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Odium - Beautiful Violence
( 2367 letture )
Deludente buco nell'acqua per i tedeschi Odium, che col qui presente Beautiful Violence speravano di celebrare in degno modo i venti anni di carriera: il loro sesto studio album, infatti, si rivela privo di nerbo e troppo piatto per destare sensazioni positive. Del resto, ci sarà un motivo per cui questa band non è mai emersa nello scenario metallico continentale: dal debut album omonimo, datato 1997, all'ultimo Stop My Anger, gli Odium hanno sempre navigato in una sorta di limbo, perché la classe non si compra al supermercato e non basta avere alle spalle un'ottima casa discografica per poter convincere il severo pubblico cuoioborchiato. Quello proposto dai cinque di Hasselroth é un thrash moderno e abbastanza schietto, caratterizzato da un vocione rozzo e da un drumworking martellante, asciutto e moderno; proprio nelle vocals si coglie l'intenzione di una minimale ricerca melodica, che però appare spesso dissonante e quasi cacofonica, per non dire sgradevole. Il disco é in parte salvato dalla prova scrosciante del drummer, peraltro mai impegnato con veri e propri esercizi di devastazione, mentre il lavoro delle due chitarre raggiunge la sufficienza di poco: le sezioni soliste funzionano poco, e a vampate, senza mai regalare nessun momento da incorniciare, mentre i riff si fanno taglienti solo in un numero circoscritto di brani, anche in questo caso senza superare la soglia di entusiasmo minima. L'intera opera, dunque, appare scialba e prevedibile; le velocità, non certo elevatissime e scarnificanti, non aiutano certo a garantire qualche punticino presso i thrashers più incalliti, e la presenza limitata di qualche riff discreto, qua e là, non fa che accentuare la sensazione di 'vorrei ma non riesco' che pervade l'intera tracklist. Priva di colpi determinanti, la scaletta poggia grosso modo su due brani apparentemente migliori (la più movimentata Suffering e Abyss, ritmata e taurina) ma si schianta in cadute clamorose come A Better Part Of Me, assolutamente prive di buon gusto: al cospetto di cali del genere, anche l'ascoltatore più generoso potrebbe faticare a promuovere il lavoro di questi ragazzoni teutonici, che di thrash ha ben poco. Non si capisce, oltretutto, come certe eminenze del web possano catalogare questa formazione come 'power/thrash', dato che di power non si intravede nemmeno l'ombra! Le radici di questi signori poggiano indubbiamente nel thrash, su questo non si discute, ma il risultato che fuoriesce è al contempo troppo moderno e poco originale: non é un disco convenzionale, in ogni caso privo di fascino immediato (e non solo), almeno alle orecchie di chi predilige sonorità tradizionali.

Anche di rabbia pura ne incontriamo veramente poca, durante l'ascolto: il platter cerca di mescolare trame pesanti, anche granitiche a volte, con linee vocali ed atmosfere soffocanti, meste e decadenti. La canzone d'apertura, Used To Be Me, mette subito in chiaro le coordinate del disco: non é una traccia serrata, poggia su un refrain agrodolce ed eccelle più per la qualità e la nitidezza dei suoni che per il reale valore musicale, non essendo per niente irresistibile. La già citata Suffering riserva qualche decente riff sinistro (così come sinistro é anche il guitar solo), ma anche in questo caso rimane un pezzo senza grandi squilli, nonostante il copioso lavoro di doppio pedale riservatoci dal drummer Matze nella sezione centrale; l'episodio migliore del lotto é forse Abyss, pesante e cadenzata ma di impatto notevole: finalmente la testa si muove un po' a tempo, anche se rimarrà un'esperienza esclusiva di questa canzone, dotata anche di un valido assolo melodico e di una tosta accelerazione thrashy. Discutibile l'approccio vocale di Ralf: a tratti é talmente fastidioso da indurre allo skip, mentre in altri momenti la sua performance é talmente stridente da risultare persino accattivante, paradossalmente. L'intero platter prevederà questo rapporto di amore/odio con la timbrica e le melodie del singer, che vengono persino filtrate e ritoccate nell'oscena A Better Part Of Me, pezzo inascoltabile -senza mezzi termini- e claustrofobico nel quale compaiono degli insensati e fuori luogo cori femminili. La titletrack Beautiful Violence rialza in parte la baracca col suo refrain melodico più inconsueto del solito, molto decadente e alternato a sprazzi musicali più ruvidi; il brano non é comunque nulla di eccezionale, e prevede anche un assolo di chitarra di fattura decorosa. Loosing Control è apparentemente più aggressiva in avvio, ma poi si smorza con l'ennesimo chorus cantilenato, quasi in contrasto con l'operato robusto di chitarre e batteria; in No Regrets, invece, emerge la noiosa alternanza tra parti acustiche, lente e malinconiche, ed opprimenti crescendo vocali senza capo nè coda: non serve nemmeno un corposo finale a briglia sciolta a salvarla dalla bocciatura.

Il disco viene concluso dal semi-thrash semplice e quadrato di No Limits, naturalmente scevro di velocità consistenti, corretto da oscuri rallentamenti ed inficiato da una prova vocale sgradevole e ripetitiva. I musicisti che prendono parte a questo progetto non sono degli eclettici, e fortunatamente non cercano di esserlo a tutti i costi, ma non sono nemmeno dei rozzi mestieranti: al di là dell'appeal scarso dei loro brani, non possiamo affermare che manchi loro la preparazione tecnica; quanto mai é il songwriting a latitare, e dopo vent'anni di carriera non é certo un appunto facile da stigmatizzare. Con un pizzico di squallida ironia potremmo affermare che la scaletta é assai omogenea, nel senso che nessun brano in essa inserito é davvero gradevole, tanto meno capace di lasciare un'impronta concreta e tangibile: prevalgono la noia e la ripetitività, con questo Beautiful Violence destinato a scivolare presto nel dimenticatoio, incapace com'é di trasmettere emozioni genuine. Suona quasi forzato, costruito a tavolino, e non sarà certamente ricordato tra le uscite migliori dell'annata.



VOTO RECENSORE
55
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INFORMAZIONI
2012
Noisehead Records
Thrash
Tracklist
1. Used To Be Me
2. Suffering
3. Abyss
4. A Better Part Of Me
5. Beautiful Violence
6. Loosing Control
7. No Regrets
8. No Limits
Line Up
Ralf (voce)
Rochus (chitarra)
Dave (chitarra)
Beli (basso)
Matze (batteria)
 
RECENSIONI
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