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Kiss - Destroyer (Resurrected)
( 11678 letture )
Quarto album registrato in studio dai Kiss, pubblicato il 15 marzo 1976 per l'etichetta discografica Casablanca Records, Destroyer è anche il primo lavoro della band di New York che questo umile recensore, per una serie di sfortunati eventi degna del più pessimista Lemony Snicket, abbia avuto la fortuna di ascoltare. Migliore conoscenza non poteva comunque instaurarsi: classici del rock quali Detroit Rock City, God of Thunder, Shout It Out Loud e Beth fanno presa al primo tentativo e, ora che ci pensi, ti sembra di conoscerli da sempre, tanta è la familiarità che comunicano. Prodotto da Bob Ezrin (già all'opera con Alice Cooper) e baciato da un successo inizialmente claudicante, per Destroyer il momento della svolta avvenne quando una radio locale trasmise il lato B del singolo Detroit Rock City, quella ballad Beth che divenne la maggiore hit della storia del gruppo negli Stati Uniti e che farà risalire le vendite dell'album: non passerà infatti molto tempo prima che quest'ultimo venga premiato con il disco di platino ed inserito, nel 2002, tra i cento migliori album americani di sempre. Se da un lato ho ascoltato e riascoltato Destroyer con sincero interesse, approfittando dell'occasione per colmare -almeno parzialmente- una personale lacuna, dall'altro non tornerò ad esprimere un giudizio artistico che è già stato formulato, in modo a mio parere condivisibile, sulle pagine di Metallized. Ho quindi preferito impegnarmi ad effettuare una comparazione tra la versione originale del 1976 e quella Resurrected del 2012, per scovare per quanto possibile le differenze e fornire un mio contributo ai fini dell'eventuale acquisto.

Benché sufficientemente puliti e dinamici, i suoni dell'edizione originale sono, come lecito aspettarsi, meno esplosivi e tridimensionali delle produzioni più moderne: il rumore dell'auto che si allontana in Detroit Rock City sembra proiettato su una superficie piatta e la stessa sensazione si riscontra sia all'inizio della canzone vera e propria sia nella resa acustica dell'incidente finale. L'effetto stereofonico è convincente, ma il suono si presenta stiracchiato su un'immaginaria asse orizzontale, ed a farne le spese sono soprattutto la sezione ritmica e gli assoli di chitarra, godevoli ma meno incisivi di come vorremmo percepirli. Nella nuova versione i suoni iniziali sono più brillanti, i rombi dell'auto più tridimensionali (mi riferisco ad esempio al rumore della portiera, all'accensione del motore ed allo schianto finale) ed il suono del brano si presenta sin dai primi istanti più corposo ed avvolgente, brillante nelle frequenze più alte e definito nella resa incisiva e tagliente del rullante. Solo ora si scopre quanto il basso di Gene Simmons contribuisca a vibrare la canzone, ed alle schitarrate di Frehley e Stanley viene riconosciuta una meritata ribalta, insieme ad una separazione tra i canali che sembra artificiosamente accentuata. King of the Night Time World beneficia ancora di più della cosmesi applicata da Bob Ezrin, responsabile del remix: l'ottimo groove di cui la canzone è dotata tende ad impastarsi nella versione originale, con l'assolo di chitarra in qualche modo compresso tra le continue rullate della batteria e la voce di Paul Stanley che, pur chiaramente udibile, fatica a farsi vera trascinatrice tra una serie di stacchi che si susseguono senza pausa. Lo spazio pompato nella versione 2012 fa in modo che le varie partiture coesistano con maggiore ordine, e risultino più facilmente individuabili: ora si avvertono chiaramente le voci raddoppiate e le chitarre sia ritmiche che soliste tendono a separarsi ulteriormente (anche grazie all'utilizzo di un leggero delay per rendere stereofonica una partitura di fatto identica), risultando più chiare all'ascolto, come se avanzassero parallele. La decadente God of Thunder è una canzone dalla gestione tecnicamente più immediata: già nella versione originale la voce riesce ad elevarsi su una base semplice, nella quale basso e chitarra eseguono parti simili e caratterizzate da arrangiamenti meno complessi. Come prevedibile, la versione remixata si dimostra rispettosa di una sorgente già funzionante: il tocco di novità si avverte nel trattamento riservato alle voci infantili, che sembrano staccare in modo più netto e contrastato da un fondale oscuro, e nell'assolo, durante il quale voci, effetti e chitarre approfittano di un senso di accresciuta spazialità per rincorrersi su piani diversi, creando un quadro più avvolgente e dai colori intensi. In Great Expectations viene ridotto il fruscio di fondo evidente nella versione originale e viene introdotta una separazione tra le voci della quale il coro del ritornello beneficia in modo particolare: si apprezza la vigorosa pennata sulla chitarra classica ed i volumi di basso e tastiera, inizialmente sbilanciati, vengono progressivamente riavvicinati, con tutta la canzone che beneficia di un nuovo ed armonioso equilibrio coerente con la sua atmosfera teatrale. Nella parte centrale si riescono ad apprezzare i contributi di tastiere, pianoforte, chitarre sia elettriche che acustiche e basso; i cori risaltano, elevandosi sopra di noi, e la sensazione nuova è quella di trovarsi di fronte all'esecuzione di un'imponente orchestra, piuttosto che alla riproduzione di un disco -per quanto ambizioso- di tanti anni fa. I tre minuti netti di Flaming Youth funzionano alla grande in entrambe le edizioni: la canzone è infatti particolarmente diretta e canonica nella sua impostazione rock, per cui in nessuna delle due versioni si avvertono elementi capaci di mortificarne, o esaltarne oltremisura l'ascolto. L'originale è ugualmente potente ma leggermente più piatta e spalmata, laddove il brano remixato si propone in una veste più brillante nella resa di charleston e piatti, più analitica nel dialogo tra cassa e basso, più aperta nella separazione tra voci e chitarre (ancora una volta molto distanti tra loro, fino quasi a creare un vuoto al centro) e più complessa nel bilanciamento delle sonorità al momento dell'assolo e del successivo coro, ripetuto sei volte in un continuo e coinvolgente crescendo. Sweet Pain gode in entrambe le occasioni di una resa stereofonica particolarmente accentuata, che con voci e chitarre tende a sovrastare senza riguardi l'intera sezione ritmica: come già avvenuto per gli episodi precedenti, il lavoro di Ezrin si concentra nella creazione di spazio fisico, all'interno del quale una frequenza non possa avere il completo sopravvento sull'altra, il cantato sia meno straripante ed all'infaticabile lavoro al basso di Simmons sia restituita -per la verità senza eccessiva enfasi- la dignità che gli spetta. A fine scaletta ritroviamo la stessa canzone, contraddistinta dagli stessi rinnovati suoni ed arricchita con un inedito di chitarra, questa volta meno melodico, che farà la felicità più curiosa degli appassionati. Uno strato di ulteriore dettaglio viene aggiunto alla trascinante Shout It Out Loud, canzone che convincerebbe in qualsiasi condizione venisse registrata: se nella versione originale gli arrangiamenti di chitarra tendono a smarrirsi dietro al cantato ed a cori straripanti, nella versione remixed troviamo una cassa più incisiva e chitarre maggiormente distanziate dalle voci, in modo da risultare più facilmente udibili. Più evidente anche la presenza del basso e brillante come sempre il charleston di Peter Criss, che dona all'intera canzone un'idea di scintillante e contagiosa levità. La dolcissima Beth è forse la traccia meno intaccata dal lavoro di ristrutturazione: ballad acustica già a proprio agio con le sonorità analogiche, la cinematografica orchestrazione di archi e fiati acquista oggi maggiore spessore e fluente intensità (arricchita di inedite parti vocali), anche se questo comporta una resa delle frequenze più basse talora invadente sulla voce di Criss. Do You Love Me? è potente e cattiva sia nella versione originale che in quella del ventunesimo secolo: graffiante e scorretta, si ripropone più dinamica nell'intro di batteria e più ordinata nel concitato finale.

Al termine dell'ascolto di entrambe le versioni, effettuato traccia per traccia per cercare di coglierne le principali differenze, risulta evidente come ciascun album possegga una resa acustica peculiare, ma a mio parere non così diversa dall'altra per giustificare un doppio acquisto. Come evidenziato nel corso della comparazione, Resurrected possiede un impatto maggiore ed un accresciuto senso di spazialità, sonorità più ariose ed un maggiore dettaglio riservato soprattutto a voci corali ed effetti: tuttavia, non mi è sembrato di cogliere nell'edizione originale, a mio parere ben prodotta per i canoni dell'epoca, delle limitazioni tali da comprometterne il godimento. Tale è la qualità dell'arte di cui Destroyer si fa portatore, che il proprio valore pare poter prescindere dalla finezza produttiva: saranno tanti i fan che continueranno a preferire espressamente la versione originale, per quanto meno dinamica, perché più autentica, oppure per la particolare colorazione del suono, o ancora per la resa tipicamente analogica capace di farli viaggiare sulla linea del tempo, insieme allo scorrere delle note. Resurrected è una versione alternativa che non snatura, ma nemmeno eleva in modo così significativo il valore di un disco già fuori discussione: al di là della cosmesi sonora, il valore aggiunto per fan e collezionisti sarà dunque rappresentato dal nuovo assolo di chitarra di Beth, dalle foto rare proposte a corredo, dall'artwork originale di Ken Kelly (il primo a ritrarre la band in stile fumettistico) e dalle inedite note di produzione compilate dallo stesso Ezrin.



VOTO RECENSORE
90
VOTO LETTORI
83.17 su 40 voti [ VOTA]
Tifone
Venerdì 2 Febbraio 2024, 16.35.03
19
capolavoro assoluto. 100
Joe 69
Lunedì 1 Novembre 2021, 13.28.32
18
Io quoto Arrigo in toto e vorrei che facesse lui una bella recensione in quanto mi sembra estremamente preparato. L'album bello e più brillante viceversa non avrebbe avuto senso una ristampa.
Appg
Giovedì 7 Maggio 2015, 15.39.08
17
Bella recensione tecnica per un album mitico. Per i fans un'acquisto d'obbligo..
D.P.
Sabato 22 Giugno 2013, 20.04.22
16
e' senza alcun dubbio il disco studio piu' riuscita della Mark 1 e di tutta la loro imponente discografia, altamente curato sia a livello compositivo che tecnico. Peccato per una copertina ampiamente sottovalutata (grave errore, e' il primo messaggio che percepiamo in fase di acquisto e giudizio) al limite del grottesco e quasi infantile. Ma i Kiss amavano in quei tempi questo tipo di grafica (con grosso impegno hanno fatto di peggio, molto peggio !!!!!) che mai come in questo caso non gli rende giustizia . Come si dice, anche l 'occhio......diversamente sarebbe stato perfetto.
Matocc
Sabato 22 Giugno 2013, 12.34.29
15
non avevo l'edizione originale e quindi, appena l'ho trovata a un buonissimo prezzo, ho fatto mia questa versione rimasterizzata e devo dire che è davvero ottima, il lavoro di Gene viene fuori con prepotenza e si possono apprezzare passaggi che magari prima erano un po' nascosti. l'album in sé non si discute, un classico dietro l'altro. grandissimi KISS!!!
Nicola
Martedì 4 Settembre 2012, 11.55.58
14
E' il mio primo disco. Un capolavoro. Questa riedizione è simpatica, ma io sono per il vinile... Mi auguro solo che con questo, non si inauguri una nuova stagione di riedizioni di vecchi classici riarrangiati.
conte mascetti
Sabato 25 Agosto 2012, 14.13.22
13
flaming youth...set the world on fire!!!
Painkiller
Venerdì 24 Agosto 2012, 23.13.59
12
Marco, ho apprezzato molto la tua scelta di confrontare i prodotti più che valutare artisticamente il valore della composizione, dando poi uno spunto per l'eventuale nuovo acquisto. Ho fatto anche io una comparazione coi pochi remix acquistati, e devo dire ad esempio che peace sells e so far so good so what sono rinati e sembrano registrati un ventennio dopo, senza perdere nulla del valore originale. É chiaro però che se dovessimo star dietro anche a tutti i remix in uscita avremmo sempre il portafogli vuoto. Quello che vorrei però è che le band e le case discografiche facessero lo sforzo di aggiungere live ed inediti...come ad esempio come nel caso di screaming for vengeance di Imminente uscita, condito di live e concerto in dvd dell'82. Marco, spero in una recensione anche di quello...
Argo
Venerdì 24 Agosto 2012, 21.32.38
11
Non lo prenderò perchè mi "accontento" del solito, però devo dire che questa copertina è decisamente più accattivante.
blackie
Venerdì 24 Agosto 2012, 21.19.28
10
gioiello a 24 karati non si discute uno dei capolavori della rock.
PcKid
Martedì 21 Agosto 2012, 20.16.44
9
Grazie per le precisazioni, che arricchiscono il testo (ed anche per l'imberbe: a 38 anni suonati lo prendo come un complimento!). Come ho precisato all'inizio della recensione, ho cercato di sopperire - con l'impegno ed il tempo dedicato al doppio ascolto - ad una conoscenza della band e della sua discografia che non possono dirsi approfondite. E spero in ogni caso di aver fornito anche alcuni spunti utili alla valutazione.
arrigo
Martedì 21 Agosto 2012, 19.48.29
8
Giusto per la precisione: in Detroit Rock City ci sono cori che nell'originale non vi erano (e comunque differenti dalla versione di Double Platinum), la prima versione di Sweet Pain ha l'assolo di Ace Frehley, mai pubblicato sino ad ora, la bonus è la Sweet Pain compresa nel destroyer di allora con il solo di Dick Wagner (quindi PCKid quanto da te scritto sopra è errato, è l'esatto opposto). In Beth c'è quasi in primo piano l'acustica di ancora Dick Wagner, nell'originale si sentivano bene unicamente nel finale. Ci sono 100 altre cosette che, forse, l'imberbe ascoltatore, non può conoscere o non coglie, purtroppo la fa un vecchietto come me che quasi si comprò l'originale nel 76. Questo disco suona 1000 volte meglio dell'originale, la copertina, essendo quella oringinale, è una vera chicca che le sia stata finalmente reso onore.
hm is the law
Lunedì 20 Agosto 2012, 23.17.23
7
Ricordi...quanti ricordi....avevo 15 anni sigh!
Il Re Del Mondo Notturno
Lunedì 20 Agosto 2012, 23.00.52
6
il giudizio sull'album originale non si discute, secondo me questa è la pietra miliare del gruppo... il giudizio su queste operazioni è sempre il solito, come dissi già nella notizia pubblicata un po' di tempo fa non mi attirano e le trovo futili... con ciò non metto in dubbio che questa ristampa, magari per chi non conoscesse l'originale, può essere un ascolto accattivante...
Hawk
Lunedì 20 Agosto 2012, 17.20.51
5
Tra l'altro per gli appassionati dei KISS,oggi Deucenews.com ha dato la notizia che il 15 ottobre uscira' una album live dei Kissology,la band tributo italiana con Wild Steel alla voce...pensavo la notizia fosse in home!Wild è un'istituzione!
LORIN
Lunedì 20 Agosto 2012, 17.15.13
4
Questo album rientra nel ristretto cerchio di album "perfetto". Non ci sono abbastanza numeri per valutarlo.......quindi il voto è: il massimo.
il vichingo
Lunedì 20 Agosto 2012, 16.05.53
3
Posso affermare con tutta tranquillità che per quanto riguarda la "musica" il voto è un 88/100 ad essere di manica molto stretta, vista la presenza di perle come Detroit rock city, Beth e God Of Thunder (per tacere di Shout it out loud). Tuttavia, a mio modesto avviso, la copertina è veramente improponibile, se confrontata con l'originale, pertanto opto per un semplice (e pilatesco ) SV.
BILLOROCK Fci.
Lunedì 20 Agosto 2012, 13.00.05
2
grande album dei kiss, rock n roll party!!
Enrico
Lunedì 20 Agosto 2012, 12.59.37
1
...che dire un album così non sarebbe neanche da votare...100 è il minimo!
INFORMAZIONI
2012
Universal / Casablanca
Hard Rock
Tracklist
1. Detroit Rock City
2. King of the Night Time World
3. God of Thunder
4. Great Expectations
5. Flaming Youth
6. Sweet Pain
7. Shout It Out Loud
8. Beth
9. Do You Love Me?
10. Rock and Roll Party
11. Sweet Pain (Bonus Version)
Line Up
Paul Stanley (Voce, Chitarra)
Ace Frehley (Chitarra)
Gene Simmons (Basso, Voce)
Peter Criss (Batteria, Voce)
 
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