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A Tear Beyond - Beyond
( 3925 letture )
Un viaggio spirituale verso uno dei più grandi misteri dell'esistenza, un lungo sentiero che conduce all'inevitabile e buia meta che prima o poi tutti noi siamo obbligati a raggiungere.
La descrizione dell'oscurità al di là della vita, che però risulta un po' più affollata di quanto fosse lecito attendersi.
Un morto che riapre gli occhi e si trova circondato da maschere simboliche: Vita e Morte, Pianto e Sorriso, Pena e Gaudio...
Parti fondamentali della nostra esistenza che volenti o nolenti, felici o disperati almeno una volta abbiamo attraversato o almeno una volta attraverseremo.

C'è una profonda teatralità che permea il lavoro d'esordio dei vicentini A Tear Beyond e questi pochi frammenti in apertura di recensione non bastano a rendere l'idea della profondità del concept che questi giovani musicisti sono riusciti a mettere in piedi.
Un lavoro concettualmente sopra la media che arriva per di più da una band che - pur essendo composta da membri esperti - non calca le scene da molto tempo; insomma un piccolo miracolo quello messo in piedi dalle sei “maschere” guidate dal singer Claude Arcano.
Parlo di miracolo perché è raro trovare una simile maturità compositiva in un gruppo a questo punto di carriera e soprattutto che da’ un così ampio risalto al lato teatrale e scenico, trucchetto che - purtroppo - spesso viene usato per nascondere delle carenze a livello musicale e distrarre l'ascoltatore dal lato veramente importante.
Qui invece gli arrangiamenti sono ricercati e i pezzi studiati in modo affatto superficiale; questo permette alle canzoni di risultare godibili anche se estrapolate dal loro contesto natio e le rende assolutamente degne di nota una volta messe insieme nella struttura portante del concept di Beyond.

La prima cosa che balza all'orecchio è il curatissimo intro Becoming: solenne grazie alla scelta degli archi, atmosferico grazie all'aggiunta di svariati suoni ambientali e coinvolgente anche a livello uditivo grazie al bell'effetto creato dal pan oscillante dei rumori di fondo e dalla prova estremamente enfatica di Claude in veste di narratore.
Inizia poi il cd vero e proprio ed è impossibile non notare da subito l'intensità del lavoro delle due asce di Ian ed Undesc, che propongono un riffing tagliente (il suono scelto è ricco di alte frequenze e di presenza), intenso, quadrato e non poi così banale, intervallato da sezioni acustiche che si mescolano perfettamente e in maniera sobria a tutto l'ensemble e a sezioni soliste estremamente lente ed atmosfere (spesso consistenti in lunghe note tenute per svariate battute).
Le tastiere di Mantus invece sono forse quanto di più poliedrico potrete trovare su Beyond, passano dal loro classico ruolo orchestrale/atmosferico tipico dei dischi gothic metal fatto di string ensemble, passaggi di pianoforte e sporadici interventi dell'organo fino ad interi pezzi industrial in cui lead particolarmente psichedelici e ripetitivi fanno le veci della sezione elettronica (ascoltare The Hunt per credere).
La sezione ritmica è ottima per quanto - a livello di produzione - non avanti quanto si potrebbe immaginare. Dietro le pelli il drummer Vendra fa sfoggio di una buona competenza tecnica con passaggi che mantengono alta l'attenzione e filler non banali, non esagera, non usa figure estreme che magari in qualche occasione avrebbero potuto ravvivare maggiormente l'insieme, ma probabilmente è stata una scelta voluta e va bene così. Il basso - oggi suonato da Cance - è stato registrato dal turnista Angelo Giordano (che si è anche occupato della produzione del cd) ed è ben presente a gonfiare le frequenze di sua competenza, fa il suo dovere con un suono rotondo e corposo con tante basse e tante alte, prendendosi ogni tanto la libertà di svariare insieme alle tastiere nei momenti in cui le sei corde tacciono.
Resta da parlare della voce di Claude Arcano: indubbiamente ci troviamo davanti ad un frontman carismatico e navigato, narra trascinando l'ascoltatore e si dimostra abbastanza versatile nel passare da un cantato pulito a toni bassi, onesto (ma non irresistibile), ad uno screaming aggressivo ed acidissimo che è probabilmente la tecnica a lui più congeniale. Davvero degne di nota anche le scelte delle sue linee vocali (in Necromance ad esempio ne ha create di davvero toccanti ed azzeccate), arricchite da controcanti sapientemente dosati e dalla sporadica collaborazione di quella che sembra un'ottima soprano.

Un'altra delle cose che mi ha sinceramente colpito è il fatto che non ci siano filler, ognuna delle canzoni di Beyond ha qualcosa da dire, un lato da mostrare sia a livello musicale che a livello concettuale; i pezzi sono variegati e così capita di passare dal pezzo gothic romantico (Lullaby for My Grave) a quello industrial (The Hunt) fino alla mesta e malinconica Rain on the Oblivion.

Ad ulteriore riprova di quanto la band tenga a ciò che fa, immagino siano state investite considerevoli risorse per registrare questo album. La produzione, infatti, è di un livello che non si ottiene certamente lavorando a casa né in studi molto economici, anche se ovviamente non è esente da qualche piccolo difetto: le chitarre forse potevano essere definite maggiormente, si poteva dare più spazio alla batteria a livello di volume e i fusti di questa suonano leggermente spenti (cosa strana considerando invece la brillantezza che hanno i piatti); in particolare, è il rullante a risentire maggiormente del problema (anche se si tratta notoriamente del pezzo del kit più difficile da registrare). Ovviamente si tratta però di inezie in confronto al livello generale che è assolutamente sopra la media.

Che dire per chiudere?
Gli A Tear Beyond mi hanno sinceramente sorpreso (e se mi permettete una piccola nota personale: sono lieto che ci siano sempre più giovani band italiane a farmi provare queste sensazioni): si tratta di un gruppo dal grande potenziale che parte avvantaggiato da una considerevole maturità compositiva e mi auguro sinceramente che gli venga presto data la possibilità di espandersi (molti in Germania o in Scandinavia apprezzerebbero questa proposta, forse più che qui in Italia).
Nel frattempo, io posso solo limitarmi a consigliarvi calorosamente di ascoltare questo cd ed eventualmente di acquistarlo per supportare la band, perché, se siete amanti del genere, sono abbastanza sicuro che apprezzerete.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
84.16 su 30 voti [ VOTA]
David
Martedì 25 Settembre 2012, 19.19.54
3
Grazie, in bocca al lupo per altre recensioni!
Room 101
Martedì 25 Settembre 2012, 18.09.14
2
Per questo cd in particolare prova a contattare la band via FB sono certo che in qualche modo sapranno dirti come reperirlo, può darsi abbiano accordi con qualche distributore oppure in certi casi lo vendono direttamente loro! Inoltre mi pare che sempre dal loro profilo ci siano i link ad alcuni pezzi sia in streaming che su Youtube (o almeno mi pare) !
David
Martedì 25 Settembre 2012, 17.57.30
1
Ciao Gianluca, la tua bella recensione mi ha incuriosito ed il Gothic è un genere che mi piace, poi è da un po' che voglio avvicinarmi al Metal delle band italiane, ma non riesco a trovare le canzoni su YouTube nè trovo nessun sito da cui poter scaricare il cd. Hai qualche consiglio?
INFORMAZIONI
2012
Autoprodotto
Gothic
Tracklist
1. Becoming
2. Lullaby for My Grave
3. By Tears and Sand
4. Awakening
5. Necromancer
6. The Hunt
7. Embraced in Hell
8. Rain on the Oblivion
9. Once Again (Bonus Track)
Line Up
Claude Arcano (Vocals)
Ian (Guitars)
Undesc (Guitars)
Mantus (Keyboards)
Vendra (Drums)

Session Member
Angelo Giordano (Bass)
 
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