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Winger - Winger
( 5041 letture )
Presi di mira dall’irriverente cartone animato di MTV Beavis and Butt-Head e, in senso più letterale, da un Lars Ulrich già coinvolto in una polemica che metteva in dubbio le reali capacità tecniche dei due gruppi (e che non a caso nel video di Nothing Else Matters estrae una freccetta dal volto stampato di Kip Winger), i Winger rappresentano una realtà sfaccettata, un oggetto di non immediata identificazione nel panorama metal del secolo scorso. Agli sfortunati antipodi di quel grunge che li avrebbe attaccati e travolti con mediatica ferocia, gli americani sono accostati a glam metal, hard rock, heavy metal, pop metal, hair metal ed AOR, a conferma di un raggio d’azione piuttosto esteso e della capacità compositiva di proporre materiale interessante qualunque fosse il genere di riferimento.

Kip forma il gruppo a New York nel 1987, dopo l’esperienza come corista per Twisted Sister ed Alice Cooper, collaborazione quest’ultima condivisa con Reb Beach ed il tastierista Paul Taylor. Winger, l’album, segna il debutto sontuoso a distanza di un solo anno, pubblicato da Atlantic Records e prodotto da Beau Hill, nome che ultimamente sembra perseguitarmi perché ricorrente in tutte le recensioni scritte. Melodico, ma coraggioso abbastanza da introdurre virate progressive, secondo alcuni più affine alle sonorità mature di Dokken e Van Halen, il disco diede alla luce hit radiofoniche quali Madalaine, Hungry, Headed For A Heartbreak e Seventeen, raggiungendo la posizione numero 21 della classifica di Billboard e presentandosi come un prodotto nel quale affiora la contemporanea esistenza degli stili: ridotte ad un denominatore comune minimo, le influenze della band si colgono in autonomia, a seconda del tipo di ascolto che si sceglie di effettuare. Winger è infatti un disco dalla fruizione personalizzabile, che si può liquidare con fare disimpegnato, veleggiando sulle sue melodie languide, accarezzati dai suoni dolci dell’epoca e sicuri della sua apparente inoffensività. E’ allo stesso tempo musica customizzabile che si può valutare analiticamente cogliendone le strutture non sempre lineari, apprezzandone gli arrangiamenti complessi e l’ottima tecnica generale, a cominciare dalla prestazione dello stesso Kip al microfono. L’indovinato mix di melodia e potenza, la raffinatezza dei suoni ora liquidi ora taglienti, la sensibilità di aggiornarsi continuamente, dall’AOR di questi esordi al potente hard’n’metal di Karma (Deal With The Devil, Stone Cold Killer e Come A Little Closer rimangono un trittico atomico), si completano nella discografia dei Winger con una vena malinconica sempre pronta a fare da contraltare ai momenti più disimpegnati, caratteristica ulteriore che li rende meno prevedibili e meno etichettabili, di una profondità affine a quella dei Tesla. Togliere la polvere da Winger significa, idealmente, riscoprire queste tracce immaginandole con suoni moderni, chitarre incisive ed una batteria dal suono più secco, esercizio che porta a riscoprire l’immortalità di tanti classici (penso al debutto degli Skid Row se fosse stato registrato oggi, ad esempio): grazie al piccolo artificio, la tracklist si dimostra all’altezza dei nostri tempi, favorita anche dal ritorno in auge, per quanto confinato in ambiti di nicchia, dell’hard-rock melodico. La felice coesistenza di ritmica chitarristica metal (Poison Angel, Higher And Higher) con linee melodiche e testi da teenager sembra contraddistinguere tutti i brani del disco, talvolta arricchiti con archi ed effetti che rendono il tutto meno lineare (come nel caso della cover modernista e scintillante di Purple Haze) e quasi prog durante i finali. Una menzione particolare, per quanto riguarda questa originale opera di commistione ed arricchimento delle sonorità, la meritano Seventeen e State Of Emergency, canzoni in alcune parti troppo complesse per gli standard dell’hair-metal e troppo hair-metal per i canoni di musica più seriosa. E’ proprio in questa dicotomia, in questa sottile terra di mezzo, che risiede il limite e tutta l’inimitabile grandezza, della band americana: troppo bravi ed intelligenti per privilegiare l’immagine sul contenuto, i Winger offrono invece un ascolto attivo ed impegnativo che invita continuamente a ricercare l’arrangiamento elegante, ad apprezzare l’equilibrio della produzione ed a farsi coinvolgere da un melodico di classe. Come tutte le cose che richiedono un innamoramento travagliato, una visione più attenta ed aperta e l’accettazione di difetti irrilevanti al conteggio delle virtù, Winger può allontanare l’ascoltatore più stanco e frettoloso, ed attrarre invece chi decida di dedicare più tempo alle sue trame ed ai suoi tecnicismi, senza farsi distogliere da testi zuccherosi che dovevano vedersela con un certo New Jersey pubblicato negli stessi giorni.

Sempre piaciuti, i Winger, forse proprio perché sfortunati portavoce di un progetto ambizioso e fuori dal loro tempo (Pull era un ottimo album, ma pubblicato tra le variopinte flanelle del 1993 non ebbe commercialmente scampo) che li portava a nascondere la propria classe sotto pettinature vaporose ed improbabili mise in pelle. Non c’è un modo univoco di rivivere le note di questo disco ed il gusto personale rimane sovrano: sta di fatto che in virtù di tanto aleatorie premesse questo debutto non è certo alla ricerca di un successo facile, a riprova di una band mai guidata dalla tentazione del compiacimento commerciale. Come dirà lo stesso chitarrista Reb Beach, la credibilità del gruppo può dirsi solo oggi veramente compiuta, dopo “vent’anni di sangue, sudore e lacrime trascorsi a scrivere, registrare e suonare musica in giro per il mondo". Winger è un disco che con la stessa facilità si può amare e fraintendere, che può dividere per l’eterogenea portata delle sue pulsioni e che in ogni caso bisogna accudire con amore, per quanto rappresenta nella storia di una band dalla quale mi aspetto ancora tanto.



VOTO RECENSORE
82
VOTO LETTORI
86.44 su 18 voti [ VOTA]
patrik
Lunedì 11 Ottobre 2021, 21.21.03
17
beh certo dalle fila dei musicisti che hanno suonato con alice cooper ne son venuti alcuni davvero notevoli ( ottimi chitarristi davvero ), burns , dick wagner e hunter e molti altri che hanno militato nei king crimson , peter gabriel , diciamo dei turnisti di lusso . ora per poter definirli ottmi , bisogna andare un filo a sentire sti benedetti album che son stati presi in giro per puro caso.......
Luka 2112
Giovedì 20 Agosto 2020, 0.34.17
16
Non discuto i gusti personali, ma non riconoscere gli Winger come un gruppo ben oltre la media è quantomeno ridicolo.Tanto Poison, Warrant , ecc.ecc senza nulla togliere,non hanno mai avuto tra le loro fila musicisti di tale livello.Kip Winger è un bassista ed un cantante strepitoso.Gruppo che meritava senz’altro di più, considerato il fatto che al front man, oltre al talento musicale e vocale,non mancava neppure l’ immagine.Daranno il loro meglio con lo stupefacente “Pull” uscito fuori tempo massimo.
Rob Fleming
Domenica 21 Febbraio 2016, 17.24.10
15
Buon album. Hungry, la cover di Purple haze e l'esaltante Time to surrender le mie preferite. Belle Madalaine, Seventeen e Poison angel. Il resto punge a dovere
angelorock
Sabato 19 Aprile 2014, 3.39.29
14
spendo solo poche parole un must divino
not meat, not fish
Martedì 21 Gennaio 2014, 21.21.35
13
hai ragione fabio II di svevia...i winger sono degli elettricisti mancati che vorrebbero fare gli einstein.. per toni: winger ricorda plant??? ahahahah. Diccene un'altra ti prego!! Dai! Beh su Lard ulrich beh dai..non lo considero nemmeno....
toni
Giovedì 13 Dicembre 2012, 10.11.37
12
Per me il loro migliore album, anche se i Winger sono più un gruppo che era capace di sparare dei singoli memorabili: Seventeen è davvero un must degli 80's, coinvolgente, potente, scoppiettante, erotica. Le qualità tecniche e compositive della band non si discutono, il livello medio dei pezzi è molto alto. Sulla questione "che genere suonano?" Io li ritengo un gruppo heavvy metal, pop-metal, alla stregua dei vari def leppard o bon jovi, anche se in seguito hanno cambiato stile. Ebbero grande successo, ricreando la formula di zeppeliniana memoria (chitarrista funanmbolico + cantante trasgressivo): tutto sommatto la voce di Kip Winger ricorda a tratti il miglior Robert Plant
therox68
Sabato 8 Dicembre 2012, 18.32.57
11
Lars Ulrich che mette in dubbio le capacità tecniche di alcuni suoi colleghi è veramente uno spasso.
mic martini
Domenica 21 Ottobre 2012, 20.43.48
10
Amo questa band..A mio modesto parere,la realta'piu'tecnica e originale del movimento hair metal..E non li avvicinerei assolutamente a Poison o Warrant...E per testare le capacita'compositive dell'immenso Kip,basta ascoltare uno a caso dei suoi album solisti.Grandiosi!!!
fabio II
Mercoledì 3 Ottobre 2012, 12.04.36
9
Quella di Stevie si Lizard, ed è ottima; l'altra sinceramente no. Beh sai delle volte provoco all'estremo. Qui è troppo patinata la musica per permettersi una vera anima nera come quella di Jimi e visto che molte class bands coverizzano il maestro era quello il senso.
Lizard
Mercoledì 3 Ottobre 2012, 11.37.27
8
Fabio II: mai sentita Little Wing suonata da STevie Ray Vaughan, oppure, cambiando del tutto genere The WInd Cries Mary suonata da Jamie Cullum? perdonate l'OT.
d.r.i.
Mercoledì 3 Ottobre 2012, 10.22.18
7
Per me bel disco da 80!
fabio II
Mercoledì 3 Ottobre 2012, 10.12.36
6
Mi allineo a not meat solo per ciò che concerne la cover di Jimi, tentare di coverizzarlo è come un elettricista che cerca di essere Einstein, e vale anche per tutti gli altri. Per il resto a me il disco piace, non lo considero assolutamente un classico come album, ma un 'classico' del periodo. Per i giovani che oggi ascoltano class-rock può invece essere interessante.
Lizard
Mercoledì 3 Ottobre 2012, 9.57.21
5
Temo che ti deluderemo amico not meat not fish. Quella che per te è una mancanza, per me è un pregio: riuscire a confezionare canzoni orecchiabili con un tasso di complessità tecnica superiore, è roba per pochi eletti. Sì, è vero, quasi sempre costoro pagano il mancato allineamento alle aspettative del mercato (non è comunque il caso dei Winger dei primi album, casomai adesso ed in maniera del tutto ottusa), ma questo per me è un ulteriore pregio. Quanto a Beavis & Butthead ripeto che è tutt'altro che un caso e proprio il fatto che i WInger fossero un gruppo famoso ma non "iconico" come Poison o Warrant, che fossero musicisti "seri" e non "cazzari sesso droga&rock'n'roll" come gli altri, che insomma fossero abbastanza grandi per essere attaccati ma non troppo amati per offendere davvero qualcuno e che fossero tutto sommato dei "secchioni", come il ragazzino "sfigato" che indossava la loro maglietta, li rendeva un bersaglio perfetto.
not meat, not fish
Martedì 2 Ottobre 2012, 18.35.29
4
@Lizard: io credo invece che la presa in giro dei B&B proprio ai Winger fu casuale, c'erano altrettante band ben più ridicole all'epoca a livello di immagine..i Poison?? I Warrant di Cherry Pie?? I Tigertailz????
not meat, not fish
Martedì 2 Ottobre 2012, 18.31.09
3
mah..pur riconoscendo un alto tasso tecnico di questo gruppo a me sinceramente dicono ben poco. Esattamente perchè per essere hair metal non hanno le canzoni trascinanti di altre bands, per essere seriosi sono troppo hair metal..nè carne nè pesce. Gruppo da dimenticare e non rispolverare più. Ah, Purple Haze in questa versione winger è a dir poco VERGOGNOSA...
Lizard
Martedì 2 Ottobre 2012, 9.22.11
2
Seventeen è uno dei must assoluti degli anni 80!! La timbrica di Kip Winger è semplicemente una delle più belle del panorama hard rock e d unita alle straordinarie qualità tecniche di Beach e Morgenstein (ex-Dixie Dregs) ed alle qualità superiori di songwriting dello stesso Winger, fanno di questa band una delle più interessanti uscite con la "seconda ondata" di fine anni 80. Anche se capisco benissimo perché furono presi di mira da quel cartone animato, posso dire che ho sempre preferito i Winger a Beavis & Butthead.
lux chaos
Sabato 29 Settembre 2012, 10.49.54
1
Bellissima rece, complimenti Marco! Condivido molto la tua lettura su un album, diciamo, "controverso" come questo...la dicotomia perfetta che descrivi ("canzoni in alcune parti troppo complesse per gli standard dell’hair-metal e troppo hair-metal per i canoni di musica più seriosa") rappresenta a pieno il fascino di questo album, grandi canzoni e grandi prestazioni. Non sono mai stati al top delle mie preferenze ma questo disco e i due successivi sono grandissimi pezzi di musica, da non liquidare troppo in fretta...non condivido purtroppo il tuo entusiasmo per l'ultimo Karma, che non ho gradito molto...de gustibus!! gran gruppo comunque! ciao!!
INFORMAZIONI
1988
Atlantic Records
AOR
Tracklist
1. Madalaine
2. Hungry
3. Seventeen
4. Without The Night
5. Purple Haze
6. State Of Emergency
7. Time To Surrender
8. Poison Angel
9. Hangin’ On
10. Headed For A Heartbreak
11. Higher And Higher
Line Up
Kip Winger (Voce, Basso)
Reb Beach (Chitarra)
Paul Taylor (Tastiere)
Rod Morgenstein (Batteria)
 
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