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Skanners - Pictures of War
( 2605 letture )
Dalle nebbie del tempo, dai polverosi libri di storia della musica emerge quest’oggi un nome che ha segnato la storia dell’heavy metal di matrice tricolore: stiamo parlando degli Skanners, band bolzanina formata da cinque ragazzi che, ad inizio anni 80, canalizzarono il loro amore per il nascente movimento metallaro in una band dal piglio grintoso e competente. Il loro esordio Dirty Armada, targato 1986, uscì in piena epopea thrash, ma ciò nonostante catturò l’attenzione di molti ascoltatori, italiani e non solo, anche grazie alla vicinanza geografica con terre da sempre più ricettive per quanto riguarda la musica di un certo tipo.

E' con il secondo album, Pictures of War, che i nostri fecero definitivamente il salto di qualità che li avrebbe portati a compiere tour in compagnia di mostri sacri quali Motorhead, Dio, Saxon, Helloween e tanti altri nomi seminali del nostro amatissimo metallo pesante. Cos’ha questo album di tanto speciale? Sicuramente non la produzione, che mette un po’ troppo in primo piano la batteria rispetto alla chitarra, in alcuni punti letteralmente soffocata dai colpi di grancassa e rullante. Ma questo, d’altronde, è un problema di moltissimi dischi prodotti in quegli anni e che, in fondo, non interessa soltanto il nostro Belpaese, che pure in fatto di heavy metal è spesso stato NoncosìtantoBelpaese. Pictures of War ha, di speciale, che è un disco fresco e che trasuda impegno e passione da ogni singola nota, anche da quei brani che pure non sono il massimo della brillantezza: basti ascoltare la title-track, posta ad inizio album, la quale pur presentando alcuni vezzi musicali tipicamente anni ’80 (acuti vari, intermezzi corali a tratti superflui), non potrà non spingervi a dondolare la testa avanti ed indietro con il suo ritmo coinvolgente e la bella voce di Claudio Pisoni. Ma in fondo qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di un midtempo, ergo interessante ma non così coinvolgente come dico io. Ebbene, questo qualcuno deve avere solo pochi minuti di pazienza, perché viceversa la seconda traccia, Something Very Special, è un brano senza compromessi, melodico quanto basta per non esser troppo pesante e veloce a sufficienza da catturare l’attenzione degli amanti di sonorità più muscolari. La prestazione corale dell’intera band, nuovamente penalizzata dalla produzione, che stavolta fa suonare ovattata anche la grancassa, è di primissimo livello, sia da parte della sezione ritmica che dei due chitarristi, Fabio Tenca e Dino Lucchi. Drowning Down The Drain, a livello di produzione, è la miglior traccia udita finora, dal momento che risultano meglio bilanciati nel complesso meglio tutti gli strumenti, con un rullante che non invade lo spazio delle chitarre e viceversa, sebbene la cassa non sia ancora perfettamente udibile; a livello squisitamente musicale inizia con uno sfoggio di bravura e senso del timing da parte del batterista Luigi Sandrini, per poi erompere in un altro brano heavy veloce, dove l’influenza primaria sembrano essere gli immancabili Iron Maiden; ma anche e soprattutto i Judas Priest. Non male per un quintetto di ragazzi che in quegli anni in radio potevano ascoltare solo le hit di Sanremo, eh? She’s Like a Boy rispolvera il midtempo di salsa anni 80, inserendovi anche sporadiche tastiere in sottofondo che rendono il brano il più vicino al genere glam presente sul disco, anche se chiaramente questa definizione va presa con le dovute molle; si tratta di una buona canzone anche se non al livello di quelle che la precedono, ma la qualità torna alta con la melodica e variegata Fight Back, nuovamente discreta per ciò che concerne la produzione e splendida per il lavoro musicale della band, con oltretutto un Claudio Pisoni sugli scudi con i suoi acuti lancinanti. Turn It Louder Now è un divertente pezzo non particolarmente veloce, ma comunque piacevole (anche perché, naturalmente, non serve per forza comporre un pezzo veloce per risultare gradevoli) a dispetto di tastiere che sembrano poco in linea con le graffianti chitarre di Fabio Tenca e Dino Lucchi. Le tastiere, invece, non sono presenti sulla terremotante We Are Night, brano ottantiano fino al midollo che vi conquisterà dal primo istante, divenendo senza dubbio uno dei vostri preferiti di questo gradevolissimo album. A questo punto, in attesa dell’ultimo brano, vi chiederete una cosa: se si tratta di un album tipicamente anni 80 come ho già ribadito parecchie volte, dov’è l’immancabile ballad che caratterizza praticamente ogni album di metal melodico pubblicato in quel mitico decennio? Ma la risposta è elementare, miei cari Watson: gli Skanners scelgono di lasciare la ballad di turno come ultima traccia, regalandoci una piccola perla come Wild/One Night; è vero, è una power ballad di stampo classico, ma non è affatto scontata come si potrebbe pensare a primo impatto, dal momento che ha un’evoluzione estremamente interessante in cui l’abilità corale della band si rivela al suo massimo. Si tratta, dunque, di una degna conclusione per un bellissimo disco.

Pictures of War, infatti, è indubbiamente un gran bel disco, nulla di più e nulla di meno: ha qualche calo di ispirazione, questo sì, qualche momento un po’ troppo scolastico e fin troppo anni 80, nel senso dispregiativo del termine. In più, come ampiamente sottolineato, alcune tracce soffrono di una produzione ovattata che impedisce di godere appieno della musica, fattore non imputabile alla band, ma che inevitabilmente condiziona l’ascolto. Tuttavia, abbiamo comunque di fronte una serie di tracce spaventosamente ben risucite e ben suonate, piacevoli e coinvolgenti a sufficienza da girare a lungo nel vostro lettore, o da risuonare a lungo nella vostra stanza tramite le casse del PC. Gli Skanners di Pictures of War sono senza dubbio una band da scoprire o riscoprire per chi già li conoscesse, dato che rappresentano una tappa senza dubbio fondamentale per la storia del metal tricolore.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
42.42 su 52 voti [ VOTA]
Fabio
Giovedì 14 Settembre 2023, 20.26.10
6
39 di media dei lettori? L\'album invece è molto buono, anche più rifinito di Dirty Armada. Band storica e come tale deve essere trattata, parteciparono al Pop O\' drom di Vienna dove furono primi nella categoria hard rock e nelle prime posizioni della classifica generale che contava ben 140 band
Alex
Venerdì 17 Febbraio 2023, 20.08.38
5
Meritevoli di essere maggiormente considerati, se non altro per la loro resistenza ai trascorsi delle mode e del tempo. Suonano ancora molto bene, e non hanno perso grinta e passione. Questo LP poteva ricevere di più, a mio modesto avviso, ma ebbero anche tanta sfortuna negli anni a seguire.
Patrick1974
Giovedì 22 Settembre 2016, 14.45.14
4
grande album e grande gruppo!!!
InvictuSteele
Giovedì 21 Maggio 2015, 17.34.06
3
Bello bello, 80 pieno. Per me è superiore (anche se poco) al debutto. Comunque è storia del metallo tricolore
Masterburner
Lunedì 17 Settembre 2012, 8.52.42
2
Ho comprato questo disco quando è uscito, e benchè allora ascoltassi solo thrash, le melodie ottantiane e notturne di questo disco mi hanno conquistato, anche quelle più 'FM'. Per me è un capolavoro, uno dei miei dischi preferiti.
lux chaos
Domenica 16 Settembre 2012, 14.01.29
1
Bel disco di roccioso heavy metal italico, superiore anche al buon esordio! Non li metto tra i piu grandi in Italia, ma meritano un ascolto! Peccato per la produzione che fa parecchio defecare, con la batteria sparata dritta davanti e molto piu forte della chitarra, come dice Barry! Gruppo discreto
INFORMAZIONI
1988
CGD Records
Heavy
Tracklist
1. Pictures of War
2. Something Very Special
3. Drowning Down the Drain
4. She's Like a Boy
5. Fight Back
6. Turn It Louder Now
7. We Are Night
8. Wild
9. One Night
Line Up
Claudio Pisoni (Voce)
Fabio Tenca (Chitarra)
Dino Lucchi (Chitarra)
Corrado Gasser (Basso)
Luigi Sandrini (Batteria)
 
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