del materiale con diversi noti artisti come Bob Seger, Madonna, Whitesnake (nel leggendario album 1987), mentre il tastierista Pasqua, originario del New Jersey, aveva anch'egli collaborato con Whitesnake, Eddie Money, Sammy Hagar, House of Lords, Carlos Santana, Bob Dylan, e Pat Benatar. Huff e Pasqua si erano conosciuti nel circuito dei musicisti turnisti quando il primo si ricollocò dal Tennessee a Los Angeles. La coppia di virtuosi aveva già provato a fondare una propria band, ma i risultati erano stati scarsi per via degli altri membri, così la chimica si esaltò quando entrarono in scena il batterista David e Mike Brignardello, nativo di Memphis.

Last of the Runaways, pubblicato nel 1989 per la A&M Records, rintraccia un veloce riscontro di vendite in tutto il mondo, anche grazie ad un singolo-elisir come la stupenda I'll See You in My Dreams che scala la top 20 negli States e apre la via agli altri estratti di class metal setoso come I'm a Believer e Innocent Days. Le undici tracce vengono incise su nastro presso i Ridge Farm Studios, in Inghilterra, tra marzo e maggio ‘89, prodotte da Terry Thomas, ex chitarrista dei Charlie, una AOR band britannica, e sviluppano oltre 55 minuti di musica placcata d'oro. A partecipare nel ruolo di corista intervenne il frontman dei Fastway, Lea Hart. La miccia elettrica di I'm a Believer spacca il disco con ritmi muscolosi e una voce che diverrà un marchio indelebile, le key impreziosiscono un complesso melodico da favola e un solo-guitar da brividi. Il paradiso distilla lingotti puri come Innocent Days, chorus astuto con un incedere vagamente funky, I Can't Get Close Enough, spaventosamente avvenente nel bridge melodico, proseguendo con la super ballad I'll See You In My Dreams scritta a quattro mani da Alan Pasqua e Mark Spiro, songwriter dal tocco platinato e collaboratore di Winger, Dave Lee Roth, Steve Perry, Mr.Big, Bad English…bastano o vado avanti? Shake Me Up, un up-tempo tosto e bellico e ancora No Way Out e It Takes Two, nuovo ponte levatoio verso le stelle a firma Pasqua-Spiro: song eccezionale dalle atmosfere mirabolanti e cori da pelle d’oca e, ancora, Stranger to Me, class strisciante, rallentato, ma terribilmente compatto che si apre su panorami hard melodiosi di classe eccellente. Hold Back the Night inaugura il rush finale, rullante a sparo, chitarre vorticose e un ritornello imperiale, quasi commovente, che incorona il quartetto, mentre Love Welcome Home si appoggia sulla vena romantica di questi ragazzi americani che sfornano un gioiello di rara purezza incontrastata: semplicemente strepitosa questa canzone. Si chiude con il botto, manco a dirlo, di The Big Pitch, summa totale di questi rockers selvaggi ma con attitudini raffinate, chitarre graffianti, melodiosità all’ennesima potenza, tastiere puntuali e mai debordanti, tecnica sopraffina, groove superiore e una voce di enorme qualità.

I Giant intrapresero date che toccarono anche la Gran Bretagna con il supporto del secondo chitarrista Mark Oakley, curiosamente cugino di Brignardello e diplomato al "Guitar Institute of Technology" di Los Angeles, per appoggiare Dann Huff e permettergli di dedicarsi più strettamente al ruolo di frontman. Disco formidabile che ancora oggi suona da paura. Evviva “l’ultimo dei fuggiaschi”, per sempre.



VOTO RECENSORE
94
VOTO LETTORI
94.14 su 21 voti [ VOTA]
Area
Mercoledì 12 Ottobre 2022, 14.04.43
14
Come molti album Americani di quel periodo questo era sostanzialmente un disco AOR-Hard Rock con tinte Glam... un album fantastico a mio avviso e che metto a pari livello con il primo dei Britannici Dare "Out of the Silence". Ho comprato la stampa Giapponese su CD usciti quest'anno!
Aceshigh
Mercoledì 5 Maggio 2021, 14.19.03
13
Album eccellente! Francamente io faccio fatica a scegliere tra questo e il successivo Time to Burn, abbastanza comunemente considerato il top. Per me sono tutti e due da avere. Voto 87
Mirkorock
Domenica 30 Settembre 2018, 18.05.29
12
Cd da paura 15 euri spesi bene
Rob Fleming
Domenica 24 Gennaio 2016, 12.48.18
11
I'm a believer, il blues di Stranger to me e l'hard di Hold back the night non si discutono
roby5150
Giovedì 3 Settembre 2015, 1.24.27
10
ci vorrebbe anche una rece di Time to burn
Alex1
Domenica 25 Gennaio 2015, 22.27.16
9
Classe e stile. Arrangiamenti superbi, e sonorità piacevolissime e "ottantiane". Un bel disco da ascoltare e riascoltare.
roby
Martedì 10 Luglio 2012, 23.58.58
8
SUPERLATIVO..dan Huff torna nei Giant, l'ultimo album senza di lui non ha senso di esistere. A quando una rece per gli Harem Scarem?
d.r.i.
Martedì 10 Luglio 2012, 9.58.48
7
Voto mooooooolto alto, un disco che ascolto ciclicamente e di cui mi godo la bellezza! Voto 92
d.r.i.
Martedì 10 Luglio 2012, 9.58.47
6
Voto mooooooolto alto, un disco che ascolto ciclicamente e di cui mi godo la bellezza! Voto 92
Mickelozzo
Martedì 10 Luglio 2012, 8.05.14
5
Gran bell'album, ma il votone altissimo lo riserverei a "Time To Burn", a mio insindacabile ed ininfluente parere decisamente superiore, in primis per quanto riguarda la varieta` compositiva. Aspettiamo fervidamente la rece.
Argo
Domenica 8 Luglio 2012, 10.51.13
4
Bellissimo disco, molto anni 80 (logicamente), canzoni orecchiabilissime e commerciali, ma non che sia un difetto per questo tipo di musica. Mi sentirei comunque di consigliarlo solo agli amanti del genere AOR, più che hard rock, che si sente molto meglio nel secondo album.
lux chaos
Domenica 8 Luglio 2012, 10.24.05
3
"Disco formidabile che ancora oggi suona da paura". Concordo al 100%. Strepitoso, hold back the night, se possibile citarne solo una in tutto questo ben di Dio, la mia preferita!
Blackinmind
Domenica 8 Luglio 2012, 8.56.04
2
C-A-P-O-L-A-V-O-R-O, i Giant non hanno mai sbagliato un disco.
Fabio II
Sabato 7 Luglio 2012, 12.32.17
1
Complimenti a frankiss per la scelta , platter enorme, bravo anche a catalogarlo come semplice hard rock e non aor, visto che ci sono brani, I can't get . . per esempio, che sono in zeppelin style. vero hard di frontiera, bellissimo.
INFORMAZIONI
1989
A & M Records
Hard Rock
Tracklist
1. I'm a Believer
2. 2 Innocent Days
3. I Can't Get Close Enough
4. I'll See You In My Dreams
5. No Way Out
6. Shake Me Up
7. It Takes Two
8. Stranger to Me
9. Hold Back the Night
10. Love Welcome Home
11. The Big Pitch
Line Up
Dann Huff (Voce, Chitarra)
Alan Pasqua (Tastiera, Cori)
Mike Brignardello (Basso, Cori)
David Huff (Batteria, Cori)
 
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