|
23/03/21
THE SISTERS OF MERCY
ORION - ROMA
|
|
|
( 1288 letture )
|
Non solo Gotthard; la Svizzera ci propone infatti un'alternativa ai soliti monikers nel settore hard rock che risponde al nome di The Order. Giunti al quarto step della loro carriera - il precedente Rockwolf risale al 2009 - i quattro trovano con 1986 il più equilibrato compendio della loro carriera, immettendo sul mercato un lavoro che è esattamente come promesso dal titolo, ossia totalmente calato nella realtà di 26 anni fa, sia per ciò che attiene alla musica che per ciò che riguarda l'attitudine. Il tutto in perfetto stile Krokus, tanto per dare un riferimento posizionato ancora all'interno della Confederazione Elvetica.
Per capire meglio quanto i The Order siano calati in quella realtà ormai lontana, più che tante descrizioni che lascerebbero il tempo che trovano è meglio estrapoalre dal loro sito web le seguenti parole:
Benvenuti nel 1986, benvenuti nel mondo dei The Order. Negli anni 80 il mondo andava ancora bene. Non c'era bisogno del casco sulla moto, era permesso fumare in ogni pub e le cabine del telefono si trovavano ad ogni angolo. Non c'erano nè internet nè telefoni cellulari, quindi avevi un sacco di tempo da passare in giro con gli amici.
Insomma: mi pare che il modo di intendere la musica e la vita da parte di questi ragazzi sia abbastanza chiaro. Fatte queste premesse è del tutto ovvio che 1986 è un disco concepito in modo da accontentare senza riserve i nostalgici poco interessati a quanto accaduto dopo gli anni 80 nel settore hard rock, e di converso anche da risultare assolutamente incongruo a tutti gli altri.
Come quasi sempre accade in questi casi, la produzione è tarata in modo da sembrare fintamente retrò, ma restituire un suono "ripulito" dalle moderne tecniche di incisione. Da questo punto di vista il risultato è piuttosto indovinato, con il cuore che torna a battere come un tempo e la mente che interpreta in tutto come accettabile al giorno d'oggi. La cover poi è pacchiana ed ingenua come solo un disco uscito davvero nell'86 potrebbe e dovrebbe permettersi. Passando a ciò che più importa, ossia la musica, quello che troviamo è un lotto di pezzi ben scritti, ben suonati e cantati -bello il timbro rock di Gianni Pontillo - con un tre o quattro di questi da valutare potenziali hit da classifica come The Power of Love, Long Live Rock'n'Roll (anche i titoli dei brani non sono proprio il massimo dell'originalità), Damn Hot Chick e Stop Lying In The Name Of Love, probabilmente il brano più efficace. Ovviamente immancabile la ballatona, qui rappresentata da A Kiss Under The Rain.
1986 è un album che può accompagnarvi durante i lunghi trasferimenti in macchina o in qualunque occasione vi sia necessaria un po' di carica spensierata, priva di sovrastrutture da analizzare e di immediata fruibilità, ma, come da titolo, è incredibilmente prevedibile nel suo svolgersi, ed ogni brano contiene uno o più rimandi a pezzi di innumerevoli altri gruppi operativi nelle decade di riferimento, ed è pertanto destinato a non essere in alcun modo ricordato nel tempo. Un prodotto usa e getta, utile nei modi che vi ho indicato ed a suo modo molto ben fatto, ma nulla più.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. The Power Of Love 2. Long Live Rock’n’Roll 3. Generation White Line 4. Lonely Nights 5. Fire It Up 6. A Kiss Under The Rain 7. Damn Hot Chick 8. Heartbreaking Rebel Blood 9. Why Dreaming Hollywood 10. Stop Lying In The Name Of Love
|
|
Line Up
|
Gianni Pontillo (Voce) Bruno Spring (Chitarra) Andrej Abplanalp (Basso) Mauro Casciero (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|